Messaggi di Sam28

    Sui social è l'apocalissi proprio per il motivo che ti dicevo. Parte del problema è che molti uomini (ma anche donne) non hanno una vita ricca di interessi in cui coinvolgere un eventuale partner, al contrario sono annoiati/soli e quindi pensano: fammi fare un giro su facebook o Tinder o quant'altro a vedere se riesco a rimorchiare qualcosa.

    Vedi come questa mentalità è sballata? Il risultato è l'apocalissi di cui parli, ragazze che postano foto in pose sexy e ragazzi che le inondano di messaggi stupidi..
    [...]

    Prova a ragionare al contrario. Crea prima una tua vita ricca e interessante e poi condividila con una ragazza che ti piace e che reputi meritare la tua compagnia. Vedrai che così sarà lei a cercare te perchè sa che con te si può rilassare e godere i momenti che le fai condividere. Non so se questa cosa ha senso per te..

    Grazie! Mi piace moltissimo ciò che hai scritto e riconosco che è un'analisi perfetta.. (anche se mi crea un po' di amarezza per ovvi motivi.. e mi spinge a polemizzare.. ad esempio sul fato che le ragazze cerchino il divertimento nel partner.. io me lo procuro da solo..
    Mi piace la psicologia (che per una donna può essere noiosa), il cinema, viaggiare, la fotografia, insomma cose che per una donna potrebbero essere un po' noiose ma cerco le ragazze perchè le trovo stupende, perchè è bello fare le cose assieme, ragioni così)

    Ma tornando ai consigli validissimi.. come potrei applicarli?

    Per dirti a me andare a Firenze, Bologna, Milano, Venezia, Verona, ecc sarebbe una cosa che potrei offrire.. o fare una grigliata assieme. Solo che mi dovrei creare nuovi amici maschi perchè mi sono trasferito da poco per lavoro..

    Cos'altro potrei offrire? Tu pensavi a sport (es. arrampicata, mountain bike, escursioni nei boschi?)

    Quello che stai descrivendo è un comportamento normale. soprattutto se la ragazza in questione è avvenente E sensibile allo stesso tempo.

    Prova a pensare quante proposte può ricevere ogni giorno una così al giorno d'oggi (facebook Instagram watsup sms....almeno un tempo uno doveva avere le palle di andare davanti a lei e aprire la bocca, al giorno d'oggi è troppo facile basta schiacciare un bottone ah hah ah) da parte di uomini che le interessano poco e che obbiettivamente hanno poco da offrirle se non le solite frasi, buongionro, oggi come stai, tutto bene ecc...


    PS: mi è venuto in mente un'altra cosa...quando la messaggi poi non sbroccare se non ti risponde subito...taglia la comunicazione e non dire più niente .... a volte le riposte arrivano anche giorni dopo ah hah hah

    Intanto grazie! Hai ragione.. mi rendo conto di quante attenzioni ricevano (ecco perchè odio gli uomini che pescano a strascico senza sapersi muovere minimamante)..
    Comunque ultimamente sono diventato mooolto più paziente.. prima qualche vaff∙∙∙∙lo mi è partito e ti direi che alcune volte penso fosse meritato..

    Devo dire che ultimamente sta andando meglio (nelle ultime due settimane soprattutto).. e a livello di amicizie, fuori dai social, sono abbastanza fortunato con le donne. Ma sui social è l'apocalissi..

    Sai cosa mi domando però? Nei gruppi di PUA la gente è spesso superficiale e ha una visione molto incompleta delle donne..
    A volte però faccio c∙∙∙∙∙e.. sono noioso.. o mi fisso con esigenze mie di cui a loro non frega niente.. come faccio a capire come potrei migliorare le mie chat?

    Riguardo il discorso di crescita personale, sinceramente questo aspetto di me non lo vedo assolutamente come un problema. Semplicemente è il mio carattere. Ci sono molte cose su cui dovrei lavorare, ma non intendo più cercare di cambiare la mia natura, perché da ragazzina ho provato ad adattarmi maggiormente alle norme sociali, e ha generato solo esiti negativi, proprio perché trovo sbagliato cercare di modificare se stessi.

    Il discorso che fai sul rinunciare a smussarsi perchè da ragazzini non ci si è riusciti lo capisco.. però la psicoterapia ci da degli strumenti che un ragazzino non ha. Strumenti molto potenti.

