Messaggi di Faulkner

    E' da un po' che non scrivo, mi piacerebbe dire che le cose vanno meglio ma non è così.

    Non credo sia il caso di aprire una nuova discussione, il tema è lo stesso e si ripete, ho solo bisogno di sfogarmi e scrivo qui, stanotte è veramente buia. In tutti i sensi.


    Ho lasciato il lavoro, non ne valeva davvero la pena, per qualche mese mi ha tenuto impegnato, stile di vita più regolare, ma la paga era una vera miseria e la motivazione è andata scemando, complici anche le promesse non mantenute e una prospettiva non proprio di crescita professionale. Insomma per farla breve mi ritrovavo a pensare "Ma che ci faccio qui? Dovrei/potrei fare di meglio!" e alla fine ho mollato, sebbene non abbia grandi alternative nell'immediato.

    E' dura. Le giornate si ripetono uguali, vuote di significato, piene d'ansia, di paure, di incertezze, di incomprensioni con una famiglia che sento sempre più lontana e indifferente nei miei confronti, di rabbia a volte, di sconforto e rassegnazione. Di pensieri, pensieri, pensieri... Non ce la faccio davvero più.

    Mi sveglio sempre più tardi, salto i pasti, ho ricominciato a bere le mie quattro o cinque birre al giorno per non pensare, vita sociale al minimo, ho quattro amici contati e ultimamente neanche li sento più, uno ha trovato lavoro fuori e torna un paio di volte al mese, un'altro non lo vedo da tanto, si è lasciato con la ragazza e ultimamente frequenta compagnie non proprio raccomandabili, gli voglio bene ma non mi va di immischiarmi, già sto incasinato di mio e non voglio farmi trascinare in situazioni che non mi piacciono. Parlo di droga ovviamente, e non di un paio di cannette alla sera.

    Sto uscendo dal discorso, quello sugli amici meriterebbe un capitolo a parte, compreso il fatto che due di loro hanno litigato e se prima c'era sempre un'occasione per riunirsi a cena a casa di qualcuno ora capita di rado e a "compartimenti", si è come disgregata la compagnia. Le uniche serate goliardiche sono quelle passate con la chitarra a bere del vino e a mangiare carne alla brace, oppure due spaghetti improvvisati, ma se c'è l'uno non c'è l'altro e mi dispiace. Chiudo la parentesi.


    L'ansia è tornata prepotente, costante e a tratti spaventosa. La sera si amplifica, tachicardia e preoccupazioni di ogni tipo, a volte immotivate, di notte dormo male e spesso mi sveglio completamente sudato, sebbene faccio sogni distensivi e belli. Nei miei sogni sono immemore della mia condizione, come se tornassi spensierato, quasi sempre sono in compagnia di molte persone e il clima è festoso, gioioso, al risveglio vorrei tornare in quella dimensione e stare bene ancora un po', invece finisce che dopo pochi minuti torno alla realtà, e mi alzo già depresso, quando va bene. Quando va male sono agitato, oppure arrabbiato, o peggio il giorno prima non ho mangiato e sono andato a letto sbronzo e neanche mi ricordo come sono rientrato.

    Faccio finta che va tutto bene, ma non è così. Non va bene. Non va bene per niente.

    In primis la famiglia.

    Ne ho parlato a lungo in un 3d dedicato, con mio padre ci parliamo a malapena ma sembra che non gli interessi proprio di me, cioè manco mi considera, in tutti i sensi. Non considera la mia situazione, neanche gli interessa. E poi ci sono atteggiamenti e frasi che mi fanno davvero male, a volte neanche lo capisce. Per mio fratello invece c'è sempre, qualsiasi cosa è a disposizione. Qualsiasi.

    Da quando si è sposato qualche anno fa (ma anche da prima) i miei hanno impiegato tutte le risorse possibili (tempo, soldi, affetto) per soddisfare le richieste che certo non si limita a fare ma a pretendere quasi.

