Messaggi di sickboy78

    E' normalissimo che tu desideri ancora quella amica-stampella.... proprio perchè ti sorreggeva...
    Proprio perchè insieme a lei non ti sentivi solo: condividevate le vostre debolezze, vi sostenevate a vicenda e soprattutto vi passavate il tempo insieme.
    Ora i momenti di noia, l'assenza di grandi amicizie di cui fidarti, la tua fragilità di fondo, ti portano a rimpiangere quella amica-stampella.
    Non ci sono state grande novità che hanno migliorato di molto la tua vita e ne sei deluso.
    Tutti commettiamo questo errore: desideriamo che tutto magicamente cambi e migliori in modo netto dall'oggi al domani.

    Citazione

    Infatti il tuo discorso fila, se fino ad ora non ho mai fatto passi da gigante per cercare di avvicinarmi alla (pseudo) amica è perché considero le parti negative:
    Sarebbe ricominciare ad avere una vita meno regolare con conseguenze sulla salute sia fisica che mentale.
    Sarebbe perfino dal punto di vista finanziario un tracollo non indifferente (perché questa persona pur avendo quasi 30 anni vive alle spalle dei genitori)

    Eppure non vorrei che la parte meno razionale accettasse le condizioni negative per poter staccare dalla realtà
    Come dicevo sopra, ho un rapporto meno drastico con le altre persone e quindi dove eravamo soliti andare prima (che poi sarebbe il bar sotto casa sua) ho mantenuto le amicizie, eppure sono presenze sporadiche, mentre con l'amico che conosco da 20 anni scopro sempre di più di avere meno punti in comune ogni giorno che passa.
    Sarebbe più facile fare nuove conoscenze, solo che dato il carattere spesso tendo ad avere una sorta di chiusura mentale.
    In tutto questo ciò che sto tentando di fare è portare avanti i miei interessi e cercare di stare tranquillo.

    Ho riletto tutta la discussione dal 2014.... E' stato molto faticoso!

    Penso che tu stesso sappia che il problema non è nè questa tua ex amica nè tutte le ex ragazze con problemi personali che ti sei andato a cercare in passato.
    Il problema è che sei tu ad essere insicuro, a non sapere cosa vuoi davvero, a non sapere cosa provi per le persone.
    Hai emozioni ambivalenti di odio/amore verso le persone, sei molto confuso e per questo sei a tua volta attratto da persone "simili a te".
    Affermi tu stesso che hai sempre e solo avuto relazioni sentimentali con ragazze piene di problemi e con vari difetti.

    Grazie per aver risposto e grazie per aver letto i vari messaggi passati.
    Ti quoto in tutto e per tutto, ovvero la mia parte "razionale" riconosce che sono una persona immatura, infatti (sperando che sia utile) domani dovrei andare a sentire per un consulto nel tentativo di cercare di modificare alcune costanti.
    Ovviamente in tutto questo c'entra anche una bassa autostima che mi sono creato nel tempo, che sto cercando di recuperare da quando è accaduto quel fatto.
    Non voglio dilungarmi troppo, spiego solo un paio di punti velocemente.

