Messaggi di enedis

    Se, come immagino, l'obiettivo è finire i crediti entro un tempo limite per poi laurearti, io accetterei questo incarico. Intanto rispondere alle email non è detto che non sia formativo, dovrai documentarti e imparare i vari servizi del museo, inoltre nei tempi morti puoi sempre affiancare qualcuno in attività più interessanti e inerenti il tuo percorso di studi. Poi conoscerai e potrai confrontarti con chi lavora in una realtà come un grande museo.

    Un tirocinio di 100 ore per quanto formativo non è che possa portarti chissà quante competenze, secondo me ci può stare un'attività di segreteria.

    E' che alcuni ad esempio stanno in archivio oppure digitalizzano documenti antichi o sono affiancati da storici dell'arte, speravo di fare qualcosa di simile... mi tocca fare come hai detto tu, chiedere qualcosa da fare durante i tempi morti anche perché non credo che ci siano così tante email alle quali rispondere. La referente poi mi ha detto che spesso le email sono domande fatte da persone che si scocciano di leggere le informazioni sul sito del museo, quindi pure agli scemi devo rispondere :rolleyes:
    Comunque dovrei laurearmi verso dicembre o febbraio, il problema è che tutta la tempistica si allunga per compilare i moduli, aspettare che vengano verificati e accettati, consegnarli al referente del mio curriculum, fare il tirocinio e poi convalidare i crediti. La mia università è molto brava a rendere la vita degli studenti più difficile e stressante.

    Ciao a tutti, non scrivo qui da un bel po' ma ho bisogno di qualche consiglio perché non so dove sbattere la testa.
    Praticamente è da 4 mesi che chiedo a vari musei/enti in convenzione e non con la mia università la possibilità di fare il tirocinio lì. Chi non risponde, chi non ha posto, chi ce l'ha ma a partire da dopo l'estate, chi prima mi risponde e poi mi ghosta, chi ha il museo poco collegato a livello di mezzi con il centro. Insomma una situazione veramente del cavolo e tutti i miei colleghi stanno avendo queste difficoltà.


    L'unico museo che mi ha risposto e con il quale ho fatto un incontro conoscitivo, mi ha offerto un incarico bruttissimo: rispondere alle email. Gli orari sono flessibili, ma non devo fare niente, butto 100 ore che dovrebbero essere formative. Poi nel curriculum cosa scrivo? Se mi chiedono cosa ho fatto con quel museo (per quanto sia un museo importante) devo dire che sono stata sulla sedia 100 ore a rispondere alle email senza vedere un quadro manco da lontano? E la formazione qual è?


    Ho chiesto qualche giorno di tempo per decidere perché non sapevo che fare, continuo a insistere e a cercare altrove (consapevole del fatto che molti musei sono pieni e avranno disponibilità tra qualche mese, forse proprio nel periodo della sessione o addirittura a settembre, e che almeno adesso credo di aver contattato tutti quelli convenzionati senza ricevere risposte) oppure accetto sto lavoro da segretaria buttando 100 ore ma almeno mi prendo sti 4cfu e gli orari sono pure flessibili?

    Da un lato vorrei accettare per levarmi di mezzo sto peso e mandare tutti quanti a quel paese, dall'altro mi dispiace non formarmi per nulla... già lavoro non se ne trova, se poi non ricevo alcuna formazione e non ho nulla di che da scrivere sul curriculum la situazione non può che peggiorare. Voi cosa fareste? mi potete dare un consiglio?

    Si parla di relazioni, che c'entrano la Meloni e le capoufficio?

    Hai qualche link/fonte riguardo questi studi?


    Queste sono tue deduzioni, io non ho mai scritto che ogni omicidio/femminicidio è imputabile a una patologia mentale, è un'ipotesi che mi sembra valida in particolare nel caso di Turetta, visto che l'avevi citato.

