Messaggi di Sebastian Bassong

    Ciao, grazie mille per la risposta.
    Sai, purtroppo il mio non è un periodo, la fobia mi accompagna fin da bambino, è quasi un mio tratto caratteriale ormai. Anche uscendo spesso, nel periodo in cui andavo all'università ad esempio (alle lezioni), la fobia mi si era attenuata inizialmente, ma poi inevitabilmente è ritornata, e quando ritorna poi mi rende impossibile uscire e mi fa ricadere in trappola, mi è successo a scuola, all'università, praticamente sempre.

    Non so se la mia è una malattia, probabilmente come dici è una sofferenza della psiche, un qualcosa che in ogni caso influenza il mio modo di agire, di percepire, di ragionare...
    Ad essere sincero no :D, non lo avevo visto quell'anime, seguirò il tuo consiglio e lo vedrò, anche se è difficile per me, credo di non vedere un film da più di un anno, l'apatia e forse anche un po' la tendenza alla depressione mi causano una certa ansia nel vedere film, o serie, o anime, che portano a riflessioni molto profonde, basta pensare che stavo seguendo Attack on Titan, ma ora da due mesi non riesco più a leggere i nuovi capitoli perché mi faccio coinvolgere troppo.

    Comunque no, dallo psicologo non ci vado perché la fobia mi rende impossibile andarci, non riesco neppure ad andare dal medico di base per un mal di testa...

    Caro Sebastian, mi aspettavo una risposta simile da parte tua.
    Allora, innanzitutto i tuoi genitori: in certe famiglie è se non impossibile molto difficile avere un rapporto aperto, in cui ci si parla liberamente, la mia e la tua sono due di queste ma non siamo i soli. Ridimensionerei però il peso della risposta di tua mamma: credo che la sua risposta manifesti una profonda incapacità di gestire il problema, bada bene non di gestire TE, bensì le difficoltà che incontri quotidianamente nel vivere, probabilmente il tuo parlarle della possibilità di suicidio l'ha completamente spiazzata e disorientata, lei semplicemente non ha le armi per affrontare un problema così grande, altrettanto probabilmente oppone all'idea che suo figlio possa suicidarsi un enorme rifiuto. Perché trattasi proprio di qualcosa di inaccettabile. Per quanto riguarda tuo padre, anch'io alla tua età (ora ho 25 anni) evitavo sia di vederlo sia di parlarci, negli anni mi ha fatto molto male, ma certe cose non le puoi cambiare. Una di queste è il passato. A me col tempo è andata meglio, molti miei amici con problemi simili con i genitori testimoniano che il rapporto è migliorato solo quando sono andati via di casa. Io posso testimoniare la stessa cosa. In certe famiglie va così.
    Venendo a te, effettivamente è chiaro che possa essere una difficoltà uscire e cercare aiuto parlando con qualcuno, quando il solo uscire di casa rappresenta un problema. Paura dello sguardo altrui, paura di incontrare qualcuno che conosci, paura generica e generalizzata...ti capisco. È anche per questo però che esiste il telefono amico: aiuto psicologico senza dover incontrare qualcuno di persona. Che è un po' ciò che ottieni anche in questo forum, la differenza è che lì ci sono dei professionisti senz'altro più preparati di me e degli altri utenti del forum. Avrei dovuto suggerirtelo già nel primo post. Questo forum può essere uno spazio utile per un primo tuo approccio al problema che vivi, ma secondo me alla lunga può essere insufficiente. Ma il fatto che tu abbia cercato aiuto qui è già qualcosa! Non esitare a rivolgerti però anche a dei professionisti, perché mentre qui puoi trovare delle parole di conforto, là potresti trovare qualcuno che ti aiuta più concretamente. Avrei cercato il numero per te ma credo che cambi da città a città, quindi fai tu una semplice ricerca su google. Non esitare a chiamare: loro sanno come fare. E se la prima persona con cui parlerei non ti ispira fiducia, richiama e risponderà qualcun altro. Pensaci. Non metterti fretta, ma pensaci davvero e quando ti sentirai pronto fallo. A un certo punto, dovrai farlo e basta senza ulteriori obiezioni della tua mente.
    Infine, è difficile passare le giornate in casa quando però non hai davvero un'alternativa perché l'idea di uscire ti blocca. Allora, intanto potresti provare a uscire in dei momenti in cui c'è meno gente in giro: potresti andare al parco, o se nella tua città c'è al fiume. Stare un po' nella natura aiuta. Se hai paura di incontrare gente nell'andare in questi posti, raggiungili in pullman: così incontrerai soltanto le persone del bus e non altre (è già qualcosa!)...naturalmente tutto ciò a piccoli passi, prima 5, poi 10 minuti al giorno e così via...non si può pretendere che da zero tu faccia tremila cose. Se invece non riesci proprio a uscire - o nei giorni in cui non riesci a farlo - fatti dare un consiglio su come trascorrere il tempo che hai a casa. La cosa migliore che tu possa fare è impiegare questo tempo in qualcosa che tenga la tua mente attiva. Quindi bando a tutte le attività in cui la tua mente è semplicemente passiva (stare al pc, sui social, ma anche guardare serie tv...), questo perché queste attività non distraggono davvero la tua mente dal tuo malessere. E quindi così facendo rimani impigliato nei tuoi pensieri negativi. Già leggere è un'attività migliore da questo punto di vista. Ti risulta estremamente faticoso? Ok, allora poche pagine al giorno. Poi aumenti, man mano che te la senti.
    Tienici aggiornati! Un altro abbraccio.

