Io ero passata all'elettronica con nicotina 1. Stavo benissimo. Purtroppo col lockdown il viziaccio si è impadronito di me nuovamente. Adesso ne fumo una decina al giorno e sono tornata a non sentire bene i sapori, e tutti i problemucci che noi fumatori ci portiamo. E non mi sento bene, vorrei tanto tornare alla situazione precedente ma non ci riesco. Concordo con gli altri, lo stress aumenta il desiderio. Forse dovrei solo trovare il coraggio di buttare il pacchetto.
Posts by Vixen
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Ciao a tutti.
Sono nel forum da un po', vengo dal reparto "ansiosi". Da qualche mese sto affrontando forti ipocondrie e ansia, attacchi di panico, correlati al lavoro. Mi trovo in una situazione davvero assurda. Ho un buon lavoro, stabile, da circa sei anni. Ho 32 anni e ho studiato tutta la vita per fare un altro lavoro. Non sono riuscita a trovare un impiego decente nel settore su cui avevo puntato e questo mi ha causa rabbia, frustrazione, apatia. Purtroppo il mio lavoro attuale lo scelsi per ripiego, non era il sogno della mia vita, e ogni anno che passa mi diventa sempre più difficile gestire questa situazione, mi sento sempre più stanca. È un lavoro che mi crea molto stress. Nel 2019 mi venne un attacco di ansia a lavoro e da lì l'incubo. Per un po' sono stata bene ma poi con il Covid è tornato il panico. Ho paura di ritornare in quella situazione ansiogena e mi agito tantissimo la mattina, specialmente durante le prime ore. Inoltre non mi sento a mio agio e sto sviluppando una certa apatia nei confronti delle mansioni lavorative. Mi sembra tutto così statico e mi crea molta ansia il pensiero di dover svolgere questo lavoro a vita. Divento facilmente irritabile se mi costringono a fare riunioni extra. Non vedo prospettive, mi sembra tutto così neutro, noioso. Non sono nelle condizioni economiche di potermi licenziare. Sto facendo terapia cognitivo comportamentale per Problemi di ansia che avevo già prima.
Ora, il mio quesito è il seguente: potrebbe trattarsi di Burnout, oppure è solo una delle mille sfaccettature dell'ansia?
Grazie a chi risponderà
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Ciao,
Anche io stesso problema. Anzi, avendo ottenuto dei successi lavorativi sto peggio di prima. Sono ipocondriaca e ho attacchi di panico terribili, il lavoro è diventato un incubo. Anche io faccio terapia cognitivo comportamentale e sto capendo varie cose. È ancora presto per trovare giovamento effettivo ma, a fasi alterne, sto meglio.
Da quanto ho capito, hai un grande fardello nel cuore. Io ho molti amici e parenti omosessuali e posso capire il tuo disagio. Cerca di lavorare su questo, potrebbe essere il nodo che non riesci a sciogliere e che ti sta causando tanta sofferenza.
Sappi però una cosa: le persone che ti vogliono bene molto probabilmente hanno già capito la tua essenza, magari non chiedono perchè sei tu il primo a non esprimerti. Non avere paura, chi ti vuol bene ti tratterà allo stesso modo di prima, anche dopo il coming out. Datti del tempo ma inizia a sviluppare questa fiducia.
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Io mi controllo compulsivamente saturimetro, pressione, peso corporeo. Alcuni giorni, dopo un po'di psicoterapia, mi dimentico di controllarmi. E credo che questo sia un ottimo segno. Quando sto in crisi posso anche arrivare a 30 volte al dì.. .
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Vedremo cosa accadrà. Sicuramente per chi era già ansioso questa situazione ha peggiorato tutto.
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Ecco, adesso so cosa sono. Sto cercando su Google ed in effetti mi identifico in pieno
Quindi, nel tuo caso credi che il tuo malessere sia dovuto ad un padre preoccupato eccessivamente per la salute? Oppure pensi che ci possa essere altro?
sì la patofobia è l'altra faccia dell'ipocondria.
Sì sicuramente la mia vita familiare ha influito molto. Ne sono successe di cose, morti improvvise etc. Per cui vedendo purtroppo persone care o malate o morire ho proiettato tutto su me stessa, iniziando a pensare che mi sarebbe capitata la stessa sorte .
Non è facile ma ci sto lavorando... Ridimensionare le preoccupazioni
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Dal punto di vista delle analisi, risonanze eccetera, credo di essere un ipocondriaco atipico.
anche nel libro parlano dei "patofobici" che non vogliono farsi visitare.
Io invece spendo solo soldi, questa cosa nuoce anche alle tasche.
