Mi spiego: ciò che noi consideriamo “bene” e “male”, “giusto” e “sbagliato”, “morale” e “immorale” sono concetti universalmente valevoli o convenzioni stabilite arbitrariamente e modificabili da fattori esterni come società, necessità, pensiero comune e scorrere del tempo?
Se ci pensiamo, molto di ciò che oggi consideriamo abominevole e immorale, mezzo millennio fa non lo era. E non solo per la mancanza di esperienza comunitaria/mezzi morali affinché lo fosse anche allora ma, più semplicemente (come, ad esempio, nel caso della pedofilia ~che comunque aborrisco~) per la necessità derivata da una speranza di vita media degli esseri umani nettamente inferiore alla nostra.
Inoltre: esiste qualcosa di universalmente giusto o sbagliato? O le norme che regolano e hanno regolato le società umane sono state impartite e immagazzinate dalla memoria atavica e collettiva al solo fine di farci convivere più o meno civilmente ed evitare il caos al quale tendono invece le cose naturalmente?
Sembra un discorso da pazzi ma, se prendete tempo per rifletterci, potrebbe uscirne una bella discussione.