No, troppo lontane. Ma comunque ti capisco.
Mi sento persa, c'è troppa confusione dentro di me
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No, troppo lontane. Ma comunque ti capisco.
Ci stiamo metaforicamente vicine.
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Buonasera forum, volevo parlarvi di questa cosa. Non so se ho bisogno di consigli oppure se ho solamente la necessità di sfogarmi, visto che mi sembra di aver toccato il fondo. Cercherò di essere breve, ma ci sono troppe cose da raccontare.
Sono nata il 24 maggio 2006. Sono nata con l’occhio sinistro totalmente cieco e il destro messo male, ma diciamo che fino agli otto anni ho visto il mondo attorno a me. Poi, buio. Il punto non è questo; queste informazioni ci serviranno in futuro. Non so quale sia la definizione perfetta di famiglia disfunzionale, ma io mi sento nata in una famiglia problematica.
Partiamo dal fulcro: i miei genitori. Hanno sempre litigato, sempre, ogni sera. Io avevo paura che potesse scoppiare un litigio; litigavano in maniera molto violenta, urlandosi addosso di tutto. Certe volte sono dovuti anche andare a chiamare i vicini di casa per far calmare la situazione. Non mi dimenticherò mai un episodio in cui i miei genitori si sono messi a litigare perché mio padre si era rifiutato di darmi una mano a studiare scienze dopo cena. Hanno iniziato a litigare in maniera così violenta che sono volati anche degli sputi. Mia madre è andata a chiamare il mio vicino di casa che, non appena arrivato in camera mia, si è seduto sul letto e ha iniziato a chiedermi cosa fosse successo. Io mi sono nascosta sotto le coperte e non ho fatto altro che ripetere il nome del mio pupazzo. Ora che vi racconto queste cose, i brividi mi corrono lungo la schiena; forse solo ora che le racconto a voi capisco la gravità di questi episodi. Ci sono stati mille altri episodi di questo tipo, anche peggiori, ma non mi va di raccontarli tutti. Ci metterei troppo tempo e forse mi farebbe troppo male.
Se analizziamo genitore per genitore, posso dirvi che mio padre è stato piuttosto assente durante la mia infanzia. Le volte che era presente era un uomo menefreghista, violento soprattutto verbalmente, ma qualche volta anche fisicamente. Non mi dimenticherò mai quella volta in cui, durante un litigio con mia madre, io sono scappata in camera dopo aver urlato di tutto addosso a mia madre. Mi sono nascosta sotto le coperte. Mio padre è entrato in camera, mi ha afferrata per i capelli e tirata fuori dal letto, poggiandomi un gomito sulla gola. Anche ora i brividi mi percorrono tutto il corpo.
Se invece dobbiamo analizzare mia madre, la situazione è molto più complessa. Considerando che mio padre è stato molto assente, io, a causa della mia disabilità visiva, mi sono sempre ritrovata dipendente da lei: era lei che usciva con me, era lei che preparava il pranzo per me e per mio fratello, era lei che mi dava una mano a studiare, era lei che ha ascoltato tutti i miei sfoghi adolescenziali, era lei a fare tutto. Questa situazione ovviamente l’ha stancata e credo che l’abbia portata un po’ ad avere una specie di esaurimento nervoso, visto che certe volte ha delle reazioni spropositate.
Inoltre, mia madre è una di quelle persone che come motto ha: "Vinci, mostra agli altri che sei più forte, devi sempre avere ragione tu". È una persona molto impulsiva, irascibile, una testa calda, insomma. Il problema? Io sono l’esatto opposto e tutte le volte che ho cercato di far uscire il mio carattere mi sono sempre sentita sbagliata, visto che non ero uguale a lei.