    Letteralmente basta una ricerca su Google per capire che si tratta di un fenomeno sociale e non di qualche pazzerello arrabbiato. Non so se si possono inviare link perché so che in alcuni forum non è consentito, in ogni caso puoi informati con: il disegno di legge 724, "Femminicidio: i perché di una parola" dell'Accademia della Crusca, "La realtà psicosociale del femminicidio in Italia" della fondazione italiana psicologi, "Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne" dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, "Femicide in Italy. An analysis of the socio-cultural element" su Researchgate, World health statistics che ne parla in generale e collega il femminicidio a un fenomeno socio culturale.

    Turetta avesse qualche problema gli avrebbero fatto la perizia psichiatrica e non avrebbe avuto l'ergastolo.

    Che si uccida solo per possesso e controllo infatti tu lo prendi come premessa ma è tutto da dimostrare. Anche perché se cosi fosse, tutti i patriarchi, soprattutto quelli di impostazione religiosa cattolica, che il patriarcato lo vivono sul serio (perché da loro le donne stanno a casa a fare le madri e lavorano solo se possono ma non come priorità) dovrebbero macchiarsi prima o poi di omicidio di genere e femminicidio. Ma non mi pare sia così.

    Definizioni della WHO:

    Femicide is usually perpetrated by men, but sometimes female family members maybe involved. Femicide differs from male homicide in specific ways. For example, most cases of femicide are committed by partners or ex-partners, and involve ongoing abuse in the home, threats or intimidation, sexual violence or situations where women have less power or fewer resources than their partner.


    Definizione Treccani:
    femminicìdio s. m. – Termine con il quale si indicano tutte le forme di violenza contro la donna in quanto donna, praticate attraverso diverse condotte misogine (maltrattamenti, abusi sessuali, violenza fisica o psicologica), che possono culminare nell’omicidio. Questo tipo di violenza affonda le sue radici nel maschilismo e nella cultura della discriminazione e della sottomissione femminile: le donne che si ribellano al ruolo sociale loro imposto dal marito, dal padre, dal fidanzato vengono maltrattate o uccise.


    Anche qua, arrivate così vicino al punto ma non riuscite proprio a centrarlo. "Tutti i patriarchi dovrebbero macchiarsi prima o poi di femminicidio", però hai scritto "le loro donne stanno a casa a fare le madri". Se stanno zitte e mute a casa a fare le madri perché cavolo dovrebbero essere uccise?

    E come differenzieresti la cultura dalla patologia mentale? In modo che sia chiara la differenza tra le due. Nel caso di Turetta, puoi spiegare perché si tratta di un gesto che nasce da una cultura e non da un problema psicologico ?

    La cultura è rappresentata da un insieme di credenze, valori, pratiche e comportamenti condivisi da un gruppo di persone, tramandati e adattati nel tempo. E' collettiva.
    La patologia mentale è un disturbo che influisce negativamente sulla vita della persona, sulle sue relazioni e sul suo funzionamento quotidiano. E' individuale e diagnosticata.
    La maggior parte degli studi sul femminicidio evidenzia che non si tratta esclusivamente di un problema individuale o di una malattia mentale, ma di un fenomeno sociale legato al controllo, al possesso e alla disuguaglianza di genere. Molti femminicidi avvengono in contesti in cui l'uomo non accetta la fine di una relazione o una decisione autonoma della donna, comportamenti che riflettono una cultura patriarcale piuttosto che una patologia mentale. Questo non significa che la malattia mentale sia assente in alcuni casi, ma fosse presente ci sarebbe la perizia psichiatrica a constatarla.

    Non tutti i femminicidi sono il risultato di una patologia mentale, e ridurre il problema a questo rischia di non affrontare le cause culturali e strutturali che alimentano questa violenza.

    C'è da dire poi che il patriarcato influisce negativamente sugli uomini imponendo loro un modello rigido di mascolinità che può alimentare comportamenti tossici e una gestione disfunzionale delle emozioni.

    Poi sarebbe da trovare un nome a questa fantomatica patologia mentale che affligge solo gli uomini e li porta ad uccidere le ex lol.
    Non siamo noi a dire che forse Turetta era così e colà, ci sono i giudici, gli avvocati, la perizia psichiatrica, un intero tribunale.