    Ciao topolinia, e grazie di nuovo per i consigli e per l'abbraccio. Allora, in questi giorni il mio unico amico mi ha proposto di uscire per andare a correre insieme a lui, ed io con molte esitazioni alla fine ci sono riuscito.
    Certo, non è stato un grande passo avanti, ero solo con lui, che è la persona della quale mi fido di più (più dei miei stessi genitori), ed eravamo in una pista ciclabile/pedonale completamente inutilizzata, quindi in fondo è vero che sono uscito, però in un ambiente decisamente confortevole, per questo non lo vedo come un grandissimo passo avanti, anche se uscire di casa è stato sicuramente positivo.
    Il giorno dopo mi ha chiesto di uscire la sera per andare in pizzeria, ma non ce l'ho fatta, perché portava anche amici suoi. Così quando ha insistito per capire il motivo, gli ho parlato dei miei problemi, e lui mi ha capito, cioè ha capito il mio disagio, non il mio problema, però è stato già tanto. Poi lui ha cercato di convincermi a riparlare con mia madre, ma io non l'ho fatto, però mi sono promesso di farlo entro la fine dell'anno, anche se non so se sia una buona idea.

    Per quanto riguarda il telefono amico, ho provato a contattarlo, ma nel momento in cui mi rispondono non ce la faccio a dire una parola, purtroppo mi sono reso conto di avere anche paura di parlare al telefono. Peccato che non esista una chat-line del telefono amico, dovrò riprovare a chiamare, spero che ci riuscirò prima o poi.

    Aggiungo a quanto detto prima, dato che sei musicista (che strumento suoni?) dedicati a quello nel tempo che passi a casa! Dedicatici con tutto te stesso, anche se a volte puoi sentirti demotivato continua a farlo e imponitelo, nessun musicista professionista è "nato imparato", quindi fallo e basta dato che ne puoi trarre soddisfazione ed è qualcosa che si avvicina ad un tuo sogno! Un'ultima domanda: quando sei andato via di casa per studiare, era per studiare musica? Se sì, cos'è andato storto?