Per farvi capire quanto l’avere ragione sia importante per mia madre: una volta stava litigando al telefono con mia nonna. Io mi ricordo ancora, stavo preparando la pasta per i biscotti, ero piccola, avrò avuto all’incirca sette oppure otto anni, non mi ricordo molto bene. Mia madre a un certo punto mi ha chiesto un parere sulla discussione con mia nonna. Io le ho detto che, a parer mio, aveva ragione mia nonna. Apriti cielo, non lo avessi mai fatto! Mi ricordo che mi ha afferrata per un braccio e ha iniziato a prendermi a schiaffi sul braccio e sulle gambe, dicendomi che io dovevo dare ragione a lei. Un’altra volta, più recente, circa un annetto fa, durante un litigio, mi ha presa per i fianchi e lanciata contro un armadio, dicendomi che mi avrebbe ammazzata. Mi vengono i brividi, mi sento tradita. Perché devo stare così in famiglia? Lo so che ci sono situazioni peggiori della mia, ma ho bisogno di parlare.
Ci sarebbero mille altre cose da dire, ad esempio che ora le cose con mio padre vanno meglio, ma che comunque le cose non cambiano. Non mi sento capita nemmeno nel mio disturbo da attacchi di panico. Mio padre una volta mi ha detto che se non stavo meglio mi avrebbe presa a pugni, mentre mia madre una volta ha iniziato a prendermi a ginocchiate nei reni. Cercate di capire la scena: l’unica cosa che mi calma quando ho un attacco di panico in casa è camminare avanti e indietro per la stanza. Avevo troppa paura di restare da sola. In quel momento, per me ogni tragedia era possibile, quindi ho chiesto a mia madre di passeggiare con me. Lei mi ha preso per le spalle e ha iniziato a insultarmi e a prendermi a ginocchiate nei reni, dicendomi che dovevo cambiare. Come posso cambiare con una persona che mi tratta così?
Dicevo: ora potrei dirvi che le cose vanno meglio. Il rapporto con mio padre è migliorato di molto, ridiamo e scherziamo, anche se probabilmente non riuscirò mai a raggiungere la profondità di un rapporto paterno consolidato fin dall’infanzia. Le cose con mia madre vanno meglio, sto finalmente aprendo gli occhi sulle cose di lei che mi hanno sempre fatto male. Finalmente? Sì, nonostante il fatto che queste nuove scoperte mi stiano arrecando tutto questo dolore, sono felice di aprire gli occhi e di notare le cose che probabilmente mi hanno portata a essere la persona che sono.
Potrei raccontare mille altre cose: i miei litigi con i miei genitori, i litigi tra i miei genitori, il rapporto con mia madre e il rapporto con mio padre, ma ho troppe cose da dire. Ritengo che le cose più importanti siano: dopo un litigio, quando tutti andavano a dormire, mio padre passeggiava per la casa sussurrando insulti nei confronti di mia madre, nei miei confronti e nei confronti di mio fratello. Ricordo addirittura una volta: ero in piedi, nascosta dietro la porta della mia camera per sentire quello che stava sussurrando, quando a un certo punto l’ho sentito dire: "Quanto vorrai ammazzarti?" Sono scoppiata a piangere. Ci sono altre cose da dire, ma ora preferisco restare su queste basilari, anche perché ho bisogno di parlare di altri componenti della mia famiglia e quindi tornerò sull’argomento genitori solo se ce ne sarà la necessità.
Per quanto riguarda mio fratello, abbiamo sei anni di differenza, lui è il fratello maggiore. Abbiamo la stessa madre, ma padre diverso. Questa cosa mi ha sempre fatto sentire un po’ in colpa, visto che mia madre ha sempre detto che da quando sono arrivata io e da quando è arrivato mio padre, mio fratello ha iniziato a stare male. Ora non voglio sviscerare tutti i dettagli della nostra storia; inutile dire che ha avuto qualche problema, un’adolescenza piuttosto ribelle, uso di qualche sostanza e cose di questo tipo. Scusate, ma su questo punto non mi va di dilungarmi troppo. Mi è sempre stato detto di non parlare molto di mio fratello, e anche ora, ora che sento veramente la necessità di sputare tutto quello che ho dentro, non riesco a farlo liberamente senza farmi assalire dai sensi di colpa. Quindi, magari tornerò su questo punto una volta che mi sentirò più libera. Con mio fratello, in realtà, le cose vanno bene. Nonostante i sei anni di differenza, siamo stati molto uniti, ma potete capire che anche la situazione con lui non è stata molto gradevole, ma io lo definirei il problema minore.
