Scelte di vita e sensazione di irrisolto

  • Ciao a tutti, come suggerisce il nick, sono una donna di 40 anni al momento in cui scrivo.


    Ho avuto una relazione a distanza che mi ha lasciato un senso di irrisolto. La relazione è "nata a distanza", una distanza di circa 1000 km, e lui voleva una storia seria e un avvicinamento. Il contesto in cui ci muovevamo ha portato entrambi a concludere che sarebbe stato più facile se mi spostassi io, che ho il vantaggio dello smart working. Al momento in cui ci siamo conosciuti, lui era separato da qualche mese dopo un lungo matrimonio, di più di dieci anni.


    Dal canto mio, ero in difficoltà perché i miei genitori hanno problemi di salute e io sono al momento la familiare più vicina che può occuparsi di loro. Quando ci siamo conosciuti, ero rientrata da poco a vivere con loro proprio per supportarli nei loro problemi di salute.


    Con quest’uomo abbiamo provato a frequentarci, non senza difficoltà, prima per sei mesi, poi, dopo una breve rottura, per circa un anno.


    Non è andata bene; dopo più o meno un anno di frequentazione, lui mi ha messo con le spalle al muro. La frequentazione stessa che abbiamo avuto, logisticamente è stata piena di ostacoli, almeno dal mio punto di vista, in quanto lui aveva a casa un fratello con difficoltà lavorative ed io i miei genitori. Non è stato semplice gestire questa situazione in questo contesto così compresso.


    Nonostante sia passato del tempo, sono rimasta con una sensazione di irrisolto. Poco dopo che ci siamo lasciati, mi è capitata un'occasione di una casa in affitto nella mia città; vi assicuro che non è semplice trovare soluzioni abitative decenti, per cui ho preso l'occasione al volo. Purtroppo la presenza di questa casa non è servita a sostenere questa relazione, a essere usata come spazio in più per poterci vedere e frequentare. Ed io sono rimasta con una sensazione di irrisolto, come se non avessimo potuto fare almeno una prova per vedere come sarebbe andata questa relazione. Il modo in cui ci siamo frequentati per me è stato insufficiente a capire e a convincermi, con mille ostacoli e difficoltà.


    Nonostante tutto questo, mi sento in colpa e con la sensazione di non sapere mai come sarebbe andata a finire, anche per delle motivazioni mie, perché di carattere sono piuttosto posata e perché le mie scelte di vita sono state sempre più orientate al senso del dovere e alla responsabilità. Il problema è che siamo nel mondo delle scelte di vita; non mi sento in colpa per un episodio, ma per tutto un progetto che in qualche modo ho cercato di perseguire e che ho avuto il tempo di sognare, in circa due anni complessivi, ma che mi è stato tolto.


    Adesso lui ha un’altra e dal mio punto di vista quest’altra ha vinto piuttosto facilmente, non essendo a distanza ed essendo più integrata nel suo territorio. Quindi avverto, in tutto questo, un forte senso di ingiustizia, ingiustizia perché mi è stata richiesta una scelta di vita, perché non era semplice da prendere, perché in un anno comunque si ha il tempo di creare sogni e aspettative sulla relazione e non mi sembra giusto che vengano stroncate in questo modo. A chi devo esternare questi miei pensieri? Perché nella vita si deve avere la sensazione di partecipare a una gara, soprattutto se parliamo di sentimenti, e poi perderla perché si è messo un peso piuma contro un peso massimo, con tanto di staff tecnico che gli desse la preparazione atletica (da leggersi: niente problemi in famiglia, anzi, famiglia e comitiva che la sostiene, etc.).


    Sono anche arrabbiata perché a volte ho sentito il bisogno di un confronto con qualche amico che mi desse un consiglio, un sostegno, un'indicazione su come dare uno sprint in più... Non dico sul prendere la scelta di vita, ma magari sul gestire qualche situazione contingente.


    Fin da quando ci siamo lasciati, i miei amici sono stati piuttosto categorici sul "è finita, ormai vai avanti", invece magari al tempo si poteva ancora recuperare qualcosa. Non so veramente come fare. Dentro di me do colpe al mondo che mi circonda, alla vita, all'universo e vivo con questa famigerata ferita dell’ingiustizia e questo senso di irrisolto che ho bisogno di sanare, perché questa per me è stata, a modo suo, una relazione significativa. Devo dirvi, più di una volta mi sono sentita persa e senza sapere cosa fare.


    Grazie.

