È sempre giusto perdonare i genitori?

  • Recentemente mi sono imbattuto in un video a mio avviso molto interessante, di una psicologa che offre un punto di vista inaspettato sul perdono nei confronti dei genitori. Rispetto alle opinioni comunemente espresse da altri professionisti, questa visione mi ha colpito profondamente.


    La dottoressa sostiene che non sia sempre necessario perdonare i genitori, tutto dipende dal grado di male che ci hanno inflitto. Cominciamo con il fare due esempi doversi.


    Primo esempio.

    Potrebbero averci impedito di fare qualcosa per il nostro bene, o perchè erano convinti che le loro imposizioni ci avrebbero giovato. Poniamo il caso che ci abbiano proibito di intraprendere gli studi che avremmo voluto, costringendoci a fare un lavoro che non ci piace. Questo può sicuramente portare risentimento, ma se nelle altre circostanze sono stati comprensivi, allora è un atteggiamento che si può perdonare.


    Secondo esempio.

    Se si sono imposti sugli studi e poi si sono imposti su tutto il resto, limitando la nostra libertà, impedendoci di sviluppare le nostre idee ed esprimere le nostre preferenze, allora non è giusto perdonarli. Farlo significherebbe tradire e danneggiare il nostro bambino interiore, facendoci schierare dalla parte dei carnefici e lasciandolo senza difese, Dobbiamo quindi amare noi stessi (si astengano i narcisisti), proteggendo il nostro bambino interiore e la nostra anima.


    Il nostro bambino interiore se non è stato amato, desidera ancora l'amore e la protezione che non ha ricevuto, anche in età adulta. Per questo spesso cerchiamo di compensare questa mancanza attraverso il partner, scegliendone uno incapace di amare. Quando scopriamo questa incapacità, il dolore della ferita d'infanzia si rinnova. Non possiamo colmare l'amore non ricevuto dai genitori attraverso la compagna o il compagno, l'unico modo per poterlo fare è amare, comprendere e considerare il nostro bambino interiore come vittima.


    Altro aspetto importante da considerare è l'obbligo imposto dalla società di obbedire all'autorità (forze dell'ordine, insegnanti, Dio o Divinità), che ci porta a dover rispettare i genitori a prescindere. Questo è giusto ok, ma non quando si sono comportati molto male nei nostri confronti.


    Insomma sono rimasto molto meravigliato da questo discorso, e ascoltando quello che dice, credo proprio che abbia ragione, perchè questo punto di vista mi fa stare meglio. Questa sembra essere, almeno per me, la strada giusta da seguire per migliorare il rapporto con me stesso e gli altri.


    Appena riprenderò le sedute di psicoterapia, sarà sicuramente il primo argomento che proporrò alla psicologa. Sono curioso di sapere cosa ne penserà.


    Voi cosa ne pensate? Avete mai avuto esperienze simili o riflessioni su questo tema? Mi piacerebbe sapere le vostre opinioni e storie.

  • Bravissima! Mi piace molto questa signora anziana, tra l'altro ho visto solo pochi video, ma penso che anche lei abbia sofferto parecchio.

    E' molto brava. La seguo perché oltre che eccelsa psicoanalista, tratta di esoterismo e "spiritualità" da un punto di vista suo personale ed originale, non segue alcuna dottrina e questo lo apprezzo molto. Anche se non condivido sempre ciò che dice, specie circa il matriarcato che esalta sempre, ho le sue stesse credenze sulla reincarnazione, il karma, il mondo astrale, eccetera.


    In un video ha lasciato intendere che con sua madre il rapporto non è stato dei migliori.


    Il video sul suicidio e sull'oltre vita (il dopo la morte), credo siano fra i più toccanti... ha raggiunto vette di saggezza suprema.

    "vi teniamo per mano in questo sentiero di incertezza" Dali - :hibiscus:

  • Infatti il primissimo video suo che ho guardato era proprio quello sulla ghiandola pineale e sul terzo occhio. Molto interessante anche quello sui possibili rischi legati alla magia bianca.


    Magari si potrebbe aprire una discussione sull'esoterismo un giorno.

  • Ho odiato i miei perché mi hanno imposto di andare in un diplomificio dopo l'ennesima bocciatura. Oggi sono molto più comprensivo e ambivalente a riguardo.

    Però questo odio non credo di averlo anullato del tutto. Ho della negatività verso i miei di quando in quando. Non so quanto di questa negatività sia circostanziale e quanto sia "l’antico odio" che risalta fuori...

    Non permettere a nessuno di entrarti nella testa... A cosa stai pensando?