Se dobbiamo parlare di mia nonna, invece, ecco, qua c’è molto da dire. Premessa: sono sempre stata molto legata a mia nonna. Passavo tutti i pomeriggi con lei e ricordo che facevamo dei dipinti con il succo delle arance e dei limoni, facevamo dei disegni con le foglie delle sue piante, annaffiavamo le piante del suo giardino insieme al tramonto. Io le rubavo le fragole ancora acerbe da una pianta di fragole nel suo giardino, lei mi faceva mille regali, io andavo a trovarla tutti i pomeriggi. Nonostante tutti questi bei ricordi, devo mettermi una mano sulla coscienza e rendermi conto che nessuno è perfetto. Mia nonna è sempre stata una donna veramente affascinante, di una bellezza unica, travolgente: un fisico molto ben fatto, gambe magre, vita stretta e seno prosperoso, capelli castani e occhi verdi con delle pagliuzze dorate, naso alla francese, bocca perfetta. Insomma, non era un ratto. Il problema? Lei ha sempre basato molto la sua vita sulla sua bellezza, sulle sue conquiste maschili, sull’invidia che scatenava nelle altre donne. Ora, è giusto essere consapevoli di essere belli, ma fino a questo punto credo proprio di no. E anche ora che è invecchiata e non è più lo splendore di un tempo, continua a essere molto vanitosa. Fin da quando sono piccola, lei, tutte le volte che andavo a trovarla, ha sempre rimarcato i miei difetti fisici: "Hai le gambe troppo grosse, fatti operare. Hai la faccia storta, gli occhi deformi. Tu non sei magra, sei grassa". Per farvi capire, è arrivata a dirmi queste cose anche mentre ero in piena anoressia. "Sei tonda come l’onda", lo so, può far ridere, ma mi sono sempre sentita dire questa frase. I punti sui quali lei ha sempre insistito di più sono le gambe e gli occhi. Guarda caso, sono le parti del mio corpo delle quali sono più insicura.
Inoltre, questo non so se considerarlo un vero e proprio trauma, fin da quando ero piccola mia nonna non si è mai fatta problemi a parlare anche di fronte a me di rapporti sessuali completi. Lo so, può essere strano, ma fin dalla mia tenera età, in un certo senso, sono stata abituata a sentire discorsi veramente osceni. Mia nonna è una bugiarda. Non so se è patologica o altro. Tutte le volte che vado a trovarla, mi ricorda la mia condizione di non vedente, come se potessi dimenticarmelo. Ogni tanto mi dice anche, prendendomi in giro: "Scusami, potresti per caso leggere questo libro? Io non capisco cosa c’è scritto". Poi, si guarda attorno e mi dice: "Scusa, non mi ricordavo del fatto che tu sei cieca". Non mi sembra normale, poi magari sbaglio io.
Ci sarebbero mille altre cose da dire, ma ora non mi va di andare così tanto nel profondo, fa troppo male, quindi darò qualche accenno generale e, solo se ce ne sarà la necessità, approfondirò il discorso. La mia famiglia è disfunzionale, non finisce qui. Per quanto riguarda i miei zii e i miei cugini, non ho molto da dire: siamo sparpagliati per l’Italia e per il mondo, ci vediamo poche volte, ma le cose vanno bene, almeno questa. Un altro tasto dolente è mia zia. Mia zia è la sorella maggiore di mia madre. Per chi ha già letto qualche mio altro post, sa che lei non c’è più da un anno; è venuta a mancare la notte tra il 24 e il 25 maggio. Mi fa così strano pensare che il giorno prima mi stava abbracciando e cantando "Tanti auguri", ora è chiusa in una scatola ridotta in cenere. Lei ha avuto una vita piuttosto difficile, dilaniante: storie sbagliate, compagnie pessime e varie dipendenze. Ora, so di essere crudele, ma anche lei, in un certo senso, era l’appendice di mia nonna; in maniera minore, ma anche lei faceva commenti sul mio fisico e sui rapporti sessuali. Non posso eliminare i suoi lati negativi solo perché ora non c’è più. Il dolore che provo per la sua scomparsa è immenso, ma anche lei mi ha lasciato dei segni addosso che sono difficili da dimenticare. Lei mi manca, mi manca come l’aria, mi manca come il mondo, mi manca come l’acqua, mi manca come la vita che, da quando lei non c’è più, sembra aver abbandonato ogni cosa, ogni colore, ogni secondo, ogni minuto. Era fantastica, di un’intelligenza superiore alla media, sensibile, buona, dolce, ironica, ma nonostante tutto ciò, io non riesco più a provare emozioni nemmeno nei suoi confronti.
