Mindset, istruzione e ricchezza: su quali basi poggiano?

  • Buonasera, mi rivolgo soprattutto a chi è nel campo della psicologia e che si imbatte in report che danno un quadro della società che stiamo vivendo: quali sono i pilastri del successo?

    Partendo dalla mia esperienza vedo che molti miei compagni di scuola hanno trovano la loro strada ma non si sono mai fermati, come se avessero una marcia in più. Ovviamente io no, mi sono sempre sentito diverso, con bassa autostima ho anche subito bullismo alle superiori. Da quando ho finito le superiori ho perso tempo dietro cose poco costruttive che hanno apportato ben poco. Oggi però so cogliere le differenze tra me e loro, ciò che ora apprezzo e so che da un vantaggio sul lungo termine prima era da me ripudiato come la scuola.

    Ho vissuto in un contesto familiare in un certo senso disfunzionale di provincia con genitori che non avevano argomenti (E CON TERZA MEDIA).

    Comunque tornando alle differenze vedo che molti si sono buttati in sfide complesse e hanno raggiunto posizioni che gli consentono di avere stipendi ben pù alti della media alcuni sui 100K, ma prima di vedere le cifre è opportuno soffermarsi sulle abitudini che hanno portato a questi risultati ossia studio di materie scientifiche e complesse anche con lauree o percorsi formativi conseguiti all'estero, sicuramente spirito di sacrificio nonostante avessero una propensione alle materie scientifiche, ma banalizzare questi risultati solo perchè "e vabbè ma quello è bravo" sarebbe un errore.


    Sto leggendo il libro sul Mindset di Carol Dweck che mette in evidenza il fatto che il cervello innanzitutto crea tantissime connessioni nei primi sette anni di vita e va a creare il nostro mindset ossia ciò che poi naturalmente andremo a seguire negli anni a venire. Come vediamo il mondo, fare scelte insomma, ci crea i capisaldi che si innestano nella nostra mente e che poi se si vuole fare il salto dall'altra parte della staccionata abbiamo bisogno di sradicare per far posto a nuovi concetti e modi di pensare. Il libro inoltre evidenzia che il cervello più lo usiamo e più crea nuove connessioni che ci portano al progresso, a saperci muovere nel mondo perché sostanzialmente esso si muove per errori e correggendoli accresce l'intelligenza e si diventa bravi nel proprio campo. E' un apprendimento continuo, sbattere la testa per ampliare il proprio bagaglio.


    Ad oggi questi miei compagni ricoprono ruoli di prestigio in alcune entità mondiali del business dal settore automotive al banking ecc. Mi rivolgo agli psicologi che si saranno imbattuti in argomenti del genere, quali sono gli elementi che portano ad un naturale sviluppo del proprio essere? Il contesto familiare, le abitudini, il reddito medio familiare? Se qualcuno può segnalarmi articoli report in merito mi sarebbero di aiuto.

  • Ciao, pur non avendo una laurea ho studiato psicologia sia alle superiori che alcuni esami all'università. Ti rispondo per quello che mi è possibile, anche se hai fatto un po' di accozzaglia di argomenti...

    Il successo tanto per cominciare è una cosa personale: qualcuno lo intende come ruolo in carriera, qualcuno come realizzazione affettiva, qualcuno come indipendenza interiore, qualcuno come capacità di guadagnare, qualcun altro perché è imprenditore di sé stesso ecc. Bisognerebbe intanto partire da cosa intendi tu per successo e in base a quello la risposta sarà più accurata.

    il cervello innanzitutto crea tantissime connessioni nei primi sette anni di vita e va a creare il nostro mindset ossia ciò che poi naturalmente andremo a seguire negli anni a venire

    Non conosco il libro che citi, ma questa è una "psicologia" del marketing scorretta.

