Messaggi di Lucas921

    Ciao e grazie mille per la risposta. Infatti è difficile per me gestire questa situazione, perché io capisco che lei stia male davvero e so che i suoi sentimenti non sono contraddittori, nel senso che comunque del bene lo prova verso di me visto che comunque mi invita alle sue feste, usciamo etc etc. Però ha atteggiamenti molto tossici, perchè comunque se mi fossi messo io a mandarle foto di qualche ragazza che mi piace avrebbe sicuro pensato "ma a me che frega". A volte poi i consigli che le dò sembrano a senso unico, si cancella da WhatsApp e poi torna dicendo "si alla fine mi ha convinta mio cugino perchè mi ha spiegato questo quello etc" che in realtà suo cugino le dice le stesse cose mie quindi in automatico viene il pensiero "suo cugino vale più di me". Per non parlare appunto del fatto che parla sempre di lei, del ragazzo che non la vuole o sempre lamentosa verso qualcosa e a volte improvvisamente non risponde più. Cosa che ripeto, se avessi fatto io al suo posto manco mi avrebbe risposto più

    Sono amico con una ragazza verso la quale non provo alcun sentimento a parte amicizia e un po' di attrazione estetica. A volte credo che si sfoghi troppo nei miei confronti, superando certi limiti. A parte il fatto che è sempre triste per qualcosa, mi manda continuamente screen di persone che le stanno antipatiche e mi parla sempre di un ragazzo verso la quale prova dei sentimenti ma lui la usa per rapporti occasionali. Cosa che a me dispiace, però vi dico cosa fa: a volte mi manda vocal di 3 minuti piangendo solo per dirmi che lo ha cercato e lui l'ha rifiutata, a volte mi racconta proprio dei loro rapporti sessuali (es abbiamo fatto questa pratica etc etc), altre volte mi manda foto di questo ragazzo, sia foto recenti che foto di quando era più piccolo, con la faccina triste. Altre volte mentre parliamo normalmente mi manda audio piangendo dicendomi che gli manca. Ovviamente a parti invertite la cosa non è reciproca, perché magari mi ascolta e risponde ma poi gira sempre il discorso su di lei. Inoltre a volte mentre stiamo parlando improvvisamente non risponde più e poi si fa risentire come se niente fosse. Vorrei solo sapere se sono pazzo io a credere che non sia una cosa normale nonostante siamo solo amici, almeno non rischio di sentirmi poco empatico, e, soprattutto, come poter farle capire che non va bene.

    Faccio terapia da 4 settimane, la terapeuta mi ha detto che soffro di un disturbo evitante di personalità. Sono rimasto sorpreso dalla cosa, perché conosco questo disturbo studiando psicologia, ma non me lo sarei mai attribuito. Infatti, io esco con gli amici senza avere ansia, anche se sono presenti loro amici che non conosco, vado alle feste senza problemi (giorno 4 ottobre ultima festa in cui sono andato, non ho avuto nè ansia e ho dialogato con tutti), all'università ho le amicizie sia maschili che femminili e ho anche parlato con un microfono in pubblico e inoltre mi siedo spesso nelle prime file senza sentirmi a disagio (prima della pandemia), 2 anni fa dopo il primo 30 e lode mi misi a correre dalla felicità davanti a tutti e tutti risero, la cosa non mi pesò, mi sono anche laureato online e senza chissà che problemi nel parlare di fronte a, seppur virtuali, 120 spettatori. Ah, non ho nemmeno ansia quando sono dentro l'autobus o quando andavo in palestra, e neppure quando devo entrare in un negozio ad acquistare qualcosa.
    Unico problema? Nascendo in un ambiente iperprotettivo fino ai 16/17 anni non uscivo mai di casa e stavo sempre al pc, poi ho deciso da solo di dare una svolta alla mia vita e ho ottenuto tante soddisfazioni in ambito scolastico, seppur rimanendo indietro a livello di esperienze rispetto ai miei coetanei (ad esempio non conosco molti luoghi tipici del paese, non so guidare la macchina, non so portare una bici etc etc). Infatti il mio UNICO problema si manifesta in ambito sentimentale, dove spesso quando esco con una ragazza che mi piace tanto ho paura del suo giudizio e mi si chiude lo stomaco e qualche volta non riesco a mangiare, perchè ho paura che io venga scoperto delle mie insicurezze soprattutto durante certi momenti intimi (Sono vergine, ma ho dato i miei primi baci 1 anno fa), ma ciò non toglie che io con le ragazze dialogo e a detta di alcune sono anche simpatico, l'ansia è solo anticipatoria perchè poi nel momento presente non manifesto chissà che problemi. La terapeuta di prima (ora è in maternità) non mi aveva diagnosticato un disturbo evitante di personalità, assolutamente. Solo un po' di ansia sociale esclusivamente con le ragazze (ragazze che definisco carine, preciso, perchè se quella ragazza non mi piace non manifesto alcun problema) e mi aveva detto che dovevo da un lato espormi e dall'altro accrescere la mia autoefficacia facendo quelle esperienze che mi sono mancate durante "l'adolescenza". Un'altra mia idea, ad esempio, era quella di andare a escort per prendere confidenza col corpo femminile visto che essendo vergine ho paura della prima volta, ma già il fatto che io mi sia sbloccato baciando una ragazza fa capire che non sono messo malissimo. Questa "diagnosi" mi ha spiazzato. Voi che ne pensate?

