Temo che mio fratello voglia rivolgersi al suicidio assistito, che fare?

  • Buongiorno a tutti. Scrivo per la prima volta su questo forum per una questione delicata che non mi riguarda direttamente. Avrei bisogno di consigli e/o supporto, per quanto possibile.


    Ho scoperto casualmente nella cronologia del computer di mio fratello che la scorsa settimana ha fatto delle ricerche relative al suicidio e ad alcune possibili modalità di metterlo in atto. Andando a scavare ulteriormente ho scoperto che a settembre del 2023 ha avuto un proficuo scambio di messaggi con un’associazione Svizzera chiamata “Dignitas” che si occupa di accompagnamento al suicidio assistito in cui mio fratello ha chiesto a un’operatrice quali fossero le modalità, le ha inviato due diagnosi di due terapeute differenti ed ha chiesto di mantenere riserbo.

    In contemporanea ho scoperto anche che mio fratello, pur avendo uno stipendio relativamente basso, è praticamente a corto di soldi sul suo conto corrente. Considerando che non paga vitto e alloggio, essendo il tutto a carico dei miei genitori, è praticamente impossibile che lui abbia speso quei soldi in attività routinarie come uscire con gli amici o altri svaghi personali (che praticamente non ha). Il mio sospetto è che lui abbia usato questi soldi in giochi d’azzardo online. Non ho idea se possa averli usati anche in altro modo.


    Mio fratello ha 32 anni, è un ragazzo sensibile e ha sempre avuto delle difficoltà a relazionarsi con il mondo esterno. Sempre concentrato su se stesso e i suoi problemi che a questo punto io credo di aver sottovalutato e forse lui stesso. Gli è stata fatta una diagnosi di ADHD di grado lieve-moderato, ha sofferto di depressione maggiore per un breve periodo della sua vita, ha avuto un paio di episodi psicotici. In tutto questo ho la sensazione che nonostante le sue difficoltà lui non faccia mezzo sforzo per provare a uscire da questa narrazione che si è appiccicato addosso e nonostante le sue rassicurazioni credo che stia sprofondando verso un punto di non ritorno. Io sono l’unica persona con cui si confida profondamente, ha degli amici ma sembra che abbia un rapporto superficiale con loro, i miei genitori ovviamente non sanno nulla, non capirebbero credo e si preoccuperebbero molto.


    Vorrei chiedervi un aiuto per capire come comportarmi in questa situazione così delicata. La mia reazione istintiva alle scoperte di cui sopra è stata di rabbia e paura. Avrei voluto affrontarlo direttamente, probabilmente sarei arrivato ad assumere un tono accusatorio soprattutto per il dolore che tutto questo sta causando a me e causerebbe ai miei genitori. Mi sono calmato ed ho cercato di parlare lucidamente con lui, facendo parlare lui sul suo stato attuale e sul periodo della vita che sta vivendo. Dai suoi racconti, apparentemente sinceri, non è emerso nulla di diverso rispetto alle narrazioni degli ultimi due anni. Non mi è sembrato disperato a tal punto da compiere gesti estremi, non c’è stato alcun accenno né al suicidio né al problema dei soldi. Lui si sente sicuro di sé, dei problemi che ha avuto. Dice di aver superato tante prove in passato e che ora, lentamente, riuscirà a migliorare anche i problemi attuali. Io, dal mio canto, gli ho ribadito che può contare su di me in qualsiasi momento, di non avere paura di dirmi qualsiasi cosa gli dovesse passare per la testa. Gli ho consigliato ripetutamente di rivolgersi a un altro terapeuta, anche insistendo. Ma lui non ha alcuna intenzione di farlo, è testardo e sostiene che dall'esterno non può essere aiutato. Dice che lui conosce quelli che sono i suoi problemi e, anche se non subito, sa come risolverli.


    Qualsiasi consiglio è ben accetto. Ringrazio tutti per la vostra attenzione.

  • Qubit

    Approved the thread.
  • Buonasera, premetto di non saper nulla su questo argomento, ma una domanda mi sorge spontanea:

    Questi enti/associazioni/quel che sono, possono accompagnare una persona SANA verso il suicidio assistito senza che possano essere denunciati?


    Ho sentito più volte parlare di suicidio assistito in casi gravi, estremi, da persone malate o in stato vegetativo, ma mai per persone relativamente sane.

    Chiedo scusa per la mia ignoranza e so che non è il tema centrale del 3d, ma già partire dal presupposto che non è realizzabile il suo desiderio potrebbe tranquillizzarti magari.


    Io gli parlerei apertamente.

