Come sfogate la rabbia repressa?

  • Salve a tutti, vi scrivo per avere un vostro parere su come sfogare la rabbia repressa. Nei miei pensieri rimuginativi, quotidiani ahimè, la mente mi riporta alla memoria episodi in cui ho subito una mancanza di rispetto, una prevaricazione, uno scherzo di cattivo gusto, una critica distruttiva in vari contesti, famiglia, scuola, amici, conoscenti ma il fatto è che mi riporta alla mente soprattutto cose successe mesi o anni fa.


    Spesso non è solo un episodio o una persona al giorno che mi ricordo, sono vari. A periodi cerco di attuare la tecnica della scrittura in cui prendo di mira una persona che mi ha fatto un torto e che continua a ritornarmi alla mente e inizio a scrivere per minimo 15/20 minuti tutto quello che avrei da dirgli, incluso insulti e parolacce. Lo faccio per più giorni consecutivi nella speranza che questi pensieri, che mi fanno sentire arrabbiato e mi danno una sensazione di malessere, mi diano un po' di pace. A volte funziona un po', altre meno... però penso che è sempre meglio che tenersi quella rabbia dentro.


    "Purtroppo" sono sempre stato una persona non aggressiva e non reagisco mai impulsivamente alle provocazioni e quelle poche volte che è successo ho quasi sempre avuto una reazione esagerata, come se non riuscissi a pensare prima di reagire. Il mio non reagire o reagire troppo poco è sempre stato interpretato come una debolezza dagli altri, amici, compagni di classe, familiari ecc. Quindi per paura ho disimparato a reagire assertivamente alle provocazioni e mi rendo conto che questo in alcuni momenti mi fa stare male perché vorrei tornare indietro alla situazione in cui mi sono sentito offeso e reagire male nei confronti di quella determinata persona, oppure prendermela con quella persona che mi ha fatto il torto nel presente.


    Mi incolpo del fatto che non ho reagito come avrei dovuto, che sono stato troppo permissivo e che non sono riuscito a farmi rispettare. In alcuni momenti riesco ad accettare questa parte di me e riesco a darle valore anche se non è apprezzata dagli altri, altre volte prevale la parte critica e non riesco a far passare quella rabbia.


    A voi capitano momenti del genere? Come li gestite (se riuscite a gestirli)?

  • Greasy penso potrebbe interessarti questo thread aperto ieri, si parlava proprio di questo:


    RE: L'armadio dei brutti ricordi: cestiniamoli tutti


    Ciò premesso ti rispondo anche qui:

    in cui prendo di mira una persona che mi ha fatto un torto e che continua a ritornarmi alla mente e inizio a scrivere per minimo 15/20 minuti tutto quello che avrei da dirgli, incluso insulti e parolacce

    Hai molta rabbia dentro; il tuo si chiama carattere passivo-aggressivo. Devi imparare a essere assertivo (lo hai scritto anche tu nel post). Non puoi passare i giorni a pensare cosa faresti a questo o a quello, non funziona così. La tua calma devi ottenerla con qualche terapia che ti rilassi i nervi, perché al momento sei pieno di rabbia.

  • Ciao, a me ha aiutato la terapia su due fronti relativi alla rabbia: 1.con la conseguente comprensione di miei possibili trigger

    2. con un differente lavoro di accettazione di eventi di abuso in cui più che il trigger era la violenza subita a provocarmi rabbia repressa.


    Di conseguenza ora ho più consapevolezza su questi due aspetti: so capire meglio se sto vivendo violenza oppure so meglio che si sta toccando un trigger e che devo gestirlo.


    La rabbia repressa per quella che è stata la mia esperienza va compresa a fondo per trovarci gli snodi e dire "vabbé è rabbia per sto motivo qui/questo trigger".


    Lo sfogo senza comprensione (di cui fai uso tu mi sembra?) dello scrivere, nella mia esperienza dà solo un breve sollievo momentaneo... aiuta avere sollievo momentaneo ma non basta, o almeno a me non bastava. Dovevo capire.

