Messaggi di Citizen86

    Da quello che leggo hai un legame molto forte con la tua famiglia, se come dici pur vivendo lontano da anni riesci a ritagliarti "almeno 5-6 giorni al mese che passo dalla mia famiglia".

    Tuttavia non è salutare che tu ti senta così solo perché perché stai vivendo la tua vita.

    Sei figlio unico? Tuo padre cosa dice?

    Vivo una situazione totalmente differente dalla tua ma per esperienza ti dico che con gli anni la situazione potrebbe peggiorare... per questo ti chiedo se hai mai pensato di intraprendere un percorso di psicoterapia per alleviare questi sensi di colpa e vivere più serenamente la tua vita assieme alla tua compagna.

    Ho un fratello maggiore, anche lui ha sofferto e soffre di un rapporto complicato con nostra madre. Per anni non si sono parlati perchè sostanzialmente nostra madre non vedeva di buon occhio la sua attuale compagna (e prossima moglie). Lui rispetto a me ha un carattere diverso, ha sofferto e questo lo so per certo, tantissimo ma ha saputo difendersi prima allontanando ed ora riuscendo ad imporsi, tanto è vero che le lagne di mia madre nonostante lui viva più vicino a casa di me, quasi non gli arrivano più. Anche a lui mia madre ad esempio si lamenta di certe cose, ma riesce a farsi scivolare molto più di me.


    Sono in psicoterapia da più di un anno, e il tema del rapporto con mia madre, del mio terrore nei suoi confronti, della mia dipendenza tossica è sempre al centro dei nostri colloqui ma di progressi non ne avverto.


    Faccio un altro esempio, sto cercando di comprare casa nella città dove ora vivo in affitto da 4-5 anni, non riesco a non tenere informata mia madre, a chiederle consigli, ma il problema è che lei ha su ogni argomento posizioni molto forti, non mi incoraggia se ho paura o se ho dubbi, ma li amplifica. Mi rendo conto che sono io per primo a non spezzare questo cordone tossico.


    Il rapporto con mio padre è invece bellissimo, lui mi tranquillizza, mi incoraggia, rispetta qualsiasi mia decisione. Certo sono sicuro che anche a lui farebbe piacere vivessi più vicino e che passassi ogni festività con loro, che oltre che anziani (e mio padre anche con seri problemi di salute) sono pure molto soli perchè di fatto della nostra famiglia nella città di origine sono rimasti solo loro due, ma non me lo fa pesare minimamente.

    Grazie, mi sento molto demoralizzato. Esattamente un anno fa, si poneva lo stesso problema ed io ho vissuto una crisi d'ansia terribile, con pianti e attacchi di panico, poi per assurdo il problema l'hanno risolto le restrizioni covid e non avendo la possibilità di andare dai miei, mia madre si era rassegnata (almeno apparentemente). Pensavo che quest'anno un compromesso come quello che anche tu dici avrebbe risolto tutto e lasciato passare questo periodo in pace.

    Per cui vigilia qui dalla famiglia di lei, e 25 via in macchina per fare pranzo (e S.Stefano) giu a 220 km di distanza. Niente, non va bene neanche così. Proprio stamattina una telefonata piena di dispiacere, di "eh un'altra vigilia che ci lasci da soli", "eh ma non puoi venire tu e lasci XXX lì?"


    Il vero problema è che mi sento in colpa e quindi pure stupido.

    Ciao a tutti,

    spero sia la sezione giusta, e chiedo scusa per la lunghezza ma sento il bisogno di uno sfogo ed un confronto.

    Ho 35 anni e da 8 ho lasciato la città di origine per trasferirmi per lavoro girando tra vari posti. Attualmente da 5 anni vivo a circa 2 ore e mezza di macchina dalla mia famiglia (mamma e papà).
    Mia madre soffre di depressione ed ansia da tanti anni ed ha sempre avuto un'influenza molto forte nella mia vita, che ora mi rendo conto di non riuscire più a gestire e sopportare e che mi sta creando infelicità da anni al punto che anche per questo, da un pò di tempo sono in terapia per disturbi di ansia e depressione.
    In qualsiasi decisione della mia vita lei fa molto pesare la sua opinione, ed io ormai vivo qualsiasi scelta terrorizzato dal giudizio di mia madre.

