No, il fatto che i genitori difendano i figli bulli non è parte della natura umana, è proprio che i genitori di oggi sono rinc∙∙∙∙∙∙∙ti e non sono in grado di educare i figli, non solo sul bullismo, ma proprio in generale (ovviamente ci sono eccezioni, come te, per carità ahahah).
Ieri ho visto un documentario dove un neurologo spiegava più o meno quello che ipotizzavo io, nel cervello, in particolare nel sistema limbico, c’è il centro dell’aggressività, che è quello che sta anche alla base di odio e rabbia, e che questo è più attivo negli maschi in quanto abbiamo una dose maggiore di testosterone, questo centro dell’aggressività sfoga in vari contesti, anche in base al periodo storico, se soprattutto prima si sfogava con le guerre, ora con una diversa educazione culturale i segnali da quella zona vengono “riformati” per sfogarsi verso altre attività, e si è fatto l’esempio della violenza negli stadi, delle risse in mezzo alla strada, dell’odio dilagante sul web, e anche del bullismo.
In breve, anche se il bullismo dovesse essere arginato come fenomeno, l’aggressività anche tra ragazzi si sfogherà comunque in altri modi (vedi adesso: cyberbullismo).
In ogni caso, se mi permetti, secondo me stiamo parlando di cose diverse, tu stai spiegando come secondo te dovrebbe essere il mondo, e io sono anche d’accordo su quello che dici, anche se oltre alle pene maggiori, inserirei anche un programma di educazione scolastica solido che inizi dall’asilo e che vada a sensibilizzare i bambini su temi importanti come il rispetto, la pace, l’etica, l’ecologia ecc...
Mentre io stavo spiegando più nel dettaglio ciò che, nella pratica, deve fare una vittima di bullismo oggi per liberarsi dal problema.
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Il problema di molte vittime è che appunto ragionano in linea teorica, con la retorica del “dovrebbe”, che purtroppo nella nostra realtà non serve a nulla. Bisogna imparare a capire la realtà, che è spietata, e agire di conseguenza, anziché appellarsi alla retorica del mondo perfetto dove vince sempre la giustizia.
La guerra non dovrebbe esistere, gli omicidi non dovrebbero esistere, gli stupri non dovrebbero esistere, la povertà non dovrebbe esistere, gli amici o le partner non dovrebbero tradirti e così via...
Ma indovina un po’? Tutto questo esiste, e non è lamentandocene o aspettando passivamente giustizia che queste cose si risolveranno.
Pare che molti umani, non riescano ad accettare che le cose nel mondo non vadano sempre nel verso idealisticamente giusto, non riescono ad accettare l’ingiustizia, e questo senso di frustrazione li blocca e non li stimola a provare a reagire.
Ci tengo a chiarire una cosa, altrimenti il discorso non si capisce: è chiaro che se abbiamo un tema a cuore, che sta subendo un’ingiustizia, abbiamo il diritto e il dovere di fare qualcosa per sdradicarlo dalla base risolverlo, anziché accettare l’ingiustizia e basta, alla fine tutto i cambi culturali nella storia sono partiti dalla volontà del popolo di risolvere le ingiustizie, dalla rivoluzione francese fino a Martin Luther King.
Sicuramente è difficile per noi, da soli, risolvere un problema radicato come il bullismo in tutta Italia, ma moralmente abbiamo il dovere di dare il nostro contributo, io provo a farlo aiutando le vittime ma anche scrivendo post come questi, tu potrai farlo in altri modi, l’importante è contribuire.
Non ho mai detto che bisogna accettare passivamente le ingiustizie, assolutamente!
Ma, una volta assodato questo ragionamento, bisogna comunque rendersi conto in questo preciso momento l’ingiustizia di turno esiste, quindi bisogna attrezzarsi per superarla.
Riguardo il ragionamento che hai fatto sulla colpevolizzazione delle vittime, qui non si sta colpevolizzando nulla, continui a fare ragionamento troppo idealistici, qui si sta dicendo semplicemente: esiste un problema? Si. Come si può risolvere? Come ci si può difendere? In questo modo.
Non è colpevolizzare, è trovare una soluzione, che tra l’altro chiedono le vittime stesse, Internet è pieno di domande ricorrenti così “Come posso difendermi dal bullo?”, sono ragazzi che hanno bisogno di risposte, di un modo di reagire, e purtroppo vengono bombardati da risposte buoniste o idealistiche, del tipo: “La scuola dovrebbe aiutarvi/ I bulli sono frustrati, sei tu che vinci se li ignori/ Fregatene” e così via. Sono queste risposte che non danno modo alle vittime di difendersi. -
Assolutamente si, devono farlo. Così come le scuole dovrebbero controllare i ragazzi e dovrebbero insegnargli sin da piccoli l’educazione.