    In effetti già ci dedico tanto tempo alla musica, sto tanto tempo al PC perché faccio musica proprio al PC, poi suono un po' la tastiera, ma è molto limitata, per questo uso il PC, e a dire il vero è l'unica cosa che faccio durante il giorno, ho anche pubblicato alcune cose su soundcloud, poi se ti interessa potrei inviarti il link in privato.
    Quando sono andato via di casa non era per studiare musica, purtroppo dove sono io musica non la si può studiare da nessuna parte, non c'è proprio, studiavo ingegneria informatica, ma dopo i primi 2-3 mesi dove sembravo davvero aver cambiato vita (mi trovavo bene anche con i colleghi, la fobia sembrava quasi sparita), sono ricaduto nella trappola, anche perché il sogno della musica è ritornato a pressarmi e non lasciarmi più impegnare serenamente in qualcosa che in fondo non mi soddisfaceva (e da lì gradualmente l'università è diventata un incubo e sono stato costretto a lasciarla per salvarmi).

    Io credo tutto quello che hai descritto deriva da un unico problema , questo problema e solo nella tua mente ,almeno io me lo ripeto continuamente, dovresti affrontare questo problema che ti affligge piu stai rintanato e piu ti allontani dal mondo...cerca un qualcosa che ti piace fare qualcosa che ti conduca all esterno qualcosa con cui confrontarti di continuo....io ne sono uscito cosi o almeno combatto per uscirne....sono un ansioso e agorofobico, questa situazione mi stava trscinando in un mondo buio e lontano dalla realta pieno di tristezza depressione e distacco dal mondo esterno...ho deciso di crearmi un qualcosa di mio che adesso e diventato il mio lavoro! Pensa un po un agorofobico che si e dato alla vita in campagna, lontano da casa...la mia creazione (allevamento)mi ha visto crescere di pari passo a lei ogni tanto cause esterne cercano di affondarmi e trascinarmi di nuovo in una gabbia ma ce qualcuno, qualcosa che ha bisogno delle mie attenzioni, delle mie cure quindi non posso permettermi di tradire quel qualcuno o qualkosa che mi regala tante soddisfazioni...cerca una MOTIVAZIONE ANCHE TU !!!

    Una motivazione ce l'avrei, il mio sogno fin da bambino è fare musica, e vorrei che diventasse il mio lavoro.
    Io ti apprezzo tanto per esserci riuscito, ma non credo che ci riuscirò anche io, anche se ci provassi per la mia situazione attuale sarebbe impossibile, abito in un posto isolato dal mondo e fare musica dalle mie parti è un qualcosa che nemmeno esiste, non c'è proprio nessuna parte dove andare per studiare, imparare musica.
    Dovrei trasferirmi, abitare da solo, l'ho già fatto nella mia breve esperienza all'università, non è un grosso problema, il problema è quando devo uscire fuori, avere contatti con le altre persone, è troppo difficile per me, soprattutto se poi per mantenere il rapporto devo continuare a incontrarmi con altre persone.

    L'unica cosa che mi piacerebbe fare nella vita è la musica, tutto il resto sarebbe un accontentamento, ma se devo accontentarmi finisco col stare male come mi è già successo e mi succede ora, e quindi ritorno nel pantano, ritorno nella trappola che mi imprigiona e dalla quale non riesco a liberarmi, in nessun modo.

    Il mio problema è che sento di non poter resistere ancora per tutto questo tempo, cerco di darmi la risposta da anni e me la sono anche data a dire il vero, non c'è nessuna differenza tra me e gli altri, sono come tutti gli altri.
    Eppure l'ansia non è sparita, anzi è peggiorata, per cui il problema sta da qualche altra parte, non è così semplice come sembra.
    Essendo una fobia non basta la razionalità per farla sparire, ho anche la fobia delle farfalle, ad esempio, e so bene che una farfalla non potrà mai costituire un pericolo per me, eppure ho paura, anche se so che non c'è nulla di cui avere paura.
    È un qualcosa di illogico, per questo non riesco a trovare una soluzione, è qualcosa che non comprendo.

