La generazione Z

  • Le cosiddette persone nate fra il 1997 al 2012.


    Facendo una breve sintesi del succo della discussione, questa nuova generazione di giovani vede il mondo del lavoro come una "perdita di tempo". Io ritengo che fra meno di 10 anni il mondo del lavoro subirà un terremoto non indifferente, ricollegandomi alla settimana corta di cui stanno già iniziando a parlare e che alcune grandi aziende stanno già praticando.


    Io la vedo come una via di mezzo, ho voglia di lavorare però la vita è una sola... non intendo morirci dentro per il lavoro.

  • Ciao Ortles.

    Allora, è innegabile che sia in atto la trasformazione di cui parli: basti pensare al mondo virtuale, alle interconnessioni permesse dai social, alle nuove figure professionali che sono sorte e sorgeranno.

    Non farei però di tutta l'erba un fascio.

    Ricordiamo che certi mestieri ci saranno sempre, e richiederanno sempre modalità d'intervento e presenza fisica simili al passato, seppur con tutte le nuove tecnologie: il medico, l'elettricista, l'idraulico, il cuoco, il veterinario, l'infermiere, ecc.

    Sono aumentati moltissimo quei lavori non manuali che permettono una flessibilità, grazie anche al lavoro da remoto: di per sé può essere una risorsa preziosa, se organizzata e monitorata bene.

    La settimana corta, ad esempio, è già applicata da altri Paesi, non la vedo come una riduzione di produttività, anzi; poi ci sarà sempre chi per mentalità vorrà avere il massimo con il minimo sforzo, o meglio, si accontenterà del minimo, purché richieda il minimo sforzo. E magari alcune professioni e ruoli danno l'illusione che si lavori di meno.

    Io personalmente non immagino la mia vita senza lavoro; al contempo, so anche che non vorrei ricoprire ruoli di eccessiva responsabilità: parlo proprio dei vertici, non penso varrebbe la pena sacrificare troppo della mia vita privata, che penso sia la parte più vera della vita.

  • Il problema del lavoro non è solamente generazionale, purtroppo oggi il lavoro serve nella maggioranza dei casi a sostenersi per spese basiche, a fronte di una settimana di lavoro full time (medie Istat 1350€ al mese) una persona per forza di cose dopo un po' si chiede se ne valga la pena, ad esempio io che sono un lavoratore a 40 ore ho già calendarizzata una riunione con le risorse umane per chiedere la decurtazione ore a 32.


    Un 40 ore come faccio io: lunedì mattina libero e sabato mattina lavorato ha praticamente la vita sociale completamente azzerata, a fronte di uno stipendio di 1300€, non è un discorso di generazione, ma pratico... a volte vengono scomodate tante materie (sociologia, psicologia del lavoro) per spiegare delle cose ovvie, la gente se la paghi lavora, è semplice.


    Se si arriva ad avere enormi flussi di dimissioni e gente che tutto di un tratto preferisce guadagnare meno ma avere più tempo per se andrebbe fatta una grande riflessione, che però nessuno fa perché è ovvia la risposta.

  • Il problema del lavoro non è solamente generazionale, purtroppo oggi il lavoro serve nella maggioranza dei casi a sostenersi per spese basiche, a fronte di una settimana di lavoro full time (medie Istat 1350€ al mese) una persona per forza di cose dopo un po' si chiede se ne valga la pena, ad esempio io che sono un lavoratore a 40 ore ho già calendarizzata una riunione con le risorse umane per chiedere la decurtazione ore a 32.


    Un 40 ore come faccio io: lunedì mattina libero e sabato mattina lavorato ha praticamente la vita sociale completamente azzerata, a fronte di uno stipendio di 1300€, non è un discorso di generazione, ma pratico..a volte vengono scomodate tante materie (sociologia, psicologia del lavoro) per spiegare delle cose ovvie, la gente se la paghi lavora, è semplice.


    Se si arriva ad avere enormi flussi di dimissioni e gente che tutto di un tratto preferisce guadagnare meno ma avere più tempo per se andrebbe fatta una grande riflessione, che però nessuno fa perché è ovvia la risposta.