    Termino dicendo che non ho la pretesa che per tutti debba funzionare così e ti riporto semplicemente quello che ha aiutato me: andare in terapia.


    non reagisco mai impulsivamente alle provocazioni e quelle poche volte che è successo ho quasi sempre avuto una reazione esagerata, come se non riuscissi a pensare prima di reagire

    Questo è uno dei meccanismi della rabbia: in breve si spegne la parte razionale del cervello e si va col pilota automatico attivo (rabbia cieca). In questi casi è utile fermarsi e riprendere la conversazione tempo dopo, ore dopo, quando il momento acuto è passato e si torna più lucidi.


    Immagine che trovo carina e a tema:


    la-rabbia.png

    We are whispers from the past fading into the future.

  • Riuscirai a sfogare la tua rabbia. Comunque ci sono anche delle psicoterapie che potrebbero aiutarti. Non so che consigli darti perché non sono molto esperta di questo ambito. Ciao, parto con il dire che anche io sono una persona che non reagisce mai. Insomma, reagisco ma a modo mio; ho sangue freddo e raramente mi arrabbio, solo poche persone mi fanno letteralmente perdere le staffe. Anche a me qualche volta capita di avere questi momenti, esattamente come li hai descritti tu. Penso a delle situazioni, a degli insulti, a delle mancanze di rispetto; sale la rabbia dallo stomaco e arriva fino alla testa. Qualche volta tiro dei pugni agli armadi, ma so che questo non serve, mi spacco solo le nocche. La rabbia ha bisogno, a parer mio, di due valvole di sfogo: una mentale, come quella che fai tu con la scrittura (bravissimo), e una fisica, visto che la rabbia è un’emozione che porta con sé molta energia, e questa energia va sfogata anche fisicamente. Altrimenti, a parer mio, c’è il rischio che ne resti sempre un po’ sul fondo del barattolo. Se hai la possibilità, potresti frequentare un corso di pugilato. Io ho frequentato un corso di questo genere per poco tempo, ma ti giuro che quando uscivo dalla palestra mi sentivo rinata. Immaginati di avere davanti a te tutto quello che ti fa stare male e di prenderlo a pugni; così eviterai di uccidere qualcuno sul serio e magari riuscirai a sfogare la tua rabbia. Comunque ci sono anche delle psicoterapie che potrebbero aiutarti.

  • Mi ritrovo sul tema rabbia, nel mio caso repressa. Sono figlio di un alcolista e ne ho subite diverse a livello psicologico. Mi ritrovo a rimuginare su come avrei dovuto reagire a certe situazioni e provo molta rabbia che però non riesco a sfogare. Ci rimugino e cerco di passare sopra a certe situazioni, cercando di razionalizzare gli eventi. Credo di dare più importanza del dovuto a certe situazioni. Non è sempre agevole, soprattutto quando l'ansia aumenta o in determinate situazioni mi rendo conto di avere reazioni un po' sopra le righe rispetto al contesto. Ci penso e ci rimugino su per parecchio tempo. Anche ora che ne parlo, penso a quella o quell'altra situazione dove avrei potuto reagire in modo diverso facendomi rispettare e cose così. Che poi, io sono un calcolatore e per ogni situazione calcolo i pericoli e i rischi di agire in un determinato modo. Non credo agirò mai d'istinto e questo mi crea ancora più rabbia.

  • Che poi, io sono un calcolatore e per ogni situazione calcolo i pericoli e i rischi di agire in un determinato modo. Non credo agirò mai d'istinto e questo mi crea ancora più rabbia.

    Anche io ho paura a reagire d'istinto perché le volte in cui l'ho fatto sono successi solo casini. Tuttavia mi rendo conto che non lasciar agire l'istinto e mantenere troppo il controllo non va bene neanche perché alla fine ti porta a stare male dentro, il che continua a generare rabbia che rimane lì inespressa.

  • A voi capitano momenti del genere? Come li gestite (se riuscite a gestirli)?

    A me capitavano soprattutto in passato, ma non avevo motivo di reprimere, perché non reprimeva nemmeno chi si interfacciava con me, quindi si finiva a "scornarsi" e basta.


    A un certo punto, però, cresci e ti rendi conto che non vuoi più farti inghiottire da certe dinamiche, anche perché ci stai male; dopo ogni lite, personalmente, stavo malissimo: finita l'adrenalina, scoppiavo a piangere.