    Se ti interessa capire questo aspetto devi approfondire la neuropsicologia, la psicologia dello sviluppo e la pedagogia.

    se si vuole fare il salto dall'altra parte della staccionata abbiamo bisogno di sradicare per far posto a nuovi concetti e modi di pensare.

    Se ti interessa questo argomento uno dei testi più interessanti che ho ascoltato (audiolibro) è "La dittatura delle abitudini". Sottolineo che con la psicologia ha poco a che fare.

    Quali sono gli elementi che portano ad un naturale sviluppo del proprio essere?

    L'elemento più impattante per ogni essere umano è il suo stile di attaccamento al caregiver, questo è un aspetto che determina come la persona si approccerà all'esterno che sia un altro essere umano, una difficoltà ecc.

  • Quali sono gli elementi che portano ad un naturale sviluppo del proprio essere? Il contesto familiare, le abitudini, il reddito medio familiare? Se qualcuno può segnalarmi articoli report in merito mi sarebbero di aiuto.

    Potresti iniziare dalla teoria delle fasi di sviluppo cognitivo di J.Piaget, a mio avviso tra le più convincenti in questo settore della psicologia.

    E' un'ottima base per poi passare ad approfondimenti più recenti con solida cognizione di causa.

  • No mai, il mio corso di studi non era specifico, però alcuni esami comprendevano elementi di Psicologia, ma più declinati verso l'àmbito sociologico.

    Mi è rimasto un certo interesse che coltivo da "appassionato amatore", nulla di più, più che altro per cercare di risolvere le mie tante "magagne" ;)

  • Buonasera, mi rivolgo soprattutto a chi è nel campo della psicologia e che si imbatte in report che danno un quadro della società che stiamo vivendo: quali sono i pilastri del successo?

    Quale successo? Da Kurt Cobain a Khaby Lame, da Briatore a Bill Gates, da Van Gogh a Matteo Renzi, da Fabrizio Corona a Amanda Knox, hai l'imbarazzo della scelta. Penso che la ricetta sia un terzo genetica, un terzo fortuna, e un terzo cazzimma, all'incirca.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Buonasera, mi rivolgo soprattutto a chi è nel campo della psicologia e che si imbatte in report che danno un quadro della società che stiamo vivendo: quali sono i pilastri del successo?

    Dipende in modo estremo dall'ambiente in cui si sviluppa questo "successo". Gran parte di esso è dato dall'adattamento.


    Partendo dalla mia esperienza vedo che molti miei compagni di scuola hanno trovato la loro strada ma non si sono mai fermati, come se avessero una marcia in più. Ovviamente io no, mi sono sempre sentito diverso, con bassa autostima ho anche subito bullismo alle superiori. Da quando ho finito le superiori ho perso tempo dietro cose poco costruttive che hanno apportato ben poco. Oggi però so cogliere le differenze tra me e loro, ciò che ora apprezzo e so che da un vantaggio sul lungo termine prima era da me ripudiato come la scuola.

    L'indole è certamente un punto di partenza importante, ma a seconda dell'ambiente per avere "successo" servono caratteristiche che possono non dipendere direttamente dall'individuo.


    Nelle società corrotte, per esempio, basta avere una famiglia ricca e il gioco è fatto quasi per quattro quinti.

    Poi se per "successo" s'intende anche la serenità personale, allora il gioco cambia e anche parecchio. Le persone più serene non sono quelle super-indaffarate, ma quelle che si annoiano.


    Ad oggi questi miei compagni ricoprono ruoli di prestigio in alcune entità mondiali del business dal settore automotive al banking ecc. Mi rivolgo agli psicologi che si saranno imbattuti in argomenti del genere, quali sono gli elementi che portano ad un naturale sviluppo del proprio essere? Il contesto familiare, le abitudini, il reddito medio familiare? Se qualcuno può segnalarmi articoli report in merito mi sarebbero di aiuto.

    Dipende cosa s'intende per "sviluppo del proprio essere".


