Non so se già ne usufruisci , o usufruisci di altre leggi visto che è un bambino:
Prendi appuntamento con un sindacato dei disabili e fatti patrocinare.
1)Legge 104/92 con indennità di accompagnamento.
Da quel che hai scritto su tuo figlio , lui ne ha sicuramente diritto, ti serve un certificato del/ della neuropsichiatra che ha sicuramente in carico il bimbo.
2) Controlla se puoi accedere anche alla legge 151/2001 , per estensione del principio stesso della legge.
3) Se la tua regione di appartenenza è a Statuto Speciale ed esistono leggi similari alla 162 ad esempio.
4)Chiedi aiuto ai servizi sociali del tuo comune
5)Chiedi il parere dell'avvocato che gentilmente risponde sul forum, il padre deve aiutarvi (almeno)economicamente , spiegagli nel dettaglio la vostra situazione specifica e valuta con attenzione i suoi consigli in proposito.
Messaggi di Superba è la notte
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Cara Superba è la notte,
Io faccio una netta distinzione tra credente e laico.
Io sono credente e mettere fine alla propria vita, per me porta alla dannazione eterna a e a sofferenze ancora maggiori di quelle che pensiamo di vivere ora.Io non lo sono affatto e pur rispettando il tuo Credo in proposito , non riesco a trovare nulla di razionale in qualcosa di attinente a qualsiasi forma di religione .
Per me , semplicemente non significano nulla .
Una religione che minaccia dannazioni eterne poi per chi al culmine della sua sofferenza ,delle sue sofferenze ,sia costretto ,dalla situazione insopportabile , insostenibile in se , a uccidersi...
Una religione dovrebbe predicare Eterna Comprensione verso chi soffre , non eterna dannazione.Visto il suicidio dalla parte di un laico o ateo, credo che comunque il suicido non risolva il dolore ma lo amplifichi.
Decidi di porre fine alla tua vita, con il cuore gonfio di tristezza e dolore.
Vuoi davvero avere quest'ultimo ricordo della tua vita?Dovendo decidere in tal senso non mi interesserebbe di lasciare questo o quel ricordo di me.
Il suicidio eliminerebbe l'esistenza in vita stessa e di fatto qualsiasi dolore per la persona.
Il dolore inteso come lo star sempre male, psicologicamente, fisicamente.Il libero arbitrio che Dio ci ha donato, ci permette di fare tutto, anche uccidere un altro essere umano.
Per libero arbitrio intenderei la possibilità di scelta su quel che fare di se e su di se e per se stessi ,senza condizionamenti di sorta.
Non intendo come "libero arbitrio" l'uccidere un altro essere umano.
Se ti riferisci alla Religione Cattolica , questo non mi pare venga consentito.Lo spirito di conservazione, per me, è comunque un desiderio a cambiare.
Lo percepisco solo come un istinto primordiale legato alla sopravvivenza della specie umana .
Se ci pensi bene quando siamo preda della Bestia, agogniamo stare bene,non il suicidio.
Il suicidio è solo un ulteriore e grave stato della malattia.
E' il segnale che dobbiamo farci aiutare e non abbondarci ad esso.E se lo stare bene non fosse semplificabile?
Se lo stare bene fosse un qualcosa di complessissimo e irragiungibile...
Se il disagio fosse esistenziale?
Se fosse differente da come lo inquadri e non avesse Nulla di nulla a che fare con una malattia?
Chi tenta di suicidarsi è malato ?
Credo anche qui ci possa essere un colossale errore di valutazione ,non tuo , ma nell' immaginario collettivo , un potenziale suicida può essere sanissimo di mente , forse anche fin troppo lucido ed aver chiarissimo il quadro della sua specifica situazione.
Hai scritto di Lizzani , ma anche Mario Monicelli non mi pare fosse un malato di mente , ma una persona estremante intelligente e che avesse (abbia avuto libero arbitrio ) nelle sue possibilità di scelta, ed ha scelto in base a quel che poteva fare .E' il segnale che dobbiamo farci aiutare e non abbondarci ad esso.
Ma da chi e come se quel disagio è originato dalla vita stessa?
E' il segnale che dobbiamo farci aiutare e non abbondarci ad esso.[/quote]
Io sono nato in una famiglia benestante, non mi e' mancato nulla.
Ma non ricordo d'essere stato veramente felice e sereno.
L'inquietudine e la melanconia mi hanno sempre inseguito.
Io ho subito il Tso e ho tentato il suicido sotto crisi psicotica.
Credo d'aver toccato il fondo.
Odio prendere le pillole, ma mi evitano di cadere in uno stato patologico.
