Messaggi di Violacomeilmare

    Questa Sara mi sembra un po' viziatina e immaturamente egoista.

    Segui sempre quello che pensano i genitori sugli amici perché loro (al 90%) hanno ragione, vedono e soprattutto, per la loro maturità e esperienza, sanno cose che noi giovani non sappiamo. Te lo dico per esperienza.

    Comunque, le persone così non credo cambino. Sta a te decidere se vale la pena essere sua amica oppure sparire piano piano e cercare amicizie più sane.

    Sì, perché purtroppo non tutte le famiglie sono uguali e spesso i successi dipendono anche dalle possibilità e dalle scelte iniziali dei genitori, che agevolano o meno la vita dei figli. Quindi invidio chi, mi rendo conto, sta andando avanti anche grazie a una famiglia più presente.

    Io diversi anni fa ho portato le lenti a contatto rigide, il problema che ho riscontrato è che quando c'era vento forte le dovevo togliere immediatamente, poi sono tornata a portare gli occhiali. Conosco persone che portano le lenti a contatto morbide e non hanno nessun problema, io ho preferito tornare agli occhiali, ma è soggettivo.

    Purtroppo non posso portare occhiali.

    Con le morbide lo vivi questo problema? Intendo tipo che ti cadano...

    Spero di poterti aiutare anche se la mia esperienza è abbastanza diversa dalla tua. Anche io ho portato le lenti a contatto terapeutiche; dovevo portarle visto che la mia cornea si era praticamente interamente bruciata e quindi provavo un forte dolore. Solamente con queste lenti riuscivo ad affievolire il tutto. La cosa che posso dirti è che se ti rendi conto che questa cosa ti causa disagio, probabilmente, non sono nessuno per dirlo, esprimo semplicemente una mia opinione, dicevo, probabilmente è di carattere psicologico, visto che quando eri in compagnia di tua mamma, quindi eri in compagnia di qualcuno del quale ti puoi fidare e che ti genera sicurezza, non è successo niente.

    Ma anche secondo me.

    È una scocciatura perché, anche ieri, ero a cena con amici e si sono leggermente appannate. Però a questi miei amici ho voluto parlare di questo problema; mi fido di loro, così mi possono aiutare.

    È comunque un disagio, perché mentre le pulisco ho paura che mi cadano.

    Ho il controllo della situazione, ma a volte temo di mettermi in difficoltà da sola.

    Premetto che fino a qualche anno fa abitavo in una zona di periferia e avevo tempi stretti per gli impegni. Abitavo a un'ora dalla città.


    Questo vizio di seguire quegli orari mi è rimasto anche adesso che abito in città da sola e ultimamente qui in Sardegna fa molto caldo. Porto delle lenti rigide per un problema di salute e mi sta capitando quando devo uscire che inizio a imparanoiarmi che a una certa ora, di solito verso le 17, devo essere pronta. Però queste diavolo di lenti mi sembrano sporche e inizio ad agitarmi. Poi mi sembra di dover gestire anche l'andare in bagno. Insomma, la parte morta tra l'ora in cui mi preparo e l'ora in cui devo uscire mi genera paranoie. Sento anche il gruppo di Facebook delle persone che portano le mie stesse lenti per capire se mi sto fissando con l'avere tutto sotto controllo o no. Ho paura che diventi limitante tutto questo.


    A voi capita? Che ne pensate? Le persone senza lenti mi sembrano più in grado di adattarsi a fare qualsiasi ora.


    Cosa dovrei fare? Sentire il contattologo?


    L'altra volta che dovevo uscire c'era mia mamma e queste paranoie non le ho avute, anche se dovevo uscire prima rispetto a oggi.

    Grazie delle risposte, sono andata a vivere da sola e per fortuna in una casa di famiglia quindi senza affitto. Sto cercando di organizzarmi, mi hanno già contattata per un colloquio in un posto dove ho fatto domanda. Speriamo bene.