    E io che mi vergogno anche solo a chiedergli di prestarmi la macchina.

    Il punto è che da una parte mio fratello se ne approfitta, dall'altra i miei non fanno nulla perché le cose siano "eque", anzi continuano a dare e a fare tutto per lui. A me neanche mi aiutano a trovare lavoro, che so un conoscente, un loro amico, un parente che possa darmi un'opportunità... niente. A volte penso quasi che gli faccia comodo che io sia solo, senza lavoro stabile, senza prospettive. Così possono fregarsene. Chiudo qui anche questa parentesi perché non ho voglia di ripetermi su quanto sia disfunzionale la mia famiglia, a partire da mia madre che ha tratti fortemente narcisistici, passando per mio fratello che le poche, pochissime volte in cui oramai ci vediamo non perde occasione per lanciare frecciatine, battute che sa mi daranno fastidio o peggio subdoli atteggiamenti di superiorità mascherati da buonismo. A lui si che gli fa comodo la mia situazione, più in basso vado io più lui si sente importante e migliore. E non parlo per gelosia, ve lo assicuro, sono le dinamiche famigliari che mi hanno portato a questo. Io questa famiglia non la sento mia. Ho una madre, un padre e un fratello, ma per me sono fonte di immensa tristezza, rabbia e delusione, a volte quasi di incredulità. Fino a trent'anni neanche avevo coscienza di tutto ciò, l'ho capito col tempo, purtroppo è così. Mio padre empatia zero, centrato solo su se stesso e le sue necessità, maturità affettiva/emotiva non ne parliamo. Mia madre falsa, manipolatrice e narcisista, mio fratello come mia madre, in più arrivista e materialista nell'animo, sentimenti non ne ha, un grande parac*lo e approfittatore.

    E io prigioniero a casa mia, che ormai non sento neanche più come casa.

    Insomma mi sveglio e già sto così.

    Non ho privacy, non ho soldi per andarmene e anche se li avessi non capisco perché debba sentirmi così, un'ospite, e pure non gradito. Faccio di tutto per non restare a casa, non ricordo quando ho mangiato con i miei l'ultima volta. Davvero non lo ricordo, sono mesi.

    E' agghiacciante vivere così. E la cosa peggiore è che mi sono rassegnato, convivo con la consapevolezza di quanto la mia famiglia sia... non lo so, non voglio definirla.

    ...


    E' uno stress continuo, da ogni lato, non ho pensieri felici, neanche uno. Da anni.

    Credo di essere al limite. Gli episodi ansiosi si fanno sempre più frequenti e intensi, a volte credo di sfiorare crisi di panico e ci vuole per calmarmi. Non prendo farmaci, ho anche smesso di fumare erba, se non sporadicamente, a volte una canna la sera per rilassarmi. In compenso sono arrivato a fumare più di un pacchetto di sigarette al giorno. Non bevo più caffè, me ne concedo uno le rare volte in cui al risveglio sono "tranquillo". Le birre non mancano mai. Appena posso nel pomeriggio esco e ne bevo tre o quattro, a volte ne prendo un altro paio da bere a casa, da solo o in compagnia di un amico. Sono le uniche ore in cui mi rilasso, ma appena finisce l'effetto dell'alcol l'agitazione torna più forte di prima.


    Come ho detto all'inizio il tema è sempre lo stesso e mi rendo conto di aver ripetuto a grandi linee cose già scritte, avevo solo bisogno di condividere questo mio profondo malessere, ho passato la notte insonne nonostante sia stanco e ieri abbia dormito si e no tre ore. Stamattina ho un impegno importante e nel pomeriggio dovrei sentire un amico (conoscente) che mi ha parlato di un lavoro ma non ho veramente qualifiche per la mansione che mi ha proposto, non so che dirgli. Un'altra opportunità sarebbe andare all'estero, un lavoro stagionale di cui mi ha parlato un amico di mio zio, ma sarebbe un'esperienza, niente più, stranamente l'idea non mi affascina più di tanto, eppure cambiare aria per un po' mi farebbe bene.

