Ciao. Da anni ormai vivo con pensieri ossessivi uniti a paranoie. A volte sono talmente forti da condurmi ad evitare le persone. I farmaci sono necessari?
Messaggi di Frafi
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Ciao. Io lo chiamo "overthinking". Ma qualsiasi sia il suo nome, mi sta rovinando la vita. E non solo a me.
Sono fuoricorso a medicina, e odio che mi venga chiesto dell'università. Arrivo al punto di evitare di uscire. Non penso sia normale.
Ma il mio tormento più grande sono quelli che chiedono per perculare, sono ossessionata verso queste persone, sono 3-4 e vorrei sparissero. Normalmente sono autoironica, scherzo su tutto, sono simpatica e adoro stare in compagnia. Ma quando so che vedrò anche solo uno di questi mi sale una rabbia incredibile. Il mio compagno, che non ne può più, mi dice che è normale prendersi in giro tra amici. Ed è vero, ma io vivo talmente male l'università che è diventato un tabù. Quindi sì è un problema solo nella mia testa. Help, avete consigli?
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Me lo domando sempre anch'io. Io penso di esserci nata, sono figlia di un'ansiosa cronica. Non c'è giorno in cui io non provi ansia.
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Le domande dei parenti sono il problema numero uno credo di tutti i fuoricorso.
C'è una sola soluzione : evitali e concentrati su ciò che devi fare.
Io per questo motivo ho disertato non so quanti pranzi di famiglia con parenti al di fuori del nucleo familiare, non li vedo da una vita e non voglio vederli perchè so che la prima domanda sarà quella che scatena ansia a mille.
Per quanto riguarda la terza media lasciamo proprio perdere, senza neanche che entriamo nel discorso...per fare il postino mi hanno chiesto il minimo di laurea 102, voto che si vede una volta ogni 70 laureati da me circa...
Caro Apollo, se solo sapessero cosa significa. Io vengo letteralmente perculata, ti rendi conto? Posso evitare i miei parenti, ma non quelli di mio marito. A medicina un esame può richiedere fino a 4 mesi di studio, vedi farmacologia o anatomia patologica, ma questi cosa ne sanno? Una vicina dei miei suoceri gli parla sempre del nipote che studia scienze delle merendine, elogia i suoi 30 e lode. Beh, vorrei ben vedere, le triennali hanno esami minuscoli.
Vorrei rispondere per le rime, ma ogni volta ci resto talmente male che mi ammutolisco. Poi ovviamente una volta a casa piango per il dispiacere
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Wow ragazzi grazie per le testimonianze. Lo sconforto rimane ma non sentirsi soli dà coraggio.
A me pesano quasi di più le domande scomode di parenti, vicini e conoscenti che gli esami da fare. Avete consigli da darmi per fregarmene? Io ho imparato a non giudicare, soprattutto dalle apparenze. Invece c'è chi con la terza media, con tutto rispetto, si permette di sfottermi, lo trovo assurdo.
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Mi dispiace Apollo, quanto ti capisco😔
Parole sacrosante le tue, non bisogna mai perdere la fiducia in se stessi.
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Guarda che io non ho mai detto di "voler campare a vita con le ripetizioni". Lo sto facendo soltanto perchè per adesso non voglio starmene con le mani in mano, e considerato che nel sud Italia il lavoro è quasi un miraggio(dato aggravato ancor di più dalla pandemia) è stata una delle poche opzioni a mia disposizione. O questo, o stare senza fare nulla. Io non ci sto a campare a spese degli altri. Almeno con quei 1000 euro ho un minimo di autonomia. E' ovvio che cercherò fortuna e un lavoro migliore altrove.
Bravissima Ilaria, riuscirai a raggiungere l'autonomia che meriti. L'invidia e il disprezzo di tuo padre smetteranno di farti male, imparerai a conviverci. Forza
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Povera questa ragazza quando leggerà certi commenti, sarebbe pure bello sapere da che pulpito arrivano. Se questo meraviglioso padre pensa di spronarla si sbaglia di grosso, perderà questa figlia.
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Secondo me il segreto è l'abitudine. Non so cosa tu faccia nella vita, ma ad esempio per preparare gli esami universitari è necessaria una certa organizzazione per non arrivare stremati e impreparati. Personalmente la prima settimana ho sempre difficoltà a stare al passo perché magari prima di quell'esame ho fatto una pausa, Piccola o grande e mi sono disabituata. Ma arrivo ad un certo punto che non ci devo nemmeno pensare, mi viene in automatico. E se un giorno faccio meno, quello successivo cerco di recuperare.
Sono anche d'accordo sul fatto che l'origine della procrastinazione sia l'ansia, l'unico modo per non provarla è non pensare a ciò che la provoca, come impegni lavoro studio ecc
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Non so come si possa giustificare un padre del genere. Se i vostri genitori sono persone splendide buon per voi, ma non per tutti è così. Tanto per fare un esempio, io sono in terapia (e per fortuna non farmacologica) a causa dei traumi provocati da un padre molto simile purtroppo a quello della ragazza in questione.