    Posso fare una piccola precisazione su una cosa? Che però nel tuo caso magari è superflua (perchè mi pari appunto una persona matura)..

    Biologicamente siamo portati a non cercare di modificarci. Lo fai tu, lo fa chi arriverà ad attacchi d'ansia, a disturbo ossessivo, lo fa chi soffre di depressione, lo fa chi arriva al bipolarismo.. lo fanno i narcisisti (anche quelli perversi). I nevrotici, gli piscotici, gli psicopatici.. tutti.. finchè non soffriamo come cani tendiamo ad entrare in solchi di rinforzo della nostra personalità. Personalità che si potrebbe smussare facilmente al contrario di quello che si crede.. per gestire meglio i sensi di colpa ti potrebbe bastare leggere quel libro. Chiaro che non cambierai mai totalmente, ma su molti punti sì.
    è un discorso forse un po' inutile perchè nemmeno io sento il discorso di contatto giornaliero..


    Però tu giustamente sottolinei: ma se io sto bene perchè dovrei cambiare? E hai ragione.. sei assertiva. Spieghi agli altri come sei fatta. Stai bene con loro, stai bene con te stessa, apposto. La psicologia ti da ragione piena.
    Ma è SOLO questa l'unica ragione per cui puoi considerarti razionalmente legittimata a non cambiare. Ma la stragrande maggioranza delle persone non è così.. è infelice.


    D'altro canto non ti sto dicendo di snaturarti. Ma ti sto dicendo che ogni persona affetta da un qualunque disturbo di personalità non riesce a superarlo perchè pensa in questo modo.
    Fallisco => soffro => smetto di provare => mi accetto => condanno o evito le situazioni di disagio
    è alla base del disturbo di personalità evitante e di tutte le fobie

    Per capire se ti converebbe o meno lavorarci sopra devi semplicemente vedere se sei felice o meno. (Io ci lavoro comunque sui miei tratti perchè anche se ero felice 20 anni dopo ne ho scoperto i risvolti negativi da morire... ma non posso imporre a tutti di farlo). Imporsi di cambiare in un giorno è da idioti.. smussarsi un po', realizzare che siamo in continuo divenire è ottimo..

    Quindi ok, nel tuo caso benissimo, ma se un giorno ci starai male non dire: "sono fatta così". è più il contrario.. è il dire sono fatta così che ti ancora fortemente ai bisogni con cui ti identifichi oggi.. è come dire: sono grassa, sono timida, sono scarsa in matematica, sono.. in psicologia si parla di Self-affirmation (sti cavoli è solo per dirti che puoi cambiare se ti servisse).

    Altra cosa.. il fatto che associ cambiare a snaturarsi fa pensare che sei appunto un pochino dicotomica (come me). Bianco o nero. "O non cambio o mi sto snaturando. Se cambio devo cambiare all'istante. Tutto e subito. Se non ci riesco sono sbagliata". SE veramente la pensi così questi sono i veri pensieri da smussare... sono distorsioni cognitive. Pensieri che sembrano razionali, ma in realtà non lo sono..

    Ti sparo un paio di citazioni:
    - Secondo Anna Freud, figlia di Sigmund, la razionalità è più spesso usata per giustificare i propri comportamenti – per nulla razionali – anziché per guidarli: la psicoanalista sosteneva infatti che la «razionalizzazione» fosse un meccanismo di difesa evoluto, adottato per renderci accettabili atteggiamenti, idee e sentimenti di cui non siamo in grado di riconoscere, o non vogliamo accettare, le reali motivazioni.
    - Nietzche: "le convinzioni pronfonde sono nemiche della verità più pericolose delle menzogne"
    - “Quando trattiamo con la gente, ricordiamo che non stiamo trattando con persone dotate di logica. Noi stiamo trattando con creature dotate di emozioni, creature agitate da pregiudizi e motivate dalla superbia e dalla vanità.” Dale Carnegie
    - “La maggior parte delle persone non vuole cambiare idea” Dale Carnegie
    - Nietzsche: "Non esistono fatti ma solo interpretazioni"
    - Non c'è presa di coscienza senza sofferenza. In tutto il mondo la gente arriva ai limiti dell'assurdo per evitare di confrontarsi con la propria anima. Non si raggiunge l'illuminazione immaginando figure di luce, ma portando alla coscienza l'oscurità interiore. Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia. Carl Gustav Jung


    Comunque è stato un piacere e rinnovo la mia stima verso di te. Alla prossima!

