Messaggi di Char_Lie

    Io l'ho preso per un paio di mesi (non so per quanto tempo sei riuscito a prenderlo tu, ma io tanto ho resistito :D) e avevo gli stessi effetti collaterali di cui hai parlato (non riuscivo quasi a muovermi e contemporaneamente non riuscivo a riposarmi, non so descrivere meglio queste sensazioni ma erano davvero molto sgradevoli), quando assumevo il medicinale le mie giornate erano una schifezza. Lo psichiatra sosteneva di aspettare, ma io dubito che la situazione sarebbe migliorata.
    Se già l'hai provato e questi effetti sono stati molto forti come sul sottoscritto ti consiglio di parlarne col medico, questo di sicuro comprenderà il problema. Anche se probabilmente ci sono altre persone alle quali questo farmaco produce questi effetti in modo molto accentuato, comunque penso che non sia il farmaco in sé ad essere cattivo in generale è a certe persone che fa questo effetto qua.

    A me faceva lo stesso effetto abilify, non ne traevo alcun giovamento, decisi di parlarne con lo psichiatra, siccome questo continuava ad insistere riguardo alle presunte facolta terapeutiche del medicinale trattandomi come una persona non in grado di intendere e di volere... Beh... Ho deciso poi di cambiare psichiatra :D .
    Non fa comunque a tutti quell'effetto là. Ti consiglio di parlarne con il tuo psichiatra e fargli presente il problema chiaramente chiedendogli esplicitamente di provare con qualcos'altro, visti gli effetti di cui parli (se è un buon medico ti darà retta): sei tu che usufruisci del medico per star meglio e non certo il medico di te.

    Non è una questione così economica però. La vita passa. Oggi non tornerà e domani è perso per sempre. Se stai male e non investi TUTTO quello che puoi per star meglio stai sprecando il tuo tempo.
    O no?

    No perché non ho solo un obiettivo esistenziale, se fosse unico lo scopo dell'esistenza (senza produrre conflitti con altro) non ci sarebbero problemi. Si puntano tutte le energie su questo e basta, ma io ho bisogno sia di certe cose che di altre, ora certe cose le ho, ma altre no, se sposto troppe risorse da una parte all'altra investendo di più sul raggiungimento di queste altre mi squilibro e non sto bene, passo da una situazione in cui "non sto bene uno" ad un'altra in cui "non sto bene due".

    Ora sono disposto ad investire un TOT per un obiettivo, per ora non riesco con questo TOT e perciò penso che mi serve aiuto, ma avrei bisogno di un reinvestimento del TOT in un modo nuovo e sconosciuto per me, e non di spostamenti economici da una parte all'altra.

    Ad esempio anche tu quando sei qua e ti distrai sottrai energie al tuo fare esterno, perché non investi TUTTO sul fare esterno e qua non ci vieni proprio?


    Usando un'analogia, questo modo di amministrare uno stato lo conoscono tutti, mancano risorse da una parte e si spostano quelle che già ci sono da una parte all'altra, e ci volevano degli scienziati per far questo?

    E' chiaro poi che un settore resta con meno risorse e se si fa così gli effetti possono essere anche imprevedibili.

    Mi posso lamentare del fatto che non ho una donna, ma se una persona mi consiglia di diventare ricco lavorando un bel po' per arrivare allo scopo, o di ivestire tutti i miei averi che so in qualche impresa economica molto pericolosa poi se le cose non vanno per il verso giusto io che faccio?
    Non avrei poi la possibilità di fare certe altre cose che mi servono comunque per non stare ancora peggio.
    Un altro esempio: puoi decidere di non dormire per giorni e giorni sottraendo risorse al sonno pur di raggiungere un certo stile di vita, ma poi per me così bene non stai lo stesso, bisogna investire meglio le risorse disponibili se possibile e non spostarle da una parte all'altra, le psicoterapie spesso cercano di governare un soggetto così come i governi cercano di amministrare male uno stato, spostando risorse da una parte all'altra, e a me non sta bene.

    C'è poco da fare, per amministrare meglio secondo me, o si trovano nuovi modi di investire le risorse (modi molto più fruttuosi in cui investendo la stessa somma guadagni di più) o nell'insieme si resta grosso modo allo stesso punto.
    Se un sistema prova molta fatica nello svolgere un compito vuol dire che le risorse sono investite
    male nello svolgere quel compito là, se no la fatica non la doveva provare proprio, la risposta di aiuto secondo te dovrebbe consistere in un "investi di più"? Bisogna cambiare qualcos'altro, ma questo altro bisogna individuare cosa sia.