Ora, per favore, non ho più voglia di parlare di lei, se ce ne sarà bisogno parlerò di lei solo in futuro. Le storie sono troppo complicate da raccontare e nel mio cervello c’è troppa confusione, quindi forse prima è meglio mettere un po’ a posto negli scaffali della mia mente.
Per quanto riguarda mio nonno, non lo ritengo una persona disfunzionale. L’unica cosa che non andava bene è che i miei nonni hanno sempre litigato, si sono separati quarant’anni fa, ma comunque mio nonno è solito venirci a trovare e quindi, diciamo che i rapporti con mia nonna non si sono del tutto interrotti. Male di mio nonno poi, come tutte le persone, è dotato di una bella scatola di difetti, ma diciamo che in tutto quello che è successo, è la persona che mi ha arrecato meno problemi. L’unica cosa che mi dà un po’ fastidio, ma che comunque non considererei come fattore principale della mia famiglia disfunzionale, è che ogni tanto è un po’ paranoico e troppo ansioso, dubita di tutti e mi mette in guardia da tutte le esperienze che voglio fare.
Avrei mille altre cose da raccontare, ma inizio a non sentirmi bene, forse sto affrontando un carico emotivo troppo pesante da sopportare tutto in una volta. Avrei bisogno di qualche consiglio. Sono io che ingrandisco la situazione oppure è veramente una famiglia problematica, disfunzionale?
Perché nel titolo di questo thread sono citati anche i sensi di colpa? Per una questione molto semplice: io mi sento in colpa a raccontare dei problemi familiari, mi sento come se la colpa fosse mia. Mi dico: “Perché non stai zitta? Supera i tuoi problemi ma evita di sparpagliarli in giro”. Insomma, è come se, parlando dei problemi in famiglia, non portassi rispetto ai miei genitori, ai miei nonni, ai miei parenti. Insomma, non mi sembra normale nemmeno questo, ed è proprio per questo che ho deciso di parlarvi. Vorrei qualche consiglio. Grazie mille per l’attenzione, scusate per questo sproloquio, ma oggi, dopo un litigio con mia madre e dopo un litigio con mio padre avvenuto ieri sera, avevo veramente bisogno di sfogarmi. Mi sento arrivata al fondo, e non vorrei scavare ancora di più. Un abbraccio e grazie mille in anticipo a chi risponderà.
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Piccola, fai un'enorme tenerezza quando racconti queste cose. Al di là di questi episodi, traspare che i tuoi ti vogliono veramente bene, o sbaglio? Farebbero tutto per te, sono un po' esasperati dalla situazione in generale.
Non sto dando ragione né a loro né a te, la situazione è un po' complicata.
Avete trovato i biglietti del concerto?
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Piccola, fai un'enorme tenerezza quando racconti queste cose. Al di là di questi episodi, traspare che i tuoi ti vogliono veramente bene, o sbaglio? Farebbero tutto per te, sono un po' esasperati dalla situazione in generale.
Non sto dando ragione né a loro né a te, la situazione è un po' complicata.
Avete trovato i biglietti del concerto?