    Grazie per la tua condivisione. Mettendomi nei tuoi panni ti faccio i miei complimenti, perché al posto tuo non so proprio come farei mentalmente. Alla luce della descrizione relativa alla tua settimana tipica mi permetto di chiederti una cosa. Vivere ciò, che a mio avviso porta il nome di "sacrificio", vale la pena? Forse la mia è una domanda sciocca e immatura, in quanto una persona potrebbe rispondermi: "me lo paghi tu l'affitto, le bollette, la spesa ecc.?". Tuttavia, se da un lato queste domande sono assolutamente legittime, dall'altro mettiamo sulla bilancia tutto il resto: benessere fisico, benessere psicologico, tempo per famiglia e altre relazioni, tempo per se stessi. Quindi ripeto, ne vale veramente la pena? Grazie per la tua risposta.

  • Le cosiddette persone nate fra il 1997 al 2012.


    Facendo una breve sintesi del succo della discussione, questa nuova generazione di giovani vede il mondo del lavoro come una "perdita di tempo". Io ritengo che fra meno di 10 anni il mondo del lavoro subirà un terremoto non indifferente, ricollegandomi alla settimana corta di cui stanno già iniziando a parlare e che alcune grandi aziende stanno già praticando.


    Io la vedo come una via di mezzo, ho voglia di lavorare però la vita è una sola... non intendo morirci dentro per il lavoro.

    Definire il lavoro una perdita di tempo mi sembra un discorso abbastanza immaturo per una generazione i cui i più grandi compiranno 27 anni. Mi sembra che a volte manca completamente la concezione di cosa sia il lavoro, ovvero ciò che ti permette di guadagnare e pagarti tutte le cose belle del tempo libero.

    Quello che più mi lascia perplessi è che, forse, la massima ambizione di questa generazione abbia voglia di diventare influencer, ma è una strada che secondo me non è percorribile per tutti, anche se di più facile accesso, mi ricorda quando appena una decina di anni fa si cercava di andare in televisione, cambia solo lo strumento. Personalmente credo che un lavoro abbia bisogno anche di concretezza, perché se non si guadagna una cifra molto alta alla Chiara Ferragni, allora diventa difficile mantenersi fino alla pensione, perché di questo si tratta anche: la tecnologia va avanti e non è detto che tutti questi influencer possano vendersi per 30/40 anni.


    Per quanto riguarda invece la riduzione delle ore lavorative per creare più posti di lavoro, mi trovo più che favorevole. Lavoro su 36 ore ma ogni settimana arriverò almeno alle 40, con i turni a volte mi sembra di non vivere talmente che sono stanco. Magari potessi fare 3/4 ore al giorno, anche a stipendio inferiore lo accetterei.

  • Io la vedo come una via di mezzo, ho voglia di lavorare però la vita è una sola... non intendo morirci dentro per il lavoro.

    Condivido esattamente il tuo pensiero, che a mio avviso va al di là della generazione Z e penso sia condivisibile dalla maggior parte delle persone (spero).

  • Mi sembra che a volte manca completamente la concezione di cosa sia il lavoro, ovvero ciò che ti permette di guadagnare e pagarti tutte le cose belle del tempo libero.

    Hai toccato un punto che personalmente ritengo fondamentale. Mettiamo il caso che una persona lavori 40 ore settimanali, su turni variabili e dove il fine settimana spesso si lavora. Magari il tuo turno è dalle 9:30 alle 18:30 (con un'ora di pausa), non abiti molto lontano dal luogo di lavoro e ci metti 30 minuti per andare e 30 per tornare (traffico permettendo). So che è un esempio piuttosto specifico, ma in questo caso (riportando parte della mia esperienza personale), mi spiegheresti quale sarebbe il tempo libero? I due giorni di riposo che dovrai utilizzare per fare la spesa, pagare le bollette e fare altre commissioni? Senza considerare gli imprevisti e un eventuale famiglia!

    Anche se avessi un discreto stipendio, farsi il sedere per 352 giorni all'anno per 14 giorni di ferie maturate ne varrebbe la pena?

    Spero tanto di cambiare questo mio modo di pensare, perché a me più che lavoro pare uno strazio e soprattutto perché sono consapevole che il mondo giri in questo modo.