Compro medicine fitoterapiche, prenoto visite su visite. Adesso volevo rifare le analisi complete del sangue (fatte sei mesi fa) e andare di nuovo dallo pneumologo. Ti lascio immaginare i soldi che spendo, sudati col lavoro, e che potrei spendere per svago o semplicemente risparmiare
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Sì. Infatti mi salva parecchio il mio lavoro che comporta continuità di contatti e di risposte da dare o cose impegnative da fare, perchè letteralmente mi costringe a "pensarne un'altra".
Però volevo spezzare una lancia in favore di Doctor Google. Verissimo quello che dite, però anche lì dobbiamo mettere in conto la nostra postura di lettori, che sicuramente ci porta a valorizzare le affermazioni più allarmanti; e poi dobbiamo considerare che per un fatto anche etico...è logico che qualunque sito serio ci dica che il tale sintomo o segno può significare tot cose e che se persiste è il caso di sottoporlo ad un medico.
In ogni caso...è un fatto che solo da Google appresi quale ruolo enorme avesse la respirazione negli attacchi di panico, come CAUSA degli attacchi di panico.
Lo scoprii esattamente la sera/notte successiva al mio primo e terrificante attacco di panico, facendo quella ricerca Google in cui tutti noi siamo bravissimi.
E devo dire che senza quella ricerca provvidenziale...molto probabilmente sarei ancora e da anni a cercare "il trauma infantile" che non c'è, presso qualche psicologo, ovviamente tenendomi attacchi di panico sempre più invalidanti, come accaduto a tutti i colleghi impanicati che conosco nel reale.
Così come, per un banale problema tiroideo di mio figlio, e dopo analisi e diagnosi di endocrinologo, sinceramente fu solo la ricerca web a tranquillizzarmi della banalità della cosa. Perchè da brava ossessiva...qualunque tranquillizzazione che mi fosse pervenuta da medici (anche familiari) non l'avrei creduta e avrei continuato a pensare "mi dicono così per non farmi preoccupare, perchè sanno come sono fatta!".
sì assolutamente è sbagliato demonizzare dottor google. Si dovrebbe imparare a farne un uso sano. Come in tuttele cose del resto...
Da anni cerco di venirne a capo. La mia famiglia non è mai stata troppo apprensiva o eccessivamente preoccupata per la salute, in generale. Quindi sono giunto alla conclusione che più che trasmettermi l'ipocondria, mi hanno trasmesso un ansia "di fondo" di cui l'ipocondria è l'effetto e non la causa. In famiglia l'aria era spesso tesa, mio padre assente il più delle volte e quando presente, i miei litigavano di santa ragione. Chiaro che tutto questo non giova alla salute mentale di un bambino. Ovviamente sono solo le mie deduzioni, ma credo che grosso modo, non siano lontane dalla realtà.
Ho capito. Sicuramente anche l'educazione di una persona influisce sul suo stato ansioso.
C'è un libro molto carino che ho divorato. Magari potrebbe esserti utile.
Si intitola "guarire la malattia che non c'è"
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spinge a pensare che stiamo sottovalutando un problema sicuramente grave e che se non prendiamo provvedimenti, in 48 ore saremo morti. Quindi, malgrado le resistenze iniziali, ecco che ci si ritrova di nuovo su Google, perchè come dicono gli inglesi "better safe than sorry". Succede anche a voi?
Sì, spesso.
Qui però bisogna andare più a fondo.
Da quello che dici, sorge poi il senso di responsabilità. Se non ti controlli ti senti superficiale e irresponsabile. Anche per me è così. Sì insinuano frasi come "questa è la volta buona che trovo qualcosa di serio, sarei sciocca a non controllare più a fondo"
Non rendendoci conto di essere ossessivi o illogici, probabilmente riterremo superficiali anche le persone che fanno controlli di rado, quelle che meno si preoccupano della propria salute
Ma tu, nello specifico, perché attui questo meccanismo? Io ultimamente sono arrivata a capire che molti miei atteggiamenti disfunzionali derivino da insegnamenti paterni. Frasi come "la salute è la cosa più importante, se non curi l'alimentazione e il fisico potrebbe venirti una malattia, se non fai questo ti viene quello etc" me le ha ripetute per anni. Ed ecco cosa è accaduto, da persona neutra ho sviluppato massima attenzione e preoccupazione intorno a un focus che comunque non era oggetto dei miei pensieri in maniera spontanea.
Tu ci hai mai pensato?
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Infatti la compulsione è una necessità improrogabile. Più che evitarla a tutti i costi, prova a veicolare energie e interessi verso altre cose.