Penso che nella vita di molti, o di alcuni, ci sia stato quel famoso "punto di non ritorno".
Mi riferisco a quella scelta (parlo di scelta, non di evento: qualcosa che, per una serie di fattori e circostanze, abbiamo deciso di intraprendere) che ha determinato il successivo corso degli eventi, innescando un percorso che ci ha portati dove siamo oggi.
Una scelta che, tornassimo indietro, forse non rifaremmo, o forse affronteremmo in modo diverso. Magari per inesperienza, timore, ingenuità, presunzione, testardaggine, a suo tempo avevamo i paraocchi e abbiamo scelto in maniera ottusa e non lungimirante.
Può essere una scelta professionale, di coppia, di vita privata, e può essere anche una NON-scelta. Cioè la scelta di non intraprendere un determinato percorso.
Insomma quella cosa fastidiosa che ci riempie di dubbi e che ci tiene svegli, o magari al mattino ci fa alzare con tanti punti interrogativi.
Voi ce l'avete? Avete capito perché avete agito così in quel dato momento? Se vi va di condividerla...
In linea di massima penso che le scelte cosiddette sbagliate siano quelle che ci allontanano dalla nostra propria essenza, magari per comodità o per accontentare gli altri, ma non ci fanno realmente evolvere e crescere, esprimere la nostra natura e offrire al mondo quello che davvero siamo. Tanti sono i condizionamenti esterni, e tante sono le nostre paure.
Del resto, ogni scelta comporta una rinuncia...
Siccome questo non vuole essere un thread meramente retroattivo o di rimpianto, la seconda domanda è la seguente.
Come ci convivete? Quanto credete di stare facendo o poter fare per "recuperare"?
Grazie