Ma beh, non succede, non succede nulla di tutto ciò, perciò vogliamo continuare a lamentarci oppure vogliamo reagire? È questo quello che “sconsigliavo” prima, il vittimismo passivo, lamentarsi e deprimersi mentre si aspetta una giustizia che non arriverà mai, anziché reagire.
Poi vabbè, sicuramente si può fare qualcosa per provare a spingere le scuole e i genitori a comportarsi diversamente, ma alla fine non dipende da noi, sono le vittime che devono imparare a difendersi. -
Il fatto che sia un aspetto della natura umana non significa che lo facciano tutti o che tutti vogliano prevaricare, ricorda che siamo esseri in grado di pensare e con una coscienza, non reagiamo in base ai nostri stimoli ma piuttosto in base ai nostri valori, quindi sicuramente il carattere e la coscienza possono scavalcare lo stimolo naturale di prevaricazione.
Anche la violenza è sempre stata uno stimolo naturale degli umani, da che mondo è mondo in ogni cultura e in ogni epoca ci sono state guerre e conflitti, ma è chiaro che l’educazione e la cultura possono prevaricare lo stimolo e andare a cambiare il modo in cui lo si esprime, se prima di facevano le guerre, oggi in occidente la violenza può essere sottoforma di una scazzottata in strada, una rissa, o appunto il bullismo.
Facciamo un altro esempio, il tradimento sessuale è un altro aspetto della natura umana, ciò non significa che tutti tradiscono, anche qui influenza la coscienza, i valori personali, che scaturiscono da educazione e cultura, ma comunque il tradimento esiste ed esisterà sempre, va accettato, è parte del gioco, bisogna prenderne consapevolezza.
Cosa importantissima: non sto assolutamente dicendo che la giustificato il bullismo, anzi, io sono il primo che odia i bulli. Dico solo che la cosa va vista da un punto di vista più ampio, bisogna sicuramente agire sulla cultura per aumentare il numero di persone fermate dalla coscienza e soprattutto aumentare quelle disposte a difendere le vittime, questo tocca alle istituzioni farlo, ma a parte questo, noi dobbiamo accettare l’esistenza del fenomeno e “addestrarci” a combatterlo, addestrarci a diventare abbastanza forti da non farci prevaricare e da non dipendere dalle frasi altrui.
Quello che bisogna evitare è il classico effetto vittimistico, che purtroppo accede molto spesso: la vittima di bullismo sente di essere nel giusto e che il mondo lo stia tradendo, che è tutto ingiusto, che le persone sono cattive ecc... e cerca compassione dagli altri passivamente, in attesa che la giustizia sia fatta e che il fenomeno si estingua da sé, o peggio, che il fenomeno non finisca e che sarà vittima per sempre, vittima di un sistema sbagliato, di un mondo sbagliato, e così via... e a quel punto non ci vuole niente a crogiolarsi nella disperazione, nel vittimismo, a diventare depressi, passivi, apatici...
Proprio per evitare questo bisogna prendere consapevolezza del problema, del fenomeno, capire che esiste, che è parte del gioco, e addestrarsi a combatterlo, con le caratteristiche che ho già spiegato.
Bisogna raggiungere l’obiettivo, anziché aspettare giustizia e compassione passivamente.
Il video che hai postato, così come TUTTI gli altri video e discorsi sul bullismo, si basano sulla compassione/pietà e sul conseguente desiderio di giustizia, sul non accettare questa realtà e quindi volerla reprimere, ma nessun video purtroppo insegna ad accettarla e ad affrontarla, nessun video ti dice come fare, ti fa crescere.
Forse perché per motivi moralistici non si vuole spingere a cambiare la vittima, è più facile sfogarsi contro il bullo, ma non serve a nulla, il cambiamento deve arrivare dalla vittima perché altrimenti la situazione non cambierà mai.
Il buonismo impone che per risolvere questi problemi serve l’amore, è più facile dire che il problema si è risolto abbracciando il bullo, anziché mettersi a fare il listone di cambiamenti che ho fatto io per diventare più forti, ma vogliamo davvero continuare con la retorica spicciola, o vogliamo finalmente prendere in mano la situazione e riprenderci la nostra dignità? -
Concordo al 100% con Bwndy, che ha anche interpretato e chiarito perfettamente il mio post.
