Io ad esempio credo ancora un po' nel dialogo, fra scettici e non, fra tecnici e non, ad esempio, perché no? Non dico per trovare la verità (che è roba per i santi), ma almeno per avere qualche spunto in più per muoversi nel dubbio. Per evitare che il legittimo dubbio, facendosi tabù, trovi rifugio nella superstizione, nell'assurdità e per far lavorare un minimo il pensiero, sennò...
Ad esempio. Ricordo benissimo che prima che fosse ideato il vaccino Covid, la dott.ssa Capua in una delle tante trasmissioni fotocopia che si trovano in tv (penso fosse "dimartedì", ma non cambia nulla) quando le venne chiesto se potevamo confidare nella risoluzione della pandemia grazie ad un imminente vaccino (mi piacerebbe ritrovare il video, ma ho anche altre cose da fare ...) rispose più o meno laconicamente così: "ma che successo potrà avere un vaccino su di un virus per cui nella maggioranza dei casi si è asintomatici o minimamente sintomatici?" Lasciando intendere che la parte più importante la faceva il distanziamento sociale e per il vaccino, a parte i soggetti a rischio, non ci sarebbe stato interesse rilevante a farselo, proprio come accade da sempre per l'influenza. E non era una previsione campata per aria, alla luce di quanto si parla oggi.
Io ad esempio se Capua o chi per lei oggi mi spiegasse più precisamente quali probabilità io 40enne in salute ho di infettarmi e in che modo mediamente guarirei con gli accorgimenti farmacologici attuali, acquisendo gli anticorpi e, assodato ciò, quanto allora mi converrebbe affrontare i rischi del vaccino, quanto vantaggio ne avrei, a me non dispiacerebbe. Oppure se mi spiegasse se, come sembra si vuole fare, rivolgere la campagna vaccinaria Covid perpetuamente a tutti gli abitanti del globo, darebbe risultati tanto diversi dal rivolgerla solo ai soggetti a rischio, così come si fa per l'influenza con cui conviviamo da una vita?
A me una risposta, un dialogo, non dispiacerebbe. Magari chissà, mi convinco anche a vaccinarmi, chi può dirlo?
Oppure, altra domanda: siete così sicuri che questi vaccini attuali siano la migliore soluzione possibile, vista l'esaltazione dovuta al calo dei contagi? Siete sicuri che sia grazie a neanche il 20% della popolazione nazionata vaccinata? Allora perché avete paura a parlare di obbligo per tutti, come per altri vaccini obbligatori che esistono? Perché arrivarci per vie traverse, sociali e psicologiche come i green pass? E' un favore che ci fate, è un'indorare la pillola? O è timore che forse bisogna andarci cauti?
O ancora: stiamo provando a ricercare le cause e i processi per cui, per la medesima infezione, una minoranza di contagiati finisce intubata e la maggioranza se la cava con un raffreddore di poco conto oppure non se ne accorge nemmeno?
Se si soffoca il dissenso ignorandolo o sbeffeggiandolo, la conoscenza di una comunità non ne guadagna. Chi ha paura, continuerà a trattare la paura fra le tante esche del web, e l'ignoranza dilagherà nel malinteso e nell'equivoco. Basterebbe semplicemente ogni tanto accogliere qualche interrogativo in modo un po' più esaustivo. E se non si hanno risposte certe, ammettere il margine di incertezza.
Come ripeteva Santoro poco fa dalla Annunziata, ma vogliamo rappresentarli un minimo coloro che dissentono? Ma anche solo per imparare dalla loro curiosità, dal loro disagio? Non sia mai che parlandosi ne esce fuori qualcosa.
Ma solo a me si stringe il cuore a sentire che ovunque in città, al bar e in posta si parla solo di Pfizer e Moderna o quando vedo le file di prenotati in coda nei poli vaccinali chissà per quanti anni ancora? E' questo il ritorno alla normalità?
Io vorrei vedere persone aiutate ad acquisire gli strumenti per prendere una decisione consapevole e razionale (a questo dovrebbe servire anche la scuola...), non assistere a chi non si vaccina perché all'amico è venuta una trombosi, oppure chi si vaccina perché alla sorella non è successo nulla o perché sennò a scuola lo bullizzano come no-vax.
Detto questo, ho sproloquiato fin troppo. Grazie come al solito per chi ha avuto la pazienza.