    Non ho più motivazioni, ne stimoli, il presente è quasi un incubo e le prospettive per il futuro sono avvilenti.

    Mi sento un naufrago che naviga senza rotta, solo e abbandonato.


    Scusate il papiro, la sintesi non è il mio forte.

    Auguro a tutti di trovare la serenità lungo il vostro cammino.

    Lo spero anche per me.

    Il post è di un po' di tempo fa, come stai ora?

    Ciao Disalbatro , che piacere sentirti, seguo la tua storia e sono contento che per te si stiano aprendo nuovi scenari e nuovi orizzonti. So che ce la stai mettendo tutta per uscirne e so bene che non è facile. Sei un vero guerriero.

    Ultimamente scrivo poco, anche se ci sono state sere in cui avrei voluto, a volte entro sul Forum , leggo qualcosa, e esco. Sono talmente sfiduciato che non ho neanche la forza di reagire, anche scrivere e condividere mi sembra inutile in quei momenti.

    Non sto bene, grazie per averlo chiesto.

    I miei problemi restano lì, sono invischiato in una pozza velenosa da cui non vedo uscita. Non ho pace, lo stress è continuo, mi sento attanagliato, i pensieri arrivano da ogni dove e da ogni quando. I momenti "migliori" sono quelli in cui mi tengo impegnato, non penso, oppure bevo una birra in compagnia. Ma tutto sembra collassare, implodere, va sempre peggio e comincio a sentirmi esausto, al limite delle mie possibilità. Non voglio arrendermi, ma non vedo soluzioni.


    La mia famiglia in primis. Potrei scriverne per ore.

    E' alla base dei miei problemi. Ed è una cosa seria.

    M'intossicano la vita e l'anima. (cit. me stesso)


    L'ambiente in cui vivo. Non sto bene a casa mia, dove mi sento praticamente un ospite se non un fantasma se non il giocattolo che si divertono a punzecchiare. Quando esco la realtà (che da sempre mi è stata stretta) è quella del paesello, la routine e la noia e la mancanza di stimoli non sono terreno fertile, le giornate sembrano tutte uguali. E poi sono depresso, neanche mi va di andare a divertirmi, come potrei? Mi limito a galleggiare, senza vento, senza rotta, sperduto.

    E dopo so di dover tornare a "casa", se vuoi prigione, se vuoi rifugio per narcisisti & Co.


    Gli amici. Pochi ma buoni.

    Non li vedo quasi più, ognuno ha i suoi di pensieri. E comunque non capiscono la mia situazione, ho provato a parlar loro dei miei problemi, non ne afferrano la vastità, la profondità. Li capisco, non è facile, neanche per me lo è. Si limitano ad aiutarmi come possono, a sostenermi, ma alla fine uno esce per svagarsi e si finisce col bere, ridere, scherzare.. In realtà per me è solo una via di fuga, una valvola di sfogo, bevo per smorzare quel senso di rabbia, tristezza... per mitigare l'ansia, il senso di colpa, le preoccupazioni sul futuro.

    E negli ultimi mesi ho bevuto in maniera compulsiva, sempre, quasi tutti i giorni. Anche questo sta diventando un problema.


    Relazioni. Zero da un anno.

    Mi capita occasionalmente di sentire delle ragazze, parliamo, mi lasciano il numero, mi scrivono su wa. Neanche le richiamo oppure rispondo di circostanza. Mi sento una nullità, autostima sottozero, fisicamente sto sparendo, a malapena ho i soldi per portarle a cena..

    Non me la sento. Ho altro per la testa. Devo ricostruirmi e non so neanche da dove cominciare.

    So che non è l'atteggiamento giusto, ma è così che mi sento.