    Non conviene per me investire TUTTO su di un obiettivo perché io personalmente non ne ho uno solo, per questo mi irritano queste strategie... Non tengono conto dell'economia globale dell'individuo. Posso investire TUTTO sul mio vivere meglio generale, questo sì (ma è già adesso investito TUTTO in questo) ma se sposto risorse da una parte all'altra (sempre per vivere meglio), non miglioro la situazione generale, anzi spesso l'ho peggiorata così, ed è una autopresa per i fondelli.

    Voglio una donna, ma non una che mi rompa troppo le palle ed in continuazione, altrimenti raggiungo l'obiettivo "avere una donna" e perdo una buona fetta di tranquillità mentale (ora non sono tranquillo perché non ce l'ho una donna, poi dopo non lo sarei tranquillo magari il doppio perché ce l'ho) e cosa ci guadagno così davvero?
    Si desidera stare con gli altri nella misura in cui questo non va ad intralciare altri settori importanti soggettivamente. Per me è così, poi tu ed altri potete fare quel che volete, io al posto di diverse altre persone che vengono definite ben adattate non starei così bene lo stesso, non mi servono questi modelli qua per risolvere "i miei problemi", ci vorrebbero altri modelli.

    Per questo non sono tanto convinto di queste strategie, mi conosco abbastanza e so che poi sono io stesso a non voler fare certe cose per certi motivi. Ad impegnarsi di più (a svolgere certi compiti) bisogna farlo abbastanza volentieri, se non c'è questa base è inutile suggerirlo a qualcuno (soprattutto a me :D), il fare autocoatto può essere utile in modo molto limitato per me.

    Se mi suggerisci qualcosa di pratico da fare per risolvere un problema e per far questa cosa devo investire le stesse energie che ci metto nel lamentarmi allora ti seguirò subito, se vuoi metterti a fare l'educatore col dito alzato contro il cattivo studente pigro che non ha studiato abbastanza, allora puoi anche evitarlo, sempre se hai buone intenzioni e mi vuoi davvero aiutare, perché poi può darsi che hai altri motivi per cui suggerisci a me e ad altri certe cose.

    Secondo me non è che è chiaro cosa significa lavorare sull'esterno o sull'interno. Il problema è trovare una soluzione adatta a sé, ora che ce la dia il saggio seduto sulla montagna, un prete, la cartomante, lo psicologo, o che ci arriviamo da soli, il risultato non cambia, ad una persona magari interessa vivere in certi modi... Come può fare per vivere meglio? Si sfruttano tutte le risorse che la persona è disposta ad investire.

    E' chiaro che se è arrivata a lamentarsi in un forum, vuol dire che i sistemi standard a cui possono pensare più o meno tutti non funzionano tanto, se no starebbe già meglio. Un "impegnati di più" non serve, già si impegna immagino in base alle risorse che è disposta ad investire per quel risultato, ora il vero problema è trovare il modo per investire le stesse risorse e farle raggiungere l'obiettivo.

    Se si può fare o meno questa cosa non dipende più da nessuno in particolare. Se tu hai qualche idea concreta proponila, le lamentele immagino che a questo servano, per far attivare di più il mondo circostante, non è mica un problema legato a chi ha colpa, almeno per me, quello della responsabilità è un falso problema, a me interessa essere più felice, che sia responsabile il padreterno, io, o tizio o caio, o la PNL non mi interessa più di tanto. Basta che non mi si prenda per i fondelli.

    Lo scopo di certi psicoterapeuti è quello di far aumentare il senso di responsabilità nei confronti del disagio per spingere il soggetto ad investire più risorse di quelle che è disposto ad investire adesso per risolvere un problema, e a me queste false soluzioni qua non mi stanno bene (probabilmente non sono il solo).

    E' chiaro che se investi di più guadagni probabilmente di più, e non c'è bisogno dello strizzacervelli per capirlo questo. Se già si era disposti a far questo e l'intenzione era quella di ben disporsi ad un salasso, non sussisteva alcun problema.

    Se le soluzioni proposte insomma vanno a negare la tesi, non sono vere soluzioni.

    Per bruce0wayne

    Tu non puoi proprio fare nulla né indicarmi soglie, se qualcosa può tornarmi utile dalle cose che dici me lo prendo, altrimenti te lo dico chiaramente che non mi serve quel che scrivi (e forse non serve nemmeno ad altri).
    Te l'ho detto non mi torna utile niente di quel che sostieni. Tu sei felice così, credi in queste cose, quindi vai avanti.
    Se uno mi dice Dio esiste e so che esiste e la fede riempie la mia vita non mi ha mica dimostrato che è così per tutti, so solo a questo punto che lui ci crede a queste cose e sta bene così.

