valexio92 Ti ringrazio moltissimo per la risposta.
Effettivamente, l’amore e la comprensione della mia compagna e l’imminente nascita di mio figlio sono ciò che mi dà forza più d’ogni altra cosa. Vi chiederete come mai io scriva qui e sembri tanto preoccupato per i miei sintomi, che non sono pii così drammatici.
In verità, le motivazioni sono sostanzialmente due:
1) Ho vissuto il DPDR in maniera intensa nel 2018 e ho il terrore assoluto che possa tornare su quei livelli, anche se ormai tra alti e bassi è così praticamente da due anni;
2) Perfino questi sintomi relativamente "lievi" mi fanno sentire una persona diversa: solitamente sono solare, amo chiacchierare, stavo scrivendo un libro. Ora non riesco a essere me stesso e, per il momento, ho dovuto accantonare il progetto della scrittura perché quando provo a buttar giù qualcosa mi sembra di non esserne in grado e/o di non ricordare quel che ho scritto.
Mi sta davvero avvilendo.
Per quanto riguarda il DOC ho qualche dubbio anche io: effettivamente penso ossessivamente a me stesso e ai miei sintomi, tanto che so riconoscere una "crisi" di dere da qualche giorno prima che arrivi, visto che la mia testa inizia a focalizzarcisi senza sosta. Quando sto meglio, invece, per gran parte del tempo riesco ad allontanare questi pensieri dalla mente, al punto da stare molto meglio o, in alcuni casi, perfino bene.
Da dieci giorni è di nuovo peggiorato e nei due o tre giorni precedenti ho previsto la crisi perché mi ci stavo di nuovo ossessionando.
Non vorrei dire una castroneria ma credo sia una sorta di circolo vizioso: è come se la derealizzazione alimentasse l’ansia e l’ossessività che, a loro volta, alimentano il sintomo.
Se riuscissi a vivere senza fossilizzarmi su questa trappola mentale, vivrei molto meglio. Il sintomo in sé non è devastante, la paura di impazzire o di perdermi e non essere più me stesso, invece, lo sono eccome.