    Lavoro.

    Salto da una cosa all'altra, non ho prospettive ne certezze, la cosa che più spaventa è il futuro. Il presente è questo: da due mesi nuovo lavoro, sottopagato ma orario da full time, contratto a progetto, un collega mi ha preso di mira e mi da incarichi noiosi, cose che neanche mi competono e a volte con un tono che mi da veramente fastidio. Sto veramente pensando di mollare, ma non ho alternative al momento. Pensa che bello, esco di casa (prigione) vado a lavoro (semi-purgatorio) esco per una o due birre (ora d'aria) e torno dentro.

    Wow. La mia vita è fantastica.


    Che altro dire?

    Le mie passioni le ho messe da parte da un po', scrittura, musica, libri, passeggiate in montagna... tutto nel cassetto. Fa parte del mio stato d'animo, non provo più piacere in niente, ho la mente imprigionata in un loop infernale di pensieri negativi.

    Mi sento spossato. Nel corpo e nello spirito. Ma più nello spirito.


    In sintesi va così, da due giorni ho un po' di febbre e non sono andato a lavoro, in compenso qui a casa gli "aguzzini" sono in gran spolvero, non hai idea delle dinamiche distorte che riescono a creare, è la fonte maggiore del mio malessere. Proprio loro, le persone che più di tutte dovrebbero aiutarmi, godono nel buttarmi giù. Rimanere calmi è impegnativo, richiede un grande sforzo, ma quanto posso reggere? Come posso risollevarmi così?


    Non ho idee. In ogni scenario che posso contemplare la migliore delle ipotesi è la sconfitta.


    Grazie Disalbatro , grazie veramente per esserti interessato a me, conta molto.

    Ti auguro di trovare la tua strada, che sia lunga, piena di amore, belle persone e soddisfazioni.

    Un saluto, e ancora grazie, di cuore.

    I miei genitori mi hanno letteralmente avvelenato la vita e l'anima.

    E lo fanno tuttora, anzi peggiorano col tempo. Una famiglia disfunzionale a dir poco. Da quando ho lasciato l'università e sono tornato a vivere con loro, circa dieci anni fa, è stato un inferno, mascherato da famiglia. E già da prima (da sempre ma non lo vedevo allora) erano in atto manipolazioni, triangolazioni, "ruoli" predefiniti, abusi psicologici... tutto il pacchetto completo.

    Non ho molti consigli da darti, ne avrei bisogno anch'io perché non so più come affrontarli, se non ignorarli per quanto posso, ma quello che hanno fatto resta, pesa come un macigno, invece di aiutarmi, di guidarmi e sostenermi, hanno alternato indifferenza ad egoismo, in modi ai limiti del patologico.


    Discorso preferenze tra fratelli/sorelle:

    Mio fratello lavora, posto sicuro e ben retribuito, sposato, sua moglie ha un ottimo lavoro e una famiglia alle spalle, insomma non gli manca nulla, si è realizzato in tutti gli ambiti ed è all'apice della sua vita. Sono contento per lui, ma...

    Io, precario da una vita, da un lavoro a un altro, senza prospettive e stipendi ridicoli, relazioni finite, nel bene e nel male, depressione che ovviamente tende a diventare cronica, insoddisfatto della mia vita... insomma agli antipodi.

    I miei hanno investito tutto (soldi, risorse, tempo) su quello che sembra il cavallo vincente. Lo capirei, se fossimo all'ippodromo. Peccato che siamo (sembriamo/dovremmo essere) una famiglia. E io sono una persona.