Quando dicevo che il bullismo è nella natura umana, intendevo appunto la forma di prevaricazione sui più deboli, è sempre esistita è sempre esisterà, anche se sicuramente con la cultura e con la buona educazione si possono fare passi da gigante, mi rimarrà sempre quella fetta di popolazione che vorrà prevaricare, magari in modi diversi rispetto al bullismo.
Concordo anche con il fatto di avere familiari (e ancora meglio in più anche amici) accanto che ti stiano vicino, ti ascoltino, e ti sostengano, questo elemento va a far parte della “personalità sicura e indipendente” di cui parlavo sù, perché è proprio quando hai delle basi forti come la famiglia e le amicizie che diventi più sicuro e quindi non più “bisognoso” delle attenzioni degli altri, quindi automaticamente strafottente verso le opinioni dei bulli, e più propenso a farti rispettare.
Ovviamente il sostegno di familiari e amici è solo una componente della personalità sicura e indipendente, tra l’altro neanche obbligatoria, inoltre può essere un’arma a doppio taglio perché quelle persone che ti sostengono non devono diventare una “dipendenza” per non cedere, la differenza tra legame e dipendenza è molto sottile.
Altri elementi utili per sviluppare una personalità forte sono un’alta autostima, buone capacità sociali, testardaggine, orgoglio e maturità, se a tutto questo aggiungiamo il sostegno di familiari e amici meglio ancora. Con queste caratteristiche sarebbe impossibile diventare vittime di bullismo, e anche se dovesse capitare qualcuno che vuole prevaricare, non riuscirebbe a colpire perché sicurezza e autostima sono così alti che vengono spodestati da commenti di sconosciuti.
So che il mio ragionamento potrà sembrare molto duro, complicato e arduo da applicare, ma io da sempre sono a favore della “ricerca della realtà”, cerco di comprendere la realtà nelle sue sfumature sia positive che negative, anziché consolare con il buonismo o il vittimismo.
Dire che abbracciare il bullo ti permetterà di vincere è sbagliato, lui continuerà a bullizzarti e tu continuerai a soffrire, non hai vinto un bel niente, è solo buonismo.
Dire che i bulli vanno fermati e che è tutto sbagliato e crudele, per quanto sacrosanto, è sbagliato perché nella pratica non servirà a nulla, la situazione è quella, stop, una gazzella non si salverà semplicemente lamentandosi del fatto che i leoni la vogliono mangiare e che lei non ha fatto nulla di male. È vittimismo.
Perciò per evitare che la gente, al posto di risolvere il problema, ci sguazzi dentro sempre di più tra buonismo e vittimismo, vanno dette le cose come stanno, dobbiamo addestrarci ad essere più forti e quindi, con le cose che ho detto, a toglierci da dosso l’etichetta di vittima, di bersaglio, diventare più consapevoli e orgogliosi, passare da ragazzini ad uomini.
È difficilissimo, ma te lo dice uno che ha sofferto di bullismo per tutta la vita, e che ne è uscito 3/4 anni fa proprio facendo le cose che ti ho scritto, cambiando completamente carattere, e dedicando parte della sua vita a difendere chi è vittima di bullismo. -
Visto che non c’è nessuna risposta, ne approfitto per dire la mia su questo tema molto importante.
Il bullismo alla fine penso sia parte della natura umana, altrimenti non si spiega perché sia un fenomeno che è sempre esistito e che avviene dovunque, probabilmente c’è una parte nelle persone che ha bisogno di prevaricare sugli altri, in alcuni questa parte viene controllata dalla coscienza e dall’educazione, per altri no.
Perfino in un Paese come il Giappone, con ordine pubblico, educazione e discrezione a livelli altissimi, esiste il bullismo, non diverso dal nostro.
Dico questo perché ci dobbiamo rendere conto che il bullismo non è un fenomeno attuale che va sconfitto, bensì una parte della natura umana che conosciuta e, soprattutto, va imparato come gestire queste situazioni, chi non ci riesce ne rimarrà vittima.
È come se fossimo una gazzella nella Savana, non dovremmo lamentarci del fatto che i leoni ci attaccano, piuttosto dovremmo comprendere come sfuggire ai leoni o come combatterli. Perché i leoni alla fine ci saranno sempre.