    Tolta l'attrazione iniziale, nell'ultimo periodo stavo vivendo questa storia nel modo più neutro possibile e sembrava che andassimo molto d'accordo tanto che lei mi considerava proprio parte della famiglia e perfino i genitori mi consideravano come un figlio.
    Ora partiamo anche dal punto che lei e la sua famiglia si prendono in consegna tutte le persone che hanno problemi familiari, ho parlato con altre persone che lei frequentava e tutte abbiamo in comune, difficoltà di rapporto con i genitori.
    In pratica è come se ti facessero credere che attraverso di loro hai trovato delle persone che ti vogliono veramente bene e che ci saranno sempre.
    Direi che da una parte c'è questo che mi porta a riconsiderare il tutto, che mi sono sentito preso in giro..
    Non si possono fare discorsi su di un'amicizia assoluta, stima così alta nei miei confronti e poi girare le spalle davanti un fatto che è talmente stupido.
    Sarà anche immaturo il mio comportamento, però è quel punto che non mi va proprio giù
    Poi gli altri fattori che influiscono sono una parte di nostalgia, a volte il quotidiano che risulta troppo piatto.
    Ed è in quel momento che alla parte razionale subentra una parte meno che pensa che sarebbe meglio cercare di riprendere l'amicizia.
    In pratica nell'arco dei mesi ci sono periodi in cui vivo tranquillo, altri in cui basta poco che mi torna tutto su ed è un miscuglio fra rabbia, impotenza e meditazione su come riprendere il rapporto.
    Ed è proprio questo che non capisco, se sono cosciente che vi sono molti tratti negativi, perché dovrei desiderare di tornare indietro?
    Alla fine non pur non essendo cambiato molto nella vita negli ultimi mesi, è anche vero che qualche passo verso il miglioramento lo sto facendo (sono molto più propenso verso le persone che ho intorno, ho cominciato a tagliare fuori dalla mia vita persone che risultavano inutili all'evoluzione)
    Eppure sono sicuro che se la tizia si dovesse far risentire riprenderei l'amicizia come nulla fosse, questo mi mette anche un senso di agitazione, perché nello stesso tempo vorrei anch'io giocare qualche carta per far tornare tutto come prima.
    Mi preoccupa che sia una sorta di ossessione, un chiodo fisso che non riesco ad eliminare mentre il mio desiderio sarebbe avere pace interiore e cercare di andare avanti per conto mio in ogni situazione.
    Grazie ancora per la risposta. A presto.

    non rompi le scatole... è interessante invece vedere come le persone possano cambiare, anche se a mio modestissimo parere, la tua... amica? soffre di insicurezza di fondo e di protagonismo in primis... uno più l'altro = immaturità

    Devo anche dire che io non credo all' amicizia pura tra uomo e donna... estremamente difficile... quasi impossibile...

    Sul fatto dell'insicurezza e delle manie di protagonismo, alcuni utenti del forum, me l'avevano fatto notare nei post precedenti.. Diciamo che ero (e sono) cosciente di queste sue "manie", eppure ho sempre accettato sia i lati negativi che quelli positivi sia perché non credo di essere "perfetto", in secondo luogo perché ho la predisposizione per trovare persone che abbiano problemi di questo tipo.
    L'amicizia è durata quasi 3 anni e la frequentazione era assidua, a livelli che i genitori mi lasciavano dormire nella loro casa con la figlia pur non essendo presenti (e c'è stato perfino un periodo in cui dormivamo nello stesso letto e non capitava nulla )
    Nell'ultimo periodo era diventata così alta la fiducia che volevano lasciarmi le chiavi di casa per andare a controllare cane e gatto in un periodo in cui sarebbero andati fuori città.
    Non nego che c'è stato, perlomeno all'inizio, da parte mia una sorta di "attrazione", ma con il tempo è diventata una frequentazione senza scopi.
    Non direi neanche una "friendzone" perché da parte mia non c'era nessun tentativo di riuscire a conquistarla.
    Infatti ci sono rimasto male quando il padre mi disse a fine rapporto che ero innamorato della figlia, mentre dal mio punto di vista è più una nostalgia delle cose fatte insieme.
    Per fare un esempio stupido, c'era il prendere in visione film horror o stare fino al mattino a chiacchierare del più o del meno, con la compagnia che frequento adesso (che sarebbe la stessa che frequentavamo insieme) c'è più una sorta di distacco.
    Aggiungo che alla sua azione sono derivate conseguenze negative un pò per tutti, nel senso che nella sua mente pensava che nel bar che frequentavamo mi avrebbero vietato di andarci, invece hanno deciso di non prendere posizione, così lei oltre ad allontanarmi, ha preso le distanze anche da persone che conosceva da molto più tempo.
    Altra cosa che mi ha lasciato un tantino perplesso, il fatto che il padre parlandomi mi ha riferito che la figlia ha causato caos per nulla e che alla fine non ci sta così tanto con la testa, ma secondo me davanti alla figlia avrà detto che lei ha ragione, mentre sono io ad essere il matto della situazione per non dover subire i piagnistei della figlia.

