Parlare di colpe è sicuramente troppo, di responsabilità in termini generali invece mi pare doveroso. Nel senso che un evento di questo tipo non può non suscitare interrogativi. Aprire il cassetto dei "misteri della mente umana", infilare i fatti e chiuderlo, non si può pretendere.
Presumo che ogni figura di riferimento di questo ragazzo, a partire dai nonni, insegnanti, educatori, allenatori, ecc., si stia facendo delle domande. Il senso non è colpevolizzarsi, ma accumulare esperienze per avere maggiore possibilità di intervenire tempestivamente una "seconda volta".
Pochi giorni fa è stata confermata la condanna a Benno Neumair. Lui aveva dato diversi segni sin da ragazzino. Alla fine i vari tentativi di aiuto non sono serviti, ma è doveroso farsi domande.