  • Qubit

    Approved the thread.
  • Ciao, hai vissuto una situazione difficile ed è difficile anche dirti qualcosa. Credo che se gli ostacoli hanno prevalso, forse né tu né l'altra persona eravate pienamente convinti di quanto stavate facendo ed è mancata quella condizione che spinge a provarci al di là di ciò che è ragionevole. Prova a pensa reche se avessi fatto la scelta opposta, oggi potresti comunque stare male e avere rimpianti per la lontananza dai genitori. In genere, quando si ha chiaro quali sono le proprie priorità, le situazioni che non rientrano nel proprio programma si scartano prima che diventino troppo coinvolgenti, ma tu non l'hai fatto. A questo punto, per il futuro, credo che devi riflettere bene su cosa è più importante per te. Se è troppo importante stare accanto ai tuoi perché non sopporteresti di saperli in difficoltà mentre sei lontana, oppure seguire i tuoi desideri eventualmente anche spostandoti e lasciandoli se necessario. Una volta chiarito questo tutte le possibilità che sono in contrasto con ciò che per te rappresenta la realizzazione personale non verranno da te neanche prese in considerazione.

  • Ciao, hai vissuto una situazione difficile ed è difficile anche dirti qualcosa. Credo che se gli ostacoli hanno prevalso, forse né tu né l'altra persona eravate pienamente convinti di quanto stavate facendo ed è mancata quella condizione che spinge a provarci al di là di ciò che è ragionevole. Prova a pensa reche se avessi fatto la scelta opposta, oggi potresti comunque stare male e avere rimpianti per la lontananza dai genitori. In genere, quando si ha chiaro quali sono le proprie priorità, le situazioni che non rientrano nel proprio programma si scartano prima che diventino troppo coinvolgenti, ma tu non l'hai fatto. A questo punto, per il futuro, credo che devi riflettere bene su cosa è più importante per te. Se è troppo importante stare accanto ai tuoi perché non sopporteresti di saperli in difficoltà mentre sei lontana, oppure seguire i tuoi desideri eventualmente anche spostandoti e lasciandoli se necessario. Una volta chiarito questo tutte le possibilità che sono in contrasto con ciò che per te rappresenta la realizzazione personale non verranno da te neanche prese in considerazione.

    Penso anche io che si dovrebbe cercare di avere un minimo di concretezza più lucida, ma poiché io spesso nella vita mi sono chiusa rispetto alle relazioni, ed avendo trovato una persona che mi piaceva, ho cercato di mettere da parte questa parte razionale, perché nella mia vita mi ha ostacolato molto nelle relazioni.

  • Penso anche io che si dovrebbe cercare di avere un minimo di concretezza più lucida, ma poiché io spesso nella vita mi sono chiusa rispetto alle relazioni, ed avendo trovato una persona che mi piaceva, ho cercato di mettere da parte questa parte razionale, perché nella mia vita mi ha ostacolato molto nelle relazioni.

    Ma dal tuo racconto sembra che tu la tua parte razionale non l'abbia messa a tacere del tutto, perché quando ti è stato chiesto di scegliere la vita con il tuo compagno non l'hai fatto o hai temporeggiato, se ho capito bene.

    Dovresti analizzare bene per quale motivo è successo questo. Se i tuoi genitori sono molto malmessi in quanto a salute, cioè non sono autonomi e hanno bisogno di una presenza costante e giornaliera è comprensibile ĺa tua titubanza, ma se la tua scelta è stata consapevole non dovresti provare rimoroso, e al limite avresti dovuto essere più categorica con l'altra persona escludendo a priori un tuo spostamento e chiedendo a lui di valutare se raggiungerti. È questa la situazione? Se invece stanno così e così ma ancora se la cavano e la necessità di un presenza è più una preoccupazione per il futuro, allora è più difficile capire perché non hai raggiunto la persona con cui volevi stare per almeno vedere come andava, e sembra quasi che la questione familiare possa essere un alibi per nascondere altre tue fragilità. Perciò credo che tu debba capire bene cos'è che ti impedisce di essere risoluta o nella decisione di stare accanto ai tuoi e farti una vita là o in eventuali altre decisioni diverse.

  • Ma dal tuo racconto sembra che tu la tua parte razionale non l'abbia messa a tacere del tutto, perché quando ti è stato chiesto di scegliere la vita con il tuo compagno non l'hai fatto o hai temporeggiato, se ho capito bene.