    Grazie per la risposta, ho sempre la sensazione di rompere le scatole con questa storia che in linea d'aria sembra essere molto semplice, eppure a fasi alterne continuo a portarmela dietro pur essendo stata una "semplice" storia d'amicizia.
    Una persona che conosco mi ha detto che è così perché "irrisolta" dal mio punto di vista.. ovvero non vi è una conclusione effettiva.
    Spiego meglio; E' come se alla fine ci fossi cascato in pieno a quello che diceva, i suoi discorsi erano che sarebbe stata un'amicizia che sarebbe durata il resto della vita e che perfino se l'avessi pugnalata mi avrebbe perdonato il gesto.
    Se da principio non davo importanza alla sua concezione dell'amicizia, nel periodo precedente all'accaduto stavo entrando nell'ottica che in qualche modo stavo bene con lei e che poteva anche andare il rapporto, al contrario per un gesto stupido si è creato tutto questo delirio.
    In più quello che trovo assurdo è che lei mi abbia cancellato così in fretta quando faceva discorsi di tale entità.
    Direi che si è un'ossessione dettata dal fatto che a volte mi fisso quando una persona mi delude portata a tale dimensione da una nostalgia per il periodo passato in cui la realtà è stravolta perché c'era tanto di negativo, però mi viene da pensare al positivo e mi prende la malinconia del ricordo..

    Sera..Vi chiedo semplicemente una mano per cercare di capire una cosa che sinceramente non riesco a decifrare.
    Sono passati diversi mesi da quell'episodio per cui quella che si considerava la migliore amica ha deciso di troncare l'amicizia definitivamente bloccandomi ogni piattaforma esistente sul web (ricordo che era un litigio per un tizio che le aveva messo la mano sul sedere finito nel più totale delirio)
    Mi è capitata di incontrarla in un locale, ma niente appena mi ha visto, ha preso ed è fuggita non volendo affrontare nessun discorso.
    A distanza di mesi ho dei momenti di nostalgia che mi prendono per cui mi dico che nel presente non riesco a trovarmi in una condizione normale, ovvero le persone che ho intorno non mi danno stimoli, anzi un mio amico che conosco dai tempi del liceo, mi sta completamente dando sui nervi perché vedo sempre più il suo vuoto interiore.
    C'è da dire che questa amicizia finita mi ha portato a conoscere meglio altre persone che frequentavamo con la mia ex amica, eppure ogni tanto mi viene di ripensare al periodo precedente che si era difficile da gestire però nello stesso tempo era più frenetico.
    Mi sono aperto un pò di più perdendo quella chiusura ermetica che mi faceva prendere le distanze dagli altri.
    Eppure non capisco come mai a distanza di mesi riesco a sentire ancora questa specie di mancanza.
    Che in più mi mette paura perché riconosco che sarei il primo a fare passi indietro.
    la mia parte cosciente mi dice che è sbagliato, che non potrei gestire di nuovo tutto il caos precedente.
    In più per tutti i comportamenti di questa persona sarei il primo a dover prendere le distanze, tanto è dimostrato che se qualcosa importasse a lei, sarebbe stata la prima a farsi risentire, invece mi ha proprio cancellato come non fossi mai esistito.
    La mia questione, c'è un modo per liberarsi dal passato? Andare avanti senza dover fare i conti con la precedente vita?
    Grazie mille. Buona serata.