    Anni fa mio fratello ha avuto un brutto incidente, se l'è cavata con qualche livido ma la macchina (di mio padre) era da buttare. Ne hanno comprata un'altra (usata ma modello nuovo) e da allora è come fosse sua. In seguito mio padre ha comprato un Suv, un'occasione a un ottimo prezzo, e lui a piacere prendeva l'una o l'altro. Quando l'incidente l'ho fatto io mi sono fatto un anno a piedi, la macchina per me non c'era, se non l'utilitaria di mia madre quando tornava da lavoro. Tuttora mio fratello ha ancora quella macchina, ormai sua a tutti gli effetti anche se bollo/assicurazione/manutenzione e tutto li paga mio padre.

    Insomma a lui una bella macchina (è un modello recente, non di ultima generazione però elegante) a me niente, devo condividere la macchinetta mezza scassata di mia madre, praticamente ho l'ora d'aria nel pomeriggio. E' assurdo.


    Quando mio fratello ha deciso di sposarsi, pochi anni fa, i miei si sono praticamente svenati per lui (non so se hanno chiesto un prestito, a me ovviamente non le dicono certe cose) hanno comprato un appartamento (un bell'appartamento) non lontano da casa, un anno di lavori dove era mio padre e a volte io ad andare a controllare, a seguire gli operai, lo svolgimento e tutto, mio fratello lavorava e non si presentava mai, addirittura dopo il matrimonio (nel mentre dei lavori) è andato in affitto a 20 km da casa, il tutto pagato dai miei, bollette comprese, per quasi un anno. Completati i lavori si è trasferito, da allora non lo vedo quasi mai, nonostante sia praticamente dietro l'angolo.

    In tutto questo a me nessuno ha mai detto "Guarda facciamo così, stiamo facendo questo, quest'altro.. "

    Niente.

    L'unica frase è stata "Adesso lui ha bisogno, ed è giusto così"

    Cioè, io disoccupato, depresso, senza una relazione seria, conto in rosso.. è lui che ha bisogno??

    Poi mio fratello merita un capitolo a parte, è un materialista senza valori, ha tratti narcisistici marcati, uno che se ne approfitta, che mente, quante volte mi ha messo in cattiva luce per risplendere di più agli occhi dei miei.. è lunga, veramente un capitolo a parte.

    Come mia madre, anche qui sarebbe un papiro, in sintesi è sempre stata lei a tirare i fili del teatrino. Noi siamo i suoi burattini, dobbiamo rimanere fedeli al ruolo altrimenti scoppia la guerra in casa, ci mette tutti contro tutti e ne esce sempre pulita.


    Non immaginate come mi sento. Questa è forse la cosa che pesa di più, e già avevo tanti di quei pensieri... rabbia, tristezza, delusione... e la consapevolezza che le cose non cambieranno anzi.

    Vada come vada non posso vincere. A lui tutto, a me niente. Non capisco come possa essere considerato "giusto" nella loro testa, io stavo già affondando, mi hanno dato il colpo di grazia. E sono i miei genitori, non sconosciuti. Come può essere equo per loro? Se anche trovassi un lavoro ben pagato, volessi sposarmi, a me non possono dare quello che hanno dato a lui. Anzi, quando sarà, tra qualche anno, sono sicuro che se dovesse nascere un nipotino saranno ancora più propensi a dare a mio fratello che a me.


    Chiudo qui, sento che continuerei all'infinito.

    Sei molto giovane eppure si percepisce il vissuto di sofferenza e solitudine che ti porti dietro.

    Ho molti anni più di te e sono un disastro, bevo e fumo regolarmente, sono il peggiore degli esempi e posso darti il migliore dei consigli.


    Ho cominciato a fumare sigarette a 13 anni, canne verso i 16, e con l'alcol, beh è una lunga storia.

    Se potessi tornare indietro non comincerei mai a fumare, mai. Neanche sigarette.

    Farmi le canne e bere mi hanno portato letteralmente all'autodistruzione. Fisica, mentale, personale. Mi sono rifugiato nelle sostanze per alleviare la sofferenza, ma non ho risolto nulla, semplicemente mi hanno trascinato sempre più in basso.


    Non cominciare a fumare, e il bere fallo con moderazione, senza abusarne.