    Dovresti analizzare bene per quale motivo è successo questo. Se i tuoi genitori sono molto malmessi in quanto a salute, cioè non sono autonomi e hanno bisogno di una presenza costante e giornaliera è comprensibile ĺa tua titubanza, ma se la tua scelta è stata consapevole non dovresti provare rimoroso, e al limite avresti dovuto essere più categorica con l'altra persona escludendo a priori un tuo spostamento e chiedendo a lui di valutare se raggiungerti. È questa la situazione? Se invece stanno così e così ma ancora se la cavano e la necessità di un presenza è più una preoccupazione per il futuro, allora è più difficile capire perché non hai raggiunto la persona con cui volevi stare per almeno vedere come andava, e sembra quasi che la questione familiare possa essere un alibi per nascondere altre tue fragilità. Perciò credo che tu debba capire bene cos'è che ti impedisce di essere risoluta o nella decisione di stare accanto ai tuoi e farti una vita là o in eventuali altre decisioni diverse.

    Sì, è vero, la parte razionale non l'ho messa del tutto a tacere, l'ho messa un po' da parte senza zittirla completamente. I miei, adesso, non stanno bene. Credo che, per prevenire difficoltà nella gestione della loro quotidianità, alcune decisioni avremmo dovuto prenderle molto tempo fa. Ci sono tante cose interiori che devo risolvere, sì, davvero tante. Grazie.

  • Vorrei fare una domanda riguardo a questa discussione: vorrei sapere se secondo voi io avevo una scelta. Se, pur avendo dei genitori non del tutto in forma, sarebbe stato legittimo partire. Se una soluzione si sarebbe potuta trovare. Quando i genitori sono anziani, e quando si vive una situazione del genere, cosa si fa?

    E' vero siamo nel mondo del libero arbitrio, ma...sarebbe stato giusto lasciare i miei genitori nella mia città? Io mi confronto dentro di me anche con una serie di imperativi morali che non sono del tutto dettati solo dall'affetto, ma da una forma del senso del dovere.


    Era davvero lasciato tutto al mio libero arbitrio? Se fossi riuscita a superare psicologicamente le mie remore a partire, sarebbe stato giusto lasciare due persone anziane in una città? Non parlo solo dei miei genitori, ma di due persone che ai tempi in cui si era posto il problema cominciavano a manifestare i primi segni di cedimento dovuti all'anzianità.

    In alcuni momenti ho agito come se non avessi altra scelta...ma, una scelta c'era? era davvero tutto rimandato alla mia libertà?

  • Onestamente a me sembra che questa storia sia partita male e finita peggio.

    Io leggo tante difficoltà, troppe soprattutto se la volontà di superarle è da una parte sola. Indubbiamente doversi occupare di genitori anziani e malati è un dovere morale oltreché legale, ma il libero arbitrio sta nella modalità in cui si supportano; a volte non c'è proprio scelta, ma altre volte la scelta c'è se si è disposti a trovare compromessi e soprattutto se si è determinati su ciò che si vuole.

    Ho letto che ti sembra un'ingiustizia che un'altra donna con presupposti più semplici abbia l'opportunità di vivere la vita che infondo volevi tu: ma così è la vita, che è fatta proprio di opportunità e scelte. A volte semplicemente doveva andare così, questa tua storia è capitata in un momento sbagliato e con i presupposti sbagliati.

  • Onestamente a me sembra che questa storia sia partita male e finita peggio.

    Io leggo tante difficoltà, troppe soprattutto se la volontà di superarle è da una parte sola. Indubbiamente doversi occupare di genitori anziani e malati è un dovere morale oltreché legale, ma il libero arbitrio sta nella modalità in cui si supportano; a volte non c'è proprio scelta, ma altre volte la scelta c'è se si è disposti a trovare compromessi e soprattutto se si è determinati su ciò che si vuole.

    Ho letto che ti sembra un'ingiustizia che un'altra donna con presupposti più semplici abbia l'opportunità di vivere la vita che infondo volevi tu: ma così è la vita, che è fatta proprio di opportunità e scelte. A volte semplicemente doveva andare così, questa tua storia è capitata in un momento sbagliato e con i presupposti sbagliati.

    Ciao, grazie per la tua risposta. Non ho capito bene se quando scrivi che la volontà di superare queste difficoltà fosse da una parte sola intendi dire che questa parte che voleva superare le difficoltà ero io oppure lui.

  • Ciao, grazie per la tua risposta. Non ho capito bene se quando scrivi che la volontà di superare queste difficoltà fosse da una parte sola intendi dire che questa parte che voleva superare le difficoltà ero io oppure lui.

    Mi riferivo a lui perché ho capito che è stato lui ad arrendersi, per così dire. D'altra parte la sua decisione è anche comprensibile, nel senso che a un certo punto se la storia non va avanti, se nessuno riesce a fare un passo per trovare un compromesso accettabile è normale e probabilmente giusto che si decida di mettere un punto. Comprendo comunque il tuo dispiacere, immagino che ti sei trovata in grande difficoltà e che non hai potuto fare nulla di diverso da quello che hai fatto, quindi non darti colpe, a mio parere non ne hai.

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