    Giorno 5 luglio sono uscito da una relazione parecchio tossica con una ragazza, durata due anni. È stata una botta abbastanza forte visto che 24 ore prima diceva di amarmi mentre mi baciava e, appunto, 24 ore dopo mi molla per un altro. Da allora ho deciso di dire basta e bloccarla da tutti i social. Mi sono ripreso in poco tempo nonostante i primi giorni furono infernali, infatti a fine settembre, quindi 2 mesi e mezzo più tardi mi definivo una persona felice, avevo anche fatto 4 esami in 20 giorni talmente stavo bene. Poi da metà ottobre ad adesso c'è stato un crollo, in pratica la mattina mi sento molto triste, con zero energie e con in testa tanti pensieri negativi e studiare è impossibile, nel pomeriggio poi comincio a stare discretamente. Premetto però che non ho la tendenza ad isolarmi, anzi, mi piace molto uscire e vedermi con gli amici. Due settimane fa mi sono anche laureato e ho sentito la felicità dentro, infatti dentro ho davvero tanti obiettivi e progetti per il futuro, tanta voglia di studiare ancora e portarmi avanti e altro, il problema è che spesso appunto mi sveglio con zero energie, con pensieri negativi e rimuginio e non riesco a fare nulla. La psicologa mi ha detto che fa parte del processo di "disintossicazione" di una relazione che per me è stata molto tossica visto anche come è finita. Probabilmente la ricaduta è nata dal fatto che ad inizio ottobre quando stavo bene mi è venuta l'idea di curiosare nei social di suoi amici e vedere sue foto con altri e quindi è sempre stato un contatto seppur indiretto. Adesso sto cercando di evitare ogni cosa. Volevo sapere se secondo voi quella che sto vivendo è una depressione nascosta oppure è semplicemente una fase passeggera.

    Sono solito somatizzare la mia ansia con stomaco chiuso, nausea e impossibilità di mangiare. Durante l'ultimo esame è successo appunto questo. Molti miei colleghi erano ansiosi, ma la mia domanda è: perchè loro riescono a mangiare mentre io non posso altrimenti vomito? La differenza sta semplicemente nel diverso modo di somatizzare oppure nel diverso grado di intensità dell'ansia che, nel mio caso, è più elevata rispetto alla loro contando il fatto che dietro la mia ansia vi è una bassa autostima?

    Il mio problema si presenta quando esco con una ragazza che mi piace, infatti mi si chiude lo stomaco con conseguente nausea e vomito, con impossibilità quindi a mangiare prima e durante. Quando sono con una ragazza che non mi piace non ho assolutamente problemi, posso andare anche a casa sua e mangiare. La mia terapeuta dice che è insicurezza e bassa autostima, infatti ho anche complessi di inferiorità. Mi chiedo...lavorando su questi aspetti, si risolverebbe il problema? Mi limita troppo.