    In Italia quasi tutti i significati di questa definizione fanno riferimento al reddito di famiglia, poiché la massa vive in condizioni di "sopravvivenza" e in quelle condizioni non ci si può definire liberi. Ovviamente la "libertà" è una condizione base per potersi sviluppare.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Devo premettere che il concetto di "successo nella vita" non è scolpito nella pietra ma ha varie declinazioni a mio parere, come giustamente ti ha fatto notare diverso.


    Ad ogni modo ti dirò cosa penso.

    Intanto, esiste indubbiamente chi ha una marcia in più, come dici anche tu all'inizio del tuo post; esistono persone che generalmente dovunque le metti riescono a trarre il massimo dalle situazioni, e per come la vedo io lì è questione di "farina": in altre parole dipende da come sei fatto, è qualcosa che hai dentro. E generalmente queste persone attraversano i decenni rimanendo sempre al top, cioè cadono come tutti di fronte alle innumerevoli difficoltà nella vita, ma la differenza la fa il fatto che sanno rialzarsi, hanno in dote la resilienza. E con buona pace di chi vuole vederci del losco dietro (c'è sempre), dall'alto della mia quarantennale esperienza, posso dire che la farina di cui siamo fatti non è tutta uguale.

    Ma fatta questa premessa, è in dubbio che:

    Il contesto familiare le abitudini, il reddito medio familiare

    fanno la differenza. Mi sembra ovvio che se si hanno gravi problemi familiari, lutti, povertà, non si sia mentalmente liberi di esprimersi al meglio, come minimo. Così come mi sembra ovvio e scontato che un buon reddito familiare aiuta in molti modi, facilitando l'istruzione, aprendo la porta alle scuole e alle esperienze migliori, permettendo di ampliare il proprio bagaglio di conoscenze e di arricchirsi in primo luogo mentalmente.

    Le abitudini poi sono qualcosa che davvero cambiano la vita, quando sono "buone" abitudini, ovviamente. Basti pensare alle abitudini alimentari, allo sport, in generale ai benefici che un certo stile di vita può portare.

    Insomma le cose citi influiscono indubbiamente, ma è chiaro che senza la farina di base sono depotenziate.


    Poi c'è il fattore fortuna, che conta moltissimo anche quello. Onestamente, posso dirti che tutte le persone che conosco io che sono arrivate a redditi elevatissimi come quello che dici tu (80-100k annui), non hanno dalla loro né famiglie con redditi parimenti importanti, né sono fatti di farine pregiate, se così posso dire. Le persone che conosco io vengono da famiglie medio-umili, sono sicuramente tenaci e "affamate", e hanno saputo sfruttare il momento meglio di altri; hanno rischiato (ad esempio cambiando lavoro più volte), colto occasioni, saputo stringere relazioni utili, e questo è stato molto più fruttuoso che lavorare notte e giorno come ho visto fare ad altri più validi che hanno erroneamente pensato di poter fare carriera così, rimanendo invece saldamente nel ruolo di chi "lavora come un mulo" per 4 soldi.

    Conosco anche chi, brillante, intelligente, di famiglia agiata, ha trovato un buon posto di lavoro grazie a conoscenti dei genitori, ma lì sono rimasti, perchè non abbastanza motivati. E magari però sono felici così.


    Quello che voglio comunicarti è che togliendo dall'analisi i casi estremi, cioè i figli di persone super influenti i cui nomi stanno sui giornali, e togliendo chi viene da situazioni di reale difficoltà e degrado, mettendoci nel mucchio dei "normali", a mio parere tutti possono arrivare al successo inteso come lo hai descritto tu; non dico sia semplice, direi che al primo posto metto il requisito della farina (perchè ti accompagna nel tempo), e questo requisito o lo hai o non lo hai; al secondo la fortuna (una buona occasione è indispensabile); all'ultimo posto ci metto contesto e reddito familiare, che possono aiutare e molto, uniti agli altri due elementi.

    Edited 2 times, last by ipposam ().