    Ciao Violacomeilmare, per quella che è la mia esperienza non credo ci sia un'età per tornare in pista. È chiaro che diventa tutto più faticoso dopo una certa età.
    Ma io stesso, o tanti altri esempi di cui potrei raccontarti, ce l'abbiamo fatta.
    Non so quanti anni tu abbia, ma io mi sono iscritto all'università a 30 anni, e alle prove preselettive eravamo divisi per anno di nascita. Lì mi resi conto di essere un po' troppo avanti con l'età rispetto agli altri partecipanti. Ma c'era anche chi era messo peggio: mi trovai accanto a una persona di 55 anni, che come te aveva perso il lavoro. Aveva lavorato per 25 anni come ragioniere in un'azienda che poi aveva chiuso dal giorno alla notte.
    Lo so, la prima cosa che capita è naufragare nello sconforto, e ci si sente sfiduciati, però devi cercare di reagire in qualche modo. Per fortuna hai anche degli amici che stanno aiutandoti ad uscirne.


    @INVISIBILE non sapevo di questa tua cosa del lavoro. Mi dispiace. Ora mi spiego alcune tue risposte che non capivo. Mi raccomando resta ben focalizzato sui tuoi obiettivi personali. :*

    Che bravo complimenti, non è da tutti riprovare.

    Violacomeilmare io adesso cerco una sorta di equilibrio, ormai ho capito che arrivato ad una certa età (over 35) a livello lavorativo quello che uno doveva sviluppare a grandi linee l'ha fatto, intendo che non puoi diventare ingegnere, dottore o altro se fino a 35 anni sei stato un cameriere o un impiegato alle poste, beninteso faccio esempi a caso.


    Quindi io come ho scritto, dopo una vita di precariato per quanto adesso svolgo un lavoro che a volte mi va stretto, vedo molta gente che sta cento volte peggio, anzi spesso chi si dimette sperando di trovare l'Eldorado dopo qualche mese vuole tornare al "vecchio".

    Vero, c’è gente che magari non riuscirà mai a trovarlo. A volte anche ottenerne solo uno è questione di fortuna.


    Beh ricominciare si ricomincia, non sei la prima e non sarai l'ultima, parli con uno che ha preso l'indeterminato a 37 anni quindi ne so qualcosa, però a differenza tua io dopo che non mi hanno più rinnovato sull'azienda dove lavoravo dopo moltissimi anni di precariato e naspi, sinceramente ho come avuto una liberazione.


    È triste, ma ci sono realtà che non fanno gli indeterminati, adesso non so se riguarda anche questa di cui parli però capita spesso e ne conosco molte.


    Con bruce0wayne tempo fa avevamo discusso spesso di questi argomenti, chissà se leggerà vista la sua assenza (chiuso argomento O.t.)

    Sì infatti ci sto provando qui dove abito, non è facile ma ho amici che stanno facendo delle telefonate, speriamo bene. Tu come stai?

    Ciao, l’altro giorno mi è arrivata la notizia che non mi hanno rinnovato il contratto, un taglio del personale che ha coinvolto anche altri miei colleghi. Mi è caduto un macigno addosso. Alle colleghe del posto dove lavoro non ho detto nulla; sono state loro a cercarmi dopo giorni che non mi vedevano. So che è un comportamento da s∙∙∙∙∙a, lo penso anche io, ma emotivamente mi ha steso questa situazione e vado a momenti: alcuni in cui cerco altro con amici che mi stanno vicino, altri in cui ho nostalgia del lavoro e di quello che non ho più.


    Ieri ho contattato una mia collega per chiederle se avevo dimenticato il foulard nel punto vendita e ho sentito anche la responsabile. È come se non riuscissi a elaborare e andare avanti.


    È normale? Voi o qualcuno che conoscete ha reagito così? Sto già organizzando colloqui, ecc., ma con la mente spero sempre che mi richiamino, come faranno se c’è una nuova apertura.