Posts by rebelrebel

    La terapia cognitivo comportamentale può essere un inizio. Ma lo è anche per il semplice concetto di accettare di farsi aiutare, in quanto ti porta ad uscire da quell'asserragliamento egoico che ti fa accumulare barriere su barriere, difese su difese, col rischio che, nel tentativo di provare a districarsi da soli, ti ritrovi a diventare una fobica sociale, che avrà col tempo paura anche del sole che sorge al mattino o che tramonta la sera.

    Quindi prova a chiederlo l'aiuto ed accettarlo. E anche se non andrà subito come pensi, riprova, non è detto che il primo professionista a cui ci si rivolge ci disporrà subito al meglio. Si deve tentare e e ritentare e imparare anche dalle false partenze.

    La TCC nello specifico può aiutarti, con l'esercizio, a sciogliere un po' operativamente i meccanismi ossessivi-ansiosi.

    Poi, una volta più tranquilli, per come la vedo io, prima o poi i conti con noi stessi toccherà farli, magari più in là. Altrimenti poi alla prima ricaduta, torna il terrore e la frustrazione e lo smarrimento.

    Ma intanto, prima si comincia e meglio è, più si ritarda, più costosa sarà la risalita. A star rinchiusi, come vedi, ci si rinchiude soltanto. Ti fai una Alcatraz sempre più inespugnabile attorno e dentro di te.

    Ma, come dicevo in risposta a Rebel : penso sia anche facilmente comprensibile che nessun dialogo fertile si possa impostare laddove, tra due ipotetici interlocutori, uno dica "bah...ho la mia dose di perplessità, ma cerco di restare con i piedi per terra e ragionare..." e l'altro replichi con mitragliate di link e copia-incolla, al grido "perchè sei una fessaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Te la dico io (io che la so) la Verità!!!!".

    Guarda, in questo, io non posso che parlare della mia esperienza personale e familiare. Io e la mia compagna ci eravamo prenotati per il vaccino (io prima di lei addirittura). Io ero più perplesso di lei. Alla fine, ragiona ragiona, io ho annullato l'appuntamento e lei invece andrà a vaccinarsi la prossima settimana. Ci siamo convinti. Ne abbiamo parlato tanto, anche oggi, di questi argomenti. Ed è stato ed è molto bello farlo con lei e stimolante parlare liberamente di cose con cui - almeno per ora - le visioni divergono. E' bello che nessuno dei due cerchi di denigrare o convincere l'altro sul tema, né in privato né in pubblico. C'è un rispetto profondo e una voglia di parlare che rarissimamente ho trovato altrove. Quando parliamo io sento sempre che posso imparare a cedere a qualche mia fissazione o apprendere qualcosa di nuovo dalla nostra conversazione. Io la appoggio e lei mi appoggia anche se percorreremo - almeno per ora, ripeto - strade opposte. Talvolta mi sembra quasi di vivere quella "coincidentia oppositorum" di Cusano. Si può accogliere una persona non solo nonostante la pensi diversamente da te, ma proprio perché la pensa diversamente da te. Quando questo weekend, mentre passeggiavamo di mattina al lago e ci raccontavamo sotto il sole le reciproche settimane, stando attenti a non schiacciare le rane neonate sul sentiero e ridendo di qualche bizzarro verso di un uccello acquatico e a un certo punto le ho detto: "non mi vaccinerò" e lei ha continuato ad ascoltarmi con curiosità senza opporsi, e poi siamo andati via, ritornati a casa, a pulire, a preparare qualcosa per pranzo, a far qualcosa della nostra giornata, ecco sono stato, dopo tanti anni, ancora convinto di amarla.

    Vorrei si potesse parlare tutti così, a volte. Che ci fosse curiosità e non curiosaggine, confronto e non equivoco, discorso e non chiacchiericcio. Sarebbe davvero tutto più profondamente fecondo. Le idee potrebbero più agevolmente nascere, evolversi e anche dar spazio a nuove idee.

    Spero io per primo di riuscire a recuperare sempre un po' di umiltà e di vederla un giorno in qualche dibattito in più.

    Io ad esempio credo ancora un po' nel dialogo, fra scettici e non, fra tecnici e non, ad esempio, perché no? Non dico per trovare la verità (che è roba per i santi), ma almeno per avere qualche spunto in più per muoversi nel dubbio. Per evitare che il legittimo dubbio, facendosi tabù, trovi rifugio nella superstizione, nell'assurdità e per far lavorare un minimo il pensiero, sennò...


