Non ho più una goccia di benzina

  • In effetti era mi accuso di pigrizia. Lo so che qui è un bel posto dove non si giudica, ma si condivide. È la nostra mente a non essere sempre un bel posto, ahimè.

  • In effetti era mi accuso di pigrizia. Lo so che qui è un bel posto dove non si giudica, ma si condivide. È la nostra mente a non essere sempre un bel posto, ahimè.

    Se sei depressa, sei depressa, non sei pigra. Sinceramente l'essere umano è un "animale economico" nel senso lato e non monetario del termine, quindi se si muove è perché ne ha un tornaconto: bada non è un giudizio, è proprio una valutazione di come siamo fatti. Se decidiamo di leggere un libro, il tornaconto è il piacere che ci può dare leggere se quel libro è interessante. Se il libro invece è un mattone spesso come un vocabolario, iper noioso e dal cui contenuto non potremo ricavarne alcuna utilità nella nostra vita, avremo voglia di leggerlo? Riusciremo ad esercitare sufficiente volontà per finirlo? Ha senso leggerlo? Cosa ce ne torna?


    Alcuni leggono libri pesanti che non amano e che nemmeno gli servono, ma ne ricavano un guadagno a livello di figura personale intellettuale. Un guadagno deve esserci: a te cosa cambierebbe a livello di guadagno personale se ti comportassi da "brava bambina" per usare parole tue. Ti cambierebbe qualcosa? Ne guadagneresti qualcosa in più di ciò che hai ora? "Economicamente" lo sforzo varrebbe il ritorno? Perché se la risposta è no, perché dovresti dare fatica e impegno per non guadagnarne niente? Dici che non hai più una goccia di energia da dare ma te ne torna mai in cambio? C'è qualcosa nella tua vita che ti dona soddisfazione e quindi energia? Un pagamento per il tuo sforzo sotto forma di piacere, in una proporzione di valore almeno pari in piacere ottenuto alla fatica spesa? Perché se non c'è non sentirti pigra, non è pigrizia, è economia. Nessun lavoratore lavora gratis.


    Se dessi conferma che la radice del problema può effettivamente essere quella che ho scritto, una via di uscita potrebbe essere focalizzarti sul prenderti un tornaconto sotto forma di piacere, non nel dare con la bacchetta dello spietato giudice morale che ti esorta a spremere anche quel poco che ti rimane pena il biasimo di pigrizia o ignavia. Rispetta più te stessa che quel giudice, quel padrone tiranno.

  • Se sei depressa, sei depressa, non sei pigra. Sinceramente l'essere umano è un "animale economico" nel senso lato e non monetario del termine, quindi se si muove è perché ne ha un tornaconto: bada non è un giudizio, è proprio una valutazione di come siamo fatti. Se decidiamo di leggere un libro, il tornaconto è il piacere che ci può dare leggere se quel libro è interessante. Se il libro invece è un mattone spesso come un vocabolario, iper noioso e dal cui contenuto non potremo ricavarne alcuna utilità nella nostra vita, avremo voglia di leggerlo? Riusciremo ad esercitare sufficiente volontà per finirlo? Ha senso leggerlo? Cosa ce ne torna?


    Alcuni leggono libri pesanti che non amano e che nemmeno gli servono, ma ne ricavano un guadagno a livello di figura personale intellettuale. Un guadagno deve esserci: a te cosa cambierebbe a livello di guadagno personale se ti comportassi da "brava bambina" per usare parole tue. Ti cambierebbe qualcosa? Ne guadagneresti qualcosa in più di ciò che hai ora? "Economicamente" lo sforzo varrebbe il ritorno? Perché se la risposta è no, perché dovresti dare fatica e impegno per non guadagnarne niente? Dici che non hai più una goccia di energia da dare ma te ne torna mai in cambio? C'è qualcosa nella tua vita che ti dona soddisfazione e quindi energia? Un pagamento per il tuo sforzo sotto forma di piacere, in una proporzione di valore almeno pari in piacere ottenuto alla fatica spesa? Perché se non c'è non sentirti pigra, non è pigrizia, è economia. Nessun lavoratore lavora gratis.


