Tu lo ami?
Se lui non ti amasse vorresti ancora starci insieme?
Si, lo amo. Ma, no, non ci vorrei stare insieme se non mi amasse.
Tu lo ami?
Se lui non ti amasse vorresti ancora starci insieme?
Si, lo amo. Ma, no, non ci vorrei stare insieme se non mi amasse.
Mostra di PiùLa vostra relazione è davvero incasinata
e confermo che mi sembrate mamma-figlio.
Lui non è adulto. Può avere i suoi motivi dovuti a un passato difficile ma una volta fuori dalla famiglia d'origine dovrebbe lavorarci, non dipendere da te.
Tu ti carichi di fare da mamma al tuo compagno e il tuo desiderio cola a picco. Tranne casi particolari chi è che ha desiderio di fare sesso con il proprio figlio?! Inoltre dovendo prendere tutte le decisioni tu... non ti senti sola accanto a lui?
Stessa cosa lui. Chi ha desiderio di fare sesso con la propria madre?! il suo cercare altrove desiderio e donne da guardare è l'ennesimo infantilismo. Le sue azioni sono solo sintomi di un problema a monte che ha risolto usando te per tappare i buchi invece di lavorarci.
Ma tu sei felice di non poter contare su di lui perché hai a che fare con un bambino, di doverlo accudire eccessivamente e di dover stare attenta a quello che fa perché il tuo ruolo di madre impone anche le sgridate?
Non so, se state insieme da anni questa situazione deve piacervi in qualche modo o avere qualcosa da guadagnarci per entrambi.
Tu perché stai con lui?
Ripeto, lui continuerà a darti inaffidabilità, guardare profili di altre donne è solo una delle tante cose che ti aspettano se continuate ad avere questo tipo di relazione.
A lui servirebbe tanta terapia individuale e a entrambi della terapia di coppia.
Non so se siamo proprio come mamma - figlio. Ti spiego. Per vocazione indici, io sono più una "mentale", mentre lui è più un "manuale". Su tante cose, cura della casa, acquisti per giardino, tutto ciò che riguarda auto, lavori, ristrutturazione (sto facendo esempi) i compiti sono esclusivamente i suoi, nel senso che io nemmeno mi ci metto perché non sono in grado. Io sono quella che generalmente si occupa dei rapporti con vicinato, terzi, scrivo mail, burocrazia e anche acquisti online, perché, obiettivamente sono più scaltra di lui. Per questo lui ci tiene ai miei pareri, in quelle cose. Poi se mi veda come sua madre, non so... Ma tante volte decide di fare delle cose da solo anche se magari mi lascia arrabbiata. Di sicuro, però, concordo nel fatto che lui abbia bisogno di una terapia (ne avevamo già parlato) e sono d'accordo anche su una terapia di coppia. Purtroppo però mi dice di sì e poi lascia correre...
Mostra di PiùChe tipo di relazione avete in generale?
Com'è la divisione del potere nella vostra relazione?
A me sembra spaventato (non ti risponde o si chiude) per paura di una tua reazione (ed ecco che ti dà tutte le password per paura di perderti).
Sembrate una coppia bambino-mamma, sbaglio?
Diciamo che lui ha un carattere per cui risulta essere molto accondiscendente, privo di potere decisionale e tremendamente incerto su tutto. Per dire, devo decidere io anche il colore delle scarpe che sta acquistando. Quindi, per forza di cose e nonostante anche io non abbia un carattere forte e sicuro, mi son trovata ad esserlo comunque più di lui e quindi ad avere potere decisionale per entrambi (altrimenti, per fare un esempio sciocco, andrebbe ancora in giro con le scarpe rotte, perché ha bisogno che IO dica "ok, comprale"). Se può servire, lui ha avuto una famiglia disfunzionale e una madre anaffettiva e totalmente assente nei suoi confronti, anche quando era bambino.
Ciao Rosy, tra tutte le cose questa è quella che mi farebbe drizzare le orecchie più di ogni altra.
Probabilmente non ti ama.
Cosa fare sta a te deciderlo.
È il mio dubbio. Dico dubbio e non certezza solo perché ha un carattere davvero molto chiuso e so che in genere fatica ad esternare ciò che prova (non solo l'amore).
Buonasera a tutti. Avevo già scritto in merito a questo argomento, per aver scoperto lo scorso gennaio, come una doccia fredda, che il mio compagno cercava, visualizzava ed era incuriosito da altre donne. In quella occasione ci fu un confronto e per un bel po' non abbiamo più avuto problemi. Ammetto però che quell’esperienza aveva in parte fatto scricchiolare la fiducia piena che avevo nei suoi confronti, anche se poi razionalmente mi dicevo che in effetti non era successo niente di grave.
