La mia vita è un inferno

  • In psicologia sociale si usa interdipendenza, io userei quello Alba Cremisi

    Secondo me dà anche un senso di parità in una relazione: oggi io mi appoggio a te e prevali tu, domani il contrario.

    Però non mi pare che questo termine rilevi l'aspetto più importante, cioè il desiderio (non patologico) di voler mettere l'esperienza (e le esperienze) di coppia davanti a quelle individuali. Quella cioè che definirei simbiosi "positiva".

    È sempre più buio appena prima dell’alba

  • Però non mi pare che questo termine rilevi l'aspetto più importante, cioè il desiderio (non patologico) di voler mettere l'esperienza (e le esperienze) di coppia davanti a quelle individuali. Quella cioè che definirei simbiosi "positiva".

    Non credo esista il termine che vorresti.

    Questo perché in realtà ha poco senso da un punto di vista di benessere: non ci deve essere né la prevalenza del singolo né della coppia o della massa. È una questione di equilibrio tra tutte le parti.

    In questo senso interdipendenza rende l'idea.

  • In psicologia sociale si usa interdipendenza, io userei quello Alba Cremisi

    Secondo me dà anche un senso di parità in una relazione: oggi io mi appoggio a te e prevali tu, domani il contrario.


    La simbiosi al contrario incoraggia la dipendenza dei partner e prevede nei livelli massimi l'annullamento dell'identità propria per una univoca di coppia (o di massa nel caso dei gruppi).

    Il fatto è che però coppie dove i componenti preferiscono mettere le esperienze condivise davanti a quelle individuali esistono, senza che questo diventi espressione di squilibrio o dipendenza, e tale dinamica non viene espressa a dovere dal termine interdipendenza, od almeno non solo. Penso che sì, non esiste quello che definisca pienamente relazioni di questo genere, come quella che era di Lupetta con suo marito e per molti versi anche la mia.

    È sempre più buio appena prima dell’alba

  • Sarei curiosa delle tue impressioni se ti va di condividerle, penso possano essere utili anche agli altri.

    Sono rimasta a bocca aperta, vedendo come si è completamente sgretolata una famiglia, creando divisioni e fazioni.


    Non è la famiglia e pur essendo tutto anonimo mi sembrerebbe di mancare di rispetto alla persona che se ne è andata.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Il fatto è che però coppie dove i componenti preferiscono mettere le esperienze condivise davanti a quelle individuali esistono, senza che questo diventi espressione di squilibrio o dipendenza, e tale dinamica non viene espressa a dovere dal termine interdipendenza, od almeno non solo. Penso che sì, non esiste quello che definisca pienamente relazioni di questo genere, come quella che era di Lupetta con suo marito e per molti versi anche la mia.

    La psicologia non va a dare nomi ad ogni sfumatura ma lo fa generalmente in 2 casi: le dinamiche patologiche e quella sana. Ad esempio semplificando indipendenza, dipendenza, interdipendenza e sponsorizza solo l"ultima.

    La simbiosi è un tipo di dipendenza, l'individualismo è un tipo di indipendenza e via discorrendo.


    Se una elemento prevale sull'altro non c'è equilibrio, quindi non viene sponsorizzato. È anche una delle basi della terapia di coppia. Da qui al patologico ovviamente ce ne passa.

    In ogni caso tu e Lupettadibosco non mi sembra che abbiate la stessa idea in testa.

    Sono rimasta a bocca aperta, vedendo come si è completamente sgretolata una famiglia, creando divisioni e fazioni.


    Non è la famiglia e pur essendo tutto anonimo mi sembrerebbe di mancare di rispetto alla persona che se ne è andata.

    Certo capisco perfettamente, nessun problema. Grazie lo stesso per la risposta

  • Se una elemento prevale sull'altro non c'è equilibrio, quindi non viene sponsorizzato. È anche una delle basi della terapia di coppia. Da qui al patologico ovviamente ce ne passa.

    In ogni caso tu e Lupettadibosco non mi sembra che abbiate la stessa idea in testa.