Detto questo, so che è difficile, ma l’unica cosa che si può fare è costruirsi una personalità sicura e indipendente, le persone che vengono bullizzate sono sempre quelle estremamente fragili e insicure, quel tipo di personalità nella nostra società non funziona, quando invece alla base c’è una serenità e sicurezza interiore, nulla riesce a scalfirti, e anche se qualcuno provasse ad insultarti, saresti talmente sicuro di te da fregartene, e nota bene, non è lo stesso “fregatene” che spesso sponsorizzano i buonisti, quello è un fregatene forzato, che una persona insicura che dipende dal giudizio degli altri non potrà mai fare sul serio, potrà fingere di fregarsene, ma intanto morirà dentro.
Quindi, penso che la prima cosa sia sviluppare una personalità sicura e indipendente (cosa difficilissima e per cui ci vuole tanto tempo e tanta determinazione nel fare alcune cose); seconda cosa è essere socievoli e solari con tutti, in modo da guadagnarsi il rispetto e l’amore di tutti; terza cosa, se qualcuno insulta ovviamente non ti segnerà minimamente, ma bisogna lo stesso reagire inizialmente con le buone perché reagire è un segnale di rispetto verso sé stessi, subìre invece è indice di insicurezza e sottomissione.
Queste sono le regole per non essere bullizzati, purtroppo non basta un abbraccio come viene semplificato nel video, no, non hai vinto se abbracci il tuo nemico, i bulli non hanno empatia quindi non capirebbero il messaggio, probabilmente ne approfitterebbero per fare altre battute sull’omosessualità o simili...
Bisogna imparare le regole della società, e in più dobbiamo impegnarci a difendere ed “addestrare” le vittime, anziché tirarci indietro e far finta di non vedere. È l’unico modo per “uscirne vivi”. -
Ciao ragazzi! Vorrei capire se questo è un problema solo mio, o in un certo senso fa semplicemente parte della natura umana. Magari ne approfittiamo anche per scambiarci qualche opinione.
Sono adolescente, 20 anni, da piccolo purtroppo a parte pochi amici di infanzia, nella scuola mi sono sentito sempre un pesce fuor d’acqua, le ragazze andavano dietro ai ragazzi più grandi e fighi, col motorino ecc... io ero un semplice ragazzino delle medie insignificante, non ero figo, non ero sicuro di me, non ero neanche chissà quanto bello (principalmente perché ho sviluppato un po’ più tardi, ho avuto per molto tempo un aspetto infantile). Non accettavo l’idea di essere insignificante, volevo essere amato, ammirato, considerato come quei ragazzi più grandi, e invece ero un fantasma e avevo rapporti con poche persone.
Ad oggi, dopo tanti cambiamenti importanti sia estetici che caratteriali, e con l’autostima molto più alta, non so perché ma ho come l’ossessione di essere ammirato e amato dagli altri. Vi faccio qualche esempio, anche se mo rendo conto che sono imbarazzanti:
- Salgo sul pullman, cerco di farmi notare, mi fa piacere quando le ragazze mi guardano, e cerco di prepararmi sempre al top.
- Quando mi contatta una ragazza o anche quando parlo dal vivo con una ragazza nuova, più che fare amicizia naturalmente, tendo più ad impegnarmi affinché si innamori di me e mi stia dietro, anche se non mi piace, solo per il gusto di sentirmi corteggiato.
- Anche con ragazzi, pur ovviamente non essendoci secondi fini, mi fa piacere quando mi trovano simpatico e cominciano a parlare con me, mi cercano, o scelgono di uscire con me piuttosto che con altri.
- Quando sto in gruppo provo ad essere il più simpatico e affascinante, quando una persona del gruppo si espone più di me, o io faccio qualche figuraccia, mi sento incapace.
Ovviamente, sono tutte cose inconsce ed automatiche, non mi metto a pensare ogni volta a fare così o colà, ma sono tratti automatici del mio carattere.
Non capisco se tutto questo derivi dal mio passato, e quindi dalla voglia di “vendicarmi”, cercare l’approvazione che non ho avuto in passato....
Oppure semplicemente è parte della natura umana il fatto di voler essere apprezzati e amati, perché alla fine basta farsi un giro su Instagram per farsi un’idea delle manie di protagonismo e del bisogno di approvazione ben peggiori del mio (beh, io non mi metterei MAI mezzo nudo su un social solo per attirare ragazze!!).
Voi come vivete i rapporti? Cosa ne pensate? -
Dottore, penso che questa domanda interessi un po’ tutti noi, e c’è bisogno di fare chiarezza considerando l’importanza del tema.
Ho visto un breve documentario in cui si parla dell’effetto devastante delle droghe sul cervello, e sono rimasto sorpreso nel vedere che è molto simile (se non identico) a quello degli psicofarmaci.