    Per me è estremamente appiccicoso chi si sente in dovere di cercarti ogni giorno o quasi, chi si sente legittimato a farsi i fatti miei senza che sia io a parlartene, che invade spazio fisico e mentale: non mi si deve toccare senza il mio consenso (ho un'ipersensibilità sensoriale per cui sento tutto 100 volte più della norma, puoi immaginare da solo che tortura sia se mi sfiorano), non mi devono chiedere le cose se non sono io a parlarne. Io rispetto gli spazi altrui, pretendo che gli altri facciano lo stesso con me.

    Sono perfettamente d'accordo sullo smussarsi. Ma ribadisco, smussarsi e non snaturarsi. Se siamo distanti 10 su 100 allora va bene che io mi sposti di 5 e tu di 5. Ma se siamo distanti 200, allora spostarsi d 100 significa snaturarsi, per cui tanto vale lasciar perdere quel rapporto. Non siamo tutti compatibili a questo mondo.
    Poi io sono una persona molto solitaria e che ha bisogno di molto tempo da sola (anche per la questione sensoriale di cui sopra, che mi crea sovraccarichi sensoriali e anche emotivi da cui ho fisiologicamente bisogno di riprendermi, con conseguenti e frequenti shutdown), per cui è ovvio che non mi trovi bene a interagire con chi è molto socievole e ha bisogno di contatto continuo. Poi con le persone che so hanno bisogno di essere rassicurate, seppur mi secchi da morire perché non sono la loro balia, lo faccio, ma è contro la mia natura.

    Innanzitutto grazie per avermi chiarito degli aspetti interessanti, sarebbe bello se le persone comunicassero con assertività i propri bisogni.
    Vorrei cercare di esprimere il mio pensiero in maniera bilanciata sperando di dare qualche stimolo di riflessione positivo e di non risultare fuori luogo. Prendimi comunque con le molle.. non ti conosco, non sono uno psicologo. Se vedi qualcosa che ti può essere utile bene!

    Concordo con il fatto che non si debba necessariamente essere compatibili, tuttavia a volte un grosso problema è quello legato alla comunicazione e al fatto che molta gente lavora poco su se stessa. Io non ti conosco e so che c'è molta gente particolare in giro.. gente verso cui non nutro particolare stima. Per dirti non avrei problemi ad andare d'accordo con una persona come te (dopo che mi avessi spiegato delle tue preferenze)

    Per contro io fatico a capire i bisogni di persone come te, ed è bello quando qualcuno li comunica. Io comunque cerco di essere molto paziente verso le persone che non rispondono ai messaggi.
    Cerco di essere sempre carino, ascoltare senza giudicare. E questo mi ha portato a ricevere confidenze e stima.

    Però hai sottolineato che hai esigenze particolari, mi chiedo se lo fai presente. Ovviamente non sei ovviamente tenuta a farlo però in tal caso potrebbe accadere che le persone non riescano a interpretarti correttamente. Il che va benissimo se non porta sofferenza nè a te nè a loro. Ma ne dubito un po'.

    Provo a chiarire meglio come la vedo io, ma prima lasciami specificare che siamo abituati a giudicarci associando ad ogni azione una connotazione positiva o negativa. O è giusto o è sbagliato. Non è proprio vero.. In psicologia si parla di funzionale o non funzionale. E per definizione un tratto di personalità diventa un disturbo se ci provoca sofferenza, emozioni negative, ecc, ecc. Se tu sei al 100% soddisfatta della tua vita e riesci ad accettarti al 100%, benissimo. Non devi neppure perdere tempo a leggere oltre.

    In caso contrario secondo me dovresti separare l'accettarti dal credere di essere nel giusto e che sbaglino gli altri.
    SE ti va di provare a smussare leggermente alcuni tratti ti direi innanzitutto che evitare ciò che ci provoca disagio o che non ci piace viene definito rimanere nella zona di comfort, o comportamento evitante.
    I ragionamenti razionali con cui arriviamo a legittimare le nostre scelte vengono definiti razionalizzazione. Come dire.. non dimostrano molto.. la razionalità può legittimare tutto. Siamo proprio portati a darci ragione e a cercare conferme delle nostre tesi..