    Cioè boh, mi sembrate veramente con la testa sulle nuvole. La definizione di femminicidio collegata al patriarcato riguarda il possesso e il controllo, ma di fronte a uomini che uccidono per possesso e controllo riuscite veramente a pensare "Mhhh, forse ha una patologia mentale!".

    Non è che guardate il dito invece che la luna, vi girate proprio dall'altra parte e dite che la luna non c'è.

    Mi spiegate cosa vuol dire "uccidere una donna in quanto donna"? Se così fosse, perché aspettare di essere lasciati da una fidanzata? Se uno ha questo odio di genere talmente aspro da odiare le donne in quanto donne, dovrebbe ammazzarle un po' a caso, o quantomeno non aspettare un pretesto così esplicito e anche particolare come questo, e magari ucciderne anche altre in altri contesti!


    Cosa differenzia poi un cosiddetto femminicidio da un delitto passionale? Perché fino agli anni '10 del 2000 si parlava di delitti passionali e la cosa finiva lì, mentre oggi si parla di "omicidio di genere", anche in un caso in cui il pretesto è così forte e specifico come quello di una fidanzata che lascia o che abbandona il fidanzato?


    Vorrei capire, che qualcuno mi spiegasse...

    "Uccidere una donna in quanto donna" si riferisce al concetto di femminicidio, che indica gli omicidi di donne motivati da dinamiche di potere, controllo e disuguaglianza di genere. Non si tratta necessariamente di un "odio generico verso tutte le donne", ma del fatto che una donna viene uccisa perché si rifiuta di aderire a un ruolo imposto o tenta di sottrarsi a una relazione considerata di possesso dal partner o ex partner.
    La donna lascia, o intende lasciare, e questo mina il senso di controllo dell'uomo. La violenza diventa allora un modo di riaffermare quel potere che sente di aver perso. Non è un omicidio "a caso", ma un omicidio che nasce da una cultura che legittima, in modo esplicito o implicito, l'idea che una donna sia subordinata o proprietà del partner.

    Il termine "delitto passionale" veniva usato per giustificare certi crimini come una perdita di controllo momentanea causata da un tradimento o appunto una separazione. Questo linguaggio però minimizza il problema e trascurava il contesto più ampio di disuguaglianza di genere. Oggi si riconosce che questi omicidi non sono passionali ma il risultato di un sistema culturale in cui le donne, in molti casi, sono considerate meno libere di decidere per sé stesse. Il femminicidio è legato a un fenomeno strutturale, non a una singola emozione incontrollabile.

    Stesso Turetta ha detto che non si è suicidato perché "non volevo darle la soddisfazione di vivere libera senza di me".

    La gelosia che porta a violenza è dei violenti, non c'entra con la visione distorta della donna, se no tutti i cattolici tradizionalisti e gran parte dei musulmani sarebbero degli assassini, loro che hanno della donna principalmente la visione di una madre (e in parte anche di una casalinga) e che vedono la famiglia sotto l'egida dell'uomo capofamiglia.

    Non è l'uomo che ammazza ma certi uomini violenti. Non generalizziamo.

    E' difficile da debellare perché si tratta di una questione che affonda le sue radici in diversi fattori sociali, psicologici e culturali. L'unico modo sarebbe educare (quindi prevenire, e non curare), educare ai sentimenti e alla sessualità, insegnando alle persone fin da bambini come gestire le proprie emozioni, a comprendere il consenso e a costruire relazioni sane dato che, spesso, misogini ed incel soffrono di un'errata comprensione dei rapporti tra i generi. Insegnare all'empatia e al rispetto reciproco, dato che gli incel hanno proprio l'amigdala fusa (questo lo credo io ma sarebbe da farci uno studio ahahah). Poi sicuramente darebbe utile fornire assistenza psicologica e supporto e compagne di sensibilizzazione, ma a mio parere se una persona ha poca intelligenza emotiva può andarci quanto vuole da uno psicologo, non gli servirà a molto, ma posso e anzi spero di sbagliarmi (sto basando questo pensiero su mie conoscenze). Ci starebbe anche regolamentare i social dato che pare essere molto semplice entrare in un gruppo Telegram di revenge porn o creare gruppi per poter chiedere deep fake e ogni giorno leggo commenti anche di ragazzini che incitano alla violenza.


