Messaggi di corinne_77

    Ciao mabe, manco da questo forum da molto tempo e stasera che sono sola ho sentito l'esigenza di tornarci.
    Il mio bisogno sessuale nei confronti di lui non è mutato, ho cercato di essere con lui nel presente, senza fantasie, ma sono ancora "schiava" di esse per eccitarmi fino in fondo.
    Ad oggi, ho raggiunto una conclusione diversa da quella meramente narcisistica.
    Probabilmente, non sono ancora consapevole fino in fondo della mia sessualità, non sono matura, e ho bisogno di immagini fittizie che facciano da tramite tra me e la Realtà.
    C'è un background costituito da sensi di colpa che mi induce a provare il piacere solo se lo delego a donne immaginarie.
    In fondo, dietro ad ogni cosiddetta "perversione", c'è sempre un muro che mettiamo tra noi e la Realtà.
    C'è sempre una Paura.
    Quello che oggi comprendo è la mia Paura di Essere-nel-Mondo.
    Poi, domani, chissà.
    Spero di esserti stata di aiuto.

    Per me è una medicina. Prescrittami dai letterati, poeti, filosofi, artisti.
    Ma come ogni medicina ha le sue controindicazioni.
    Per il momento mi domo così: capisco il confine tra l'esserci e l'annullarmi
    e mi fermo.
    Quando mi fermo, mi allontano.
    Ma ci sono ancora, da sola, e faccio altro.
    Secondo me smetterò davvero quando solo l'odore mi darà la nausea.
    E secondo me, manca poco.

    No, nulla di così grave.
    O forse io cerco di sminuire, però sento che qualcosa su di me abbia lasciato un segno.
    Sono stata piccola, nelle mani di una madre con problemi di personalità paranoide (che solo oggi vengono considerati, visto che non c'era nessuno prima a prendersene cura).
    Lei non si accorgeva di nulla, poiché parlava di sé continuamente e, anche in presenza di estranei, l'importante era essere ascoltata.
    Nel frattempo io ero piccola.
    Chi fingeva di ascoltarla si prendeva "cura" di me.
    E quanto lavoro nel gestire la comprensione delle cose, la rabbia. E tanta solitudine nel vivere tra la compassione e l'autodifesa.
    Ho vissuto gestendo l'odio verso la mia propria genitrice (che per oggi per me non ha colpe) e verso me stessa.
    Ho riversato per anni l'odio che provavo su me stessa perché ero consapevole che non sarebbe stato giusto riversarlo all'esterno.
    Ma, mi chiedo, ci sono tanti ex-bambini al mondo che ne hanno vissute di cose da parte degli adulti. Ben peggiori di quanto sia capitato a me.
    Io ad oggi penso anche di andare a cercare quella persona che ha approfittato ma sento che la vendetta mi logorerebbe.
    Perché il mio istinto non mi porta a cercare giustizia in modo diretto?

    Si dovrebbero fare gruppi per i fumatori così come ci sono per gli alcolisti (o ci sono già?)
    Io smetto di fumare solo quando mi ammalo ma poi riprendo appena sto meglio.
    La cosa che più mi fa inc∙∙∙∙re di tutto ciò è che sia le sigarette che l'alcol sono monopolio di Stato.

    Ecco, tu hai trovato un equilibrio in questa situazione, ne ridete anche insieme, va benissimo.
    Ma ti è mai capitato di essere fidanzata e di vederla parlare con il tuo ragazzo?

    Perchè tu ti devi sforzare di accettare un comportamento che non ti piace, e quindi cambiare chi sei, e lei no?

    Perché noi non possiamo cambiare le persone che abbiamo intorno, devono essere loro a farlo, possiamo solo far riflettere.

    La mia idea di "cambiare me stessa" significa evolvere la mia condizione da negativa a positiva al cospetto del mondo esterno.
    Se la rabbia o altre emozioni distruttive prendono il sopravvento io non posso essere serena.