Qualche giorno fa, DI NUOVO, sul mio pc, trovo tra la cronologia continue ricerche di una certa donna, e in più (la cosa che mi ha fatto perdere la pazienza) addirittura la distanza dal nostro paese alla città di questa tipa, ricerche sul luogo di lavoro di questa, ecc. Ho stampato tutto e gliel'ho mostrato. Lui ha ammesso di averlo fatto solo per curiosità (di nuovo) perché questa tipa pubblicava foto di luoghi in montagna che a lui piacciono. Ho preteso il suo cellulare e anche dal cellulare risultavano continue ricerche su questa donna, ma nessun contatto, nessuna richiesta di niente... Come se gli bastasse guardare e sognare senza bisogno di contatto, non capisco.
Ero pronta a chiudere la relazione, ma lui mi ha implorato un'altra possibilità, scrivendomi tutte le sue password, in modo da poter verificare di persona che da quel momento non si sarebbe più comportato così. A prescindere dal fatto che se uno vuole fregarti lo fa comunque, anche se il mio compagno non è particolarmente sveglio perché si fa sempre beccare, il punto è che non comprendo cosa voglia fare. Gli ho chiesto se è felice con me, se è annoiato... Non so... Ma non risponde mai con sincerità, dice che va tutto bene, che gli piaccio (dopo anni insieme, una casa, ecc., gli piaccio ) ma non si sbilancia a dirmi che mi ama o altro (dice che non lo ha mai detto a nessuno, ma non è vero, alla sua ex lo diceva).
Ammetto che il problema non sono tanto le donne di per sé, ma il fatto che tra una cosa (le donne) e l’altra (non mi dice che mi ama e alla ex sì) sto mettendo seriamente in dubbio ciò che prova nei miei confronti e se non avessimo una casa in comune e altre questioni in ballo, avrei chiuso la relazione. Non perché io non lo ami, ma perché ho veramente dubbi che lui ami me. Per il resto è sempre presente, supportivo, gentile... Non è cambiato niente. Non riesco più a capire quanto ciò che provo io sia giusto o quanto invece stia esagerando e stia mandando io stessa in frantumi la relazione. Non so davvero cosa pensare...
Ciao, io vado a periodi, a volte lo sento in maniera invalidante, a volte non ce l'ho per niente. Mi è capitato, però, per periodi anche di 2 o 3 mesi, di non riuscire totalmente a deglutire. Masticavo per minuti anche il riso o la pastina. Alla fine, con degli stratagemmi ossessivi, riuscivo, ma ogni pasto era difficile e ne uscivo esausta. Poi improvvisamente scompare, e mastico, mangio e ingoio di tutto. L' unica cosa che non riesco assolutamente a fare ormai da 20 anni (prima lo facevo tranquillamente) è inghiottire pillole o pasticche. Quello niente, non ci sono più riuscita. Una farmacista che si occupava di erbe o cose simili, mi accennò che la difficoltà di deglutire generalmente si accompagna ad un lutto, un abbandono o comunque l'aver perso qualcuno o qualcosa. Però, non ho mai approfondito.
Mostra di PiùPersonalmente sono sempre stata un po' vecchia dentro. Nel tema natale ho posizioni planetarie da forma mentis "anziana" (Saturno a go go); e poi, diverse persone me l'hanno fatto notare che vivo come una vecchietta, a volte come un complimento, a volte no.
Tornando a te che, desumo, hai vissuto una vita in cui sei stata giovane nel corpo e nella mente: penso che la "vecchiaia" possa essere un periodo propizio per entrare in profondità dentro alcune domande esistenziali, forse da prima tralasciate, per cominciare una "ricerca", anche di sé stessi.
Ritengo che entrare dentro se stessi, guardare ciò che c'è (le paure soprattutto), è uno dei passi più vertiginosi che vi siano, dopo quello della morte del corpo fisico.
L'equilibrio con la paura della morte e di quello che può portare ad essa, credo sia per tutti noi precario, mai raggiungibile definitivamente. Tranne per qualche "illuminato". Ma se non vi fosse questo stimolo a sollecitarci, con più pressione dopo una certa età, non rifletteremmo e forse, ci perderemmo definitivamente nelle cose apparenti, frivole, senza aver mai cercato di capire la vita.
In realtà anche io sono stata "vecchia" sin dall'infanzia. Quando avevo sugli 8 anni, i miei genitori mi portarono da uno psicologo perché passavo le giornate a piangere, non per la morte di per sé, ma per il terrore che, dopo morta, sarei stata dimenticata. Sono sempre stata molto introspettiva, ho sempre cercato i perché delle cose, perché che spesso non hanno risposta. Probabilmente adesso la situazione è accentuata dal fatto che ciò che temevo si sta avvicinando. Il fatto che probabilmente avrò molti meno anni da vivere di quanti ne abbia già vissuti, e che reputo volati via, mi terrorizza. Passo da uno stato di prostrazione agli stati di "dai, sono in forma, mangio bene, mi alleno, evvai!" anche se questi momenti in certi periodi sono decisamente inferiori ai primi (non perché smetta, ma perché ormai faccio senza consapevolezza, solo per abitudine). Non so nemmeno io se ciò sia normale ed il problema appunto è la mia continua ricerca di risposte, oppure possa essere un problema da curare (ho fatto un percorso psicologico che non ha dato frutti).