    Se dessi conferma che la radice del problema può effettivamente essere quella che ho scritto, una via di uscita potrebbe essere focalizzarti sul prenderti un tornaconto sotto forma di piacere, non nel dare con la bacchetta dello spietato giudice morale che ti esorta a spremere anche quel poco che ti rimane pena il biasimo di pigrizia o ignavia. Rispetta più te stessa che quel giudice, quel padrone tiranno.

    Grazie della tua risposta, che, come le altre, mi ha aiutato molto. Tornare a provare piacere, questo dovrebbe essere il mio obiettivo. E, poiché mi sento soltanto oberata di responsabilità, vorrei che la mia vita finisse qui. Ma mi rendo conto che sono io stessa a non riuscire a fare un cambiamento radicale che, sia pure adesso che sono anziana, sarebbe necessario. O forse proprio per questo: per onorare la vita che mi resta da vivere. Purtroppo sono incastrata da quel giudice interiore sul quale proietto tutti i giudizi esterni di chi mi vorrebbe "a sua disposizione sempre e comunque". Dico ai più giovani che, a volte, la cosiddetta solitudine è un bene impagabile, perché ti da la possibilità di essere quello che sei senza condizionamenti. A meno che non si sia così forti da non subire i ricatti affettivi della famiglia. Comunque comincerò a farmi una lista delle cose che potrebbero darmi piacere (anche se in questa fase niente sembra motivarmi profondamente). Proverò a fare "come se" sperando che funzioni. Grazie ancora per il bel concetto "economico" di energia espresso così egregiamente.

  • Grazie della tua risposta, che, come le altre, mi ha aiutato molto. Tornare a provare piacere, questo dovrebbe essere il mio obiettivo. E, poiché mi sento soltanto oberata di responsabilità, vorrei che la mia vita finisse qui. Ma mi rendo conto che sono io stessa a non riuscire a fare un cambiamento radicale che, sia pure adesso che sono anziana, sarebbe necessario. O forse proprio per questo: per onorare la vita che mi resta da vivere. Purtroppo sono incastrata da quel giudice interiore sul quale proietto tutti i giudizi esterni di chi mi vorrebbe "a sua disposizione sempre e comunque". Dico ai più giovani che, a volte, la cosiddetta solitudine è un bene impagabile, perché ti da la possibilità di essere quello che sei senza condizionamenti. A meno che non si sia così forti da non subire i ricatti affettivi della famiglia. Comunque comincerò a farmi una lista delle cose che potrebbero darmi piacere (anche se in questa fase niente sembra motivarmi profondamente). Proverò a fare "come se" sperando che funzioni. Grazie ancora per il bel concetto "economico" di energia espresso così egregiamente.

    Si, è una bella idea quella di farti una lista e metti il piacere prima del dovere, che sei in difetto di energie e devi ricaricarti le batterie, prima di poter pretendere che tu possa dare qualcosa. Per darti un esempio: lascia pure la casa in disordine, senza sensi di colpa, ed esci a divertirti. Vedrai che quando torni, con le batterie ricaricate, mettere in ordine peserà un quarto di quello che ti sarebbe pesato prima e ti ci vorrà metà del tempo. Se non hai nulla non puoi pretendere di dare nulla. Prima prendi, poi potrai dare. Con il forziere vuoto non puoi donare l'elemosina.


    Se senti pressioni da parte della tua famiglia, se ti giudicano, se vuoi puoi parlarne e sfogarti qui.

  • Si, è una bella idea quella di farti una lista e metti il piacere prima del dovere, che sei in difetto di energie e devi ricaricarti le batterie, prima di poter pretendere che tu possa dare qualcosa. Per darti un esempio: lascia pure la casa in disordine, senza sensi di colpa, ed esci a divertirti. Vedrai che quando torni, con le batterie ricaricate, mettere in ordine peserà un quarto di quello che ti sarebbe pesato prima e ti ci vorrà metà del tempo. Se non hai nulla non puoi pretendere di dare nulla. Prima prendi, poi potrai dare. Con il forziere vuoto non puoi donare l'elemosina.


    Se senti pressioni da parte della tua famiglia, se ti giudicano, se vuoi puoi parlarne e sfogarti qui.

    'Esci e divertiti' è una parola grossa per una persona depressa... Lo dico in base alla mia esperienza. Non lo dico sicuramente per pessimismo. Spero che lei riesca...ovviamente. La cosa migliore è seguire una cura e farsi seguire da un bravo professionista.

    Con la fiducia che ce la farai, ti abbraccio.

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