    Che ti insulti era previsto da cosa? Dal fatto che sono scettico nei confronti di quel che sostieni come se fosse una verità incontrovertibile? ;)
    Per la verità la PNL penso che sia una invenzione senza fondamenti, roba da esorcisti, funziona perché le persone vogliono crederci di star meglio, ma dietro questa patina superficiale c'è la stessa disperazione e disorientamento.

    Tu fai tante cose (e immagino che il tuo fare sia quel fare delle persone affaccendate che devono vendere un prodotto e cose del genere, i soliti coach della mente che tengono meeteng e fanno spezzare frecce col torso) e sei contento così, io non lo sarei al posto tuo, per te fare per fare è un valore, per me no.
    Ovviamente devo fare altre cose anche io durante la giornata per sopravvivere, non sono sempre qua a lamentarmi, poi rispetto al provare e fallire, ho già provato abbastanza in passato, ora mi sono rotto le palle.

    A te piace questo tipo di vita? A quanto pare sì, quindi non hai gli stessi problemi che ha una persona come me, come puoi fare ad aiutarmi davvero? Non puoi. Se vivo come te io sto ancora peggio.


    Ma poi che razza di passatempo è venire in un forum di persone che si lamentano in modo del tutto irrazionale? Caspita, se è così non è che stai messo bene.

    Non avrebbero proprio il tempo di pensare a quanto è squallida la propria esistenza, solo chi si ferma può accorgersene, chi si muove freneticamente e si stanca sistematicamente non se ne accorgerà mai, ma bene per me non sta lo stesso, anzi sta pure peggio: questo "star bene qua" io non l'invidio, per questo ti ho detto prima che se per te affaccendarti a far qualsiasi cosa rappresenta una soluzione soddisfacente, buon per te, ma non è mica detto che questa cosa risolva i problemi degli altri. Tu sei abbastanza felice così? Lavora e fai, ma non pretendere che queste cose rappresentino buone soluzioni per tutti.

    Poi è abbastanza semplice notare questo: se hai un dolore alla gamba destra, piantandoti un coltello nella sinistra magari finisci col non sentirlo proprio più l'altro dolore.
    Ma questa non è una cura del primo male, si allontana la percezione del primo dolore con un secondo dolore ben più grave.

    La depressione (una forte tristezza mista a rabbia) magari è un male minore dell'indigenza, chi è indigente come può avvertire sentimenti di depressione? Non può perché la coscienza non potrebbe percepire tutto allo stesso modo, ma questo non vuol dire che su quel versante è tutto a posto. Solo uscendo da quella fase si può osservare qualcosa.

    Delle persone nemmeno se ne accorgono della qualità della loro vita relazionale se non c'hanno niente da mettere sotto i denti, ovvio.

    Forse chi è depresso già sta meglio di migliaia e migliaia di altre persone con problemi e difficoltà ben più gravi, ma questo cosa c'entra? Al peggio davvero non c'è fine.

    Tu poi che stai a fare qua? Anche a scrivere in un forum sono capaci quasi tutti. Invece di perdere tempo in un forum dando consigli (probabilmente inutili) a chi si lamenta, vai a fare qualcos'altro.

    Se tu fossi davvero coerente con quel che sostieni, qua non dovresti starci proprio, e invece sei qui.
    Lo scoglio vero secondo me non è rappresentato dal fare, si fanno tante cose, ma la maggior parte non le si fa volentieri, per me quel che manca davvero è questo "volentieri" e non il "fare" in sé.

    A fare si possono fare sempre tante cose, ma se queste non hanno un senso all'interno dei propri valori e piaceri, risultano svuotate, inutili e anche dannose per la mente. Per me non è detto che un qualche senso relativo ad ogni universo soggettivo di valori umano lo si possa rintracciare nel mondo circostante (il mondo concreto, del soggetto, dei suoi bisogni e delle sue aspettative, se ne infischia) e perciò finché non si trova un corso d'azioni coerente con i propri valori e piaceri, il fare rappresenterà un fare doloroso ben più grave del dolore che si cerca di combattere.

    Certo agendo si prova un sollievo dovuto al fatto che la coscienza è gravata dal lavoro, ma per me non aggiusta niente questo agire insensato, equivale a produrre un dolore più acuto pur di non sentire quello più lieve, ma è una strategia ancora più irrazionale.