Le anfetamine bloccano i recettori della dopamina aumentandone i livelli, l’ecstasy invece blocca quelli della serotonina aumentandone i livelli esattamente come un SSRI, invece la cocaina agisce allo stesso modo sia su serotonina, che su noradrenalina che su dopamina.
Nel documentario viene detto che tutte queste interferenze con i neurotrasmettitori sono negative per il cervello e si arriva a bruciare i neuroni.
Io non avevo assolutamente idea del fatto che il meccanismo delle droghe pesanti fosse lo stesso degli psicofarmaci, ma mi rendo conto anche di essere “ignorante” in materia e di non poter giungere a conclusioni affrettate, perciò vi chiedo, ci potrebbe spiegare se gli psicofarmaci che agiscono suo neurotrasmettitori (SSRI, SNRI) presi per tanto tempo possano creare danni o possano bruciare neuroni come la droga?
Io sto continuando ad assumere il Cymbalta, e per fortuna anche i disturbi sessuali sono spariti, mi trovo bene! Ma ci terrei a capire a quali rischi sono sottoposto nel lungo periodo.
Inoltre vorrei sapere se esistono esami specifici per monitorare la salute del cervello e verificare che il farmaco non stia facendo danni...
Grazie e buona Pasqua!! -
Salve dottore, ormai mi rivolgo sempre a voi come “consulente” perché avete dimostrato la vostra esperienza e professionalità
Come vi scrissi nell’altro topic, soffro di ansia (innata, di origine genetica) con forte componente somatica, tendenza insomma a somatizzare le emozioni, e più sporadicamente di attacchi di panico.
(Invece NON ho problemi di depressione, né altro).
5 giorni fa ho cominciato a prendere il Cymbalta 60mg, secondo il mio psichiatra il farmaco migliore per il mio caso perché, dice, la noradrenalina annienta proprio la componente somatica, mentre la serotonina mi aiuta per il panico.
Prima del Cymbalta ho preso per 1 anno e mezzo l’Entact che ha sconfitto gli attacchi di panico, ma non i sintomi psicosomatici ansiosi.
Il problema è che dall’altro ieri mi sono accorto che sto cominciando ad avere problemi sessuali: in passato mai avuti, anzi avevo una sessualità molto prorompente, ma ora ho difficoltà ad avere un’erezione vigorosa, in pratica ho erezioni morbide, cioè il pene riesce a mantenersi eretto ma senza tanto vigore, poi basta un attimo di distrazione e cala subito. Riesco comunque a raggiungere l’orgasmo ma ci vuole più tempo.
Ovviamente è un handicap molto grave per me che ho 20 anni. Perciò oggi sono tornato dallo psichiatra.
In pratica mi ha detto questo: secondo lui devo aspettare qualche altra settimana per vedere se i effetti sessuali continuano o svaniscono, in quanto, cito “Il Cymbalta è un farmaco ottimo per te, dobbiamo essere sicuri prima di cambiarlo”.
Poi mi ha detto che, se anche a distanza di 3/4 settimana gli effetti sessuali dovessero persistere, potrei prendere il Brintellix.
Mi ha detto che il Brintellix non è potente come il Cymbalta, perché non ha un effetto noradrenergico, ma secondo lui è più potente dell’Entact in quanto dice che con 20mg prende il 93% dei recettori della serotonina, un numero maggiore rispetto a quelli dell’Entact. E in più, non ha effetti sessuali considerevoli.
Dopo la visita mi sono fiondato sul web a controllare, però ho letto che il Brintellix è indicato solo per la depressione e non è particolarmente efficace per l’ansia, però essendo un farmaco nuovo ho pensato che magari sono uscite nuove ricerche che smentiscono questa cosa...
Al limite, ha detto, si potrebbe portare l’Entact a 20 gocce (da 10 che prendevo) come seconda opzione, visto che non mi portava problemi sessuali.
Dottore, le mie domande sono due:
1) Secondo voi è possibile/probabile che gli effetti sessuali del Cymbalta si affievoliscano tra qualche settimana?
2) Secondo voi conviene passare al Brintellix? O il dottore ha pensato troppo al fattore sessuale dandomi però un farmaco poco indicato? Sarebbe meglio l’Entact a 20?
Grazie! -
Ho cominciato con il Cymbalta, sono al quinto giorno e stranamente già mi sento più rilassato nonostante sia così presto, il problema è che mi sta portando problemi a livello sessuale, che delusione...
Oggi torno dallo psichiatra e vedo che dice, magari vi riaggiorno, le sarei molto grato se mi continuaste ad aiutare, nella speranza di arrivare alla terapia definitiva. Grazie ancora!