Troppa gente pensa di essere eterna e/o eternamente giovane... è uno dei mali della nostra società.
Ma vivere pensando costantemente che ti accadrà una cosa e morirai, non è una "non vita"?
Scusa Rosy ma quel 1980 al posto della più consueta data di nascita ha a che fare con la tua ansia da invecchiamento e morte?
Se non c’è connessione non sei tenuta a spiegare.
Complimenti per tute quelle attività positive che fai
Non so, è messo a caso... Forse l'inconscio ha voluto dirmi qualcosa. Grazie, anche se preferirei fare quelle cose con consapevolezza e non come risposta ad attimi di terrore sulla mia fine.
Ciao a tutti, vorrei sfogarmi un po' riguardo a ciò che mi passa per la testa, cose che non dico mai a nessuno. Ho 49 anni, ho un lavoro che mi piace, sono sposata, non ho figli perché non ne ho mai voluti. Ho sempre, sin da piccola, avuto un rapporto molto particolare con la morte, cosa che mi ha portato una grande ipocondria (ipocondria che mi fa essere terrorizzata da malattie, ma anche dai medici. Anche quando devo andare per semplici controlli di routine, mi crolla il mondo addosso e passo i giorni precedenti a piangere perché mi aspetto diagnosi nefaste, ma per qualunque cosa, anche un dentista).
Ho vissuto una vita abbastanza fortunata, ho i miei genitori in vita, un po' acciaccati perché molto anziani ma sani. Io stessa, ad oggi, sono sempre stata in salute. Da dove mi arriva questo terrore? In più, ultimamente stanno capitando cose peggiori. Mi sto rendendo conto che sono sulla soglia dei 50 e ne ho un terrore matto. Penso quotidianamente che la mia vita sta finendo, che ormai mi aspettano solo malattie e visite mediche, che il declino è imminente, che accadranno solo cose brutte (i miei genitori anziani ecc).
Nonostante ciò, sono una persona che ama sognare, mi sono iscritta per un'altra laurea, forse anche per sopire quell'idea di essere ormai vecchia e di non poter più essere felice. Mi spaventa che ultimamente a volte mi balena per qualche secondo l'idea che, visto che ormai ci sarà solo sofferenza, tanto vale non soffrire più. Ma immediatamente, dopo questo pensiero, ritorna il terrore di essere vecchia o malata e inizio ad allenarmi, seleziono il cibo, cerco di agire in maniera compulsiva nel tentativo di non invecchiare. Cioè, non è un modo sano di tenersi in forma, ma una reazione a un terrore, non so se riesco a spiegarmi.
Naturalmente chi mi sta accanto non sospetta nulla di questi pensieri continui, sfinenti, perché mi vede allenarmi, prendermi cura di me, ascoltare musica, ridere e anche prendermi in giro da sola. Ma qual è la vera me? Quella introspettiva che ormai ritiene sia tutto finito o quella gioiosa che fa divertire gli altri? Scusate se sono stata confusionaria.
Partaccia fatta... Anzi, fin troppo. Sono esplosa e gliene ho dette quattro.
Sinceramente, non c'è molto che si possa fare o dire. L'unico consiglio che mi sento di darti è quello di parlare apertamente con lui ed è esattamente ciò che farei io al tuo posto. Qualsiasi cosa ti si possa dire sarebbe un'illazione, invece il tuo compagno è l'unico che potrebbe rassicurarti.
Già fatto, naturalmente. E mi ha dato le stesse motivazioni delle altre volte, con in più l'accusa nei miei confronti di non poter nemmeno inviare un semplice Buon Natale ad una conoscente. Attenderò di capire se è veramente stato un momento di noia.
Dunque io non sarei troppo in allerta se non fosse per la chiamata di auguri.
Cioè a me non meraviglia che un ragazzo guardi altre donne, per me ci può stare, non ci vedo nulla di strano, anche se capisco non faccia piacere. Il fatto però di passare all'azione chiamando questa ragazza che non sentiva da due anni, beh, è antipatico e lì mi sarei arrabbiata, probabilmente avrei fatto una partaccia.
ecco questo per me è il campanello di allarme più importante; la gelosia è spesso motivata, certo non sempre perchè c'è anche chi è di suo molto controllante, ma spesso chi è geloso lo è perchè l'altro gliene dà motivo.
Sì. Allora lui è un ciclista e avevo notato diverse ragazze cicliste aggiunte sul fb. Ragazze con cui non aveva avuto sostanzialmente alcun contatto, però, nemmeno un like, per dire. Non so quanto per disinteresse o quanto semplicemente per timore.
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