Ero appena adolescente quando mi venne chiesto di essere forte e di non dare troppo fastidio. Di aiutare, di non aggiungere problemi ad altri problemi. E io lo feci. Nascosi il mio dolore sentendomi in colpa per il disturbo arrecato. Ho imparato così bene a nascondermi che sono cresciuta incapace di tradurre in parole i sentimenti.
In un certo senso è stato ed è confortante. Un mondo interiore privo di rischi esterni, ovattato, alte mura a protezione, un carattere forte che non si piega e affronta ogni cosa in un modo apparentemente imperturbabile. Eppure c'è qualcosa che non va. E me ne accorgo quando vedo altre persone stare male, confidarsi, essere circondate da affetto per quello stesso male, consolate. Avverto nitidamente un malessere sotterraneo. E da qualche tempo ho capito che cosa è. So cosa provo. Io provo invidia. Vorrei essere consolata anche io. Vorrei dire a tutte quelle persone "hey, guardate che ci sono anche io che sto male, anche io ho bisogno!". Ma non lo dico, non ne ho il coraggio. E me ne ritorno nel mio mondo ovattato. Con l'illusione di essere a posto così.
Ho scritto queste due righe perché è da qualche giorno che voglio buttarle fuori, condividerle con qualcuno, perché non l'ho mai fatto.
Mi piacerebbe avere qualche parola di scambio, qualcosa che possa essermi di aiuto e arricchirmi. Vi ringrazio.