    Il comportamento evitante è l'opposto dell'esposizione graduale al fine di una desensibilizzazione.
    Come dire.. se a te una cosa da fastidio 100 invece di trovare 1000 ragioni per dirti che sei nel giusto potresti provare a esporti leggermente per portare il fastidio a 90.. poi 80 e così via.
    A me danno fastidio le persone che non rispondono ai messaggi, ma parlando con te sto smussando le mie idee accorgendomi che anche gli altri hanno bisogni, insicurezze, idee (rigide), fragilità, diverse dalle mie. Ma se dicessi: "per me estremamente egoista è chi non risponde ai messaggi perchè attento solo alle sue esigenze e incapace di lavorare su se stesso" non farei alcun passo verso la mia crescita personale. Non starei sforzandomi di accettare la diversità..


    estremamente appiccicoso è chi si sente in dovere di cercarti ogni giorno o quasi => hai ragione ma le parole sono performative (scegliere aggettivi estremi non aiuta a smussarci). Sposti tutta l'attenzione sul 'problema' altrui. Senza contare che lo classifichi come problema perchè da fastidio a te... La base della psicologia è analizzare perchè le cose ci danno fastidio e ridurre questo fastidio. Invece di estremamente appiccicoso potresti dire leggermente appiccicoso e invece di si sente in dovere potresti dire che avrebbe piacere.
    Se giudicassimo te o me con aggettivi duri non ne usciremmo migliori di queste persone.. fidati.. (io e te per dirti siamo un po' giudicanti, severi, dicotomici, mentalmente rigidini credo, ecc..)

    chi si sente legittimato a farsi i fatti miei senza che sia io a parlartene => hai ragione ma se ti da fastidio 1/10 è una cosa.. se ti da fastidio 9/10 è il risultato dei comportamenti evitanti e di pensieri automatici rigidi.. si può dare la colpa agli altri.. ma nella mia esperienza conviene lavorarci anche un pochino su. Porta una marea di vantaggi. Io l'ho fatto con la psicoterapia cognitivo comportamentale.


    Questo perchè non saranno 7 miliardi di persone ad adattarci a me e te. Purtroppo. E spero molto di non essere risultato mancante di tatto nel dire queste cose. Quello che la gente non capisce mai è che non ci si smussa per gli altri, ma per noi stessi. Ovviamente senza snaturarci (quindi in maniera graduale e senza imporcelo).


    Grazie per avermi fatto capire qualcosa di nuovo.

    Ti dirò che per me, però, non c'è proprio il discorso di torto o ragione. Non h ragione io, non hanno ragione gli altri, semplicemente non siamo compatibili. Per me non c'è chi ha ragione o ha torto in queste differenze, non ne faccio un giudizio di merito, dico solo che, viste le diversità, è meglio non avere a che fare tra di noi (noi impersonale, non me e te XD). Credo che la strada migliore sia trovare persone sulla stessa lunghezza d'onda, perché è vero che le relazioni sono compressi, ma se si è troppo lontani il compromesso diventa uno snaturarsi, e personalmente non lo trovo corretto. Per cui se incontro una persona che per i miei canoni sviluppa troppo precocemente affetto e si appiccica, allora è meglio che facciamo a meno l'uno dell'altro, perché non possiamo che danneggiarci a vicenda.

    Non mi ha comunque spiegato il nesso tra selettività e il non volere che gli altri si affezionino troppo velocemente.

    Cattiva! :P non esiste il noi impersonale xD eheh
    Beh forse dovrei chiedere scusa io per come mi esprimo.. però un po' hai ragione sul fatto che due persone diverse non necessariamente debbano sforzarsi di andare d'accordo e... un po' (secondo me) no. Perchè sarebbe come dire che non si deve trovare un punto di incontro. Sarebbe come dire: "chi mi ama mi segua".. e mi vengono in mente tutti i casi di divorzio. E il lavoro su noi stessi? E la crescita personale? Chiaro che non ci si deve snaturare.. e che lo sforzo debba essere da entrambe le parti. Ma credo di sfondare una porta aperta con te su queste cose.. per questo ti chiedevo cosa intendessi quando dici che le persone sono appiccicose... io ho tanti amici ma non credo di aver mai conosciuto tutte queste persone appiccicose.. forse accade di più alle ragazze? forse abbiamo età diverse? (non è una provocazione.. vorrei capire.. so di alcune amiche che hanno amiche appiccicose)

    Non sono stato molto chiaro sul fattore selettività...