I pensieri negativi si possono combattere.[/quote]
Nel tuo caso specifico hai optato per una tua personale scelta, ed è giusto che tu abbia deciso cosi , se questo ti fa sentire bene .E' chiaro non esiste, purtroppo, la bachetta magica, ma arrendersi alla Bestia, e' sbagliato.
Vuoi davvero passare alla storia, come uomo che si suicido' perche' smise di lottare?
I pensieri suicidari, sono un disperato richiesta d'aiuto e vanno ascoltati e non amplificati.Non son un Uomo .
Mio padre e' morto di cancro 17 anni fa.
Ha lottato con tutte le sue forze.
Non voleva morire.
Ti auguro mai di dover vedere e frequentare un reparto oncologico.
Ma ti assicuro che li' dentro, la parola suicido è vietata, bandita.
Parla con un malato di cancro, è l'ottimismo personificatoPremetto : mi spiace per tuo padre.
Ho perso mio padre meno di un anno fa, malato da anni, a causa di una gravissima malattia.
Mi madre idem .
Lui parlava chiaramente di volersi suicidare.
Lei la stessa identica volontà di mio padre.E' egoismo, rinunciare a combattere.
No.
L'egoismo e nel cercare di far sopravvivere ad ogni costo persone che attuerebbero scelte precise se solo potessero farlo in maniera normata (In Italia non si può ). -
Quali ragioni?
A)Non si può consigliare un farmaco a random: quale poi? Ed a che fine , visto che la qualità dell 'erezione in lui non è per nulla Il problema?
Fondamentalmente , ci scrive che sia un condizionamento a carattere psicologico , e dettato dalla sua totale inesperienza sessuale e affettiva.
B)Non mi pare ne abbia affatto necessità , l'erezione ce l'ha eccome.
C)Alcuni han consigliato di bere o un ansiolitico : entrambi son antitetici al fine stesso dell'erezione
(gli ansiolitici in genere son anche miorilassanti ,immagina le possibili conseguenze sui muscoli che han a che fare col pene)
Non è nemmeno detto che un ansiolitico (benzodiazepinico) su di lui non abbia un effetto paradosso (effetto abbastanza probabile tra l'altro)
Alcuni slatentizzano diverse altre problematiche (depressione in primis)
D)Se anche un medico gli prescrivesse un farmaco non è detto funzioni (alcuni son "mitizzati" e pubblicizzati benissimo)...
Quei farmaci han un azione utile relativamente quando si han remore psicologiche molto forti.
E)Lui stesso esclude questa possibilità , poichè si rende conto che i suoi blocchi non dipendano da un solo fattore , anzi , che non dipendano affatto da quello. -
Ti consiglio di fare un passo indietro e frequentare delle amiche, poi se farai sesso cerca di farlo con qualcuno con cui c'e' del sentimento, cosi' molte cose "dovrebbero" teoricamente venirti molto piu' naturali.
Una ragazza verrà attratta da te come persona non perché immagina che tu sia uno stallone...
Il problema sta nel trovare la persona giusta non solo che ti attragga per una qualche caratteristica - non per forza solo fisica - ma che anche ti infonda sicurezza e che ti capisca. Con la quale tu possa parlare tranquillamente di questo tuo problema di ansia o stress. Ma appunto deve essere una persona di cui ti fidi, con cui hai un rapporto... Sennò, per quanto una ragazza che paghi possa essere paziente e comprensiva come dici tu, ci sarà sempre qualcosa che ti blocca perchè ovviamente con lei non hai alcun tipo di rapporto.
quindi penso che la settimana prossima fisserò un incontro con una di loro.. speriamo bene e che l'ansia non mi blocchi prima di andarci.. farò poi sapere!!
Conoscerai solo una quarta sconosciuta mi sa.
Non concordo affatto con chi consiglia dei farmaci per la sua situazione, per varie ragioni. -
Per quanto riguarda i posts di Gattone e la huesera :
entrambi scrivete cose possibili .
La situazione si riflette su entrambi i partners , ma di base sarebbe originata solo da uno ...
Prendersi cura della persona che si ama (averne cura) , può essere funzionale al benessere della coppia stessa...
Bisognerebbe capire se e fino a dove spingersi nel farlo e come, senza darsi delle colpe (da una parte) o darle all'altro/a partner.
La situazione si verificava anche nella relazione precedente , quindi bisognerebbe capirne i perchè , e questo lo si potrebbe capire solo se ne parlassero apertamente e sinceramente. -
Mi trovo sostanzialmente d'accordo con quanto detto da la huesera, non credo che il tutto sia condizionato dal partner, decisamente.
