Ansia causata da viaggi e spostamenti per lavoro

  • Salve a tutti, scrivo qui per sfogarmi per una cosa che sta accadendo nella mia vita.


    Faccio il programmatore per un'azienda di consulenza. Il mio contratto è di smart working, ma da un mese chi non si trova su un cliente dell'azienda deve recarsi in ufficio per il 50% dei giorni del mese. Abito a più di 150 km di distanza e purtroppo soffro d'ansia dovuta ai viaggi e agli spostamenti, il che non mi ha reso la cosa semplice.


    Ora sono scritturato su un cliente e posso stare a casa, ma la paura di sbagliare mi sta facendo dare di matto perché ho paura di ritornare a fare quella vita. Inoltre, mi sto trasferendo con la mia ragazza in affitto dato che lavora nella mia stessa città. Questa cosa sta distruggendo me e chi mi sta attorno. Sono seguito da una professionista e qualche progresso lo faccio, ma a rilento.


    Questo si traduce nella poca concentrazione a lavoro, sono sempre stanco, ho pensieri di evitamento, paura di sbagliare ed essere cacciato, insomma paura di tutto. Non so più come fare, ho finito anche le lacrime. Sembra tutto ridicolo ma a me crea tutto il panico di questa terra.


    Grazie per lo spazio.

  • Qubit

    Approved the thread.
  • Faccio il programmatore per un'azienda di consulenza. Il mio contratto è di smart working, ma da un mese chi non si trova su un cliente dell'azienda deve recarsi in ufficio per il 50% dei giorni del mese. Abito a più di 150 km di distanza e purtroppo soffro d'ansia dovuta ai viaggi e agli spostamenti, il che non mi ha reso la cosa semplice.

    Che incredibile assurdità, lasciamelo dire. Quale sarebbe il valore di costringere una persona a farsi 300 km al giorno di spostamenti...

    Sappi comunque che nel settore informatico molte aziende offrono smart pressocchè totale, cambia azienda.

  • Ciao auron3110 ti va di condividere qui nel forum cosa scatena questa ansia? Se ci sono dei pensieri, emozioni, situazioni specifiche che ti generano malessere?

    Hai iniziato un percorso di psicoterapia? Mi sembra quantomeno necessario.

    Un abbraccio!

    Le emozioni sono tante, dalla paura di non essere adatto al lavoro sul cliente dove sono stato assegnato, a cui mi attacco con le unghie e con i denti, che mi porta anche un po' ad accentuare la mia sindrome dell'impostore.


    Sono molto meno concentrato e vado nel panico subito perché i pensieri sono sempre negativi e questi si ripercuotono anche su chi mi sta accanto che ormai è un po' stanco di sentirmi dire le stesse cose.


    Ho molta più paura del futuro di prima.


    Sto seguendo un percorso di psicoterapia che mi sta aiutando, al momento, a scacciare i pensieri nei weekend, a cercare di staccare dal lavoro in tempi normali e a praticare un po' di autocompassione perché sono ancora un junior nel mio campo e perciò ho tanto da imparare. Sto imparando anche a essere meno catastrofista e vedere tutto con più realismo e a pensare di più al presente che al futuro, che non è controllabile.


    Ma non riesco a non disperarmi fino alle lacrime se un lavoro non lo porto a termine, se sto perdendo tempo, se non lo faccio bene, se chiedo troppo aiuto. Gonfio ogni parola che mi viene detta: anche una critica sottile fa partire una trama da film premio Oscar! E sono convinto che al lavoro l'hanno capito e mi odiano un po'.


    Purtroppo, gli episodi di pianto ci sono ancora e ripeto, vorrei che chi mi sta accanto non mi vedesse così. Per questo scrivo anche qui, per provare a buttare tutto fuori senza farmi vedere triste.

    Che incredibile assurdità, lasciamelo dire. Quale sarebbe il valore di costringere una persona a farsi 300 km al giorno di spostamenti...

    Sappi comunque che nel settore informatico molte aziende offrono smart pressocchè totale, cambia azienda.

    Sto cercando di farlo creandomi il piano b, imparando altre tecnologie e mandando curriculum.

  • auron3110 quindi, se ho capito bene, non è tanto una paura dei viaggi/spostamenti, ma perfezionismo e paura del futuro, unito a capacità di auto supporto da sviluppare e un po' di paranoia.

    Da junior stagionata in un altro settore, credo ci sia un po' da lavorare con la terapia per curare ferite del passato (magari adulti di riferimento esigenti, senso di inadeguatezza dato da certe cerchie sociali) e un po' da sperimentare e crescere.

    Per quanto doloroso e disarmante, il tuo è un percorso di crescita ripidissimo. Adesso soffri, ma sappi che stai sicuramente sviluppando delle competenze umane, psicologiche, e tecniche incredibili, ed è anche per questo che ti senti sopraffatto.

    Questo è quello che percepisco io dalla tua storia, e mi scuso se sono stata incorretta o imprecisa, e se questo non ti fa sentire capito.

    Intanto, cosa credi di aver raggiunto di importante per te finora? Cosa vuoi migliorare con più urgenza? In cosa credi di essere cresciuto da quando hai iniziato a stare male?