    "Io vorrei rinascere come quelle persone belle e ignoranti, che vivono come le piante, senza pensieri".

  • Buonasera, premetto di non saper nulla su questo argomento, ma una domanda mi sorge spontanea:

    Questi enti/associazioni/quel che sono, possono accompagnare una persona SANA verso il suicidio assistito senza che possano essere denunciati?


    Ho sentito più volte parlare di suicidio assistito in casi gravi, estremi, da persone malate o in stato vegetativo, ma mai per persone relativamente sane.

    Infatti: vivo in Svizzera e posso confermare che queste associazioni (Dignitas, Exit) non offrono il loro servizio a persone che soffrono di problemi psichici o che "semplicemente" la vogliono fare finita. Ci vuole un medico (probabilmente anche svizzero) che certifica una grande sofferenza fisica incurabile. In più bisogna prima diventare membro dell'associazione e pagare una tassa iniziale.

    La persona che viene accompagnata all'aldilà deve essere cosciente, consenziente, sana di mente (pure da certificare) e deve essere in grado di prendere il preparato autonomamente (mi pare un liquido, so cos'è ma non lo scrivo qui).

    Chaque putain de chose qu'on fait dans cette vie, on doit la payer (Édith Piaf)

  • Infatti: vivo in Svizzera e posso confermare che queste associazioni (Dignitas, Exit) non offrono il loro servizio a persone che soffrono di problemi psichici o che "semplicemente" la vogliono fare finita. Ci vuole un medico (probabilmente anche svizzero) che certifica una grande sofferenza fisica incurabile. In più bisogna prima diventare membro dell'associazione e pagare una tassa iniziale.

    La persona che viene accompagnata all'aldilà deve essere cosciente, consenziente, sana di mente (pure da certificare) e deve essere in grado di prendere il preparato autonomamente (mi pare un liquido, so cos'è ma non lo scrivo qui).

    Purtroppo non è così, come si evince da questo documentario della televisione svizzera francese, la signora non aveva alcun grave problema di salute, né fisica né psichica, ma solo una generica volontà di farla finita, e ciò nonostante è stata accontentata.


    Tralascio le considerazioni etiche sullo squallore di tutto il procedimento che, a parer mio, è solo un'ottima occasione per questi venditori di morte su ordinazione di raggranellare un bel gruzzoletto, al di là delle loro dichiarazioni viscide ed ipocrite di circostanza. Non sono certo una sostenitrice di questa pratica, più che altro perché le situazioni in cui si potrebbe praticarla inevitabilmente aprono le porte ad abusi come questi, e che comunque mai e poi mai dovrebbe essere lasciata all'iniziativa privata.


    Il video è in francese ma si possono attivare i sottotitoli in italiano. Buona visione per chi ha pelo sullo stomaco...


  • Il mio sospetto è che lui abbia usato questi soldi in giochi d’azzardo online. Non ho idea se possa averli usati anche in altro modo.

    Potrebbe averli spesi tutti da uno psicologo, prima di perdere fiducia nella categoria avendo finito i soldi senza riscontrare effetti positivi.


    Da ciò che scrivi un secondo possibile sospetto, se ha effettivamente preso contatti con un'associazione svizzera, è che possa averli spesi per pagare una di queste associazioni.


    Alternativamente che li abbia regalati o prestati a qualcuno.


    Se l'ipotesi è la seconda che ho formulato, se ne hai la libera facoltà, ad esempio un conto cointestato, ti converrebbe controllare i suoi movimenti bancari, perché il pagamento di una grossa somma dubito possa essere stato effettuato in contanti, senza tracciabilità.

    Vorrei chiedervi un aiuto per capire come comportarmi in questa situazione così delicata.

    La mia reazione istintiva alle scoperte di cui sopra è stata di rabbia e paura.

    Avrei voluto affrontarlo direttamente, probabilmente sarei arrivato ad assumere un tono accusatorio soprattutto per il dolore che tutto questo sta causando a me e causerebbe ai miei genitori.

    Se è una persona chiusa probabilmente non ha fiducia nemmeno in te, dunque non si aprirà nemmeno se lo affronti direttamente perché non ne vede i benefici ma solo i fastidi.


    Se non hai la libera possibilità di visualizzare i suoi movimenti bancari potresti usare la "tecnica della vedova nera" (citazione da un film), ovvero parlargli in modo diretto come se tu sapessi già tutto, anche se non è affatto vero e si tratta solamente di un'ipotesi e non di una certezza, ma è l'unico modo, penso, per "cavargli fuori" una reazione spontanea probabilmente.


