Messaggi di Duegoccedichanel

    Sì, sono una nottambula da sempre. Mi piace il silenzio della notte e le ore notturne sono quelle per me più produttive. Comunque non soffro d'insonnia: come ho scritto, mi succede di passare la notte in bianco se la mattina seguente mi devo alzare presto per fare una determinata cosa, ad esempio un treno da prendere, un appuntamento, un colloquio importante, un viaggio. Al pensiero di dover fare questa cosa non mi addormento e la mattina seguente sono a pezzi.

    Mi viene in mente anche un'altra cosa e mentre lo scrivo piango. La bambina che ero allora, se le offrivano una caramella, doveva dire "no, grazie". Se aveva sete e le offrivano una bibita doveva dire "no, grazie". Era da sfacciati accettare, con la gente dovevo essere composta, educata e non chiedere niente. Solo in poche occasioni ricordo di aver accettato qualcosa, ma solo perché la persona che me lo stava offrendo ha molto insistito. Ecco io ora voglio gridare al mondo intero "siiiiii, grazie, lo prendo!"oppure "volentieri, ho proprio sete!". Perché io quella caramella la volevo, quel biscotto lo volevo e quella bibita la volevo. E nessuno lo ha mai saputo.

    Credo che proverò ad occuparmi della me stessa bambina cercando di curare le ferite emotive ancora aperte. Non so se ci riuscirò ma ho capito che quello di cui avrei avuto bisogno allora, oggi posso darlo a me stessa solo io. Tanti aspetti del mio carattere e della mia personalità sono frutto di mancanze passate, di bisogni inespressi, di disagi vissuti di cui nessuno si è accorto.

    Mi capita spesso di non dormire per tutta la notte se il giorno seguente mi devo alzare presto per fare una certa cosa. Non basta nemmeno aver messo due sveglie ... Quindi finisce che, non solo mi alzo presto, ma ho sulle spalle una notte in bianco. Mi giro, mi rigiro, mi faccio una camomilla, faccio due passi in casa, leggo ... niente, occhi sbarrati e sistema nervoso scosso. Qualche soluzione? Mi capita anche se il giorno dopo c'è qualcosa di importante da fare, che mi coinvolge emotivamente.

    Premetto che sono malinconica di natura, con l'umore abbastanza depresso e tendente alla solitudine. Quando penso al passato (e ce ne ho parecchio, avendo superato gli anta) mi vengono in mente solo cose brutte, rivedo solo le situazioni che mi hanno procurato sofferenza e angoscia. Eppure momenti piacevoli li ho avuti, magari anche tanti, ma mi devo sforzare per ricordali perché la mia mente va solo ed esclusivamente su quelli tristi. Dell'infanzia in particolare un episodio mi ha tormentato per anni e ogni volta che passava nella mia testa era un tormento. Ho sempre pianto nel ricordarlo. Avrò avuto 7/8 anni e facevo parte del coro parrocchiale. In occasione di una recita nel periodo natalizio, noi bambine indossavamo delle tuniche bianche, venivamo truccate e sistemate dietro una tenda velata a simulare il coro degli angeli. Ebbene, dietro a questa tenda, una bambina che nemmeno conoscevo mi guarda e mi fa "Quanto sei brutta, mi fai schifo!!!". Io, bambina gracile, timida ed insicura, non so dove ho trovato il coraggio per replicare "Sei bella te!" ricevendo come risposta "Ah, meglio di te sono!". Ho pianto tutta la notte e le notti seguenti, senza dire niente a nessuno, soffocando le lacrime e i singhiozzi, non riuscendo a capire il motivo di quell'offesa e mettendomi il dubbio che forse brutta lo ero davvero. Nelle notti seguenti volevo convincermi che avevo sognato, che non era vero niente, che era tutto frutto della mia fantasia. Ho pianto su questa cosa per tanto tempo (premetto che non ero brutta per niente) anche negli anni seguenti, portandomi dentro questa ferita segreta. Oggi, a distanza di tanti anni, se penso a questo episodio, mi immedesimo nella me di allora e sto male. Rivedo la bambina che ero e mi faccio tenerezza, la vorrei tranquillizzare, lei che non ha chiesto aiuto, che non è andata dalla mamma a farsi dare un bacio ed essere consolata. Ecco, questo è uno dei tanti ricordi tristi della mia infanzia. È normale provare angoscia anche ora? E soprattutto è normale ricordare solo le cose tristi?

    Il passato non esiste.

    È qualcosa che è stato e che non è più.

    Quello che ne resta è solo il ricordo.

    Il futuro non esiste.

    È qualcosa che sarà ma non sappiamo come.

    Il presente è l'unica certezza.

    Purtroppo siamo condizionati dagli effetti di quello che è stato e dalle aspettative di quello che sarà. Un grande inganno.