    Sogni sbagliato. A campare fatica persino chi non ha bisogno di lavorare.

    Non è mica detto che debbano farcela tutti per forza. :)

    Il tempo ti ammazza anche se non accetti la pena. La differenza è che dura di più (la pena).

    Alla fine il tuo problema è tutto li.
    Come al solito.

    Il resto è solo una spalmata generale pessimistica.

    E c'è ben poco di patologico.

    Io comunque bene non sto, mi interesserebbe qualche soluzione e non la guarigione da una fantomatica malattia, e tu comunque non ne hai. Ripetete tutti le stesse ed identiche cose, la vita è fatta così e vale la pena d'essere vissuta, la pena va accettata... E così via.
    La mia spalmata pessimistica poi non è pessimistica, descrivo solo così come stanno le cose, tanto è vero che tu stesso mi suggerisci di accettare la pena, perché a quanto pare c'è ed è reale non è mica pessimismo, non sta nella mia immaginazione e non è nemmeno una questione di interpretazione, se no non suggeriresti di accettarla.
    Mettiamola così: accettando la pena (in certi ambiti) io vivo male, non accettandola vivo male a causa di certi effetti dell'evitamento, cosa dovrei fare per vivere meglio?

    Se le risposte sono le solite scemenze filosofiche e stoiche sull'accettazione, con me ve le potete risparmiare.

    Rispetto al sogno rispondevo ad un altro messaggio, io comunque sogno quel che desidero davvero, che sia "sbagliato" e cioé che il sogno a quanto pare non corrisponde nemmeno lontanamente alla realtà circostante, l'ho osservato bene anche io, che è "sbagliato" in tal senso l'ho capito non c'è bisogno che me lo ricordi tu, il problema per me non è dissolvere il sogno ma realizzarlo.
    Il tuo suggerimento è "cambia sogno", basta non sognare un c∙∙∙o o molto meno e s'è risolto tutto. Sogna direttamente che campare male in certi modi è una manna dal cielo e stai già a posto, così sognerai sempre nel "giusto".
    Se tu sei contento così, vivi così, hai risolto tutto, sai come vivere e esser contento d'essere al mondo, ma mica è detto che la tua soluzione vada bene anche per me.

    Le domande spesso ci sono e chiedono una risposta, sono le risposte che secondo me mancano sempre... E i filosofi purtroppo ormai sono le persone meno indicate per darle.

    Non sei per niente matto, ti sei semplicemente accorto di come questo sistema sia ben lontano dall'essere soddisfacente...ed ho usato un enorme eufemismo...
    Proprio grazie alla tua analisi lucida sei arrivato a chiederti, se quello che vedo non mi piace , è tutto qui? Ma è questo quello che voglio dalla vita?
    La risposta è no. C'è di più. Ma la risposta non la trovi nel sistema, che invece ti vuole docile e mansueto per i suoi scopi, la risposta la trovi iniziando a sognare delle possibilità diverse, e iniziando a credere che la vita la puoi dirigere dove vuoi, non contano i risultati ma l'intento, è li il succo. Inizia a sognare un mondo migliore...ne vale la pena...

    Ma a sognare sogno, ma il sogno resta sogno e la realtà concreta realtà. Sogno di poter campare senza faticare, sogno una donna che mi piaccia e mi accetti senza farmela pagare, sogno questo e quell'altro, ora però queste possibilità diverse non basta immaginarsele affinché diventino possibilità reali.
    Poi è proprio questa pena che per me nella realtà rappresenta un problema, se si usa un'espressione come "ne vale la pena" già questa cosa indica che la pena nel reale c'è, ed è questo il problema di fondo. Dovrei cercare un modo di vivere in cui "non valga più questa pena di vivere", questo è il mondo nel quale davvero vorrei vivere.
    Per me le pene per esistere, adattarsi, rendersi funzionali, sono sempre troppo alte rispetto a quel che si va poi a guadagnare davvero.
    Come faccio a dirigere almeno la mia vita verso questo mondo qua? Questo per me reppresenterebbe un vivere nel benessere, ma né io né le persone attorno a me c'hanno qualcosa di concreto in mano.
    Si può vincere bluffando qualche volta, ma alla lunga la maggior parte delle persone perde e basta.
    Si accetta la pena come qualcosa di normale (la tassa da pagare per vivere) e si va avanti finché non ci pensa il tempo ad ammazzarti definitivamente.

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    Secondo me, i momenti di piacere e distensione non sono solo pochi attimi. Dipende da noi stessi.