    Potrà eventualmente chiarirlo essa stessa, perché può essere non abbia compreso bene ma mi pare che nella relazione con suo marito sussistessero quegli elementi di interdipendenza integrati però col desiderio (non patologico) di condividere più esperienze possibili assieme, che ho definito "simbiosi positiva". Non si tratta di fare tutto assieme, tantomeno controvoglia o peggio per imposizione dell'altro, ma di preferire volontariamente e consapevolmente vivere le esperienze in coppia, senza che ciò pregiudichi però la possibilità di espressione di uno spazio proprio all'interno del rapporto.

    È sempre più buio appena prima dell’alba

  • Vero! Ignoravo completamente questa ipotesi, invece ora sono spettatrice di una situazione di questo tipo. Avevo il sospetto di una disfunzionalità ma solo il decesso di una dei due lo ha messo in evidenza.


    Quello che mi chiedo è se è possibile ricostruire relazioni sane se prima escono da una famiglia "storta".

    mai, la huesera scusatemi ma non ho ben capito, intendete che vi era una disfunzionalità nella mia coppia e dato che io stavo "morendo", ovvero perdendo il mio carattere, adesso è finita per questo? Il mio decesso ha messo in evidenza la disfunzionalità perché stavo perdendo il mio essere? Vorrei capire bene.


    E comunque io non so se sia meglio vivere in simbiosi o meno. Molte coppie lo fanno, tipo i suoi genitori. Non fanno nulla senza l'altro, neanche una birra con amici. Ogni tanto vanno a trovare qualche parente, per il resto esistono solo loro 2 ed i figli.

  • mai, la huesera scusatemi ma non ho ben capito, intendete che vi era una disfunzionalità nella mia coppia e dato che io stavo "morendo", ovvero perdendo il mio carattere, adesso è finita per questo? Il mio decesso ha messo in evidenza la disfunzionalità perché stavo perdendo il mio essere? Vorrei capire bene.

    No al contrario è finita proprio perché ti sei opposto rivendicando la tua identità e libertà dal mio punto di vista.

    Se ben ricordi questo aspetto di disfunzionalità lo avevo già espresso in diverse occasioni, te ne riporto una:

    Quello che a me preoccupa della situazione che hai riportato è che, correggimi se sbaglio, lei abbia un po' la tendenza a isolarti e a tenerti per sé.

    È un suo sacrosanto diritto non voler uscire con i colleghi soprattutto se non ci si trova bene, ma al tempo stesso potevi uscire anche da solo con loro.

  • La coppia simbiotica è un modo di vivere la relazione che non mi sento di etichettare come disfunzionale né sbagliata a priori, purché vissuta come una scelta spontanea da parte di entrambi.

    Il fatto che sia spontanea non la rende necessariamente funzionale, anche se si tratta di interdipendenza.


    La coppia sana è composta da due individui. Quando uno diventa assolutamente indispensabile in troppe "cose" della vita dell'altro si vengono a creare grumi di forze contrapposte che tengono la coppia stretta anche quando non dovrebbe (più) esserlo.


    In generale sono cose che si pagano nel tempo, quindi si tende a non vedere il pericolo, che però quando dovesse verificarsi di solito è direttamente proporzionale al livello di inter-dipendenza e di tempo passato assieme.


    In generale nella coppia ognuno può avere il suo ruolo, ma è più che sano che il più bravo in un determinato compito insegni all'altro e non si limiti a fare sempre e comunque quella "cosa". In questo modo si cresce assieme. Se ognuno fa il suo, in modo completamente separato dall'altro a livello di ruoli, e si crea quindi una forte inter-dipendenza: prima o poi uno dei due ne paga caro il conto.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Hai risposto al mio primo intervento riguardante la coppia simbiotica, o perlomeno nell'accezione in cui la intendo io, ma nei post successivi ho integrato specificando nel dettaglio cosa intendo precisamente. Infatti anch'io penso sia preferibile cercare di impare ed evolvere all'interno della coppia, piuttosto che rimanere statici nel proprio ruolo, come singoli attingendo dall'altro sia insieme facendolo dall'esterno.

    È sempre più buio appena prima dell’alba

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