    Una bravissima scrittrice una volta mi descrisse così : 《[...] ora invece sembrava un essere solitario abbandonato ai confini del mondo, nudo, svuotato da ogni sentimento, e questo a *** metteva i brividi.》

    Hai descritto una storia bellissima e toccante ! Chissà che personalità complessa e meravigliosa possiedi... Eppure è costretta a rimanere sepolta negli abissi dell oscurità a causa di questa tua fobia nei confronti del genere umano...

    Ma perché ? Cosa c è là fuori che ti spaventa ? Di cosa hai paura ?

    Non lo so, non so di cosa ho paura, esco di casa e l'ansia mi assale, se qualcuno mi incrocia e mi fissa inizio ad affannare, a comportarmi in modo strano, mi sento profondamente inadatto e torno a casa, non resisto, altrimenti avrei gli attacchi di panico in pubblico.
    Anche se so di non avere nulla da temere, ho paura lo stesso, è la fobia, è irrazionale, priva di logica.
    La mia trappola è essa, mi impedisce di chiedere aiuto, di cercare aiuto, di trovare aiuto, di crearmi il mio stesso aiuto, è come stare chiuso in gabbia a tutti gli effetti...

    Mi pare di capire poi che tu non abbia un eccellente rapporto con i tuoi genitori, e anche su questo punto ti posso capire, davvero non sei solo. Sei proprio sicuro che tu non possa aprirti con loro? Se la risposta è affermativa (ma ti invito ad assumere un atteggiamento perlomeno di dubbio) ti consiglio di provare a rivolgerti al csm della tua zona, potrai provare a fare un colloquio con uno psicologo/a che meglio saprà indirizzarti. Datti questa possibilità, è importante, non tutto è perduto. Nel frattempo ti mando un abbraccio virtuale, e ti invito a continuare a scrivere.

    Ciao, non posso che ringraziarti dei consigli, davvero, e grazie anche dell'abbraccio.
    Con mia madre ho già provato a parlare, ma lei si è letteralmente girata dall'altra parte, ha fatto finta di nulla, e quando gli ho parlato dei pensieri suicidi mi ha risposto: "Se lo vuoi fare fallo, basta che non me lo fai sapere".
    Sì è una cosa bruttissima, e non me lo sarei mai aspettato, adesso la faccio sembrare una cattiva persona, ma non lo è, è sempre stata buona, e ancora di più quella risposta mi ha distrutto ogni speranza verso di lei.
    Con mio padre invece non ci parlo quasi mai di nulla, lo vedo giusto a pranzo perché lo evito di proposito, mi ha tormentato per tutta l'infanzia e anche un po' nell'adolescenza con violenza fisica e soprattutto psicologica, e adesso mi viene difficile persino guardarlo negli occhi.

    Andare al csm sarebbe l'unica mia possibilità, è vero, ma la fobia sociale me lo impedisce, non è semplice timidezza, è proprio paura del contatto sociale, non riesco a stare più di 5 minuti fuori di casa, vado nel panico, mi sale l'ansia, e l'unica cosa che riesco a fare è ritornare a casa.
    Per esempio potrei andare dal medico, ci ho provato un paio di volte, mi ero messo in testa di andarci, ma poi non ce l'ho fatta, perché è questa la maledetta fobia, anche se so di non avere nulla di cui preoccuparmi, mi preoccupo lo stesso, è fuori dal mio controllo.
    Per questo poi mi sento così in trappola, le soluzioni ci sono, non ci so arrivare io, non ce la faccio ad arrivarci...

    Mollare ancora prima di iniziare? Potresti perdere un'occasione irripetibile.
    Scusami se sarò diretto, ma se ti abbatti alle prime difficoltà non darai mai nemmeno un esame, le difficoltà nel mondo universitario ci sono, ed è bene che ci siano, perché una volta nel mondo del lavoro di problemi e imprevisti possono capitare ogni giorno, e ci si deve trovare pronti.
    Quali problemi hai avuto con l'immatricolazione? Comunque, anche se perderai la prima settimana, per mia esperienza posso dirti che si farà poco, nelle prime settimane in genere i professori riprendono alcune cose delle superiori, consigliano i libri da comprare, ma queste sono cose che puoi farti dire da qualche collega una volta lì.

