Ciao a tutti.
Nell'ultimo mese e mezzo sento di essere peggiorata, oltre ai continui pianti, mi sento appiattita, non ho motivazione a fare nulla, vorrei solo dormire e magari non risvegliarmi. Ho pensieri legati alla morte molto frequenti e, ieri, mentre aspettavo il treno per andare in terapia (era il primo giorno dalla pausa), ho avuto un pensiero che mi ha un po' spaventata. Non avevo un istinto suicida, non volevo buttarmi sotto il treno, ma per un attimo ho immaginato di farlo. Il treno si avvicinava lentamente ed io mi vedevo contro il treno. In terapia non ho riferito questa cosa.
Da un anno faccio terapia di gruppo, alla quale ho affiancato le individuali per qualche mese. Inizialmente ero molto spaesata, confusa, man mano che il tempo passava ho iniziato a correlare un malessere al termine di ogni incontro di gruppo. Principalmente succede che ci sono persone che riescono a portare avanti la loro vita, io, invece, sono bloccata da una vita. E sentirli ogni volta parlare dei loro successi, mi fa sentire sempre un po' di più una nullità. (ho aperto già mille thread a riguardo)
Ieri ho riferito questo pensiero. Dopo aver ascoltato delle mirabolanti avventure estive degli altri ragazzi, iniziavo a maturare questo senso di malessere e fallimento, tanto che sono stata l'unica a riferire di un'estate pietosa. E già me ne vergognavo. In tutto questo la mia terapeuta ci è andata giù pesante con me. Ovviamente non mi aspettavo un applauso da parte sua per quello che stavo dicendo, ci sta che provi a darmi uno scossone, e non è nemmeno la prima volta.
Io però sto male, e non so più in che lingua dirglielo. Chiesi un'individuale prima della pausa estiva, e le avevo già riferito che stavo male da molto tempo, ma che ho difficoltà a chiedere aiuto, che più sto male e meno ci riesco. Le avevo già riferito anche della mia difficoltà di stare nel gruppo, di stare spesso male dopo. Ovviamente c'era la pausa di mezzo, ma dopo la sfuriata di ieri non so come fare.
Il fatto è che io sto male, in modo forse diverso rispetto agli anni precedenti, non riesco a uscire da questo stato di apatia, di mancanza di volontà, disinteresse. La sfuriata di ieri, in realtà, mi ha lasciato un senso di vuoto. E non ce la faccio più, davvero. La logica mi direbbe di contattarla e chiederle di parlare in individuale. La stupidità che mi contraddistingue, invece, mi dice di aspettare, temporeggiare e avere paura di chiederle l'individuale. Ho paura, come sempre, di un rifiuto, o di essere troppo invadente, di non poterle chiedere. Non lo so. So che mi faccio molti problemi, questo sì.
Qualunque consiglio, è ben accetto. Vi ringrazio e scusatemi per lo sfogo