Queste cose succedono spesso a chi soffre come noi di questi disturbi. Devi trovare innanzitutto una scappatoia che ti permetta di controllare un minimo le crisi di panico. Qualcosa che ti permetta di sfogare all'esterno le energie durante l'attacco. Un'attività manuale poco impegnativa e che richieda poca concentrazione ad esempio.
Il problema del respirare male è dovuto all'irrigidimento muscolare, in particolare del diaframma, provocato dalle tensioni generate dall'ansia. Tutto qui, non è nient'altro che questo. Il tuo cuore e tuoi polmoni funzionano bene, infatti continuano a mantenerti in vita normalmente.
Prova a sfidare un pochino l'attacco di panico, non farti sottomettere sempre. Forse il modo più efficace per farlo passare non è subirlo passivamente, irrigidendosi e tenendo tutto all'interno. Prova ad andargli incontro, accettalo, sfidalo, esageralo piuttosto, permettigli di sfogarsi all'esterno. Mi rendo conto di chiederti uno sforzo immane. Ma tu provaci, al massimo avrai un'altro attacco come gli altri e buonanotte.
Quando stai un pochino meglio, e gli attacchi ti danno un pò di tregua, non stare tutto il tempo in attesa di un altro attacco. Non rimanere continuamente in osservazione delle tue sensazioni interne per controllare che sia tutto a posto. Cerca di distrarti la mente con qualcosa di spensierato e divertente. A quel punto, mentre sei distratta, forse ti capiterà di ritornare con la mente ad osservare il battito del cuore, la respirazione, etc...e di avere dei "dubbi" sul fatto che sia tutto ok oppure no. Confronta il tuo stato d'animo con le sensazioni fisiche: in quel momento stai relativamente bene e ad un certo punto dopo aver notato l'oppressione al petto inizi a stare peggio. L'oppressione al petto c'era anche prima, ma tu non te ne accorgevi e stavi bene. Inizi a stare male solo dopo averci fatto caso. Non è un fatto curioso?
Messaggi di Jivanmukti
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Ammetto di non essermi mai fidato in genere di medici e medicinali, però questa volta ce l'ho messa tutta...mi sono impegnato mi sono fidato e l'ho pagata :((
Che dire? Se sei più o meno inconsciamente condizionato da questa convinzione per tua stessa ammissione, trovo difficile che tu possa avere dei miglioramenti rivolgendoti ad un medico. Il risultato come vedi è che pure impegnandoti la tua sfiducia inesorabilmente riemerge. Dovresti cercare in primis di lavorare su questo, se hai intenzione di rivolgerti ad uno psicoterapeuta, altrimenti lascia perdere.
Ma ci rendiamo conto? Uno psicanalista dovrebbe spiegare ad un paziente ciò che vuole fare, dove vuole arrivare, e come arrivarci prima di iniziare la terapia
Lo psicoterapeuta serio e capace non adotta una rigida strategia a priori, ma valuta come è meglio procedere a seconda di ciò che emerge in seduta e dei progressi del paziente. Non stiamo andando in officina a far riparare il motore dell'auto.
Io la vedo come un approfittarsi dell'ignoranza altrui...non significa che se io malato vengo in psicoterapia da lei e non conosco nulla del settore lei si può permettere di sorvolare o di passare da una tecnica all'altra così...
Vedi sopra.
Stai scherzando? Il migliore degli analisti conosce la natura della mente meno del peggiore dei guru indiani... Sai perchè? Perchè gli analisti la studiano sui libri, gli altri la studiano su di sè... Quando qualcuno saprà spiegarmi come la psicoanalisi sia riuscita a risolvere la contraddizione in termini del noumeno kantiano,
Non so che tipo di esperienze tu abbia avuto, ma mi sembra che stai generalizzando un pò troppo. Il che non è mai un bene. Considera innazitutto che il problema noumenico di cui parli non è mai stato risolto nemmeno dalle dottrine orientali, in secondo luogo mi piacerebbe che tu provassi ad immaginare di fare un giro in India per verificare di persona la qualità media di questi guru di cui parli: potresti trovare i vari sadu acclamati che tentato di venderti collanine o statuette di vishnu, i bodhisattva dai poteri miracolosi che entrano nel nirvana fumando cilum dalla mattina alla sera, i templi sacri dove si venerano statuette di legno e reincarnazioni di divinità varie.
In sintesi: la conoscenza della "natura della mente" non è una prerogativa culturale, ma dipende sostanzialmente dalla levatura di chi ci troviamo davanti. I "folklorismi" esistono sia ad ovest che ad est. Questo te lo dice uno che, come forse avrai capito dall'avatar, si interessa parecchio alle dottrine orientali.
Sarò stato fortunato, ma posso dirti che la mia psicoterapeuta sa quello che dice e che fa, e quando le parlo di argomenti "metafisici" mi risponde a tono.