    Per me il problema è che quando cercavo una ragazza e non l'ho trovata (leggasi prendere un due di picche) comunque sono rimasto amico delle ragazze in questione.
    Diciamo che mi era molto facile farmi amicizie femminili.. tutte ragazze che tra l'altro reputo molto intelligenti.
    Gli amici mi vedevano spesso in compagnia femminile ma purtroppo erano amiche..
    Ho dovuto spostarmi più volte in città piccole perdendo il mio giro di amicizie e ho provato a cercare una ragazza / ricostruirmi un giro di amicizie femminili nel nuovo posto. Chiamami marpione se ti va.. a me piacciono le amicizie femminili.
    Mi sono scontrato con un sacco di diffidenza e altri fattori.
    Quando passi dal trovare amicizie con facilità al fare una fatica estrema solo perchè cambia il canale (prima era nel gruppo di amici, ora treno, blablacar, social) prima pensi di essere tu il problema
    Poi inizi a dare un nome a tutti gli atteggiamenti che ti rendono la vita difficile
    E inizi ad odiarli (come tu odi la gente appiccicosa..)
    La realtà è che per la psicologia non c'è giudizio.. (un gatto è dolce? chiedilo ad una bambina e chiedilo ad un topo. Secondo me dipende molto dall'osservatore)
    Quindi quando tu mi dici che rifiuti a priori per non ferire io ti risponderei: spero che non sia estremo.. perchè altrimenti preferirei che lavorassi su te stessa
    Così come tu se uno ti dicesse che è appiccicoso probabilmente diresti: spero che non sia estremo.. perchè altrimenti preferirei che lavorassi su te stesso

    Il senso è che tutto va bene purchè non sia eccessivo a mio avviso. In passato ho conosciuto una ragazza che puniva ferocemente l'insistenza. Trovava milioni di ragionamenti per leggittimarsi.. e si sentiva circondata da ragazzi insicuri.. la mente ci inganna.. ma la spia che doveva farle accendere qualcosa era il fatto che fosse estrema.. giusto/sbagliato/evitarsi sono razionalizzazioni (cerca su wikipedia.. il significato non è intuitivo). Ma se abbiamo una caratteristica molto marcata e siamo mentalmente rigidi (quindi pensiamo di non smussarla) prima o poi da tratto di personalità si potrebbe trasformare in un disturbo di personalità.. Lo so perchè mi è successo :P

    Quello che dico quindi è: no excuse. no labels. no extremes. Poi se sono gli altri che sono estremamente appiccicosi è un altro discorso ovviamente :D

    Mi sono sinceramente persa. Non riesco a capire il nesso tra selettività e l'essere restii al fatto che l'altro si affezioni. Personalmente le cose non le vedo collegate, l'altra persona può essere la migliore del mondo, ma comunque non si può vivere il rapporto con serenità se l'altro si affeziona più del dovuto. Se l'altro non si affezionasse troppo invece si potrebbe vivere il rapporto con molta più serenità, è proprio l'affezionarsi il problema, non qualche altra presunta carenza. Che bisogno c'è di investire l'altro di tante aspettative? All'inizio, il primo anno almeno, le cose vanno vissute con leggerezza, altrimenti le responsabilità son troppe. E lo dico anche e soprattutto per le amicizie: ci vuole un po' più di distacco. Davvero trovo il 99% delle persone estremamente appiccicose e soffocanti.

