Scusami, come nello specifico?
Sono passati molti anni e ricordo di aver fatto una gran fatica a trovare lo psicologo giusto. Ho fatto una psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Scusami, come nello specifico?
Sono passati molti anni e ricordo di aver fatto una gran fatica a trovare lo psicologo giusto. Ho fatto una psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Progettando una nuova casetta per il gatto con materiale di recupero, quella che ho preso è troppo piccola, questa la farò su misura.
Beh, approccio interessante il tuo. Allo stesso modo posso dire di non essere giudicante dalla copertina, però ho un'età per cui ho una certa routine e non mi capita più di frequentare ambienti in cui vedere persone tanto diverse da me né di fare nuove conoscenze, eccezion fatta per i supermercati o i ristoranti. Lì, ovviamente, puoi imbatterti in chiunque, ma è difficile che capiti una conoscenza.
Ultimamente, al super, ho visto un tipo completamente tatuato in faccia e in testa, vestito in modo piuttosto eccentrico, e confesso che mi ha lasciato un po' perplesso, nel senso che ho proprio fatto un pensiero del tipo: "Cosa fa questo per andare in giro conciato così? Cosa mai potrei avere da condividere con un tipo del genere?". Credo di aver lanciato delle occhiate di curiosità perché un tipo ai miei occhi così bizzarro non mi era mai capitato di vederlo da vicino. Però non ne è nato un giudizio nei suoi confronti, quanto piuttosto una curiosità. Ho pensato cosa potesse fare nella vita come professione. Questo è un po' un caso limite di una persona totalmente agli antipodi da me, ma con cui difficilmente avrei occasione di interfacciarmi, salvo poi che magari, tra qualche mese, ci ritroviamo entrambi a fare un corso di chitarra oppure di cucina. Chissà.
Non capisco le modalità con le quali ti interfacci con persone tanto diverse, social forse? Ci dev'essere un punto in comune che ti permetta un avvicinamento. Poi, venendo alla tua metafora della discoteca, quale che sia la modalità tramite la quale, ad un certo punto, fai selezione, all'ingresso piuttosto che dentro, tutti che poi, nel caso, ci pensa il buttafuori, non mi sembra un approccio senza cuore, ma piuttosto una cosa normale. Penso che la stessa cosa avverrebbe al contrario qualora tu non dovessi piacere a loro. Se si tratta di condivisione del proprio tempo per diletto, è normale un allontanamento o tenere una certa distanza, mentre invece, se si tratta di questioni lavorative, non serve doverci uscire insieme.
La paura può arrivare a un livello tale da bloccarci e condizionarci l'esistenza, e questo è un grosso problema perché i pensieri finiscono spesso in loop, come per le ossessioni, e uscirne è difficile. Te lo dico per esperienza diretta, in quanto in passato ne sono stato afflitto, non solo a livello di pensieri o di potenziali situazioni, ma anche proprio nei confronti di alcune persone. Non si vive affatto bene, sono riuscito a risolvere con la psicoterapia.
Ciao Maeva, ricordo di aver letto i primi messaggi di questo thread ed aver percepito i tuoi dubbi riguardo a questa persona più che alla relazione. Evidentemente qualcosa poi dev'essere cambiato, altrimenti non ci sarebbe stato un proseguimento così lungo.
Ora, rileggendo a posteriori alcuni degli ultimi tuoi messaggi, capisco che effettivamente siete due persone molto diverse. Ciò non toglie che possa esserci stato un sentimento reciproco; il tuo, sicuramente, lo si percepisce nettamente dalle tue parole, il suo non lo so, qualche dubbio mi rimane. Insomma, ho il dubbio che possa esserci stata sincerità da parte sua nella relazione, ma forse sono influenzato dai ricordi di quelli che erano i primi messaggi, poi non ho più seguito. A volte si ha il desiderio di amare ed essere corrisposti. Il rischio di farlo con una persona troppo diversa da noi è che poi possa finire tutto da un momento all'altro senza dei segnali. La stessa cosa è successa a me recentemente e, se devo darmi delle colpe, sono proprio quelle di aver forzato l'inizio di una relazione con una persona poco compatibile, salvo, alle prime problematiche, vederla defilarsi in maniera poco matura.
Ok, capisco. Poi non ho considerato la terza ipotesi di questo tuo aggiornamento, e cioè semplicemente un aggiornamento. Insomma, mi auguro che non sia un pensiero a livello ossessivo, ma semplicemente una considerazione del fatto che la paura rimane e ci può stare che, in determinate occasioni, possa ancora farsi sentire.
Ma questa paura nasce dal fatto che c'è un reale rischio di incontrarlo, oppure si manifesta come un pensiero disturbante che condiziona le tue giornate? Se il caso è il secondo, c'è poco da fare. Ti conviene affrontare questa paura il prima possibile, altrimenti ti ritrovi a vivere male.
Mostra di PiùÈ la prima volta che scrivo qui... Io sono G. e sono fidanzata con L. da quasi 8 anni.
La nostra relazione è caratterizzata da alti e bassi, ma voglio bene a L. e voglio stare con lui.
Abbiamo iniziato a convivere da subito, anzi, da prima di fidanzarci (eravamo già amici), poiché mia madre mi aveva "buttato fuori di casa". Stavo in casa con lui e i suoi genitori; sono stati 4 anni in cui io non avevo modo di esprimere i disagi, poiché mia suocera era sempre in casa e L. sempre alla PlayStation.
Quattro anni fa abbiamo iniziato a convivere solo noi due; per motivi di lavoro ci siamo trasferiti in un'altra città; abbiamo entrambi lavori stagionali, lavoriamo in estate ma siamo a casa d'inverno.
