La mia vita è un inferno

  • A quanto pare, visto il mio attaccamento verso questa donna e visto che mi sento male all'idea di lasciarla, rimane solo il fatto di essere succube e morire da martire. Confermo, non è vittimismo è pura realtà al momento.


    Credimi, non c'è nulla che ho omesso, non so a cosa ti riferisci quando dici che nei miei racconti sfugge qualcosa.


    Lo so di essere una persona ansiosa e particolarmente fragile, proprio per questo non posso allontanarmi da lei, mi farei solo del male. Sto capendo pian piano che il male minore è mettere da parte le mie convinzioni, il mio attaccamento alla famiglia, il mio benessere per lei, perché forse è lei il mio benessere.


    Spero di non sbagliarmi e un giorno star peggio per questa scelta di rimanere e accettare. Grazie ancora.

  • Credimi, non c'è nulla che ho omesso, non so a cosa ti riferisci quando dici che nei miei racconti sfugge qualcosa.

    Penso che la huesera (correggimi pure se ho mal interpretato) si riferisce a qualcosa di cui neanche tu sei consapevole, non che tu escluda certi particolari di proposito.

    E credo sia una sensazione che non abbia solo lei visto che non è la prima che esprime questo concetto.


    Dal mio punto di vista adesso che hai preso una decisione ha poca importanza.

  • E terribile il tuo "ragionamento". Non si rimane con qualcuno per ripiego, stai facendo del male a te stesso ed indirettamente anche a lei. La vostra coppia non funzionerà mai con questi presupposti poiché la tua scelta di rimanere è mossa da motivazioni errate.


    Come ti ho già detto, se rimani è imperativo che tu accetti la tua compagna così com'è, dentro di te e nel tuo cuore, con la sua personalità, i suoi pregi (che dici comunque esserci) e i suoi difetti, non come una forzatura. Non la metti davanti a tutto perché altrimenti vi dovete lasciare, ma perché sei felice a prescindere, anche se lei non vuole dormire da tua mamma e non accetta amici e cugini in casa per la notte (per esempio). Solo in questo modo avrai la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta restando con lei.

  • Penso che la huesera (correggimi pure se ho mal interpretato) si riferisce a qualcosa di cui neanche tu sei consapevole, non che tu escluda certi particolari di proposito.

    E credo sia una sensazione che non abbia solo lei visto che non è la prima che esprime questo concetto.


    Dal mio punto di vista adesso che hai preso una decisione ha poca importanza.

    Ditemi pure cosa pensate, non c'è alcun problema, davvero. Mi metto in gioco per questo,

    altrimenti non avrei scritto qui.


    Cosa pensate? Che io sia poco stabile di mente? Ripeto, preferisco la sincerità anziché non sapere.

  • Io penso, come altri utenti, che i presupposti sono sbagliati. Come giustamente ti hanno già fatto notare non puoi scegliere di stare con una persona senza accettarla consapevolmente com'è solo perché non puoi stare senza. Perché tu non l'accetti, questo è chiaro. E non è un problema di chi ha ragione o di chi ha torto. È proprio l'assunto di base che è sbagliato, distorto. E questo alla lunga renderà infelice te e anche lei perché non c'è armonia. Che vuol dire che non puoi stare senza di lei? Che non sai camminare da solo e hai bisogno di aggrapparti? No per me non va bene, io penso così.

  • Sto capendo pian piano che il male minore è mettere da parte le mie convinzioni, il mio attaccamento alla famiglia, il mio benessere per lei, perché forse è lei il mio benessere.

    Questo non va bene. Devi continuare a coltivare anche le altre relazioni e il tuo benessere personale. Devi mantenere un po' di spazi, sennò ti condanni all'infelicità.

  • Certo!!

    Parlo per me: stai tentando di evitare un problema reprimendo chi sei, pertanto in un modo o in un altro riuscirà fuori e in modo molto forte. Anche io ho notato degli atteggiamenti passivo-aggressivi nel modo in cui scrivi che denotano una rabbia non tanto per la tua compagna ma della dipendenza che provi nei suoi confronti che escono fuori in cose anche molto banali tipo la storia delle ciabatte.

    Sei invischiato nelle tue emozioni che non riesci né a comprendere né tantomeno a rilevare e quindi nelle tue valutazioni sei poco lucido non riuscendo a distinguere i segnali della coppia importanti da quelli che invece hanno poco peso se non addirittura nullo.

    Anche se torni ossessivamente sempre sulle stesse dinamiche interiori e gli stessi pensieri la tua soluzione è quella di evitare il problema con un atteggiamento di resa che contribuisce a rafforzare un tuo schema disfunzionale di sottomissione e che conseguentemente genera quella rabbia che ti causa il conflitto interiore nei confronti della tua dipendenza creando questo circolo vizioso che potenzialmente si ripeterà all'infinito.


    Sei arrivato ad un momento della tua vita in cui le cose sono degenerate al punto che questo equilibrio è stato rotto, dalla tua compagna e il tuo modus operandi è stato quello, da lei ben accolto, di ripristinare questa dinamica disfunzionale il prima possibile, riportandola all'equilibrio precedente ai conflitti che hanno portato alla sua instabilità e che prevede quindi il tuo annullamento totale.


    Stai prendendo consapevolezza che tutto questo conteso non porta beneficio a nessuno, sia per la centralità che questa dinamica ha assunto nella tua vita, soprattutto con la rottura, sia per l'aumento dei tuoi sintomi ansiosi e per il percorso di terapia che stai facendo.

    Mi chiedo, personalmente, quanto ancora dovrai sbatterci la testa e toccare il fondo prima di arrivare a capire, a livello emotivo, che questa situazione non potrà mai funzionare.


    Mi permetto di aggiungere che visto che hai esplicitamente richiesto un parere su te stesso, mi sono limitata a raccontare il tuo, ovviamente sotto il filtro dei miei occhiali.
    Mi auguro con tutto il cuore di sbagliarmi e che tu riesca a trovare una dimensione quantomeno serena, ma questo è onestamente ciò che penso.

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