  • a mio parere tutti possono arrivare al successo inteso come lo hai descritto tu; non dico sia semplice, direi che al primo posto metto il requisito della farina (perchè ti accompagna nel tempo), e questo requisito o lo hai o non lo hai; al secondo la fortuna (una buona occasione è indispensabile); all'ultimo posto ci metto contesto e reddito familiare, che possono aiutare e molto, uniti agli altri due elementi.

    In ambienti fortemente corrotti l'ordine vede sempre al primo posto il reddito (o comunque la possibilità) della famiglia.


    Lo stesso "rischiare cambiando lavoro più volte" è un lusso che chi parte da zero o sta sotto un certo livello di reddito familiare non può permettersi. In Italia sono tantissimi, praticamente la maggioranza.


    Anche il "cogliere occasioni e stringere relazioni opportune" è una pratica che a seconda dell'ambiente ha un'impostazione etica estremamente diversa. "Stringere relazioni fruttifere" in Danimarca o a Singapore non è come farlo in Italia, Polonia o Cuba.


    In Danimarca dovrai essere un buon imprenditore di te stesso, a Cuba (o in Italia) sarai facilmente un corrotto/corruttore opportunista.

    Per questo dico che l'ambiente conta tantissimo.



    Prima che qualcuno se lo chieda... Sì: l'Italia ha lo stesso livello di corruzione di Cuba.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • la resilienza.

    Questo abusatissimo termine avrebbe significato neutro, ma è sempre interpretato a sproposito in accezione positiva, come una qualità.

    Non è così, anche il peggior criminale può essere (e di solito è) resiliente.

    farina

    Non mi è chiaro a cosa ti riferisci esattamente, inizialmente scrivi che chi ne ha è resiliente, poi che chi "vale" 80/100k annui non ne ha di pregiata, però è affamato/tenace (dunque resiliente?).

    Ho la sensazione che tu consideri solo il lato presentabile della "farina", ignorando il resto che a volte c'è.

    con buona pace di chi vuole vederci del losco dietro (c'è sempre)

    Spesso non è che si vuole vedere ciò che non c'è, ma si vede ciò che c'è.

    mi sembra ovvio e scontato che un buon reddito familiare aiuta in molti modi

    Sì, alla condizione che sia affiancato da un sufficiente equilibrio psichico familiare, altrimenti può essere un boomerang che stende.

    Molti rampolli di chi si è arricchito in epoche in cui era facile arricchirsi senza particolari capacità o meriti (tipicamente il rampantismo anni 80, ma non solo) sono finiti ad elemosinare metadone nei Sert.

    Le abitudini poi sono qualcosa che davvero cambiano la vita, quando sono "buone" abitudini, ovviamente. Basti pensare alle abitudini alimentari, allo sport, in generale ai benefici che un certo stile di vita può portare.

    :thumbup:

    hanno saputo sfruttare il momento meglio di altri; hanno rischiato (ad esempio cambiando lavoro più volte), colto occasioni, saputo stringere relazioni utili,

    Anche qui consideri il lato presentabile, se apri le ante dei loro armadi potresti (N.B. condizionale!) venir travolta da scheletri.

    Lo scrivo anche sulla scorta di molteplici esperienze dirette.

    è stato molto più fruttuoso che lavorare notte e giorno come ho visto fare ad altri più validi che hanno erroneamente pensato di poter fare carriera così, rimanendo invece saldamente nel ruolo di chi "lavora come un mulo" per 4 soldi.

    Quando un individuo più valido lavora il triplo di uno con un terzo delle competenze per guadagnare un decimo di lui, è probabile che il sistema sia irrimediabilmente marcio.

    Ed allora mi chiedo quale sia il sostanziale e reale significato di questo:

    hanno rischiato (ad esempio cambiando lavoro più volte), colto occasioni, saputo stringere relazioni utili,

    ...un paio di risposte le avrei.

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