    Sono sicuro che troverai compagnia, degli amici, magari una ragazza.

    Parli di volontariato, di attività che stai facendo, di un'ipotetica università da scegliere... credo che intraprendere questi percorsi ti porterà inevitabilmente a conoscere gente.


    Se il discorso cannabis sta diventando come dici tu "un'ossessione" potresti provare quella legale, la trovi in tabaccheria.

    Se il tuo problema è quello di calmare l'ansia e rilassarti allora prova quella legale senza THC.

    Io penso che tu sia giovanissimo, parli anche di un discorso terapeutico alle spalle, insomma aldilà dei consigli che posso e voglio darti non credo che alcol e cannabis siano il centro del discorso. Ti manca qualcuno con cui uscire, con cui relazionarti, in fondo siamo umani, fa parte della nostra natura. "Nessun uomo è un'isola"

    Spero che trovi la tua strada, ne hai davvero molta davanti, e quando ti senti troppo solo qui sul forum ci sono molte persone pronte ad ascoltarti e sostenerti.

    Avrei voluto aprire un nuovo 3d ma a rileggere il post con cui ho aperto la discussione credo scriverei le stesse identiche cose, quindi mi sembra più opportuno aggiornare questo mio diario nero.

    Le cose non migliorano, piccoli sprazzi di luce ma torno sempre ai miei vuoti. Il lavoro mi tiene impegnato, ma non è il massimo della gratificazione, e comunque non vedo prospettive entusiasmanti... in generale per un po' è andata "bene", giornate standard del tipo sveglia presto, colazione, mattina al lavoro, pausa pranzo (una cosa al volo) di nuovo a lavoro e poi stacco. Torno a casa, il tempo di una doccia, esco per bere qualcosa con degli amici, magari una cena improvvisata e a letto presto.

    Anche l'ansia si era affievolita, ma al risveglio era sempre presente. A volte prima di andare a lavoro uscivo per una passeggiata, per calmarmi, e comunque l'umore migliorava. Da dire anche che ho cominciato a fumare più di un pacchetto di sigarette al giorno, che non ho quasi mai appetito e sto mangiando veramente molto poco, e che probabilmente ho un principio di gastrite. Ne ho sofferto anni fa e riconosco la sensazione allo stomaco. Comunque ho prenotato una visita, non faccio mai controlli e non mi piace l'idea dell'ospedale, delle analisi, dei dottori... da sempre, da piccolo ho sempre odiato quell'atmosfera. Ma un controllo e una chiacchierata col medico stavolta la voglio fare, anche riguardo la situazione legata allo stress e a tutto il resto. Ho bisogno di un ansiolitico, di qualcosa, sono stanco di vivere questi episodi che mi tormentano, il cuore, i pensieri, l'anima... tutto trema.

    Gli ultimi giorni sono tornato in modalità pessimismo cosmico, ho passato l'intero fine settimana a bere per non pensare, ho avuto un ansia tremenda praticamente costante che riuscivo a placare solo dopo due birre, e ovviamente non mi fermavo lì. Ho discusso in famiglia, loro non capiscono e sinceramente se ne fregano, dicono di volermi aiutare, ma poi con i loro atteggiamenti fanno e dimostrano l'opposto.

    Mio fratello non lo sento praticamente più, con i miei al momento neanche ci parlo, sono depresso perché è evidente, e insomma ditemi voi...

    Altra giornata nera.

    Tu cosa mi dici? Che sogni?

    Faccio sogni ricorrenti e non mi era mai capitato prima. Mi sveglio spesso, non dormo molto bene, quindi i sogni sono molteplici. Alcuni belli, sono spesso in compagnia di amici del passato, situazione sempre festiva, nessun tipo di preoccupazione, come fossi un'altra persona, forse quello che ero... altri non direi incubi, ma sogni in cui qualcuno a me caro muore tra le mie braccia... una tristezza infinita. Poi di colpo mi sveglio, ancora devastato dalla cosa.