  • Hai toccato un punto che personalmente ritengo fondamentale. Mettiamo il caso che una persona lavori 40 ore settimanali, su turni variabili e dove il fine settimana spesso si lavora. Magari il tuo turno è dalle 9:30 alle 18:30 (con un'ora di pausa), non abiti molto lontano dal luogo di lavoro e ci metti 30 minuti per andare e 30 per tornare (traffico permettendo). So che è un esempio piuttosto specifico, ma in questo caso (riportando parte della mia esperienza personale), mi spiegheresti quale sarebbe il tempo libero? I due giorni di riposo che dovrai utilizzare per fare la spesa, pagare le bollette e fare altre commissioni? Senza considerare gli imprevisti e un eventuale famiglia!

    Anche se avessi un discreto stipendio, farsi il sedere per 352 giorni all'anno per 14 giorni di ferie maturate ne varrebbe la pena?

    Spero tanto di cambiare questo mio modo di pensare, perché a me più che lavoro pare uno strazio e soprattutto perché sono consapevole che il mondo giri in questo modo.

    Come ti ho detto anche sopra, a volte sono talmente stanco che non ho voglia di fare niente. Oggi stesso ho fatto la notte e adesso sto cominciando a riprendermi. Il problema è quale alternativa abbiamo? La società purtroppo funziona così, io preferisco essere indipendente e non gravare sulle spese dei miei genitori. C'è anche chi non ha questa possibilità ed è costretto, cosa diciamo a queste persone?

    Comunque una volta entrato nel sistema ti assicuro che riesci a ritagliarti gli spazi per coltivare gli interessi quasi sempre nonostante i turni. Alla fine si può fare, 40 ore settimanali sono poco più di 6 ore al giorno con un giorno libero. Il tempo lo trovi se lo vuoi.

  • Ciao Zaraki ti rispondo ben volentieri.

    La risposta è no, non ne vale la pena. Sono una persona molto schietta su questi argomenti, oggi il lavoro come ho già scritto altre volte non lo nobilita l'uomo, bensì lo debilita.


    La mia settimana lavorativa fa parte di quello descritto sopra, tra l'altro io neanche faccio i turni perciò la mia giornata è scandita 9.00/13 15:00/19:00, si trova il tempo di fare altro?! Sì se lo vuoi veramente come diceva un'altra persona nel forum, ma a che prezzo? Io ad esempio andavo in piscina, andavo infatti perché purtroppo non riuscivo più a conciliare i tempi, se diventa possibile avere una vita dopo il lavoro bisogna capire come effettivamente viene vissuta.


    Ho fatto questa scelta soprattutto per un po' di sbilanciamento economico, do tutto il gg al lavoro praticamente perché io sono uno di quelli che deve metterci mezz'ora di strada quindi è vero che finisco alle sette, ma la palestra o la piscina la raggiungo poi dopo un'altra mezz'ora di strada, poi dovrei anche cucinare... fare questo o quell'altro, alla lunga diventa stressante anche quello.

    Preferirei prendere 150/200€ in meno al mese piuttosto che lavorare in un posto che ormai non sopporto più in ogni sua varia sfumatura.

  • Come ti ho detto anche sopra, a volte sono talmente stanco che non ho voglia di fare niente. Oggi stesso ho fatto la notte e adesso sto cominciando a riprendermi. Il problema è quale alternativa abbiamo? La società purtroppo funziona così, io preferisco essere indipendente e non gravare sulle spese dei miei genitori. C'è anche chi non ha questa possibilità ed è costretto, cosa diciamo a queste persone?

    Comunque una volta entrato nel sistema ti assicuro che riesci a ritagliarti gli spazi per coltivare gli interessi quasi sempre nonostante i turni. Alla fine si può fare, 40 ore settimanali sono poco più di 6 ore al giorno con un giorno libero. Il tempo lo trovi se lo vuoi.

    Io lasciai un lavoro a tempo indeterminato proprio perché questa vita mi faceva stare molto male (ero ancora un teenager però).

    Capisco il tuo discorso, ho letto della tua stanchezza e la capisco perfettamente. Tuttavia hai anche descritto il concetto di lavoro come «ciò che ti permette di guadagnare e pagarti tutte le cose belle del tempo libero.» ed è alla luce di questa frase che ho condiviso la mia riflessione.


    Mi dispiace ma mi trovo totalmente in disaccordo con la frase che ho evidenziato. Mi sembra una sorta di volere è potere, ma non penso che dopo il tuo turno di notte tu fossi in vena di andare a fare colazione al bar con la tua metà (ad esempio) e se riuscissi a farla, ciò comporterebbe tutta una serie di conseguenze soprattutto sul piano fisico.

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