    Parto dal presupposto che provengo da una famiglia iperprotettiva che mi ha dato una immagine di me incapace e che mi tratta, nonostante i miei 22 anni, come un bambino. Un tempo ero proprio fobico sociale, ma a mio avviso la fobia sociale è storia passata, infatti oggi riesco a dialogare con le persone, entrare nei negozi, avere degli amici e anche parlare in pubblico di fronte a 100 persone. Il mio problema è una forte insicurezza di fondo che si manifesta con le ragazze, ogni volta che devo uscire con una ragazza mi si chiude lo stomaco e mi viene la nausea e a volte anche il vomito, e il sintomo è determinato da quanto io conosca quella ragazza (se è una persona che sto appena conoscendo non ho problemi), da quanto mi piaccia (se non mi piace non ho problemi) e da quanto la situazione sia intima (se siamo all'università non ho problemi, se dobbiamo uscire a mangiare in un ristorante si). Dietro questi pensieri si celano sentimenti di inferiorità rispetto ad altri ragazzi per 3 cause: non riesco ancora a portare la macchina da solo, poche uscite con amici con conseguenti pochi luoghi conosciuti e frequentati e il fatto che io sia ancora vergine (nell'ultimo anno mi sono almeno sbloccato dando i miei primi baci) quindi mi sentirei insicuro ad avere il primo rapporto sessuale. La causa di tutto questo? Non la mia timidezza, ma la mia famiglia che mi tratta come un bambino, perchè gli amici li ho ma anche per andare a mare mia mamma si spaventa dicendo di aver paura che io anneghi, a 22 anni, quindi sono portato a evitare uscite con gli amici di sera e robe varie.
    Da circa 2 mesi sono uscito da una relazione tossica, da cui non riuscivo a uscirne perchè era come se a causa di questa inferiorità percepita non volevo perdere quella persona perchè credevo di non poter avere meglio, alla fine sono stato scartato dopo che 24 ore prima diceva di amarmi e mi baciava, ma è una situazione che ho superato e sto ricominciando a vivere dopo 2 anni di farsa.
    Considerando quello che ho passato 2 anni e che rosico perchè sono consapevole di poter avere tante ragazze ma l'ansia mi blocca, a mio avviso nausea e vomito sono solo la conseguenza di essere "smascherato" da loro e inoltre anche senza nausea e vomito avrei problemi perchè mi chiederei "non so manco guidare la macchina, come ci esco poi? Dove la porto visto che conosco pochi luoghi? Sono troppo inferiore rispetto ad altri ragazzi che potrebbe avere". Quindi pensavo una cosa: per adesso stare solo e lavorare su di me, sulla mia autostima, imparare a guidare la macchina e staccarmi dalla mia famiglia, infatti sto uscendo con tanti miei amici, andando a mare con loro e visitando nuovi luoghi e anche cominciando a bere qualcosa, cosa che ho sempre evitato a causa della mia famiglia ma sarei a disagio se fossi con una ragazza che vuole bere qualcosina e io non tocco alcool e non conosco il nome di nessun cocktail. Pensavo di proseguire su questa strada e riprendermi una vita vissuta in standby per due anni, voi che ne pensate? Io penso sia inutile per adesso superare la situazione fidanzandomi con altre, primo perchè ho da poco chiuso una relazione secondo perchè anche se fosse mi percepirei comunque inferiore se non porto la macchina e se non mi sento tranquillo perchè sono fidanzato e mi sento inadeguato non riesco nemmeno a imparare a guidare.
    Il problema é che una collega universitaria vuole vedermi per studiare con me a casa mia, la cosa per adesso mi mette molta ansia, un'ansia che non mi permetterebbe di studiare e mi farebbe slittare la laurea, ma se rifiuto mi sento in colpa perchè mi sento di evitare ciò che mi spaventa, ma razionalmente sono convinto che per adesso debba prendermi la laurea, lavorare su di me facendo cose che mi piacciono, uscire con amici facendo esperienza di luoghi nuovi, rafforzando una autostima anche rovinata a causa di quella relazione tossica e ripartire, voi che ne pensate?
    Vi faccio un esempio, partire per me è una cosa impossibile perchè è come se la mia famiglia mi trasmettesse le insicurezze e quindi parto solo con la mia famiglia, sentendomi inferiore rispetto ad altre persone che partono sole. Io credo che questa situazione vada affrontata smontando queste paure piuttosto che facendomi forza uscendo con le ragazze (visto che è una cosa fatta tante volte, ma non risolve le insicirezze dietro) e poi forse potrò fidanzarmi.