    Sempre la stesso sogno, tre volte in meno di un mese. Credo sia semplicemente la paura di perderla. Non vado oltre, il tema "Sogni" meriterebbe uno spazio appropriato.


    ho qualcosa da dirle? Penso di sì, ma nello stesso momento so che dall'altra parte avrei una persona che sì, ascolterebbe, ma tanto rimarrebbe nei suoi pensieri. Oltre certi limiti non arriva a capire... perché è fatta così. Però so che forse per me stessa dovrei farlo, con la consapevolezza che potrei starci male. Non è detto che questo significhi toglierli un peso dal cuore. Non lo so... rimane ancora un punto di domanda per ora.

    Non so davvero cosa i tuoi sogni vogliano significare e comunicarti, credo che la tua lettura sia più ponderata, hai di certo gli elementi per capire se parlare o meno a questa persona può giovarti, liberarti...

    Ciao, è bello risentirti! Mi chiedevo ogni tanto come stessi e come stessero andando le cose. Ed eccoti qui!

    Ci sono sempre. Oggi appena ti ho letto mi hanno chiamato per lavoro e non ho potuto rispondere.

    Come stai?


    Ho capito di avere tante insicurezze e di non essere "autonoma". Tante cose per me sono difficili da decidere, forse perché alcune decisioni sono state tanto importanti nella mia vita e questo sicuramente è un ostacolo in più nel momento di scegliere. Ma ho capito anche che per riuscire a prendere una decisione devo prima trovare più autonomia e consapevolezza. Se non parto da me, non posso farcela.

    Belle parole. Stupende.

    Ripartire. Da se stessi.


    Ci sono tante cose che mi passano per la testa, continuo perfino a fare sogni riguardanti persone del passato. Questo mi angoscia, sai perché? Perché nel sogno una di queste persone muore sempre e io rimango senza parole. È come se non fossi riuscita a dire davvero quello che avevo dentro e ormai è troppo tardi. Non so se effettivamente ho ancora qualcosa da dire a questa persona.

    Mi capita lo stesso da circa un mese! Ho fatto sogni simili e ogni volta mi svegliavo ancora con quella sensazione di profonda tristezza addosso.. ne ho anche parlato con un amico, è tanto che non faccio sogni così vividi e angoscianti, secondo lui è perché ho allentato con il bere e fumare... questa coincidenza mi fa riflettere, nel tuo caso sicuramente le cause sono diverse.

    Mi piacerebbe aprire una discussione a riguardo.


    Ci sono altre situazioni nella mia vita quotidiana che mettono tanti punti di domanda davanti a me... e io non so rispondere. Preoccupazioni, pensieri... poi rifletto su di me e cerco di ripartire da me stessa. Certe volte, come sai anche tu, è difficile perché ci si sente più soli, più giù di morale... però se non partiamo davvero da noi non possiamo ricavarne qualcosa.

    Ci vogliamo bene? Vogliamo bene alle nostre vite? E allora dobbiamo davvero volerci bene e fare qualcosa per noi, anche porsi piccoli obiettivi che ci risollevano un po' l'animo e la mente.

    Io so che questa forza dentro di te c'è l'hai. Te l'ho sempre detto e non smetterò di farlo perché entrambi dentro di noi sappiamo che la luce è lì da qualche parte che ci sta aspettando con la voglia di farci rifiorire.

    Un abbraccio amico mio.

    Risposte non ne ho amica mia.


    Che la luce accompagni il tuo cammino.

    Ma forse quello che dici tu è giusto, l'amore è un conto, le persone sono un discorso a parte. E a volte non bastano il sentimento, la voglia di conoscersi. Perché è il carattere, il vissuto, a stabilire se un incastro è fatto per durare. Io idealisticamente ti direi che credo tanto nell'amore, ma molto più spesso dietro a questa parola si nasconde tutt'altro. Bisogno di attenzioni, possesso... non lo so, ma in tutta la mia vita ho visto più rapporti disfunzionali che rapporti equilibrati.

