Messaggi di hiba

    Io penso che lì per lì mentano in "buona fede", nel senso che son convinti di quello che dicono, visto che l'Ombra è ricacciata a calci nella cantina, la cantina è chiusa a chiave, le fessure sono tappate da stracci e contro la porta c'è un gigantesco armadio pieno zeppo di roba...
    Poi, la cosa si manifesta. E a quel punto interviene la famigerata "dissociazione".
    Non è che non se ne rendono conto, è che son tirati da una parte e dall'altra, diventano incoerenti, dicono cose e ne fanno altre, si sbatacchiano a destra e a manca, non ci capiscono niente loro per primi, ma la cosa più importante rimane quella di salvare la faccia.
    E lì, secondo me c'è consapevolezza e sempre lì si cerca di affogarla con i sistemi che ho già menzionato.

    Allora provo a specificare meglio, perché avete ragione entrambe e sono stata imprecisa.
    Queste persone conoscono solo l'immagine che si sono fatte di se stesse, ed è quell'immagine che amano.
    E' chiaro che convivono con un enorme senso di vuoto che si fa vivo quando si scontrano con la realtà, propria o altrui.
    Non dico che sono persone incapaci di soffrire, ma da quella sofferenza non sanno trarre nulla di autentico. La devono rifuggire come la peste.

    Cara Morgen,
    si può essere obiettivi, certo! Più sei consapevole di te e della realtà che ti circonda, ovvero di te immersa nella realtà che ti circonda, più hai speranza di vedere le cose in maniera obiettiva, perché acquisti consapevolezza della complessità.
    Ti faccio un esempio pratico: in questa immagine, cosa vedi?

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    Ora, ci sono persone che vedono una cosa, persone che ne vedono un'altra, e persone che le vedono entrambe, e queste sono le più obiettive.

    Così ho cominciato a pensare che non è detto che il test debba andare bene al primo colpo. Se così non fosse potrei sempre cogliere l'occasione per fare esperienze utili a vivere davvero il mio cambiamento e a crescere (e ne avrei un pò nella testolina che non mi dispiacciono affatto), assumendo sicurezza tramite vie alternative allo studio, per poi riprovarlo l'anno successivo, visto che ormai sono convinta del lavoro che voglio fare.

    Concentrati su questa nuova risposta che dai alle tue paure e lascia perdere il perfezionismo.
    Stai mettendo in pratica le cose acquisite in terapia.

    Se c'è consapevolezza, viene annegata in un mare di razionalizzazioni, giustificazioni e vomitevoli sentimentalismi.
    Io penso si debba scindere la consapevolezza dalla capacità di intendere e di volere.
    Queste persone sono capacissime di intendere e di volere, e non hanno nessun disturbo a livello cognitivo. Sanno cosa è il bene e cosa è il male, quindi sono responsabili delle proprie azioni e ne sono anche consapevoli, per certi versi.
    Solo, come ho detto, se la raccontano fino ad autoconvincersi.
    Per questo poi risultano tanto convincenti con gli altri.

    Il fatto di non avere nient'altro che questa maschera grazie alla quale si viene accettati.
    Queste persone hanno fame di riconoscimenti, perché esistono solo attraverso lo sguardo degli altri, e quindi fanno in modo che quello sguardo gli rimandi un'immagine di sé buona.
    Queste persone non sono in grado di amare altro che se stesse, dal momento che, come ho detto, esistono solo attraverso lo sguardo dell'altro.
    Penso sia questa l'essenza del narcisismo.

    Non sei vecchia. Io ho iniziato a 23 anni senza fare corsi, ma semplicemente rispondendo agli annunci. Ero inesperta, imbranata, ansiosa, terrorizzata, fuori dal mondo, eppure ho imparato. Lo so, mi è costato momenti di terrore che iniziavano già qualche ora prima di andare al lavoro. Momenti di depersonalizzazione sul bus. Testa vuota, ansia a mille, angoscia, disgusto, paura, voglia di scappare...
    All'inizio è stato così. Io soffrivo sempre prima, mai durante o dopo.
    Poi la sera tornavo a casa contenta di essere sopravvissuta, e quando ho iniziato a intascare i soldini mi sentivo alta tre metri. E così, quando mi prendeva male prima di andare, mi incoraggiavo sapendo che la sera sarei tornata a casa soddisfatta.
    Una volta che sei lì, passa tutto, perché sei troppo occupata a lavorare. Anche questo mi dava coraggio.
    Infine, cosa non trascurabile, ci sono i colleghi che spesso e volentieri sono ottime persone e ti danno una mano.
    Ma se capiti in un ambiente rognoso, ti do un consiglio, mollalo e trova un altro lavoro da qualche altra parte.
    Sei giovanissima e non avrai problemi.

    Hai voluto crederci, nonostante tutto e tutti!
    Ti sei fatto piacere una donna bruttarella, che a letto non era granché, piena di problemi, inaffidabile, che prometteva il mondo... e hai pure investito tutto su di lei, tutto quanto.
    Ma questo non ha a che vedere con l'innamoramento, secondo me, ma con un divorante bisogno di amore, talmente grande che ora ti senti di morire, anche se la persona che hai perso è questa qui che descrivi tu.
    Anche io ti auguro di non incontrare più una persona del genere, ma se non ti guardi dentro, se non risolvi questo tuo problema, sarai sempre a rischio, il rischio di dare tutto te stesso alla prima che dimostra interesse nei tuoi confronti, non importa di quale natura.
    Scusami se mi sono permessa, io non ti conosco e mi baso solo su quello che hai scritto, e quello che hai scritto mi ha dato questa impressione.

    Grazie Alfon,
    sono d'accordo con te, mi piace il punto di vista filosofico, che secondo me è importantissimo anche per la buona riuscita di una terapia.
    Io in questo momento sento il bisogno di allentare la morsa, di lasciar scorrere, di seguirmi.
    E mi state aiutando molto con queste vostre riflessioni.