E si percepisce che certe cose le ha indagate su di sè, non solo lette nei manuali. Poi ripeto: dipende sempre da chi ci si trova davanti. -
Ah! Ma io sono un pessimista cronico, infatti anche la psico mi ha fatto notare che con questo comportamento non sto facendo altro che autosabotarmi.....chissà come ne uscirò
speriamo bene!
Cerca di non colpevolizzarti più di tanto! Come ti hanno già detto sopra, si tratta di un meccanismo di autodifesa; non solo a livello mentale o sociale. Non sottovalutiamo il fatto che le "misure di difesa" messe in atto dal sistema nervoso autonomo, ovvero quelle legate alle brutte sensazioni dell'attacco di panico, non sono controllabili a livello consapevole. E si tratta di una risposta di attacco e fuga messa in atto a livello fisico, non solo psicologico, lo sappiamo bene! E' come un cavallo imbizzarrito che ci strappa le redini di mano. In quel momento si può mettere in atto qualche scappatoia ma più di tanto non si può fare. E' quando è passato che bisogna cercare di capire cos'è che l'ha provocato. Durante l'attacco, almeno nella mia esperienza personale, l'unico modo che ho per farlo passare è sforzarmi di muovermi, camminare, tamburellare, parlare di qualcosa a caso, urlare piuttosto! All'inizio invece mi stendevo a letto e iniziavo a pensare, pensare, pensare e l'attacco non faceva altro che peggiorare.
Se non l'hai già fatto, leggi questa pagina, in particolare il paragrafo relativo al sistema nervoso simpatico (mi perdonino i mod se sbaglio qualcosa nel postare link a siti esterni, sono nuovo):
http://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_nervoso_autonomo
Vedi di non andare in paranoia adesso!
La cosa migliore che puoi fare è smettere di pensare sempre e solo al tuo disturbo, cerca invece di tenere alto l'umore (per quanto ti è possibile) dedicandoti a qualche attività che ti fa sentire bene e senza paranoie. Se avverti l'incalzare di qualche sintomo, chiediti se in quel momento sei davvero in pericolo o se invece sei al sicuro. C'è motivo di allarmarsi o in realtà è tutto ok? Cerca di distrarti il più possibile. La fase speculativa di dialogo con te stesso tienitela per quando stai meglio, ma non fissarti troppo! Dialogare con se stessi, capire i propri problemi e risolverli non è un'impresa terrificante, ma una cosa bella e utile per te. Provaci, lo so che sembrano banalità queste. So che è complicato, ma tu intanto provaci e mettici fiducia. -
più che altro è il disturbo da attacchi di panico che m da fastidio. Rinunciare alle piccole cose per la paura. Diventa tutto un rinunciare cronico, pazzesco....ma la sigaretta sarà una cosa a cui rinuncerò volentieri. Mi sono rotto.
Già, è proprio quella la cosa più debilitante. Star continuamente male per la paura di quei 20 minuti di cardiopalmo maledetti. Ma vedrai che piano piano ne si esce. Intanto vedi che un lato positivo l'abbiamo trovato!
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Quando sono particolarmente ansioso mi basta fumare una sigaretta per avere un attacco. Quando sono tranquillo posso fumare a volontà senza nessuna conseguenza, a parte la tosse ovviamente. Questo già mi da un'indicazione sul fatto che il fumo di sigaretta in sè non provoca attacchi di panico, quanto piuttosto che la PERCEZIONE soggettiva dei suoi effetti stimolanti (così come quelli di altre sostanze) funga da generatrice d'ansia per chi, come noi, è costantemente ipervigile e ossessionato dalle sue sensazioni interne.
Ad ogni modo ho "approffittato" dei disturbi d'ansia per smettere quasi del tutto di fumare. Fumerò si e no 4 sigarette al mese. -
Se "la paura è viva" e "sembra una persona", allora cerca di parlare e di capire cosa vuola da te. L'ansia esiste quando qualcosa dentro di noi vuole comunicarci un disagio, e noi in qualche modo non siamo in grado di ascoltare o capire di cosa si tratti. Questa "persona" che sta dentro di te non è un essere a sè stante, è parte di te. Cerca di farci amicizia, di capirla, sei puoi cerca di darle quello che vuole. Però non essere sempre permissivo e succube con lei, se fa troppi "capricci" può essere il momento di ribellarsi, di arrabbiarsi e di ristabilire le gerarchie di chi controlla la tua vita.
E' importante che tu ti faccia seguire da uno psicoterapeuta. Cerca una persona con la quale senti da subito instaurarsi un buon feeling. Se non c'è intesa non c'è guarigione. -
Anche io ci sono passato quando ero più giovane. Devi renderti conto che per quanto brutta e senza uscita possa sembrarti questa situazione, è solo una fase della tua vita. Quando avrai risolto certe cose con te stesso ti passerà. C'è qualcosa in te stesso che non accetti o non sai come integrare, e questo si trasforma in un rifiuto per gli altri e il mondo. Questo ti provoca anche una riduzione di fiducia in te stesso e in quello che vuoi e puoi fare, di conseguenza un ridotto interesse nei confronti delle cose. Nessuno può veramente vedere quello che succede dentro agli altri, sei solo tu che puoi capire cosa devi fare. E non sarai mai solo, perchè ci sono migliaia di altre persone che almeno una volta nella vita si sono trovate nella tua situazione. Abbi pazienza e fiducia nel futuro, può sembrarti una richiesta impossibile ma tutto andrà a posto. Approfitta di questo momento per capire chi sei, è un'occasione. Sono i momenti di crisi, non quelli di serenità, che ci portano ad evolverci in meglio.
