So che è un problema diffusissimo oggigiorno: fra orari sempre più lunghi, pressione per il rendimento, rapporti interpersonali sempre più borderline, complicazioni, possibili denunce...
Il mondo del lavoro sembra qualcosa di ingestibile!
Però esiste lavoro e lavoro.
Nel mio caso, quotidianamente, ogni dettaglio diventa motivo di tensione, ogni dettaglio.
Oggi ti dicono di fare in un modo, tu dici: ok la prossima volta torni, motivato e ben intenzionato a risolvere l'imperfezione di prima, ti sembra di fare come ti avevano detto e invece... No! perché cosi facendo hai fatto troppo "così" ed era meglio come l'avevi fatto ieri o meglio un altro sistema ancora!
Ogni collega ha il suo metodo, fai affidamento sulla cosa scritta ma la cosa scritta è inconsistente, aria fritta, lasciata alla valutazione professionale del lavoratore, il quale si scontra con i parigrado che fanno una valutazione diversa. Se provi a difenderti per non passare per il fesso e spiegare le tue motivazioni si seccano, ognuno dice la sua, frasi tipo: se è per questo, allora nemmeno quello.." si sussuegono di bocca in bocca.
Nuova apparecchiatura al lavoro, tecnologica e costosa. Ti dicono subito: state attenti perché è costata parecchio." Ti spiegano come usarla, ascolti, prendi appunti. La prima volta che ci si trova a farla funzionare senza supervisione dell'addetto, ecco che subito qualcosa non va! Ci si mette in 3 a ragionare su questa fragile tecnologia psicolabile dove se sfiori un pulsante nel modo sbagliato va in tilt! Prendi il libretto d'istruzioni ma in italiano non c'è! Il collega straniero si sente improvvisamente utile e tenta di leggere la parte nella sua lingua madre e tu pensi" beh è la sua lingua madre, capirà no?" Ma egli inizia a manipolare il libretto ripetendo "aspetta... aspe... no ...". In 3 a sfogliare pagine a casaccio...!
Finalmente "el paron" grazie al potere conferìto alla sua mano dal ruolo che ricopre e di cui nemmeno lui è consapevole, riesce a risolvere la situazione. E si scopre che il pulsante da premere era proprio quello che non avevate premuto perché "non premere mai!". Complice il mio stato di salute psicologico ormai precario, il giorno seguente dimentico di spegnere l'apparecchio. Quindi l'addetto alla manutenzione mi segue fino in giardino per dirmi di spegnerlo ogni volta sennò consuma. Io penso "però lo spreco che dobbiamo fare perché l'azienda non aggiusta cose ben più importanti...." ma poiché non sono un'azienda sorrido e gli rispondo " grazie. Scusami, me l'avevano anche spiegato ma con tutti questi cambiamenti l'avevo dimenticato". Eh sì perché doversi giustificare da tutti sti vuoti di memoria quando sei circa a metà degli Enta ma ne dimostri comunque 10 di meno è molto imbarazzante.
Rientri e l'altro collega ti ripete le medesime parole. Tu tranquillamente (anche se ti staresti torcendo le p*** dalla rabbia che provi verso te stesso) dici: sì me l'ha detto grazie. L'altro inizia a decantare un ode al "poi vengono a dirlo a me" che tu vorresti dirgli: ma perché hai accettato questo ruolo di responsabilità?
Poi arriva il momento di riaccendere l'apparecchio, premo il tasto On, indicato da un cerchio con dentro un trattino verticale, un geroglifico indoeuropeo, mica scrittura aliena... Ma qualcosa va storto e l'apparecchio inizia a indicare lettere a intermittenza che ti fa pena come fosse il respiro di un morente! Chiami l'addetto che 10 minuti fa ti inseguiva nel cortile ma magicamente è sparito. Chiami l'altro collega e la sarabanda ricomincia...
Io non faccio un lavoro pertinente alla tecnologia comunque. Tutto ciò per esprimere quanto assurdo mi sembri il mondo del lavoro! Ormai ogni giorno torno a casa arrabbiato e va sempre peggio: ho già provato a cambiare luogo di lavoro ma il sollievo è transitorio e mi sto rendendo conto che sto diventando sempre più discontrollato anche fuori. È come se l'insoddisfazione che provo nel non riuscire a inquadrare me stesso in un certo modo si traducesse nell'insofferenza a qualsiasi inquadratura, per esempio rispettare il codice della strada. Sto per esplodere, non ho alcuna reazione emotiva di fronte a cose che dovrebbero importarmi. Ma mi conosco ed ho paura di me stesso perché so che io, quando scatto, scatto di brutto e ho paura di poter fare del male a qualcuno.
Io non penso che la maggior parte delle persone, per quanto frustrante e complesso possa essere il loro lavoro, arrivino a questi livelli. O sì? Voi quante giornate pessime avete? Quante volte rincasate arrabbiati e con la voglia di dimettervi?nE quante volte ciò influisce sul vostro equilibrio psicologico al punto da farvi temere per voi stessi? Sul lavoro ricevete qualche complimento o gratificazione o riconoscimento o ringraziamento o 0?
Grazie per le risposte e scusate lo sfogo ma sto piuttosto male.