    Potresti dirgli: "So che hai speso tutti i tuoi risparmi per pagare un'associazione svizzera, mi hanno contattato telefonicamente ieri in quanto tuo parente" e poi osservi la sua reazione e attendi in silenzio sue spiegazioni, senza fornirgli altri dettagli né altre informazioni.


    Se non citi il nome dell'associazione ma nomini solamente in modo generico la Svizzera, fai sempre in tempo a uscirtene fuori successivamente con un: "era un'associazione di beneficenza (nome X di fantasia) e hanno chiesto dei soldi anche a me, visto che tu eri stato così generoso", in pratica la butti sulla "telefonata truffa" da parte di una fantomatica associazione "fake" di beneficenza che voleva "spillarti" soldi.


    Se la reazione alla "tecnica della vedova nera" non dovesse provocare alcun "crollo e confessione" da parte di tuo fratello, successivamente buttala comunque immediatamente sulla "truffa telefonica" da parte di un'associazione "fake" di beneficenza, perché se tuo fratello ha un ottimo "poker face" potrebbe non crollare comunque, e anzi sentendosi "scoperto" voler sveltire i tempi, e non penso che tu voglia correre questo rischio, per quanto ipotetico.


    Con estrema discrezione cerca magari anche di tenerti in contatto con lui nei giorni successivi.


    Tieni conto che se scegli di attuare questa tecnica con buona probabilità lo terrorizzerai a morte, soprattutto se ci hai azzeccato.


    Quindi stai ad osservare molto attentamente la sua reazione in perfetto silenzio, se "crolla" e ti dice la verità poi devi comportarti con la delicatezza di una piuma, non c'è posto per la tua emotività personale.


    Se anche dovessi avere conferma che è vero, non aggredirlo, non fare recriminazioni, non manifestare ansia, né rabbia, non agitarlo, non alzare la voce e non fare drammi. Normalizza la cosa a livello emotivo come se stessi discutendo con lui di cosa "mangiare oggi", se non desideri che lui si spaventi, ti percepisca come un nemico e si chiuda definitivamente, almeno questo è il mio consiglio.


    Anche perché tu parli del dolore che darebbe a te e ai tuoi genitori, ma non pensi a quello che deve probabilmente reggere lui. Se il suicidio è egoismo, lo è altrettanto se non di più il voler tenere in vita una persona che sta male, unicamente perché questo fa stare bene voi che già state bene di vostro: riflettici.


    E rifletti anche su un'altra cosa, che se fosse vera l'ipotesi della Svizzera e tuo fratello si fosse davvero spinto fino a questo punto senza aprirsi con voi, significa che non vi percepisce come un appoggio, e dubito che la "colpa" in questo senso sia da attribuirsi unicamente a lui. Dunque prima di arrabbiarti con lui verifica se non ci possano essere dei "mea culpa" anche da parte vostra.


    Un'ultima cosa, se l'ipotesi fosse vera e tu dovessi "sventare il suo piano" sii pronto ad assumertene la responsabilità, a sostenerlo emotivamente e non ad arrabbiarti egoisticamente, perché lui sta probabilmente più male di te. Altrimenti lavatene le mani fin da subito e lascialo arrangiarsi nel bene e nel male.


    Non sentirti accusato da ciò che ho scritto, in fondo io non vi conosco e questo è solo ciò che ho tratto a caratteri generali dalle informazioni generiche del thread.

  • Alcuni elementi nella storia del fratello suonano come dei veri campanelli d'allarme relativamente alla possibilità di suicidio.

    Per quanto concerne il suicidio assistito non è una passeggiata ottenerlo; è possibile sia dato l'ok (dopo un lunghissimo iter di pareri medici) anche per problematiche di grave sofferenza psichica anche se è raro; solitamente gravi depressioni resistenti a tutti i farmaci e alla T.A.C.

    Per ciò che concerne il conosciutissimo video di cui sopra, lo stesso è stato messo al centro di molte polemiche soprattutto da parte di movimenti omofobi anche a causa dell'omosessualità della protagonista.

    Consultando abbastanza esperti puoi trovare conferma a qualsiasi opinione.

  • Onestamente anche io come altri utenti credevo che queste associazioni intervenissero a seguito di situazioni in cui la salute è gravemente compromessa.

    Sono sincera poi, non ho visto il video della signora, ma ammesso che sia tutto vero, la cosa non mi sconvolge, cioè io non credo che sia così sbagliato supportare una persona che nel pieno delle sue facoltà mentali decida di voler morire; certo, penso che prima bisognerebbe essere certi della sua capacità di discernimento, ma a un certo punto, in caso si abbia preso questa decisione non trovo così assurdo che esistano strutture in grado di dare quel tipo di supporto.