Ho iniziato, nel periodo invernale, a soffrire un po' di depressione; dopo anni e anni di lavori annuali mi sono ritrovata per mesi a stare in casa senza uno scopo, senza niente da fare.
Lo scorso inverno ho avuto una brutta depressione, attacchi di panico, pianto, vomito e non riuscivo più a mangiare, perciò siamo tornati per tutto il periodo invernale dai suoceri e sono andata da una psicologa e da uno psichiatra.
Lo psichiatra è con la mutua, la psicologa era da privato e non posso più permettermela, quindi a luglio ho smesso (sembra brutto detto così, ma in 7 mesi non avevo risolto praticamente nulla e non avevo neanche scalfito la cima del mio problema); dallo psichiatra ci vado ancora e da più di un anno prendo farmaci per il controllo dell'ansia.
Sto organizzando il matrimonio con L. da un paio d'anni, perché, anche se non mi aveva ancora fatto la proposta, sapevamo già di volerci sposare.
La scorsa estate è stata la più "strana" della mia vita; per la prima volta, non so perché, ma mi sentivo senza ansie, senza paura, senza sensi di colpa... e ho risentito una persona che conoscevo da circa 14 anni per cui, senza un motivo particolare, ho sempre avuto dei dubbi sentimentali.
Ero un po' in crisi con L. perché non ci vedevamo mai per via del lavoro; io lavoravo 15/16 ore al giorno e lui pure; poi sono venuti 3 settimane i suoceri qui a casa nostra e non mi sentivo libera; mia suocera era arrabbiata con me perché non ero mai a casa ed è stata giorni senza parlarmi. Ho fatto presente il mio disagio a L., ma mi ha risposto che "lei è fatta così, aspetta e le passa, non voglio discutere né con te né con lei"... e quindi, in crisi, in confusione e con questi due mesi di euforia, ho commesso un errore per il quale non riesco a perdonarmi... sono andata a letto una sola volta con quella persona del mio passato per cui nutrivo dei dubbi.
I dubbi si sono dissolti subito; ho capito di voler stare con L. e non ho più né visto né sentito questa persona; le ho detto che volevo stare con L. ed è finita lì.
Dopo un paio di mesi da questo fatto L. mi ha fatto la proposta di matrimonio; ho accettato e lo stiamo organizzando. Il fatto è che è ricominciato l'inverno; fino a dicembre tutto ok; più arrivato gennaio mi è arrivata la batosta tutta insieme... vomito, problemi a dormire, attacchi di panico e un senso di colpa incolmabile... Io so di aver fatto un errore, seppur per togliermi un dubbio prima del matrimonio, è stato comunque un errore imperdonabile, ma so di voler stare con L., so di volermi impegnare per non commettere mai più lo stesso errore... Non posso dirlo a L. perché so già che finirebbe tutto e non voglio perderlo...
Vi prego di essere comprensivi e di non giudicarmi; so già di aver sbagliato e me ne pento... Questo periodo, tra l'altro, sento il senso di colpa estremamente amplificato, ma non credo che sia solo per quello; sono proprio abbattuta, triste, senza scopo, mi sento inutile...
Qualcuno di voi ha avuto esperienze simili?
Le storie di sesso mordi e fuggi non le trovo così drammatiche. Certo, se uno le subisce all'insaputa, poi scoprirlo non è piacevole, ma in questo caso non succederà.
Sì, d'accordo, non è stata una bella mossa, ma è capitata, in fin dei conti eri in uno stato psicologico altalenante, l'importante è capire quello che vuoi e non ricadere nell'errore, adesso che ne hai preso consapevolezza rimane il problema del rimorso, ma devi voltare pagina al più presto, resetta questa parte e guarda al futuro con serenità.
Beh, sai che anche io mi sono lasciato da poco, non so se sta frequentando un'altra persona, ma il sospetto ce l'ho, anche lei è una donna con parecchie insicurezze e temo per il primo che passa che le dà attenzioni.
Ma poi cosa devo temere, è adulta e sa bene come sono gli uomini, quello che vorrà fare sono affari suoi.
Tutta la prima settimana sono stato a controllare i suoi accessi su Telegram e WhatsApp a tutte le ore, poi ho capito che non sarebbe servito a niente.
Quindi anche noi uomini abbiamo le nostre belle insicurezze, e oltre a questi controlli i primi giorni ho pensato di farmi vedere con un'amica in un locale che frequenta spesso, sciocchezze dettate dall'insicurezza.
Vorrei tanto tornare a fare il geometra, avevo potenzialmente una professione in mano, ma non sono stato abbastanza intelligente da capire, ero troppo immaturo, insicuro, ma bisognava darsi tempo.
Quello che con grandi difficoltà mi sono approcciato a fare per i primi anni di lavoro, appena due, poi la sfiducia, la bassa autostima e il non sentirmi all'altezza, l'idealizzazione di una figura che ammiravo, ma al tempo stesso mi intimoriva.
Ci voleva darsi più tempo ed anche essere più intraprendenti nell'imparare, la scuola, ovviamente, non riesce a formarti in tutto, poi, vabbè, io ero uno che stava su Marte anziché con i piedi sul pianeta Terra.
Ci si poteva specializzare in una delle cose, che so, topografia non era male, a me è capitata probabilmente la più difficile per uno senza esperienza, in realtà ero parecchio una marionetta comandato a distanza da chi l'esperienza ce l'aveva, altro non potevo aspettarmi per iniziare, certo che la cosa ai tempi mi stressava tantissimo.
È stata un'esperienza importante di lavoro che sogno di poter ripetere, ma di anni ne son passati troppi e il treno è passato molto tempo fa.
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