Posts by Snape

    Magari, 72 ore forse sulla carta, l'effetto per l'ansia ti dura una mezza giornata.

    non è andata bene la psicoterapia perché mi rendevo conto che si chiacchierava e basta, quando chiedevo come posso fare per sentirmi meglio, qualche tecnica, qualcosa di più concreto non ricevevo aiuti, si ritornava a chiacchierare. Ho fatto come terapia la psicoanalisi. Provo con la cognitivo comportamentale, speriamo che mi aiuti.

    Ciao, si so che l'EN non cura, ma al bisogno è una salvezza. Un medico mi ha detto che rimane nel tessuto adiposo per diversi mesi, ma l'effetto concreto poi ho visto che dura solo qualche ora. Comunque ho imparato che i medici non capiscono molto se non rientrano nel loro campo di competenza, il mio medico di base mi parlava di un farmaco psichiatrico inutile sotto una certa dose, quando invece gli psichiatri lo usano a dosi basse per diverse cose... in pratica se non vai da uno specialista è come se vai dal tizio che si crede un medico perché ha letto su internet qualcosa.


    Domani devo rivedere la mia psichiatra, vediamo cosa mi dice, anche perché prendo un paio di farmaci regolarmente oltre all'EN, di uno dei due mi sento pronto a scalare, l'altro assolutamente no, è quello che non mi fa andare via di testa :pensive_face: .


    La psicoterapia non so, voglio dire si spende un sacco di soldi per parlare con qualcuno che non ti da nemmeno dei consigli pratici, ho fatto un percorso di psicoterapia in passato e la psicoterapeuta mi ripeteva in continuazione: "io non posso darti dei consigli pratici", tanto vale che mi ributto nei gruppi che sono anche gratis (non che per la salute non spenderei soldi, ma che una cosa sia gratis non è poca cosa.)

    Molti dei vostri ragionamenti secondo me sono decisamente corretti e tranquillamente applicabili in svariate situazioni, oppure per quanto concerne certe sindromi ansiose e/o depressive. Tuttavia, perdonatemi se mi permetto di reinserirmi nel discorso, non funziona del tutto così con i disturbi di personalità. O meglio: sì, sicuramente allontanarsi dalle fonti patologiche è un graaande aiuto. Grandissimo, oserei dire. Elimini tanta tossicità, indubbiamente! Ma quei disturbi hanno una matrice anche parzialmente neurobiologica di partenza e non completamente esogena, parliamo di aree cerebrali morfologicamente alterate nella loro normale fisiologia (amigdala tanto per citarne una), tutto a causa di mutazioni sui loci genici contenuti chiaramente nel DNA (ci sono delle ricerche in merito), cose che ci portiamo sul piano ereditario dal nostro albero genealogico. Per dire, citando la struttura dell'amigdala (deputata al controllo del ricordo emozionale, della paura fino alla paranoia), un soggetto borderline avrà sempre disagi psichici e iper-reattività di fronte a certe emozioni intense, ma con il percorso terapeutico avrà imparato a spegnere subito le fiamme e gestire con adeguato controllo un possibile incendio a monte. Quello che però cerco di dirvi è che non si potranno mai togliere, a un borderline come a un paranoide, le ideazioni spontanee prodotte dalla mente. A me quelle sono rimaste e credo ci saranno sempre (pur io avendo solo sofferto di tratti), ma so come eradicarle sedutastante quando avvengono. Altro esempio? Quando si entra in sovraccarico. Le persone "normali" non potranno mai capirlo, forse solo professionisti da performance o atleti olimpici (si vedano i pianti disperati dopo una medaglia). Ecco, il soggetto con tratti borderline - me compreso dopo anni e anni di psicoterapia e farmaci, tende a doversi prendere delle pause quando vive molti eventi ed emozioni insieme, con alto rischio di crisi di pianto o "esplosività". Ora, io come detto ho imparato a gestire queste cose, sì che esse non siano più dannose. Ma suddette reattività mi sono rimaste. Infatti a volte, dopo una bella giornata carica di situazioni, devo isolarmi per piangere o devo fare qualcosa di piacevole e rassicurante per scongiurare il possibile rischio di vuoto interiore successivo. Escludendo momenti speciali, come ho detto performance incredibili che richiedono sacrifici in vita enormi e tante rinunce, queste situazioni sono atipiche e il paziente curato non le mostrerà magari in modo manifesto, ma sappiate che le vive nonostante decenni di terapie e lavoro personale. Spero di aver fatto intendere, dal mio punto di vista chiaramente, cosa ci tenevo a render noto su questi problemi di cui si sta disquisendo. Cosa voglio scrivere, però, per terminare il discorso? Che diagnosi di disturbo di personalità non significa mannaia sulla testa e condanna eterna. Si può tornare a vivere e stare bene, non bisogna sentirsi perduti né sconfitti.


    Ciao :)

    Il cervello si rimodella con il tempo, le connessioni cambiano, se tu sei abituato a comportarti in un modo con il tempo puoi disabituarti. i ricordi invece rimangono, sono quelli che fanno scattare l'allarme, quando per qualcosa ti ritrovi in una condizione simile a quella in cui sei stato male parte l'allarme. A meno di una dissociazione (che non la auguro a nessuno).


    non sono un medico