    Questo vale dalle piccole cose a grandi (come ad esempio l'acquisto di una casa, cosa per la quale cerca di influenzare con le sue idee la mia scelta, purtroppo riuscendoci). E mi rendo conto ormai di essere entrato in un loop in cui cerco l'approvazione di mia madre, e quindi dipendo fortemente dal suo giudizio anche su cose sulle quali razionalmente so che dovrebbe essere all'oscuro.

    Aggiungo che da circa 3 anni sono in una relazione con una ragazza originaria del posto dove ora lavoro e vivo, che quindi ha la sua famiglia vicino alla nostra abitazione.
    Mia madre mal sopporta la mia lontananza, e da quando sono in questa relazione la situazione non fa altro che peggiorare. Ovviamente prima di fidanzarmi passavo molto tempo, praticamente tutti i week end a casa, e tutte le festività ero sempre al mio paese di origine.

    Ora questo per ovvi motivi non è più possibile, perchè convivo con una donna e non è che posso lasciarla continuamente da sola a casa per andare dai miei. Quindi mia madre ora manifesta spesso il suo dispiacere nel fatto che mi faccio vedere poco, anche se generalmente anche grazie al mio lavoro riesco a ritagliarmi almeno 5-6 giorni al mese che passo dalla mia famiglia,.

    Già questa situazione, questo sapere che lei si dispiaccia di una cosa mi fa stare male. Inoltre anche per via della sua depressione è ossessionata dal rapporto con la mia compagna e i consuoceri. Per cui se per un pò non si fanno sentire lei se la prende a morte, si inc∙∙∙a e ci resta male anche solo se passa un pò di tempo e la mia compagna non si fa sentire.

    Il culime però si ha proprio in questo periodo natalizio che ormai ogni anno vivo con infelicità ed inquietudine perchè lei pretende ed esige sostanzialmente che io passi tutte le festività a casa da lei a prescindere dalla mia compagna (con la quale convivo come detto). Preciso che nei primi tempi passavo natale giu dalla mia famiglia, la mia compagna con la sua e poi salivo per capodanno per stare assieme alla mia compagna. Poi una volta la mia compagna è venuta a stare da me a Natale per passarlo con la mia famiglia, passando il capodanno poi dove viviamo ora, insomma cerchiamo di dividerci un pò tra la sua e la mia famiglia per non scontentare nessuno.

    Il problema è che a mia madre interessa solo che io ci sia sempre: vigilia, natale, capodanno, etc.
    Neanche l'idea che io e la mia compagna ci dividiamo pranzi e cene tra le rispettive famiglie nelle festività per lei è accettabile. Lei dice "ma tu stai lontano tutto l'anno, nelle feste almeno devi stare qua da noi".

    Che la mia compagna possa aver piacere al che io trascorra dei giorni anche con lei e la sua famiglia (che di problemi non ne fa affatto se la figlia trascorre questi giorni lontana, come a volte è capitato negli anni) è un problema che non si pone proprio.

    Nè si pone il problema che una coppia ormai stabile, che sta cercando di comprare casa, e metter su famiglia non consideri ormai la possibilità di "dividersi" durante le festività come i primi tempi da "fidanzatini".

    Ogni volta che anche solo a telefono lei manifesta stupore e dispiacere, delusione per il fatto che salterò qualche festività da lei, io sto malissimo.

    L'ansia mi assale e una sensazione di colpa fortissima.

    Questa cosa inevitabilmente crea poi frizioni nel rapporto di coppia con la mia compagna che chiaramente considera spesso eccessive le pretese di mia madre.


    Il risultato è che in questo periodo e per tutte le feste io le vrivò con ansia e col terrore che mia madre sia triste, scontenta e me ne faccio una colpa.

    Non so più cosa fare, non riesco più a stare bene.

