Ciao a tutti, sono nuovo, ho girato un po' il forum e volevo fare i complimenti, non credevo esistessero ancora posti del genere nell'Internet. Andiamo al sodo.
Ho da poco concluso una relazione di 3 anni, io, maschio di 35 anni, lei coetanea.
Le ragioni per chiudere sono state varie, negli ultimi mesi abbiamo fatto anche un percorso con una psicologa per cercare di capirci, ma niente, siamo arrivati alla conclusione che le nostre incompatibilità non ci permettevano più di vivere una relazione serena. Tralascio le motivazioni di lei, vorrei focalizzare il topic su quello che per me è stata la parte 'peggiore', ovvero il sesso, che ha in qualche modo reso difficile per me continuare la relazione.
Presupposti: a me piace il sesso, sono un uomo fisico, cerco spesso il contatto fisico affettivo e mi sento attivo sessualmente. Anche il fai da te non è mai mancato. Lei non è frigida, abbastanza aperta all'argomento. Anche lei è molto fisica e bisognosa di coccole, attenzioni, ecc. non sessuali.
La nostra relazione è partita con una sessualità normale direi, coccole che diventano un rapporto sessuale, abbastanza spesso, ogni giorno o quasi e per un bel po' di tempo non ho avuto problemi su questo fronte.
Ah, per contestualizzare, lei è stata la mia prima relazione tale da potersi definire compagna, in termini di coinvolgimento di tempo e dei parenti, esperienze assieme, ecc., mentre prima avevo sempre avuto storie in cui vedersi una volta a settimana o meno e non posso prenderle ad esempio. Il sesso e la frequenza non erano mai stati un problema.
Quindi, la relazione parte bene, ci si vede molto spesso fin dall'inizio, si cena assieme, ci si rilassa assieme, si dorme assieme, si passa il weekend assieme.
Tutto soddisfacente finché lei non ha iniziato a sentire un calo della libido.
Sempre per contestualizzare, non c'erano altri problemi evidenti al momento dell'inizio di questa fase, altri problemi, come la mancanza di una progettualità condivisa, sono emersi mesi dopo.
In quel momento stavamo bene, ma lei ha iniziato a rifiutarmi, a volte verbalmente, a volte no. Le primissime volte cercavo di razionalizzare e non farglielo pesare, cercavo di essere un compagno presente e di farla sentire amata e protetta nonostante non le andasse di farlo, o quantomeno non le andasse quanto a me.
Le cose hanno però iniziato a mettersi male emotivamente.
Io, che era la prima volta che mi trovavo in questa situazione, non sapevo come reagire. Mi faceva male il rifiuto, mi faceva provare rabbia, rancore, pensieri negativi sulla mia compagna che duravano giorni. Ricordo benissimo un episodio di quasi un anno fa. Era la mattina del giorno prima di partire per le vacanze al mare, nessun litigio o situazione di tensione, eravamo tranquilli e contenti della pausa dal lavoro, delle imminenti vacanze. La mattina ci svegliamo, io che le faccio delle coccole a letto come sempre, provo eccitazione e cerco l'approccio. Lei che non risponde positivamente a questo approccio, io che le faccio ancora un po' di coccole, nuovo approccio e sta volta un secco 'non mi va'. Non c'ho più visto, mi alzo tremante di rabbia, credo non mi capitasse da decenni di sentirmi così arrabbiato da tremare. Lei che se ne accorge e mi dice ridendo, cercando a modo suo di sbollentare la tensione 'mi pare che te la stai prendendo un po' troppo per un rifiuto, solo perché sono un paio di giorni che non lo facciamo'. Io che ero in quello stato mi sono messo a gridarle contro che mi stava prendendo per il c∙∙o e non c'era niente da ridere e me ne sono andato di casa incazzatissimo.
Cito questo episodio perché per me è da lì che è iniziata ad andare male.
Una volta superata l'incazzatura, ricordo che ebbi paura di fare danni e perderla, le chiesi scusa per non partire astiosi per le vacanze. Partiamo e io ero intenzionato ad affrontare questo argomento, poiché gli effetti di questi rifiuti li sentivo per giorni e non riuscivo a superarli semplicemente ingoiando il rospo. Erano i primi segnali, fino ad allora subivo e cercavo di stare buono, ma sentivo al contempo che questa cosa andava affrontata.