    Quando sono venuta a conoscenza di una "tecnica", l'ho provata.


    Credo che la rabbia sia stata la prima cosa su cui ho usato veramente la "tecnica" di cui parlo, cioè l'attenzione divisa.


    Consiste nel creare una sorta di "osservatore esterno" neutrale, cioè una piccola parte di te in un angolo della tua mente che deve restare a osservarti in silenzio, senza intervenire e senza giudicare, senza fare nulla se non osservare mentre provi le emozioni, come se si trattasse di un'altra persona.


    Se ci riesci, puoi farlo mentre sei arrabbiato oppure quando ti "rivivi" gli episodi mentalmente.


    Io l'ho usata proprio mentre ero in un momento di scontro, ma se tu reprimi e non ti scontri, forse per te è più semplice farlo mentre ti rivivi mentalmente gli episodi.


    Ti stendi e ti "rivivi" i ricordi delle situazioni che hai vissuto, senza scappare dal malessere emotivo che ti generano, ma ricordandoti nel frattempo di auto-osservarti mentre provi tali emozioni negative attraverso l'osservatore "esterno".


    Se ripeti più volte questa operazione, dovresti riuscire pian piano a sciogliere il nodo emotivo della rabbia, perché il focus di attenzione dell'io tenderà a spostarsi sempre di più da chi sta vivendo l'emozione negativa all'osservatore neutrale.


    Poi ti dico: non è che io non mi arrabbi più, a volte anche ci sta di arrabbiarsi, ma non ci sono più "dentro" come una volta nell'emozione.

    Questo è uno dei meccanismi della rabbia: in breve si spegne la parte razionale del cervello e si va col pilota automatico attivo (rabbia cieca). In questi casi è utile fermarsi e riprendere la conversazione tempo dopo, ore dopo, quando il momento acuto è passato e si torna più lucidi.

    Ecco, direi che la differenza è che il pilota ora è sempre in mano mia, e se lascio andare la "barca" è perché ci sta, e anche perché non è bene reprimere troppo, basta non esagerare.

    quelle poche volte che è successo ho quasi sempre avuto una reazione esagerata, come se non riuscissi a pensare prima di reagire.

    Tieni conto di una cosa: questa "tecnica", a mio avviso, può renderti più consapevole, ma forse anche un po' più freddo sul piano emotivo, meno "sanguigno", per cui scegli tu.

  • la mente mi riporta alla memoria episodi in cui ho subito unaancanza di rispetto

    [...]

    vorrei tornare indietro alla situazione in cui mi sono sentito offeso e reagire male nei confronti di quella determinata persona, oppure prendermela con quella persona che mi ha fatto il torto nel presente.

    Anche io una volta rimuginavo e provavo spesso rancore, come fai tu. Risimulavo lo scenario nella mia mente, magari modificando una frase che avevo detto, rendendola più incisiva. Ora, se mi capitano eventi che mi suscitano istintivamente rabbia, cerco di lasciarmeli alle spalle e "digerirli" il più velocemente possibile, perché non ha senso starci male a lungo e rancorarsi sopra, come si suol dire. Ora cerco di buttarla in "scialla".


    Tra l'altro, quando magari l'altra o le altre persone coinvolte sono già andate oltre emotivamente, tu rimani l'unico a starci male per niente. Bisogna essere anche realistici. A riguardo ho letto una frase su internet che più o meno diceva: la rabbia è come un tizzone ardente che tieni chiuso nel palmo della tua mano in attesa di scagliarlo al tuo nemico, ma nel frattempo quello che si brucia è la tua mano. Meglio mollare la presa.


    Tanto più che "male chiama male" per niente. I circoli viziosi, se si può, è meglio interromperli.

  • Anche io ho paura a reagire d'istinto perché le volte in cui l'ho fatto sono successi solo casini. Tuttavia mi rendo conto che non lasciar agire l'istinto e mantenere troppo il controllo non va bene neanche perché alla fine ti porta a stare male dentro, il che continua a generare rabbia che rimane lì inespressa.

    Ansia o non ansia,se mi fanno girare le eliche :) non mi faccio calpestare, poi è carattere. Meglio esternare subito che rimuginare dopo. ;)

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