    Sera.. torno a scrivere in questo post per tirare le somme dello strano e morboso rapporto di amicizia che ho (avevo) con la mia stramba "migliore" amica.
    All'incirca due settimane fa uscendo da un locale, un suo amico le ha messo una mano sul sedere (amico che conosce da circa 6 anni)
    Una volta saliti in auto si è lamentata che non l'ho difesa e che non ho preso le parti (ricordo che siamo amici, a definizione sua, come fratelli)
    Da lì è nata una discussione che si è portata fino a quando l'ho accompagnata a casa.. solo che non è voluta andare a casa, ma scendere poco lontano perchè non voleva che i vicini potessero ascoltare la nostra discussione (una volta hanno perfino chiamato la polizia)
    Per prima cosa ha tentato di gettarsi dall'auto in movimento (velocità minima e cintura inserita, quindi nulla di grave)
    Infine sono arrivati da parte sua schiaffi e calci (situazione già ripetuta in precedenza a cui non rispondo mai)
    Il massimo è stato mollare un calcio al fanale dell'auto e romperlo, chiamare il padre e dire che sono stato io a picchiarla e farsi venire a prendere alle 4 di mattina.
    Ironia della sorte a casa sua c'erano delle cose che mi ero portato dietro e che ancora non si è degnata di darmi indietro.
    Potrei dire che è finita qui, ma c'è dell'altro...
    Tolto il fatto che non ho avuto diritto di replicare con nessuno l'accaduto, che mi ha tolto l'amicizia da facebook e twitter.. Ho cercato di parlare con qualche suo amico che avevo su facebook per capire se per caso stava parlando dell'accaduto su fb..
    Alla fine venendo a scoprire il tutto, ha chiesto a tutti gli amici di togliermi l'amicizia e mi ha bloccato ogni piattaforma.
    Qualcuno mi è venuto a dire che esistono perfino foto dei lividi che gli avrei provocato (come detto non l'ho proprio toccata) e in giro parla di ex migliore amico che le fa stalking..
    Morale.. me l'avevate detto che era matta e non seguendo il consiglio ho perseverato nell'errore trovandomi in una situazione assurda, contortata e in cui c'ho rimesso in salute mentale e materiale (ci sarebbe il fanale, ma anche tutte le volte l'ho accompagnata visto che avrà preso la sua auto un paio di volte in due anni)
    Credo (spero) che questo capitolo della mia vita sia chiuso.

    Grazie per le risposte in primis.
    Diciamo che le amicizie sono un pò scatole cinesi, per prima cosa ho un caro amico che conosco dal liceo, ma anche lui deve essere spronato perchè presenta mille problemi.
    Del tipo, come del resto anch'io, soffre del fatto di non voler prendere responsabilità e vive nel passato, nel ricordo di un periodo in cui ci dedicavamo a viaggi oppure feste.
    Così pur avendo una vita lavorativa migliore della mia, è sempre fermo allo stesso punto da anni.
    Molte delle persone che conoscevo in passato o sono andate a convivere oppure si sono sposate.
    Ho un'altra amica, di cui avevo parlato in altri post, che nell'arco dei due anni ho imparato a stimare, ma che dall'altra non mi concede motivazioni nell'evolvere come carattere perchè gelosa che io possa crearmi altre situazioni ed abbandonarla.
    Intorno gravitano colleghi oppure altre persone conosciute nell'arco degli ultimi due anni, però sono persone con cui mi sento di meno e ho meno confidenza.
    Secondo me l'unica alternativa è in alcuni casi attendere, perchè lo sblocco dovrà pur esserci, solo che poi mi viene da pensare che possa essere troppo tardì visto che vado per i 40 e non possa avere una seconda possibilità di rendermi conto di come agire con più raziocinio.