Quindi ci confrontiamo verbalmente, le esprimo con la massima sincerità come mi fa sentire essere rifiutato, non percepire il suo desiderio, la sua attrazione. Cerco di farle capire come questi rifiuti di natura sessuale mi allontanano affettivamente da lei, come trovi innaturale in una condizione di frustrato castrato, dedicarle attenzioni e coccole, trattarla al meglio, e di come invece senta rancore nei suoi confronti per giorni, di come poi le sue richieste di coccole e attenzione mi risultino difficili, uno sforzo, in questo clima.
Lei mi risponde che per lei è normale un calo, che in precedenti relazioni e convivenze la sua libido fosse molto peggio che con me (mesi senza fare sesso), che nella coppia ci sono questi momenti, che bisogna accettarlo ecc. Mi svela che quando facciamo l'amore lei deve in qualche modo forzarsi per eccitarsi nella fase iniziale. Io capisco le sue ragioni, ma non posso lasciare andare così, l'accettazione da parte mia non mi sembra una vera soluzione, non c'è niente da fare, una parte di me vuole lottare, non si vuole arrendere, non può.
Cerco quindi il compromesso, spiegando ancora meglio le mie ragioni e gli effetti di questi rifiuti, cerco un punto d'incontro che si riassume in 'ma anche se non hai voglia, non puoi ogni tanto dedicarti a me con un orale o la masturbazione?' sembra, a parole, che arriviamo ad un punto di compromesso, ci sentiamo entrambi meglio per il confronto sincero.
Pochi giorni dopo lei ci prova a forzarsi, a farmi un servizio se così vogliamo dire. Finisce a piangere dopo 5 minuti dicendo 'non riesco a fare qualcosa solo per farti felice'. Io dispiaciuto la consolo, mi spiace veramente per lei, non era mia intenzione farle vivere questo disagio. Dentro di me però inizio a cedere, a non vedere più una soluzione a questo problema.
Nei mesi successivi la situazione peggiora, lei continua a mantenere alto il bisogno di affetto, di carezze, di coccole mentre la libido sciama. Io faccio altri tentativi goffi di risolvere il problema, cerco di forzare di più gli approcci (metti mai che non sia abbastanza chiaro che sono eccitato), poi elimino del tutto gli approcci (vediamo se ti fai viva tu prima o poi), a volte cerco il confronto ma non se ne cava niente di nuovo. Detesto questa condizione, detesto che il sesso sia delegato completamente al suo desiderio. Detesto questo sbilanciamento tra il contatto affettivo e il sesso. Nel mentre peggioro come compagno, provo sempre più fastidio e rancore verso di lei, evito sempre più il contatto fisico per non eccitarmi e per non coccolarla e farle piacere, evito di darle attenzioni. Anche a letto mi giro dall'altra parte, non voglio contatti fisici. Cerco di passare sempre meno tempo con lei, mai tradita, a volte ci ho pensato, in una occasione ho tipo lasciato capire che stavo pensando di tradirla a causa della mia frustrazione sessuale, accendendo una litigata. In pratica vivo insoddisfatto e frustrato e ogni tanto le sputo un po' di veleno addosso. Progressivamente questa frustrazione si è mangiata tutto il bello che c'era tra noi, arrivando al punto di parlarci poco, infastidirci per un nonnulla e a provare un costante fastidio e rancore verso l'altro. Andiamo da una psicologa e dopo qualche mese ci lasciamo per mancanza di prospettive e progetti comuni.
A questo punto, ma da noi che vuoi?
Vorrei cercare di chiarirmi le cose per il futuro. Da questa storia io ne ho tratto queste conclusioni: il sesso in coppia per me è importante, più di quello che credevo (soprattutto per come la frustrazione sessuale incida molto sul mio comportamento affettivo). Il sesso non è un argomento che si presta molto ai compromessi (vince la scarsa libido perché non è possibile forzarsi di provare desiderio, il partner deve adeguarsi). Mi spaventa quindi una futura relazione, sento che è un argomento che dovrò chiarire, un po' come si chiarisce l'intenzione o meno di fare famiglia, ecc. Riassumendo, non voglio rivivere settimane di frustrazione, vorrei che il sesso fosse una componente quotidiana ricercata da entrambi.
Quindi vi chiedo, avete mai vissuto situazioni simili? Cosa avete fatto? Siete riusciti ad arrivare a qualcosa? Che ne pensate? Credete che in me ci sia qualcosa di sbagliato? Ho una visione utopistica della coppia e del sesso in essa? O semplicemente credete non abbia trovato la persona giusta? Come credete andrebbe affrontato questo discorso agli albori di una nuova relazione?
Grazie a chi risponderà, spero sia un buon spunto, credo che in molti/e abbiamo avuto problemi di questo tipo.