    Detto questo, nel caso del fratello dell'opener, io proverei ad affrontarlo direttamente, gli direi tutto, di aver visto le sue ricerche ecc, e lo metterei alle strette, cercando poi di aiutarlo.

  • Anch'io credevo che la Svizzera ti accompagnasse a morire solo a seguito di diagnosi di malattie incurabili e degenerative, tuttavia ricordo abbastanza bene che qualche anno fa, ne parlammo anche qui in Italia, una ragazza che soffriva di depressione è riuscita ad inserirsi nel programma di suicidio assistito, forse non era neanche maggiorenne, infatti ricordo che ci fu un certo clamore e intervennero anche politici a parlarne pubblicamente.

    Sulla questione di tuo fratello, io capisco quanto sia difficile ma è necessario, secondo me, affrontare la questione di petto.

    Parlargli senza aggredirlo e con tutta la delicatezza possibile, dirgli che hai scoperto le sue ricerche e i suoi contatti ma soprattutto ascoltarlo per cercare di capire cosa sta succedendo.

  • Detto questo, nel caso del fratello dell'opener, io proverei ad affrontarlo direttamente, gli direi tutto, di aver visto le sue ricerche ecc, e lo metterei alle strette, cercando poi di aiutarlo.

    :/ Il problema di essere così diretti è che potrebbe mentire e negare, dicendo di aver cambiato idea e aver lasciato perdere, anche se in realtà non lo ha fatto, per poi procedere "in sordina".


    Però dall'altro lato in effetti non essere diretti potrebbe metterlo in allarme e indurlo a chiudersi, se avesse cambiato idea, non sulla "sostanza" ma solo sulla "tecnica", ovvero dalla svizzera al "fai da te", forse l'approccio migliore è quello che ha proposto ipposam in effetti.

  • Molte di queste persone - malate, o depresse che siano - qui sul forum mi sembra venga ricordato continuamente che la depressione è una malattia, perché in questa sede farla apparire qualcosa di meno? - finirebbero probabilmente comunque per ricorrere al suicidio, o quantomeno tentarlo, con i mezzi a disposizione - estremamente accessibili e gratuiti.

    Magari sottoponendo un familiare all'atroce esperienza del ritrovamento del corpo, ridotto in condizioni inimmaginabili (spesso il suicidio ha un'enorme componente egoistica, ma la persona affetta da depressione o forte disagio non se ne rende conto, perché accecata dal proprio problema). Magari tra atroci sofferenze, sarò cruda ma temo che l'impiccagione non sia esattamente indolore.

    Trovo molta più dignità nel rivolgersi a questo tipo di clinica, nella quale immagino che, coerentemente con le logiche di profitto (come qualunque altra azienda), offra anche supporto psicologico a pagamento, percorsi di analisi, ecc., non penso che si prenoti un ticket e si vada diretti all'appuntamento con la morte. Ci sarà un programma di accompagnamento, la persona deve essere messa di fronte al reale significato di ciò che sta scegliendo di fare, immagino vengano accertate le sue facoltà.

    Si professa la libertà in tutte le sue forme, il diritto all'aborto e alla gestione del proprio corpo, il diritto a curarsi come a scegliere di interrompere le cure, vedo anche la scelta di porre fine alla propria vita molto coerente con questo concetto di libertà.


    Detto ciò... Metamorfosi23 posso solo immaginare come tu ti senta di fronte a questo grosso peso - di tuo fratello, ma di conseguenza anche tuo - immagino anche la rabbia per il fatto che non lo vedi reagire, è già un bene che lui si apra con te, fossi in te gli starei molto vicino come già fai, magari anche tu apriti e confidagli ciò che senti e provi, in modo che lui si senta totalmente a suo agio con te. Il fatto che abbia fatto quelle ricerche on-line dimostra anche una grande lucidità e presenza, non è detto che necessariamente passerà mai all'azione, ma sicuramente ha valutato la possibilità ed è un campanello d'allarme che non si può ignorare. Perché fermo restando che in linea teorica - come ho scritto sopra - è una scelta libera e lecita, ovviamente chi si trova ad avere vicino una persona stanca di vivere deve fare ciò che è in suo potere per sostenerla, la vita è un dono incredibile e spesso le difficoltà cono così superabili... quasi tutte lo sono. Purtroppo la scintilla deve venire da lui, deve iniziare a vedere oltre il velo grigio, tu puoi fare la tua parte ma il cambiamento deve avvenire interiormente...

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