Ciao, grazie per la comprensione. So anch’io che i miei genitori farebbero di tutto per me, e io farei di tutto per loro, solo che certe volte è veramente difficile mandare giù le cose che ci hanno fatto stare male. Per quanto riguarda i biglietti del concerto, mi dispiace, ma no, niente da fare, erano tutti presi. Mio padre ha avanzato l’idea, considerando che sono legalmente disabile, di chiedere i posti speciali. Onestamente, non mi va di approfittare della mia disabilità, ma per questa volta chiudo un occhio e do ragione a mio padre. Non mi è mai piaciuto approfittare del fatto di essere non vedente. Ad esempio, a scuola chi ha delle disabilità può non pagare i biglietti degli spettacoli, ma io ho sempre pagato tutto. Mi dispiace approfittare di queste cose.
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Vorrei fare una domanda all’amministrazione. Chiedo scusa se mi ritrovo a farla qui, ma nella sezione domande e suggerimenti non riesco a trovare l’impostazione per creare una nuova discussione. Se potessi, certamente avrei aperto questa discussione in quella sezione e avrei evitato di intasare questo thread.
Mi piacerebbe che l’ultimo post, quello nel quale racconto della mia famiglia, venisse inserito nella sezione vita familiare, creando un vero e proprio nuovo thread, visto che l’argomento è piuttosto delicato e vorrei che restasse separato da un mio sfogo personale. Grazie mille, aspetto una risposta. Dimenticavo, vorrei precisare che la mia non è presunzione di avere ragione, ma semplicemente vorrei capire come mai ci sono questi spostamenti. So che non si possono aprire tante discussioni che vertono sempre sullo stesso tema; questo l’ho imparato aprendo diverse discussioni sulla depersonalizzazione, ma il tema familiare mi sembra piuttosto distaccato dai temi di cui ho parlato nei post precedenti contenuti in questa discussione. Grazie.
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Vorrei fare una domanda all’amministrazione. Chiedo scusa se mi ritrovo a farla qui, ma nella sezione domande e suggerimenti non riesco a trovare l’impostazione per creare una nuova discussione. Se potessi, certamente avrei aperto questa discussione in quella sezione e avrei evitato di intasare questo thread.
Mi piacerebbe che l’ultimo post, quello nel quale racconto della mia famiglia, venisse inserito nella sezione vita familiare, creando un vero e proprio nuovo thread, visto che l’argomento è piuttosto delicato e vorrei che restasse separato da un mio sfogo personale. Grazie mille, aspetto una risposta. Dimenticavo, vorrei precisare che la mia non è presunzione di avere ragione, ma semplicemente vorrei capire come mai ci sono questi spostamenti. So che non si possono aprire tante discussioni che vertono sempre sullo stesso tema; questo l’ho imparato aprendo diverse discussioni sulla depersonalizzazione, ma il tema familiare mi sembra piuttosto distaccato dai temi di cui ho parlato nei post precedenti contenuti in questa discussione. Grazie.Ciao Nonsocomechiamarmi, come ho già avuto modo di chiarire in precedenza, preferiamo evitare che i singoli utenti aprano nuovi thread ogni giorno, soprattutto quando i temi trattati sono affini a quelli già in corso. Questo approccio aiuta a garantire una migliore continuità e permette agli altri partecipanti di seguire più facilmente l'evolversi della tua situazione personale.
Vorrei quindi invitarti gentilmente a continuare a postare nei tuoi thread già esistenti e valutarne l'apertura di nuovi solo nel caso gli argomenti siano sufficientemente distinti da quelli trattati precedentemente. Ti ringrazio per la comprensione e la collaborazione.
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Ciao Nonsocomechiamarmi, come ho già avuto modo di chiarire in precedenza, preferiamo evitare che i singoli utenti aprano nuovi thread ogni giorno, soprattutto quando i temi trattati sono affini a quelli già in corso. Questo approccio aiuta a garantire una migliore continuità e permette agli altri partecipanti di seguire più facilmente l'evolversi della tua situazione personale.
Vorrei quindi invitarti gentilmente a continuare a postare nei tuoi thread già esistenti e valutarne l'apertura di nuovi solo nel caso gli argomenti siano sufficientemente distinti da quelli trattati precedentemente. Ti ringrazio per la comprensione e la collaborazione.
Va bene, grazie mille, davvero gentile. Chiedo scusa per l’incomprensione, grazie mille ancora, buon proseguimento.
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