    Lo voglio a tutti i costi, perchè sono appena uscito da una relazione ultra tossica durata 2 anni che mi stava distruggendo e chiaramente voglio lavorare su di me per far si che non rientri più in queste dinamiche. Tipo domani pomeriggio sto andando a mare con un mio amico, ho avvisato mia madre, una madre qualunque ti direbbe ok, a me ha detto "ora ti ustioni peggio dell'ultima volta, potevi evitare di andarci domani e far passare un'altra settimana", credetemi non ce la faccio più ad essere trattato come un bambino di 12 anni, non ci sarebbe nemmeno da domandarmi perchè mi viene nausea e vomito quando esco con ragazze. L'altra volta mi ha addirittura detto di stare attento prima che andavo troppo lontano e annegavo, a 23 anni precisiamo. Ma devo fregarmene di quello che dice e fare lo stesso tutto.

    Grazie mille ad entrambi. Infatti adesso, di fronte alle nuove situazioni, sto cercando di fare chiarezza per riconoscere se l'ansia dipende da me o dalle preoccupazioni che mi proietta mia madre. Ad esempio, dovevo andare a mare con un amico sabato scorso, stavo rifiutando, poi ho capito che la causa non era che a me non andasse o mettesse ansia, ma sapevo che poi mia madre avrebbe detto "ti ustioni", raccontato ai miei fratelli che fossi andato a mare come se fosse chissà quale evento. Ad ogni modo, ho affrontato la situazione e sono andato a mare con il mio amico senza evitare nulla. A mio avviso solo cosi farò esperienza che mi leverà questo senso di inferiorità in ambito sentimentale, inoltre devo per forza ridurre questo gap tra dentro e fuori perchè non è normale che mi mette molta ansia invitare anche un amico a casa mia. Per questo pensavo di invitare una mia collega molto bella per studiare insieme, è una sfida motivante perchè a mio avviso mi darebbe molta sicurezza in più, dimostrebbe a mia madre che non sono incapace e poi non avrei paura del vomito essendo a casa mia e avendo il bagno a portata di mano nel caso, e ciò non vuol dire evitarlo visto che l'ho sempre affrontato, ma vorrebbe dire affrontare tutto quello che c'è dietro che sarebbero le mie preoccupazioni di base tipo imbarazzo nel far venire una ragazza a casa mia e farla interagire con la mia famiglia e interagire con lei davanti a loro etc