    Da un lato è molto interessante.. dall'altro gli esseri umani emettono norme comportamentali che sono allineate ai loro bisogni. Ovvero un: "il rispetto è..." e stranamente scopri che la definizione è sempre allineata a ciò che ci fa comodo..
    In breve funziona così.
    Se tu (impersonale) avessi un problema (anche molto disfunzionale) in molti casi non diresti io ho un problema ma: "sono gli altri che devono avere un comportamento tale per cui i miei bisogni siano soddisfatti senza che io debba cambiare o lavorare troppo su me stessa"

    Ti faccio altri esempi (ma prendi tutto con le molle.. non sono uno psicologo e voglio solo dire che secondo me l'errore sono gli estremi.. e di non avere mai certezze assolute).
    Ci sono diverse tipologie di traumi infantili che provocano la paura del fatto che gli altri ci si appiccichino troppo.
    Potremmo lavorare su noi stessi.. perchè ciò che vogliamo e le nostre emozioni sono in gran parte figlie del nostro dialogo interno e dei nostri pensieri automatici.
    Ma è difficile.. se ci proviamo in maniera troppo brusca e ossessiva il nostro cervello potrebbe addirittura innescare dei meccanismi di difesa dell'ego (per esempio. potremmo pensare che l'altro ci sta aggredendo).

    Quello che voglio dire è che se vuoi davvero valutare chi abbia ragione tra te e gli altri servono strumenti abbastanza pesanti e il tuo stesso cervello ti remerà contro. Cerca bias di conferma o self-serving bias su google per capire di cosa parlo..
    Quindi non partire dall'idea che hai ragione al 100%. Tu, come gli altri, sei determinata da ciò che ti è successo e dalle influenze sociali.. se tu sei sfuggente e gli altri ti si appiccicano può darsi che sia il TUO comportamento classificato come manipolativo. Ognuno di noi ha pochi o nessun disturbo di personalità, ma tutti abbiamo una certa percentuale degli analoghi tratti.. per dirti.. quanto sei narcisista? Io abbastanza.. quanto sei paranoica? quanto sei ossessiva? ansiosa? è moooolto difficile dire: "io sono nel giusto e gli altri sono sbagliati". Sai cos'è anche il fear of committment? Io credo che comunque il problema siano gli eccessi.. TROPPO appicicoso. TROPPO indipendente. TROPPO...


    Detto questo però sarei interessatissimo a capire di più sull'appiccicosità delle persone. Perchè io non lo sono. Io lo sono forse troppo poco. Ma posso sembrarlo. E mi piacerebbe capire più a fondo (magari anche solo ascoltando e senza altri commenti miei) come la gente TROPPO appiccicosa in giro mi complica la vita.

    Questa cosa però non la capisco proprio. Che differenza ti fa se una persona di cui non sei affezionato ti rifiuta? Se una persona ti tiene a distanza prima che tu possa provare anche solo il minimo affetto per lei, perché ci rimani male?

    comunque il punto è che come io non posso pretendere di comportarmi come voglio con gli altri, così gli altri non possono impormi il loro affetto. E siccome io ci metto molto più tempo degli altri ad affezionarmi (i miei rapporti sono tutti sbilanciati in questo senso, pure dopo anni), allora certo che sento il peso della gente che si affeziona troppo, pur mantenendo io le distanze. Nel mio caso purtroppo non è una supposizione, la gente mi si affeziona e poi ci rimane male. E' successo mille volte, per cui appena vedo che qualcuno sta tendendo ad affezionarmi metto i paletti, per evitare il fenomeno, per quanto possibile.

    (Io sono Asperger diagnostica)

    Discorso complicato sul secondo punto.. preferisco lasciar cadere il discorso.
    Io comunque credo che quel libro che ti dicevo sui sensi di colpa sia molto valido.

    Sulla prima parte è molto semplice capire. Ti dico come la vedo io.
    Gli esseri umani cercano di soddisfare i propri bisogni creando sfide per accrescere l'ego..
    Mentre spesso le donne cercano nel partner un sentirsi speciali (perchè trovare sesso e un partner normale sarebbe troppo facile)
    Per la maggior parte degli uomini tendenzialmente la sfida è già trovare una donna.
    Quindi le donne sono più selettive. Gli uomini meno.
    Inoltre per quanto tutti abbiano un forte bisogno di sentirsi unici le pressiono sociali ci spingono tutti verso l'omologazione comportamentale..
    Risultato? Decine di ragazze sono tutte molto diffidenti, molto selettive, molto come te e questo rende parecchio ostico soddisfare i bisogni affettivi maschili. O perlomeno di alcuni uomini.