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Devi capire che il problema sta proprio tutto nella tua paura. Sei ossessionato da tutto quello che provi, credi di non poterne uscire e non riesci a spiegarti il perchè. Non avere fretta, devi avere pazienza e pensare a come trovare un altro "modo di essere" più in armonia con te stesso.
Sei sotto pressione, forse anche a causa dei tuoi genitori, perchè credi di rimanere indietro o perderti qualcosa degli "anni più belli" della tua vita. Cerca di vederla sotto un altro punto di vista: non c'è motivo di essere così. Se dovessi perdere un anno a scuola non è una tragedia, può capitare, puoi sforzarti di vedere i lati positivi anzichè sempre solo i lati negativi. Il "bello" della vita non dipende dall'età biologica, ma dallo stato psicofisico e motivazionale di una persona. Non c'è limite a quello che una persona può fare se sta bene con se stessa, a tutte le età. Potrà sembrarti assurdo ma è così, te lo dico per esperienza. Pensa invece che sei stato "fortunato" ad avere questi problemi ora piuttosto che a 40 anni: ora hai la mente più plastica, sei più in forze, e quando ne uscirai (questa considerala una certezza) sarai più avanti dei tuoi coetanei su certe cose. Avrai fatto delle esperienze utili per il fututo. Avrai maturato un contatto più diretto con te stesso. A 40 anni questi disturbi possono assumere connotati molto più gravi di quelli che pensi.
Per concludere ti dico: piuttosto che concentrarti su quello che leggi in giro, pensa a come rientrare in contatto con te stesso. Non continuare a pensare ai sintomi, al problema, al fatto che non riesci ad uscirne, alle pressioni e tutte le altre cose che ti ossessionano. Cerca invece i lati positivi della tua vita, cerca di pensare a qualcosa che potresti fare per essere più felice, entusiasmati per le piccole belle cose, ritrova la positività nella tua vita, svuota la mente dai brutti pensieri e riempila con quello che ti piace. Trovati un hobby che ti dia delle soddisfazioni e ti aiuti a distrarti. Cerca di guardare le cose da un altro punto di vista. Piano piano qualcosa cambierà. La "guarigione" è una certezza. -
E' così, è una mania di controllo. Devi fare di tutto per distrarre la mente dalla respirazione. Sforzati di impegnarti in qualche piccola attività manuale o comunque poco impegnativa, anche quando non ne hai voglia. E se mentre lo fai senti la sensazione di respiro che chiede attenzione in sottofondo, lasciala fare: concedile un pò di spazio e poi pensa: "ok, il respiro è nella norma, come sempre, questa respirazione continua a mantenermi in vita, dunque funziona bene, ed io stavo facendo altro ed è tutto ok, ora vorrei concentrarmi su quello che stavo facendo".
Perservera con questo "esercizio" più che riesci, e cerca di non farti scoraggiare se qualche volta vieni sopraffatto dalle sensazioni. -
Anche la mia ragazza ha avuto un'accentuazione di alcuni sintomi con l'entact, in seguito il medico le ha sospeso la cura.
Per quanto riguarda l'astenia e i problemi di respirazione, non devi assolutamente preoccuparti: anch'io provo esattamente le tue stesse sensazioni da qualche mese, ed anche nel mio caso si sono accentuate ultimamente. Questo è certamente dovuto al fatto che in questo momento sono particolarmente "attento" a quei sintomi.
Devi trovare delle tecniche per distrarti; quando senti quelle sensazioni cerca di focalizzarti su altre parti della tua mente o del tuo corpo. Ascolta le tue emozioni.
Tu stessa dici che è un periodo tranquillo. Dunque mentre inizi a sentire l'incalzare delle sensazioni al petto cerca di spostare la tua attenzione sul fatto che nella tua vita al momento è "tutto ok", che non c'è motivo di preoccuparsi. Distraiti dal tuo corpo, ascolta la tua emotività, forse lì troverai quella tranquillità che "dovrebbe esserci" ma che non riesci a vivere. Non cercare niente, ascolta e basta. Esci dalla convinzione che solo le tue sensazioni fisiche possono influenzare le tue emozioni e non viceversa. Anche il tuo "corpo emotivo" ha il potere di influenzare le sensazioni fisiche, non fare che sia sempre soppraffatto dai sintomi.
So che non è facile, ma tu provaci. Piano piano forse vedrai che qualcosa succederà.
Siamo tutti sulla stessa barca, non preoccuparti. Anche per me è difficile ma dobbiamo assolutamente vincere.