Non sò da dove partire, ho letto di situazioni analoghe nel forum, sfumature molto simili a tutto questo che sto per scrivere.
Punto primo: odio profondamente la mia quotidianità ed il mio lavoro, ho provato a farmelo star bene (faccio l'impiegato al pubblico) ma indubbiamente si è rotto qualcosa, non riesco a decifrare se questa rottura è esterna causata dal pubblico che ormai non sopporto più, oppure se semplicemente questo pubblico attuale è sempre quello di prima solamente che IO non lo sopporto più, limite superato e cose del genere.
Il peggio è che questo lavoro indirettamente mi obbliga ad avere delle responsabilità non riconosciute a livello retributivo, anche qui la cosa ultimamente al di là dell'aspetto economico mi pesa a livello mentale, mi provoca pensieri ansiosi che mi impediscono anche di leggere un libro proprio perchè c'è molta confusione in me, idem anche nelle relazioni sociali sono sempre più chiuso e vedo nemici ovunque.
Però anche qui non sò se è una mia percezione oppure è la realtà: avverto che molte persone (sottolineo molte) non vedono l'ora che qualcuno faccia un errore, sbagli una virgola o un punto per poi fartela pagare, questo sul mio lavoro lo sto notando molto.
Ovviamente dare le dimissioni è un pensiero che mi frulla in testa da un po' di tempo, ma per andare dove? Addirittura ho iniziato a cercare qualcosa a livello universitario, nonostante i miei 38 anni. Sono un laureato triennale ed ho trovato una magistrale che a me interessa, ma anche qui non riesco a capire se è una sorta di proiezione mentale che mi faccio e causata dal periodo di forte stress che ho accumulato. Tra l'altro lavoro full time e la mia giornata a causa del tragitto casa/lavoro, mi porta a non avere mai tempo per far niente per me, mi concedo qualche volta una corsa solamente per poter dire di fare qualcosa, ma anche lì non riesco mai a godermela.
Punto secondo: ho provato a farmi star bene molti meccanismi della società, il fare sacrifici e gavette perchè porteranno a qualcosa (cosi mi dicevano), beh nel caso mio sono messo peggio di quando facevo la gavetta.
Stipendio uguale a vent'anni fà e non ero laureato, adeguamento al ribasso quotidiano e purtroppo noto che mi faccio star bene delle situazioni assurde che però con chi parli parli, sono all'ordine del giorno. Il concetto è: funziona così che vuoi fare. Ecco io a questa tipologia di resa non mi sono mai adattato, oggi noto che se voglio sopravvivere devo adattarmi pure a questo.
Il malessere che ovviamente deriva da quanto sopra esposto è veramente predominante, forse non sono adatto a stare in società. Un collega un giorno mi disse "tu dovresti stare sulla luna, non ti và bene niente". Però a lui ed a molti vanno bene i compromessi ad esempio (tanto funziona così), il sistema è questo e tocca farselo star bene, tanto nessuno può fare niente e mai potrà far niente.
Bene invece tutto questo in me non ha mai funzionato e mai funzionerà, peccato che adesso condiziona nettamente il mio quotidiano.