    Ad esempio. Ricordo benissimo che prima che fosse ideato il vaccino Covid, la dott.ssa Capua in una delle tante trasmissioni fotocopia che si trovano in tv (penso fosse "dimartedì", ma non cambia nulla) quando le venne chiesto se potevamo confidare nella risoluzione della pandemia grazie ad un imminente vaccino (mi piacerebbe ritrovare il video, ma ho anche altre cose da fare ...) rispose più o meno laconicamente così: "ma che successo potrà avere un vaccino su di un virus per cui nella maggioranza dei casi si è asintomatici o minimamente sintomatici?" Lasciando intendere che la parte più importante la faceva il distanziamento sociale e per il vaccino, a parte i soggetti a rischio, non ci sarebbe stato interesse rilevante a farselo, proprio come accade da sempre per l'influenza. E non era una previsione campata per aria, alla luce di quanto si parla oggi.


    Io ad esempio se Capua o chi per lei oggi mi spiegasse più precisamente quali probabilità io 40enne in salute ho di infettarmi e in che modo mediamente guarirei con gli accorgimenti farmacologici attuali, acquisendo gli anticorpi e, assodato ciò, quanto allora mi converrebbe affrontare i rischi del vaccino, quanto vantaggio ne avrei, a me non dispiacerebbe. Oppure se mi spiegasse se, come sembra si vuole fare, rivolgere la campagna vaccinaria Covid perpetuamente a tutti gli abitanti del globo, darebbe risultati tanto diversi dal rivolgerla solo ai soggetti a rischio, così come si fa per l'influenza con cui conviviamo da una vita?

    A me una risposta, un dialogo, non dispiacerebbe. Magari chissà, mi convinco anche a vaccinarmi, chi può dirlo?


    Oppure, altra domanda: siete così sicuri che questi vaccini attuali siano la migliore soluzione possibile, vista l'esaltazione dovuta al calo dei contagi? Siete sicuri che sia grazie a neanche il 20% della popolazione nazionata vaccinata? Allora perché avete paura a parlare di obbligo per tutti, come per altri vaccini obbligatori che esistono? Perché arrivarci per vie traverse, sociali e psicologiche come i green pass? E' un favore che ci fate, è un'indorare la pillola? O è timore che forse bisogna andarci cauti?

    O ancora: stiamo provando a ricercare le cause e i processi per cui, per la medesima infezione, una minoranza di contagiati finisce intubata e la maggioranza se la cava con un raffreddore di poco conto oppure non se ne accorge nemmeno?


    Se si soffoca il dissenso ignorandolo o sbeffeggiandolo, la conoscenza di una comunità non ne guadagna. Chi ha paura, continuerà a trattare la paura fra le tante esche del web, e l'ignoranza dilagherà nel malinteso e nell'equivoco. Basterebbe semplicemente ogni tanto accogliere qualche interrogativo in modo un po' più esaustivo. E se non si hanno risposte certe, ammettere il margine di incertezza.


    Come ripeteva Santoro poco fa dalla Annunziata, ma vogliamo rappresentarli un minimo coloro che dissentono? Ma anche solo per imparare dalla loro curiosità, dal loro disagio? Non sia mai che parlandosi ne esce fuori qualcosa.


    Ma solo a me si stringe il cuore a sentire che ovunque in città, al bar e in posta si parla solo di Pfizer e Moderna o quando vedo le file di prenotati in coda nei poli vaccinali chissà per quanti anni ancora? E' questo il ritorno alla normalità?

    Io vorrei vedere persone aiutate ad acquisire gli strumenti per prendere una decisione consapevole e razionale (a questo dovrebbe servire anche la scuola...), non assistere a chi non si vaccina perché all'amico è venuta una trombosi, oppure chi si vaccina perché alla sorella non è successo nulla o perché sennò a scuola lo bullizzano come no-vax.


    Detto questo, ho sproloquiato fin troppo. Grazie come al solito per chi ha avuto la pazienza.