  • auron3110 quindi, se ho capito bene, non è tanto una paura dei viaggi/spostamenti, ma perfezionismo e paura del futuro, unito a capacità di auto supporto da sviluppare e un po' di paranoia.

    Da junior stagionata in un altro settore, credo ci sia un po' da lavorare con la terapia per curare ferite del passato (magari adulti di riferimento esigenti, senso di inadeguatezza dato da certe cerchie sociali) e un po' da sperimentare e crescere.

    Per quanto doloroso e disarmante, il tuo è un percorso di crescita ripidissimo. Adesso soffri, ma sappi che stai sicuramente sviluppando delle competenze umane, psicologiche, e tecniche incredibili, ed è anche per questo che ti senti sopraffatto.

    Questo è quello che percepisco io dalla tua storia, e mi scuso se sono stata incorretta o imprecisa, e se questo non ti fa sentire capito.

    Intanto, cosa credi di aver raggiunto di importante per te finora? Cosa vuoi migliorare con più urgenza? In cosa credi di essere cresciuto da quando hai iniziato a stare male?

    L'analisi è giusta, ma manca un tassello. Io già soffro di ansia per spostamenti o viaggi per organizzarmi; una volta non riuscivo neanche a fare 10 km in macchina dopo che lasciai l'università e solo ora riesco a prendere autobus e fare lunghe traversate di 2-3 ore in macchina, ma ancora trovo difficoltà ad andare in vacanza.


    Tutto nasce da un genitore super iperprotettivo e ansioso che considerava perdita di tempo qualsiasi cosa che non fosse una crescita personale o semplicemente lavoro... per lui, quando smanettavo con il PC perché era la mia passione, pensava giocassi al computer. Non mi ha mai chiesto se stavo bene o male; per lui, il suo dovere era mantenere la famiglia e lavorare, una visione che ha danneggiato anche lui.


    Chiusa parentesi, non so cosa ho raggiunto, non riesco a vedere e circoscrivere le mie competenze.


    In questo momento vorrei migliorare la mia capacità di rimanere freddo in queste situazioni o comunque avere uno stato di serenità tale da permettermi di lavorare e staccare godendomi un po' il tempo fuori dal lavoro, cosa che non riesco più a fare almeno durante la settimana.


    Non penso di essere cresciuto in qualcosa, forse ho capito che non devo idealizzare troppo le aziende in cui lavoro.

  • Io mi ritrovo molto in quello che dici.

    Anche io vivo tenendo a bada molte paure, alla fine ho imparato a conviverci. Sindrome dell'impostore...paura di guidare...soprattutto su lunghi tragitti e strade nuove, soprattutto se sono sola...paura del futuro...Lavoro nel tuo stesso settore e prima del covid mi spostavo spesso durante il giorno tra sede e clienti e la cosa mi metteva un po' d'ansia. Sono rinata con lo smart working, io ci vivevo in macchina! Personalmente col tempo ho imparato a convivere con queste paure. Certo....capita anche a me di fare 300 km certi giorni e mi secca molto, soprattutto se devo vedere clienti importanti vado in ansia tripla, ma poi la gestisco.

  • Io mi ritrovo molto in quello che dici.

    Anche io vivo tenendo a bada molte paure, alla fine ho imparato a conviverci. Sindrome dell'impostore...paura di guidare...soprattutto su lunghi tragitti e strade nuove, soprattutto se sono sola...paura del futuro...Lavoro nel tuo stesso settore e prima del covid mi spostavo spesso durante il giorno tra sede e clienti e la cosa mi metteva un po' d'ansia. Sono rinata con lo smart working, io ci vivevo in macchina! Personalmente col tempo ho imparato a convivere con queste paure. Certo....capita anche a me di fare 300 km certi giorni e mi secca molto, soprattutto se devo vedere clienti importanti vado in ansia tripla, ma poi la gestisco.

    Qualche trucco per gestirla? Per esempio oggi, di domenica, mi sento schiacciato a pensare che domani devo provare a tutti di essere degno di stare lì, portando a casa i task il più velocemente possibile. Ho mille paure e non riesco a farvi fronte.

  • Un piccolo aggiornamento dello stato...

    Ultimamente sono un po' più calmo, o meglio non piango e non mi dispero tutto il giorno, però mi sento sempre un po' esausto la mattina e la paura è ancora presente.

    La scorsa settimana, dopo l'ennesimo errore, ho chiesto un feedback al mio caporeparto.

    Mi aspettavo che mi dicesse che fossi lento oppure che dovevo fare di più e cambiare registro... invece, mi ha detto che sto crescendo e soprattutto sto facendo progressi e che, prima di essere autonomo, ce ne vuole ancora.

    Sono rimasto stranito e sorpreso. Poi gli ho spiegato anche che ho un po' di paura di sbagliare perché voglio fare bene e ritagliarmi il mio posto, e lui mi ha risposto che stavo andando bene e che dovevo continuare sia a chiedere sia a non avere paura di sbagliare... dopo che ho avuto questo confronto, il resto della settimana l'ho affrontato con qualche energia in più.

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