In realtà sarei d'accordo anche con quanto dice Superba ma sinceramente non ho capito il senso concreto della seconda parte del suo post.MrBrightside , se puoi citare le frasi del mio post alle quali fai riferimento , proverò a spiegarle meglio ,grazie
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Caro Replicante,
Io sono credente. Per me Dio ci ha ha due doni unici:la vita e il libero arbitrio.
Sono due doni di un valore immenso.Ciao Melvin .
Vorrei capire ...
E per chi non fosse credente,?
Metti il caso che un individuo non lo sia , e non lo sia in maniera netta , razionale e cosciente, dovrebbe allinearsi a quanto una persona credente affermi e sottostare acriticamente a un Credo al quale Non Crede?
Se i doni fossero tre invece che due e il terzo fosse la possibilità di scelta tra una vita non vita e morte fine del tutto?
In cosa consisterebbe il libero arbitrio secondo te?Tu parli d'inferno in terra, quando descrivi una vita fatta di dolore e sacrifici.
Io dico che il dolore e il sacrificio che subiamo qui, sarà la strada per la beatitudine eterna..Rispetto il tuo Credo ...
Sarebbe bello che questo stato di beatitudine si verficasse nel corso della propria esistenza "reale" e non solo in quella ipotetica ...
la parola "eterna",ha un qualcosa che mi suscita preoccupazione ...
Personalmente ,non vorrei una beatitudine eterna , ne una sofferenza eterna (antitetica alla beatitudine )...
non mi piacerebbe mica tanto ad esempio , finire nel Credo di una religione che si prefiguri una reincarnazione eterna dove espiare i propri peccati...Ma rimanendo nel campo del laicismo, ognuno di noi ha la possibilità di crearsi un altro canale.
E chi questa possibilità invece non l'avesse?
Abbiamo lo spirito di conservazione che ci spinge a migliorare.
In genere ,ci spinge a sopravvivere.
Sopravvivere è ben diverso da vivere.
Migliorare : non so , metti il caso di un malato inguaribile ...Se non siamo masochisti, non possiamo non voler mutare la nostra condizione.
I farmaci e la terapia sono gli strumenti che l'uomo si è inventato per darsi sollievo e aiuto.
Il suicido è solo una fuga, non la soluzione.O , se, i farmaci stessi , tra gli effetti collaterali aumentassero esponenzialmente anche del 500-700% % questa possibilità (ti potrei citare degli studi pubblicati su riviste scientifiche internazionali in proposito, anche uno Norvegese )
"Il suicido è solo una fuga, non la soluzione."
Perchè dovrebbe esserci una soluzione a tutti i costi?
"Se non siamo masochisti, non possiamo non voler mutare la nostra condizione."
Si potrebbe non essere masochisti e proprio per quello non voler continuare a soffrire ?
Sul "voler" mutare la propria condizione non mi trovi tanto d'accordo, il problema è il "poter" mutare la propria condizione .
E se , i farmaci non esplicassero effetto alcuno?Ripeto tornare ad essere polvere e nulla come puo' darti gioia?
Ammesso e non concesso che si ritorni ad essere polvere , magari si , magari anche luce ,o forse no...
chi si suicida non cerca la "gioia" ma di terminare le proprie sofferenze , in genere pesantissime, altrimenti non lo metterebbe in atto.Non sono le ricchezze materiai che ti danno la serenita interiore.
Su questo posso essere d'accordo con te...
potrebbero però creare le condizioni per favorirla peròI soldi aiutano sicuramente ma se il cuore e' preda della Bestia, sei impotente.
I soldi possono risolvere tanti problemi pratici (senza soldi si "vive" una vita di ...(difficile))
"se il cuore e' preda della Bestia, sei impotente"
Appunto, non puoi, anche cercando non puoi , non "non vuoi"
se il disagio è di carattere esistenziale "non puoi" , "non è che non vuoi"
il punto focale è proprio quello.La lotta contro la Bestia ti sfianca, ti riduce una larva ma ti crea anche gli anticorpi per vincerla.
La vita va affrontata e vissuta.Chi dice , che ce lo impone che "La vita va affrontata e vissuta."
La vita per te è un imposizione ?Io sono pigro ed indolente credimi, ma non mi arrendo.
Ho troppi sogni da realizzare per rinunciare a combattere.Tu non hai sogni?
E se i sogni di un potenziale suicida consistessero nel non esserci o nel non esserci mai stato?
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Ciao, Saudade.
Se tu non gli piacessi o non ti considerasse attraente , non starebbe con te , e non avreste nessuna tipologia di rapporti sessuali.
Intendete la vostra relazione in modi decisamente differenti: sia sentimentalmente che sessualmente.