    Io Gloria provo ad essere equilibrato (e a dire il vero, non ci riesco molto...) perché so di non sapere, non solo perché non sono un tecnico, ma perché anche chi è tecnico sa poco oggigiorno in merito. Però la tendenza attuale è quella che genera spavaldi plotoni di esperti del nulla e, contestualmente, genera ignoranza. Non va bene nascondere il fatto che i dati mancano, le sperimentazioni mancano, non va bene tappare gli occhi al bambino sulle scene scomode, perché poi questo alimenta, ad esempio, le tanto odiate fake-news. Ci vuole trasparenza sempre, nel bene o nel male.

    Credimi, io lo spero davvero, che questa campagna vaccinale porti il risultato sbandierato. Ma in mano ho per lo più solo opinioni e pensieri associativi e speranze commoventi.

    La mia opinione, per quel che può contare, è che se qualcosa questa campagna può aver fatto per agevolare l'alleggerimento delle terapie intensive, tuttavia per il bilancio costi-benefici di tutti i soggetti non a rischio, davvero, penso che brancoliamo non nel buio, ma proprio nell" "umbra profunda" (visto che si tira spesso in ballo sempre il simpatico filosofo Nolano). E in merito nessuno può dare dati certi o visioni illuminanti. Si va avanti con cristiana fiducia di fare la cosa giusta. Un po' come (e sdrammatizzo provocando) Pascal diceva che conviene sempre scommettere su Dio: se alla fine quando muori scopri che esiste, hai solo che da guadagnarci.

    Così come trovo quasi grottesco che nella "fretta" emotiva che ci si frega di propinare vaccini, siamo andati a vaccinare anche gli asintomatici e i guariti, in sostanza sollecitando anticorpi a milioni di persone che già li avevano di loro; dunque dando ancora vantaggio ad Achille (il virus) invece che alla tartaruga (homo sapiens)... povero Zenone che coi paradossi non era andato fino in fondo. Ma non mi stupisce neanche più questo e altre gaffe accumulate una dietro l'altra.

    E tutti i sacrosanti discorsi sulla ricerca della cura lasciati a morire lì, su cui si sarebbe dovuto lavorare "prima" dell'esplosione della pandemia (perché dopo che l'incendio è divampato, devi fiondarti ad arginarlo non certo a disquisire su come lenire le ustioni... sarebbe come studiare diplomazia in trincea, e in questo mi annoiano anche gli esperti di "quel che non è stato fatto", ma che non hanno la minima idea di cosa fare adesso anche loro) li dovremmo aver dovuti riprendere ogni volta che ci siamo trovati in situazioni di tregua dal virus, come quella attuale per noi in Italia e in altri stati Europei. Ma si preferisce fare proclami stile simil-coreano con esponenti in divisa e cittadini dagli occhi sorridenti (le bocche non le vediamo) e trasformare ogni centro congresso e fieristico in un polo vaccinale a tempo indeterminato. Non che mi manchino le fiere e i congressi, anzi...


    Detto questo, io sono il primo di augurarmi di sbagliare e a parte questo, vaccinati o non, doccati o meno, una bella serata con te me la passerei volentieri, perché no.

    Qualcuno (per caso eh...) ha dato un'occhiata a questa roba ?


    https://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT04368728

    sì, in sostanza sono le sperimentazioni che andavano fatte prima di buttare fuori i vaccini e infatti lo studio, partito prima della campagna vaccinale, non si concluderà prima di un paio di anni da oggi. è così che oggi l'uomo reagisce con frettolosità ad un virus che invece si muove con velocità. frettolosità e velocità non sono la stessa cosa. la frettolosità è mossa dalla paura e dell'ignoranza, infatti.

    ma ormai i tempi sono precorsi, noi ci muoviamo come se lo studio avesse già dato ragione al vaccino. e indietro non si può tornare, questo è la realtà e su questa tocca lavorare.

    quindi trovare una visione di proiezione adesso, è sempre più complicato. ora che avremmo il tempo di studiare e ricercare meglio (visto che il virus ci dà tregua, almeno in europa), ci si perde a farsi i complimenti o le maledizioni a vicenda. e le scuole in veneto hanno già chiuso.

    a quanto pare fatti non fummo per seguir canoscenza (alla virtute, neanche ci penso più).

    Beh ereditiamo tante cose. Chi eredita patrimoni, chi i debiti, chi gli occhi azzurri, e chi... l'ansia.

    A noi è toccata l'ansia.

    Quindi, bisogna rimboccarci le maniche. Chiedere aiuto. Qualcuno ce lo darà. Non rifiutiamoci.