    Il primo computer è arrivato in casa nel 2004/2005, non ricordo di preciso, ce lo regalò nostro cugino, aveva Windows 98, e aveva un suono di avvio fighissimo che non sono mai più riuscito a ritrovare :D
    Ricordo che mio padre ci impediva di utilizzarlo se non c'era lui ad accenderlo e a vigilare, in realtà ho imparato in breve tempo a usarlo molto meglio di lui, e nel tempo ho maturato una vera e propria passione per l'informatica, ad oggi posso considerarmi un esperto (mentre mio padre continua a capirne poco :D).

    Sono incastrato in una condizione senza via di uscita, o almeno io non riesco a vederne alcuna.

    Ho 20 anni, sempre stato problematico (4 anni fa senza nemmeno ricordarlo avevo già scritto su questo forum), fin dall'adolescenza soffro di fobia sociale, che ha decisamente limitato la mia persona.
    Se prima la mancanza di relazioni mi causava tristezza, adesso non più, adesso preferisco restare solo piuttosto che avere a che fare con le altre persone, avverto solo la mancanza di un simile col quale condividere i miei ristretti e particolari interessi, ma per il resto non sto bene con le altre persone, e loro non stanno bene con me, il che mi rende impossibile la vita in società.

    Nel pratico, diplomatomi l'anno scorso, ho intrapreso la carriera universitaria, ma dopo un anno infernale per il profondo disagio causatomi dall'aver fatto una scelta sbagliata, mi sono ritirato, e al momento non faccio nulla.

    Rinchiuso in casa da mesi, in realtà da anni, prima uscivo solo per la scuola, le giornate volano una dopo l'altra, ed è estremamente deprimente svegliarsi e dover già andare a letto senza nemmeno rendersi conto del passare della giornata.
    Non so più cosa siano gli alberi, o le nuvole, o il cielo, tutto ciò che vedo sono mura bianche e schermi elettronici, il cielo potrebbe neppure esistere più per quanto ne so.

    Vivo una non-vita, non riesco a chiedere l'aiuto di nessuno, la fobia me lo impedisce, e così avendo provato tutte le soluzioni a mia disposizione (fallite) sono caduto in una trappola senza via di uscita, non so davvero come fare.

    Lotto ogni giorno contro una mente stanca che vuole cedere, provo a resistergli ma ormai sono agli sgoccioli, resisto da anni, chiunque sarebbe stanco, e la mia mente è molto determinata, non molla, vuole condurmi oltre il sottile limite che mi separa dalla follia.

    Follia, perché oltre alla fobia sociale è evidente che io, forse per conseguenza dell'isolamento, soffra di altri problemi decisamente più gravi, a partire da quella che credo sia depressione maggiore, penso continuamente al suicidio, è il mio primo pensiero al mattino e l'ultimo prima di addormentarmi.
    Poi soffro anche di paranoie esagerate, forse quindi disturbo paranoide, e mi trovo in quasi tutti i sintomi del disturbo schizoide, compresa la componente ereditaria.

    Mi sono dilungato molto, mi scuso, in fondo il mio credo sia solo uno sfogo, forse anche una ricerca di aiuto, ma sono troppo pessimista, non riesco nemmeno ad ipotizzare un eventuale aiuto, la mia mente ormai è molto, troppo compromessa, penso continuamente a compiere gesti eclatanti e disperati prima del suicidio, forse ingenuamente penso che così facendo qualcuno soffrirebbe per il non aver fatto nulla per me, i miei genitori si girano dall'altra parte e a nulla è servito parlare con loro, con tutte le difficoltà che ho dovuto affrontare per farlo...

    Sono stanco, intrappolato, abbandonato in fondo ad un dirupo dimenticato dal mondo, sono in sintesi già morto e sepolto, la mia vita non esiste per me e per nessuno.