    Il fatto è che vorrei piacere agli altri perchè andando avanti con il tempo sento che sto sprecando il mio potenziale, una parte di me riconosce che ho delle qualità.
    Solo che quando sono davanti agli altri mi sento proprio male, come se il corpo manifestasse dei sintomi strani (mal di testa, senso di stanchezza mentale) in più ogni volta tendo a prendere distacco dietro una nuvola di fumo di sigaretta.
    Prima capitava e reagivo con un'alzata di spalle, ora mi sento impazzire perchè altre persone hanno più volte rimarcato il mio atteggiamento "goffo" (questo sia da parte dei colleghi che da un paio di persone che dovrei considerare amiche)
    Così ora tolto il lavoro, quando sono in casa, mi sento davvero molto giù e non combino nulla.. come se tutto fosse fatto per inerzia.
    Ora potrà sembrare stupido, però l'ultimo periodo in cui mi sono sentito bene con me stesso, è stato in primavera perchè ho avuto una relazione con una ragazza più giovane, però finita la storia (che si potrebbe definire tresca) via via ho ripreso la mia modalità schiva.
    E nel gruppo di amici che ora ho, le possibilità di rifarsi una storia (anche più seria) sono una percentuale molto bassa.
    Non che una storia sia fondamentale per un profondo cambiamento, ma è una sorta di placebo che renderebbe meno incasinata la vita.

    Dipende.. tendo sempre in qualche modo a far amicizia con tutti però per lunghi tempi, ovvero alla fine c'è una visione che io sare quello strano, però tendono a prendermi tutti come amico perchè sono una persona tranquilla.
    Perchè in una relazione sono certo di essere accettato per quello che sono, pregi e difetti.
    Non è che cambio.. sono così timido che divento goffo proprio perchè non riesco a stare a contatto con persone che non conosco.
    Ovvero se sono all'interno di un gruppo di persone, tendo a non parlare, ma vi è proprio un blocco interno che mi porta a perdere contatto con la realtà.

    C'è stato un periodo abbastanza lungo in cui mi sentivo bene e pur avendo sempre la mente altrove, non mi preoccupavo.
    Negli ultimi anni la condizione di fare attenzione al mio modo di fare è uscita allo scoperto senza limiti.
    Ovvero seguo "cattive compagnie" che invece di indirizzarmi verso una strada migliore, mi portano a fare i conti con una posizione che non mi permette di aprirmi ma chiudermi.
    Ora ho sentito varie volte il parere di mollare e di ricominciare da capo, però la testa non riesce proprio a prendere una posizione.
    Sono stato sempre in qualche modo condizionato dalle persone, non perchè di animo semplice, ma per una questione di "debolezza" nel reagire.
    I miei genitori mi hanno sempre lasciato in una condizione svantaggiata pur avendo i mezzi per "progredire"
    Volevo fare l'università, invece di aiutarmi, hanno affermato che non avrei combinato nulla e mi hanno lasciato le tasse da pagare.
    Molti dicono che essendo una persona adulta, me la dovrei cavare da sola. Il problema è che quando si hanno dei limiti mentali dettati dalla fobia di stare a contatto con le altre persone, non si ha una vita facile.. I temi di reazione diventano più lenti e si tende sempre a prendere spazi sempre più grandi.
    Detta in soldoni per cause esterne, io non sono capace di andare a fare un colloquio, ho problemi a reagire se messo alle strette (per dire dove lavoro non veniamo pagati da due mesi, ma resto anonimo rimandando sempre il problema)
    Potrei portare avanti il mio lavoro di cameraman (ho lavorato per un paio di tv locali) non lo faccio perchè ho una paura f∙∙∙∙∙a di sbagliare e stare a contatto con giornalisti (perchè fin quando di lavora per tv locali, i servizi te li vai a fare da solo)
    Così è anche nelle situazioni quotidiane con persone che non conosco; non guardo quasi mai negli occhi con una persona con cui parlo, cammino a testa bassa, rido solo quando sono in compagnia di persone che conosco, altrimenti ho quasi sempre un'espressione seria.
    Così sono limitato in tutte le relazioni.. solo quando ho la certezza che sono con una persona, intendo a livello di relazione, allora divento meno insicuro e tendo a modificare il comportamento.
    Eppure c'è sempre qualcosa che tende a farmi passare per la persona che non vorrei essere.
    Direi perfino invisibile agli occhi altrui.