    Domani mattina dovrò comunicare la mia decisione...in questi giorni ci ho pensato molto ma non sono arrivato a una conclusione. Da un lato mi attira anche la possibilità dell'esperienza nella grande azienda, dall'altro ho dubbi sul tipo di lavoro e mi chiedo..."se non dovesse piacermi?"..in sostanza sono un pò divorato dalla paura di lasciare qualcosa di certo, che tutto sommato mi va anche bene come lavoro.
    In quanto alla qualità della vita...pochi amici a milano, nessuno a roma. Però i week end posso tornare nella mia città natale, ma penso anche che a 29 anni non posso limitare la mia vita sociale ai miei amici del paesello...per cui questa cosa non la considero molto...

    eh se capitasse a me saprei cosa fare perchè detesto la città, amo le piccole realtà quindi scapperei da Milano di corsa, però tu devi mettere sul piatto della bilancia tante cose... ogni cambiamento spaventa e crea ansia a chi è più sensibile ma non è detto che sia sempre un peggiorare la situazione.
    La città dove ipoteticamente dovresti andare è più piccola? Quanto è più vicina a casa? Il clima è migliore che quello di Milano? Se lì a Milano non hai stretto amicizia con nessuno, niente ti lega a quel posto, palestre e corsi di recitazione magari li trovi anche nel posto nuovo che ti hanno proposto. Io ci penserei bene, l'ansia si supera, è solo la novità inattesa che la porta, poi tutto diventa routine.
    Facci sapere, in bocca al lupo, ciaoooo

    La città sarebbe roma, sarei a 200km da casa e tutti i week end potrei tornarci senza problemi. La mia paura è forse anche legata al fatto che qui qualche piccola certezza la ho...il lavoro che faccio mi piace, con i colleghi c'è un bel rapporto e in generale il clima aziendale è molto tranquillo. Dopo quasi 3 anni milano la conosco. Mi spaventa questo cambiamento perchè si tratta di una città che comunque non conosco, non è casa mia....il lavoro forse è anche meno stimolante anche se l'azienda è importante. Crepi e grazie

    Ciao a tutti,
    sono un ragazzo di 29 anni, originario del Sud, che vive da quasi 3 a milano per lavoro. L'ambientamento in questa nuova città è stato ed è tuttora difficile...sono sempre stato una persona timida e in questi 3 anni ho stabilito davvero poche relazioni, a parte un amico di infanzia che lavora e vive anche lui qui. Per fortuna qui abita da tempo anche mio fratello. Da circa 6 mesi ho deciso di seguire una psicoterapia con un dottore perchè avevo periodi di forte ansia e di umore pessimo per questa situazione. Spesso passavo il week end a casa senza uscire e avvertivo la mancanza di casa e dei miei amici. Negli ultimi mesi anche grazie al percoso che sto seguendo, mi sento meglio, inoltre frequento una palestra e da poche settimana un corso di recitazione. Non posso dire che la mia vita sociale sia cambiata particolarmente, ancora non ho stretto amicizie stabili, però almeno come umore mi sento meglio e vedo un pò di luce in fondo a questo tunnel della solitudine.

    In tutta questa situazione, il problema che mi angoscia e sul quale vorrei confrontarmi con voi è che ultimamente ho ricevuto un'offerta di lavoro importante in un'altra città che mi consentirebbe di stare piu vicino a casa, in una grande azienda statale (attualmente lavoro in una piccola società privata, il lavoro mi piace e coi colleghi sto benissimo). Mentre inizialmente questa possibilità mi sembrava una grande occasione, da giorni sto male al pensiero di cambiare città. Ho una paura e ansia terribile di lasciare Milano nonostante la situazione che vi ho descritto. La notte non riesco a dormire perchè penso a quale decisione prendere, se accettare questa proposta o meno...da una parte il lavoro che faccio mi piace e in azienda mi trovo bene, dall'altra questo terrore mi influenza molto...non riesco a capire questa paura da dove derivi e perchè nonostante io a milano non abbia questa vita rose e fiori, abbia questo sentimento di angoscia, paura nel cambiare città. Si tratterebbe di partire da zero di nuovo, forse mi spaventa questo. Andrei comunque in una città dove non conosco nessuno e che ha il solo vantaggio di permettermi facilmente di tornare tutti i week end nella mia città natale...ma perchè ho cosi tanta paura?