  • Per me il tema è che il perdono è un dono che facciamo a noi stessi, sempre e comunque; è qualcosa che ci permette di disancorarci da qualcosa del passato per proseguire sulla nostra strada, e questo non può che essere un bene per noi.

    Quindi diciamo che io sono propensa al perdono, poi ogni situazione va valutata a se stante.

    Con mia madre ho un conto aperto in tal senso, perchè anche se sono andata oltre non riesco a perdonare del tutto. Vorrei dire che l'ho fatto ma non riesco, anche perchè la ferita è ancora aperta. Non c'è modo di arrivare a un dialogo con lei, non esiste il dialogo con lei, è arroccata sulle sue decisioni, non mi ha amata, non mi ama, probabilmente non è in grado, ma questo è qualcosa di così innaturale, e le differenze che fa con mia sorella sono così enormi, e l'indifferenza che mi arriva da lei è così profonda e senza uscita, che anche solo accettare la situazione per me è molto doloroso e difficile, anche se so che non c'è altro da fare e anche se ho costruito lo stesso la mia vita, anche senza di lei. Ma accettare di non avere una madre, che è viva ma nei miei riguardi non esiste, è qualcosa che per me va oltre ciò che può essere perdonato, considerato che la mia "colpa" è forse solo essere nata, e attualmente è che potenzialmente le potrei sopravvivere, cosa che le causa rabbia e ulteriore malumore nei miei riguardi. La vita che scorre in me, vita che mi ha donato lei, è a quanto pare la mia colpa. La posso perdonare? Chiedo a te.

  • e attualmente è che potenzialmente le potrei sopravvivere, cosa che le causa rabbia e ulteriore malumore nei miei riguardi.

    :pleading-face:


    Meriti l’amore materno come chiunque altra persona. Anche di più visto che hai continuato nonostante tutto a desiderarlo invece di abbracciare emozioni e atteggiamenti negative.

    Figure materne sostitutive?

    Non permettere a nessuno di entrarti nella testa... A cosa stai pensando?

  • Magari si potrebbe aprire una discussione sull'esoterismo un giorno.

    Se ne parla da un po' ma poi non è stato aperto.


    Comunque per rispondere alla tua domanda del thread, ossia cosa ne penso: non ho visto quel video in particolare, ma più o meno conoscendo il pensiero di Gabriella Tupini, non credo lei intenda dire (letteralmente) che in certi casi non è giusto perdonare, ma forse che il perdono è una questione di comprensione, quindi è una conseguenza, non una causa; penso lei intenda questo. Quindi in certi casi il rischio è quello di reiterare in modo indiretto una dinamica di "obbedienza" perdonando. Di conseguenza ci sono casi in cui ribellarsi ai genitori può essere la via verso l'elaborazione dei propri traumi e per raggiungere una comprensione di sé più completa, e magari di un perdono "vero", ovviamente se questo avverrà, non forzatamente.


    Insomma il perdono (per essere vero e liberatorio) giunge da una coscienza che ha compreso quanto c'era da comprendere, non deve essere un atto di "carità cristiana", per così dire.

    "vi teniamo per mano in questo sentiero di incertezza" Dali - :hibiscus:

  • In terapia ho affrontato questo discorso.


    Prima li vedevo solo come genitori, poi con la terapeuta ho visto la persona e non solo il genitore. Da lì qualcosa è cambiato. Ho visto delle persone giovani che a loro volta avevano del limiti e problemi, non andavano in terapia e che certe cose le hanno fatte bene, altre per nulla.


    Non mi piace la parola perdono in quanto mi sa di cristianesimo, ma preferisco la parola comprensione.

    Ecco dopo aver separato la persona dal genitore ho provato più comprensione, il che ha portato a una maggior consapevolezza ed un mio essere più attiva.

    Comprendo il motivo del perchè mio padre non è mai stato presente, ma non vuol dire che lo accetto. Comprendo che non è una persona cattiva o mal intenzionata, ma comprendo di più l'effetto che questo suo modo ha avuto su di me. Le lacune che ha lasciato. Non ce l'ho con lui, ma non lo cerco nemmeno più.


    Quello che i miei genitori non sono riusciti a dare a me bambina ho scoperto che può darlo la me adulta. Questo è il click che ha cambiato tutto. Mentre prima continuavo a cercare quell'amore da lui adesso non lo cerco più perchè so che non può darlo. Piuttosto se voglio sentirmi amata vado dalle persone che mi stanno vicino. Che hanno scelto di starmi vicino e vogliono darmi quell'amore.

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