    Comincio dalla fine. La penso esattamente come te.

    Il discorso sull'amore sarebbe infinito, anche la percezione di cosa sia cambia, evolve, matura con gli anni. Nessuno sa spiegarlo ma tutti sappiamo cos'è. E' la forza più potente che esista, ognuno ha la sua di risposta e tutti abbiamo ragione. L'amore è tutto, è tutte le parole e tutti i silenzi del mondo.

    Stare insieme con una persona che si ama ed essere ricambiati è una cosa meravigliosa. Come dici tu spesso l'amore è ingannevole e ci rende meno lucidi, meno obiettivi su alcune situazioni o comportamenti. Amiamo, soffriamo, in fondo è questo che ci rende umani.

    L'amore inteso in senso universale coinvolge tutto, ma proprio tutto. Persone, animali, la natura, le stelle... tutto è permeato da una vibrazione invisibile che mi piace collegare al concetto di amore. Nello specifico, in una relazione intendo, come dici tu il sentimento non basta, ci sono tanti altri tasselli da incastrare, obiettivi comuni, sacrificio, la voglia di impegnarsi per la vita (o parte di essa) con un'altra persona... e tanto coraggio :)


    Anch'io di rapporti equilibrati ne ho visti pochi, ci sono volte in cui credo che non siamo fatti per stare insieme a una persona per tutta la vita... visione puramente personale.


    Mi sembra sempre di vivere tra profondi su e giù, e soprattutto in ansia costante.


    Sto pensando spesso a tutto quello che è successo, è stato così fin dall'inizio dopotutto, solo che era meno volgare. Ma quando si passano certi limiti, non si torna indietro.

    Da tutto quello che hai scritto secondo me i limiti li ha passati più di una volta, ti senti profondamente turbata perché coinvolta in una specie di gioco perverso da parte sua. Anche questa è una considerazione personale, non voglio esprimermi su una persona che non conosco, ma certe frasi io non sognerei mai di dirle.


    sai quante volte esordiva con frasi come "ma che te ne importa, tanto lo sai che queste persone stanno per morire. A che serve che tu sia lì?". E non erano persone estranee ovviamente, erano persone vicinissime.

    Mi faceva pressioni anche in quei momenti, anche durante i funerali. "Eh ma adesso devi stare vicino a Tizio, Caio, non hai tempo per me, allora è meglio che ti abbandoni".

    Negli ultimi tre anni ho perso molte persone a me care, tra le più care. Quasi piango nello scriverlo. Mi mancano, vorrei tanto poterle riabbracciare, parlarci... e niente, scende una lacrima.

    Più di una.

    ...


    Queste frasi non le commento neanche.


    Ma dico sempre una piccola parte di tutto quello che è stato, è una piccolissima percentuale rispetto a tutti i malesseri quotidiani, alle scenate di rabbia fatte quando non ce n'era alcun bisogno.

    Si poteva vivere tutto con più calma, e forse oggi sarebbe andata diversamente.

    E' difficile fare delle considerazioni sulla base di frammenti della storia. Parli di malessere, di scenate fuori luogo, per di più senza esservi mai visti... non mi sembrano ottimi presupposti.

    Eppure percepisco nostalgia, anzi rimpianto nelle tue parole. Forse sbaglio. Però a me sembra che tu sia molto coinvolta, in qualche modo lui (o l'idea che tu hai di lui) ti piace, nonostante tutto.

    E qui chiudo, mi sono innamorato più volte di persone sbagliate, non sono la persona migliore per dare consigli :D


    "L'amore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce"

    Non ricordo di è...


    P.s. Ho controllato, è di Pascal. E non è "l'amore" ma "il cuore"