    Penso che abbiamo il potere e la capacità di cambiare le nostre vite.

    I momenti di distensione che non dipendono dall'esterno sono abbastanza miseri per me. Io ho provato molto piacere quando mi sono illuso che una donna che mi piaceva stava con piacere con me e mi accettava, ecco quando ho provato piacere, ed è dipeso anche da un mio pensiero falso, dato che poi alla luce di nuovi fatti ho scoperto che non era così. Poi se lei prova questi piaceri anche quando fa una passeggiata o altro, buon per lei, io non li provo e nemmeno voglio convincermi che qualcosa sia piacevole ripetendomi cento volte che è così, se lo provo piacere lo provo, se no niente. Certo che ci sono anche i masochisti che si son convinti che il dolore rappresenta un piacere, e così si vogliono curare le persone convincendole che è piacevole quello che per il loro istinto non risulta affatto tale.
    Vista in quest'ottica qua tutto dipende da noi, ti puoi far piacere anche la m∙∙∙a. Ma io non voglio farmi piacere la m∙∙∙a voglio mangiare concretamente altro.

    A me sembra di aver visto bene tutto quel che ho attorno, positivo e negativo, ma il negativo ha davvero la meglio, non è una visione pessimistica da correggere. Se abbiamo la prospettiva esistenziale di dover lavorare per tirare avanti, far fronte a malattie e disagi, e così via, e tutto questo in cambio di pochissimi attimi di piacere e distensione, perché le relazioni sono complicate, il sesso non ne parliamo proprio, con la certezza poi di andare verso la vecchiaia e il deterioramento psicofisico. Sono matto se la vita inizia a sembrarmi una mezza fregatura? Qua per rendere una persona adattata bisogna per forza di cose illuderla che arriverà chissà quale ricompensa futura per gli sforzi fatti e da fare (per questo si sono inventati la religione, oggi che non attecchisce più c'è la psicoterapia), se si vedono davvero le cose così come stanno in molte esistenze umane è normale essere depressi.
    Se mi si dice che non è vero quello che scrivo, vorrei qualche prova concreta che non è così, da quel che osservo, le cose stanno davvero così. Le persone concretamente felici senza troppi problemi sono un'eccezione dovuta al caso, molti campano uno schifo e muoiono ancora peggio.

    Citazione

    prendere consapevolezza che è irrazionale pensare "se esco di casa, muoio" è importante, ma il lavoro più efficace è ragionare che " non è vero che se esco di casa muoio, sono uscito tante volte. mi rendo conto che non sono in grado di prevedere il futuro". (è una semplificazione molto semplificata della semplificazione).

    Certo che in genere non si ha paura di morire se si esce di casa, si ha paura di altre cose magari. Di essere umiliati, derisi da certi altri, magari derubati, e cose del genere. Dato che pure a un ministro gli hanno dato dell'orango alcuni colleghi non è che questi pensieri siano tanto immaginari. Riguardo al chiwawa, beh non è un tipo di cane poco aggressivo come qualcuno crede, se si ha paura d'essere ammazzati da un cane del genere il pensiero è irrazionale, ma vi assicoro che questo qua morde lo stesso e magari anche più spesso di altri tipi di cani. La piccola stazza non assicura mica una minore aggressività.

    "Il Chihuahua è molto legato al proprio padrone fino ad
    essere possessivo, per il suo temperamento difficilmente va d’accordo
    con i bambini, e puo’ diventare aggressivo nei confronti degli
    sconosciuti e per questo, nonostante le dimensioni, è un buon cane da
    guardia in quanto avvisa della presenza di estranei."

    Perché le idee che si hanno rispetto all'ambiente possono essere disfunzionali? Perché non lo si vede positivamente.
    Ma io sinceramente non riesco a capire perché dovremmo vederlo positivamente l'ambiente se poi in base ai nostri valori è realmente una schifezza e produce disturbi e disagi di vario tipo. Pensare che sia una schifezza provoca di sicuro malessere in una persona, ma a questo punto come lo si dovrebbe togliere questo malessere, raccontandosi un'altra storia, anche se non vera?
    Se non desidero che un cane mi morda ad esempio, starò attento anche nel caso del chiwawa, visto che i denti ce li ha pure questo, dov'è situata l'irrazionalità?

    Se non hai paura di nulla, nessuna storia ti spaventerà, se hai paura di qualcosa ci sono storie e descrizioni che spaventano e altri che non spaventano. Ora però se i racconti che spaventano sono veri e rappresentano pericoli non immaginari, che si fa?