    Per me una ragazza non deve avere 420 caratteristiche per sentirmi compatibile (non cerco la storia della vita, nè divertirmi).
    Non devo provare affetto o essere preso. è più una conseguenza... basterebbe che non si facesse 1500 trip e che rispecchi certe caratteristiche..

    Il problema per me è l'omologazione (dovuta alle pressioni sociali.. e a tutto ciò che generano).
    Sono tantissime le ragazze che la pensano come te.
    E mille altre che vogliono cose ben precise che secondo me sono moooooolto poco razionali (ma ben spiegabili invece come conseguenze di influenze sociali, ecc)

    Citato da "Sam28"
    L'hai detto tu prima del perché tutto questo bisogno di indipendenza: sensi di colpa. Se uno non ha responsabilità verso il prossimo, non ha potere di far del male o deludere gli altri è molto più semplice non avere sensi di colpa. Nei rapporti è più facile creare disagio all'altro proporzionalmente all'affetto che l'altro prova nei nostri confronti. Se si è poi persone particolari (nel mio caso sono Asperger, per cui soffro molto la socialità per una questione di sovraccarico sensoriale ed emotivo) è facile deludere le aspettative altrui, avendo un modo di interagire diverso dalla maggior parte delle persone. E il fatto di deludere e far soffrire gli altri mi crea personalmente molto dolore, per cui voglio evitarlo il più possibile. E non sempre (anzi, direi quasi mai) basta spiegare se stessi, perché le persone sono generalmente poco razionali e prendono tutto molto sul personale, invece di cercare di capire un punto di vista diverso dalla norma.

    Attenzione però.. io soffro molto più un comportamento di chi mi rifiuta perchè, su basi superficiali, crede che potrei rimanerci male. Questo sì mi ferisce (perchè è frequente e mi costringe a fingere per evitare questa paura dei sensi di colpa).. Secondo me sarebbe come non assumere qualcuno perchè potrebbe rimanerci male se lo licenzio.. però capisco che molte persone non siano come me.. e che la gente dovrebbe sentirsi grata per quello che ha avuto.

    Anche io risulto leggermente positivo al test per l'asperger, ma anche se mi sento abbastanza atipico so di non essere razionale su tutto.. siamo tutti comunque soggetti a moltissime distorsioni cognitive. Secondo me non è solo questione di spiegarsi.. a volte l'altro ha bisogno di lavorare su se stesso, a volte magari crediamo di poter imporre in maniera un po' brusca l'accettazione dei nostri diritti agli altri..

    Per i sensi di colpa c'è un bel libro di crescita personale: "Le vostre zone erronee"

    Anche io ho un punto di vista particolare. Ormai evito di affezionarmi troppo alle persone. Le considero appunto non razionali, egoiste (è normale esserlo un po'), evitanti, poco propense ad esporsi, a lavorare su se stesse e ad uscire dalla propria zona di comfort. Secondo me sono gli eccessi il vero problema, è la misura e l'equilibrio che reputo la via giusta, ma è difficile da raggiungere.

    Non sono avvenente (anzi l'esatto opposto), però per il resto mi riconosco. E pure io ho il problema quando le persone si affezionano (anche in amicizia, figuriamoci se si innamorano!).
    Il problema è la responsabilità che si ha nei confronti del benessere altrui. Diventa un impegno, lo si vive come un peso: non sono libera di fare quel che voglio per rispettare l'altra persona, perché se agisco in totale libertà potrei ferirla. Non posso sparire se non mi va di sentire nessuno, non coinvolgerlo se ho voglia di gestire una cosa totalmente per conto mio, ci devo essere se necessario, etc. etc. Insomma, è anche un dovere.

    Sì, capisco il ragionamento e non ti giudico minimamente.

    Però gli altri magari non sono così super ultra sensibili come li immaginiamo.. magari proiettiamo un po' della nostra sensibilità su di loro.
    Oppure magari quelle persone hanno più paura del rifiuto che dell'abbandono (come nel mio caso).

    E poi è vero che è anche un dovere.. ma la vita non è solo libertà.. perchè abbiamo bisogno di tutta questa indipendenza? Perchè ci hanno imbrigliato troppo da piccoli?
    Pensa com'era 30 anni fa... la libertà non esisteva.. oggi abbiamo un bisogno di libertà infinito e un grande 'fear of committment' (paura di impegnarci). Ma da cosa deriva?