(Prescindo dal "tradimento" che hai subito).
Riesci ad adattarti alla situazione, e sessualmente ti adatti alle sue esigenze, anche se ,psicologicamente ne soffri e non sai spiegarti il perchè dei suoi comportamenti.
Lui concentra la sua attenzione su di se piuttosto che su di te.
Su di te lo fa indirettamente , cercando a suo modo "la prestazione" , teme di essere giudicato .
Non credo dipenda da te: gli piaci , e , intuisco che quel tipo di giudizio sia assente.
Prova anzitutto a palargliene e a tentare di farglielo capire: non dai delle valutazioni sulle sue prestazioni e i tuoi parametri di valutazione non sono quelli che immagina, questo potrebbe far diminuire le sue ansie e anche di molto.
Forse potrebbe esserci un problema misto , sia legato alla qualità dell'erezione (che non riesce a mantenere, forse, non solamente a causa di problemi psicologici) e di fantasie sessuali specifiche :
Quelle lo condizionano esclusivamente verso una determinata modalità di espressione sessuale , verso la quale prova appagamento psicologico abbastanza intenso (sesso orale) e probabilmente molto intenso (sesso anale).
A te piacerebbe avesse una visione sia del sesso che della relazione in termini più complessi invece.
Perde l'eccitazione perchè far qualcosa di diverso dalle sue specifiche fantasie sessuali non gli suscita piacere .
Questo indipendentemente dal fatto che tu gli piaccia, succederebbe comunque anche con una partner diversa da te. -
"Il mio desiderio che muoia non è egoistico ma altruistico. Nonostante io non senta affetto per lui ritengo che la morte sia una cosa positiva, migliore di una lunga sofferenza che potrebbe distruggerlo in maniera peggiore. "
Ho riflettuto a lungo su questo, anche mio padre è morto (10 mesi fa).
Capisco cosa intendi.
"L'ho definito "abusatore" perchè è quello che i dottori hanno ipotizzato fosse lui con me. Ho avuto il parere di più di un medico, che ha anche analizzato i miei scritti per capire meglio chi fosse questo mostro di cui parlavo spesso nelle mie opere. Avrei potuto farmi ipnotizzare per scoprirlo ma il dottore non ha voluto perchè ha detto che c'era pericolo che io non reggessi alla verità di quel ricordo riportato a livello cosciente. "
"Mio padre fumava, l'odore è l'unica cosa che ricordo del mio abusatore. Ho avuto incubi per moltissimi anni e una volta sola ho visto un volto, ma era senza occhi e senza bocca e non l'ho potuto identificare"
"Supporre che sia lui, e non averne ancora la certezza però, mi mette davanti ad una situazione strana"
Anni fa avevo tentato anche io con l'ipnosi e da poco con l'EMDR di andare a "svelare" alcuni ricordi traumatici del passato.
Con me non han funzionato affatto queste due terapie.
Credo abbia ragione il dottore , il ricordo quasi certamente potrebbe rivelarsi difficilmente sopportabile qualora la terapia con l'ipnosi esplicasse degli effetti su di te.
Sinceramente : penso che andare a "scavare" in questo genere di potenziali ricordi , sia pericoloso , e , se fossi al tuo posto non ci proverei
.
I meccanismi di memoria poi, potrebbero non darti una "versione" veritiera (reale) di quel che ti è accaduto.
Tra l'altro , ogni volta che ricordiamo un qualcosa , la "riprocessiamo" mentalmente e, in un modo o nell'altro ,anche cercando di essere più obiettive possibile , quel ricordo lo "mutiamo" impercettibilmente (senza rendercene conto)...
soprattutto se traumatico...
"Il muro adesso che c'è l'ombra della morte su di lui dovrebbe forse mostrare qualche crepa, ma io invece sento che si sta rafforzando ancora di più.
La morte è una scusa buona per essere ipocriti ed io non lo sono mai stata.
Io abbraccerò mio padre, sì, ma non so se sentirò per lui qualcosa."
Normale: ti stai difendendo e crei una sorta di "distacco emozionale", la situazione è ancora più delicata visto lo stato di salute di tuo padre, e quella sorta di invisibile barriera si infittisce ,e cosi quella nebbia che non ti consente di far chiarezza sul tuo passato.
Molto positiva la tua affermazione "io abbraccerò mio padre" . -
Conviene far riposare gli scheletri dagli armadi, tirarli fuori e riporli con cura e con amore ma per te stessa; non avrai rimpianti...
Si, andandolo a trovare eviterà di aver rimpianti.
Per tutto il resto ci vorrà un sacco di tempo (immagino).