    Ho pensato a lungo alla mia situazione, che come descritto si traduce con nausea e impossibilità di mangiare, pena vomito, quando devo uscire con una ragazza.
    Quando ero alle medie ero molto fobico sociale, non parlavo con nessuno dei miei compagni di classe, alle superiori, dopo una bocciatura e dopo 1 anno in cui venivo preso in giro, mi sono rimboccato le maniche facendo tanti progressi sia a scuola (diplomato con 100) che dal punto di vista sociale (ero un punto di riferimento nella mia classe, tutti mi volevano bene e io ero ben adattato), anche se uscivo pochissimo e mi terrorizzavano molte situazioni sociali, poi andando all'università e con una terapia cognitivo comportamentale ho acquisito più sicurezza, tanto che ad oggi ho diversi amici e amiche, soprattutto con le ragazze io rido, scherzo anche se le sto conoscendo da poco, ho pure fatto una presentazione universitaria di fronte a circa 100 persone e tenuto una lezione di psicologia (studiando questo) in una classe della mi ex scuola. Insomma, io credo di essere ad un ottimo punto.
    Tuttavia, a casa vige una immagine di me, da parte di tutta la mia famiglia compresi fratelli e sorelle, di una persona debole, fragile, destinato a stare solo in futuro. Non me lo dicono direttamente, ma frasi tipo "se non ti sposi questa casa rimarrà a te visto che i tuoi fratelli sono sposati" mi danno inconsciamente il messaggio che rimarrò solo. Inoltre ogni volta che devo fare qualcosa di nuovo, ad esempio andare a mare con un amico, mia madre mi dice preoccupata che tornerò tutto ustionato e lo dice ai miei fratelli. Insomma, mi tratta come se avessi 10 anni. Se esco alle 22 salta in aria perchè dice che è tardi e poi aggiorna i miei fratelli sull'orario in cui torno. Tutto questo sapete a cosa mi porta? Al fatto che ogni volta che qualcuno mi chiede di fare qualcosa di nuovo, es andare al cinema di sera etc etc io evito perchè so già come romperà mia madre (pur non vietandomi certe situazioni), questo mi porta ad avere un pacco esperienziale completamente nullo visto che non ho visitato chissà quanti luoghi e, ovviamente, sentirmi inferiore ad altri ragazzi in ambito sentimentale con una ragazza. Gli altri guidano la macchina, io 3 mesi fa dovevo solo mettere la macchina in moto e mia madre guardava spaventata perchè aveva paura mi partisse e tamponassi l'auto davanti. Questo mi porta anche a indossare una maschera fuori, perchè fuori io appaio simpatico e socievole ma mi porto fuori queste insicurezze di dentro ed è come se avessi paura di essere scoperto nelle mie inesperienze (causate da tutti gli evitamenti), infatti ci sono tante cose che io non ho mai fatto, è ovvio che questo mi porta poi ad aver paura di essere smascherato e giudicato negativamente con conseguente ansia e vomito. Ovviamente, a causa di questo, è come se vi fosse una frattura tra il mio sè a casa e il mio sè fuori, a casa non parlo mai della mia vita fuori e fuori non parlo mai della mia vita a casa. A casa sono chiuso, fuori dialogo e tutto. Se devo parlare al cell con un amico non deve esserci nessuno della mia famiglia a sentirmi. Invitare un amico a casa mia sarebbe una roba impensabile perchè mi mette ansia.
    Io credo che per risolvere questo problema devo prima di tutto evitare di evitare tutte le situazioni nuove, che tra l'altro a me non mettono ansia perchè sono andato tranquillamente a mare con il mio amico e un suo amico che non conoscevo, ma è come se dentro qualcosa mi dicesse di evitare perchè mia madre rompe poi. Inoltre, devo cercare di ridurre questa frattura tra dentro e fuori, ed ecco che a fine mese farò venire una mia collega universitaria a casa mia a studiare insieme. Ovviamente sto anche guidando la macchina. È ovvio che finchè fuori è come se portassi una maschera coprendomi dalle mie inesperienze e da come sono considerato a casa la conseguenza sarà nausea e vomito in situazioni con ragazze visto che in ambito sentimentale mi sento inferiore agli altri ragazzi. A gennaio una ragazza sembrava interessata a me e io mi sono svegliato con tremolii e vomito, ma ricordo i miei pensjeri: "non guido nemmeno la macchina, come potrò mai avere una relazione? Non saprò in quale luoghi portarla quando usciamo", i miei problemi infatti riguardano l'ambito prettamente sentimentale, in cui io vorrei essere una persona con un minimo di sicurezza, alla fine le altre cose come parlare di fronte a 100 persone le faccio, seppur con qualche ansia, ma i veri problemi nascono con le donne, ripeto non tanto perchè mi vergogno visto che quando esco parlo e socializzo, è il pacco esperienziale il problema e le insicurezze che mi porto da casa. Ovviamente dopo che quella cosa la faccio varie volte si tranquillizza, un tempo non mi permetteva nemmeno di andare da solo dal barbiere che dista 300 metri da casa mia, doveva accompagnarmi lei con la macchina. Ora sono una persona autonoma ma se devo fare qualcosa di più impegnativo tipo uscire la sera e tornare tardi oppure dormire fuori oppure partire comincerebbe a trasmettermi preoccupazioni e insicurezze pazzesche quindi devo ancora lavorare, sono cose che più che mettermi ansia a me, mettono ansia a lei portandomi a evitare. Cosa ne pensate?