    La libertà di espressione è un diritto fondamentale, infatti stiamo parlando qui e nessuno ci sta puntando una pistola in testa, ma i discorsi d'odio, di violenza e di discriminazione contribuiscono a creare un ambiente tossico e a perpetuare discriminazione sistemica, oppressione e violenza (fisica e psicologica) contro gli oppressi. Dal discorso al bar a levare i diritti basta poco.

    Ah ecco, adesso ho capito tutto, ho la mentalità di Turetta... vado subito in caserma a consegnarmi.
    Aspetteremo che si formi il gruppo femcel così potrò accusarle di essere misantrope.

    Turetta l'ho citato per parlare dei ragazzi che ironizzano sull'omicidio di Cecchettin e lo osannano come se fosse un ragazzo qualunque. Non ho mai parlato della sua mentalità, non capisco il tuo commento. Poi se credi sia giusto ammazzare la tua ex solo perché ti ha lasciato allora sì, hai la sua mentalità.

    Aspetta e spera. Tra l'altro sto parlando di persone con una certa mentalità, di maschilismo e misoginia che sfocia nella violenza, perché ti senti chiamato in causa? :thinking_face:

    Ma guarda che uccidere una donna non ha necessariamente legami con la misoginia*! Queste sono le favole che vi inculcano femministe e mass media... si uccide anche e soprattutto per gelosia e per motivi passionali... anzi, quelli che oggi chiamiamo femminicidi tirando in ballo il presunto patriarcato occidentale, fino a 20 anni fa si chiamavano più giustamente "delitti passionali", perche' vengono commessi quasi sempre all'interno di una coppia... e non c'entra l'odio "per la donna in quanto donna"...


    * tant'è che molti misogini veri le donne se le sc∙∙∙no allegramente con grande piacere anche della controparte, almeno finché non vengono mollate...

    ti rendi conto che la misoginia e la gelosia sono connessi perché entrambe si basano su una visione distorna del ruolo e del valore della donna? ti rendo conto che la gelosia che porta a violenza non riguarda un semplice sentimento di paura ma è legata alla visione della donna come proprietà dell'uomo? L'uomo si sente minacciato, e quando percepisce che sta perdendo il controllo sulla donna, la ammazza.

    Non ho capito che vuoi dire con la parte evidenziata. :/

    L'ho spiegato già. L'incel va a braccetto col ragazzo/uomo "normale" ma misogino e maschilista, l'unica differenza è che il primo non chiava. Gli incel alimentano e rafforzano un'ideologia presente in altri uomini che non sono incel, per questo non sono da etichettarsi come ventenni brufolosi che semplicemente sputano odio sul forum dei brutti, anche perché sono pur sempre persone inserite in una società. C'è l'incel che nel subreddit dice che le donne devono fare tutta una brutta fine, e c'è il ragazzo "normale" che su TikTok elogia Filippo Turetta o dice che le donne sono tutte p∙∙∙∙∙e, la mentalità è la stessa

    Molte delle critiche verso i no-vax erano radicate nella preoccupazione per il bene collettivo e la responsabilità sociale, ok che qualcuno arrivava a insultare e non lo giustifico in alcun modo perché arrivare a insultare e minacciare è sintomo di ignoranza, ma non puoi assolutamente paragonare l'incel che augura a tutte le donne di essere stuprate e sottomesse (come se non lo rischiamo già senza l'augurio dell'incel di turno) al pro-vax che consiglia di vaccinarsi perché sa cos'è il vaccino e cos'è l'immunità di gregge. Poi la """discriminazione""" verso i no-vax possiamo dire che è giustificata su basi scientifiche e legata al rischio della salute pubblica, l'odio degli incel verso le donne non ha alcuna giustificazione, non esiste alcuna motivazione sociale e sono spinti da desideri violenti. Senza considerare poi il fatto che gli incel fanno sempre discorsi antifemministi, misogini, razzisti, neofascisti, che, pensa un po', riguardano non solo e unicamente gli incel.