Recentemente mi sono imbattuto in un video a mio avviso molto interessante, di una psicologa che offre un punto di vista inaspettato sul perdono nei confronti dei genitori. Rispetto alle opinioni comunemente espresse da altri professionisti, questa visione mi ha colpito profondamente.
La dottoressa sostiene che non sia sempre necessario perdonare i genitori, tutto dipende dal grado di male che ci hanno inflitto. Cominciamo con il fare due esempi doversi.
Primo esempio.
Potrebbero averci impedito di fare qualcosa per il nostro bene, o perchè erano convinti che le loro imposizioni ci avrebbero giovato. Poniamo il caso che ci abbiano proibito di intraprendere gli studi che avremmo voluto, costringendoci a fare un lavoro che non ci piace. Questo può sicuramente portare risentimento, ma se nelle altre circostanze sono stati comprensivi, allora è un atteggiamento che si può perdonare.
Secondo esempio.
Se si sono imposti sugli studi e poi si sono imposti su tutto il resto, limitando la nostra libertà, impedendoci di sviluppare le nostre idee ed esprimere le nostre preferenze, allora non è giusto perdonarli. Farlo significherebbe tradire e danneggiare il nostro bambino interiore, facendoci schierare dalla parte dei carnefici e lasciandolo senza difese, Dobbiamo quindi amare noi stessi (si astengano i narcisisti), proteggendo il nostro bambino interiore e la nostra anima.
Il nostro bambino interiore se non è stato amato, desidera ancora l'amore e la protezione che non ha ricevuto, anche in età adulta. Per questo spesso cerchiamo di compensare questa mancanza attraverso il partner, scegliendone uno incapace di amare. Quando scopriamo questa incapacità, il dolore della ferita d'infanzia si rinnova. Non possiamo colmare l'amore non ricevuto dai genitori attraverso la compagna o il compagno, l'unico modo per poterlo fare è amare, comprendere e considerare il nostro bambino interiore come vittima.
Altro aspetto importante da considerare è l'obbligo imposto dalla società di obbedire all'autorità (forze dell'ordine, insegnanti, Dio o Divinità), che ci porta a dover rispettare i genitori a prescindere. Questo è giusto ok, ma non quando si sono comportati molto male nei nostri confronti.
Insomma sono rimasto molto meravigliato da questo discorso, e ascoltando quello che dice, credo proprio che abbia ragione, perchè questo punto di vista mi fa stare meglio. Questa sembra essere, almeno per me, la strada giusta da seguire per migliorare il rapporto con me stesso e gli altri.
Appena riprenderò le sedute di psicoterapia, sarà sicuramente il primo argomento che proporrò alla psicologa. Sono curioso di sapere cosa ne penserà.
Voi cosa ne pensate? Avete mai avuto esperienze simili o riflessioni su questo tema? Mi piacerebbe sapere le vostre opinioni e storie.