Il timore di essere rifiutato mi ha portato ad isolarmi

  • Ciao a tutti! Sono nuovo, iscritto oggi sul forum e felice di averlo trovato. Sono un ragazzo di Milano di 22 anni. Premetto che ero indeciso se scrivere qui o nella sezione Storie di Vita, perché inizierò parlando della mia. Ma ho letto che qui si parla di auto mutuo aiuto e io cerco proprio questo. All'età di 6anni avevo una maestra delle elementari che nutriva un atteggiamento bullistico verso tutti noi bambini. Lei soffriva di anoressia e spesso il suo comportamento intimidatorio lo adottava in mensa costringendoci a finire i pasti. Mi sentivo così angosciato che vomitavo ogni mattino prima di andare a scuola dalla paura. Questo dai 6 ai 10 anni… i miei genitori non hanno mai mosso un dito. Anzi mia mamma mi sgridava e rimproverava perché stavo male. Gradualmente sono successe due cose: ho smesso di parlarne con mia mamma la mattina, e subivo solo la vergogna dei suoi rimproveri, smettendo di vederla come un sostegno, e dall'altra parte cominciavo ad aver paura di vomitare in classe e subire gli stessi rimproveri dalla maestra. Quindi sviluppando un'ansia sociale sulla base di quello che vivevo a casa. Inutile dire che questa situazione si è somatizzata portandola fino ad oggi. Sono sotto peso da sempre e non ho un rapporto sereno col cibo, soprattutto in pubblico. Ma il vero problema è che quando provo paura ho il sintomo del vomito, e così la paura di non essere accettato dagli altri. Di carattere sono solare ed estroverso ma questo timore di essere rifiutato mi ha portato a isolarmi sempre di più. Continuo ad avere amicizie che cerco di tessere con persone empatiche e comprensive, ma il timore di rovinare tutto col vomito me li fa incontrare sempre meno. All'università ho fatto prima un anno di filosofia e poi di scienze politiche internazionali, ma ho mollato entrambi quando questa sensazione è diventata predominante. Adesso cerco amicizie per superare questa tendenza all'evitamento eccessivo che sto nutrendo. Ecco perché sono qui, per conoscere quante più persone possibili. Un abbraccio a tutti voi, felice di avervi trovato. (A proposito, ho cominciato con un percorso di ascolto psicologico ormai 3 anni fa. Adesso sono affiancato da due figure professionali di distinte psicoterapie).

  • Qubit

    Approved the thread.
  • Ciao a tutti! Sono nuovo, iscritto oggi sul forum e felice di averlo trovato. Sono un ragazzo di Milano di 22 anni. Premetto che ero indeciso se scrivere qui o nella sezione Storie di Vita, perché inizierò parlando della mia. Ma ho letto che qui si parla di auto mutuo aiuto e io cerco proprio questo. All'età di 6anni avevo una maestra delle elementari che nutriva un atteggiamento bullistico verso tutti noi bambini. Lei soffriva di anoressia e spesso il suo comportamento intimidatorio lo adottava in mensa costringendoci a finire i pasti. Mi sentivo così angosciato che vomitavo ogni mattino prima di andare a scuola dalla paura. Questo dai 6 ai 10 anni… i miei genitori non hanno mai mosso un dito. Anzi mia mamma mi sgridava e rimproverava perché stavo male. Gradualmente sono successe due cose: ho smesso di parlarne con mia mamma la mattina, e subivo solo la vergogna dei suoi rimproveri, smettendo di vederla come un sostegno, e dall'altra parte cominciavo ad aver paura di vomitare in classe e subire gli stessi rimproveri dalla maestra. Quindi sviluppando un'ansia sociale sulla base di quello che vivevo a casa. Inutile dire che questa situazione si è somatizzata portandola fino ad oggi. Sono sotto peso da sempre e non ho un rapporto sereno col cibo, soprattutto in pubblico. Ma il vero problema è che quando provo paura ho il sintomo del vomito, e così la paura di non essere accettato dagli altri. Di carattere sono solare ed estroverso ma questo timore di essere rifiutato mi ha portato a isolarmi sempre di più. Continuo ad avere amicizie che cerco di tessere con persone empatiche e comprensive, ma il timore di rovinare tutto col vomito me li fa incontrare sempre meno. All'università ho fatto prima un anno di filosofia e poi di scienze politiche internazionali, ma ho mollato entrambi quando questa sensazione è diventata predominante. Adesso cerco amicizie per superare questa tendenza all'evitamento eccessivo che sto nutrendo. Ecco perché sono qui, per conoscere quante più persone possibili. Un abbraccio a tutti voi, felice di avervi trovato. (A proposito, ho cominciato con un percorso di ascolto psicologico ormai 3 anni fa. Adesso sono affiancato da due figure professionali di distinte psicoterapie).

    Ciao, non so se il mio possa essere un buon consiglio, in quanto si tratterebbe di mascherare il problema e non di risolverlo e quindi potrebbe avere l'effetto collaterale di allungare i tempi di guarigione, ma se ti impegni a risolverlo e non molli questo almeno potrebbe essere un modo di concederti un po' di respiro nella socialità: perché fin dall'inizio, quando conosci qualcuno, non inizi a lamentarti continuamente e dire che sei una persona con molte intolleranze alimentari e di stomaco debole, con problemi di reflusso, vegano o crudista, parlando magari male con convinzione di alcuni cibi pieni di conservanti e poco salutari? Insomma: fai la parte del salutista dalla salute delicata e fragile con lo stomaco sempre in subbuglio (che se sei anche molto magro è estremamente credibile), confeziona un'immagine esteriore di te da vendere agli altri, così poi se vomiti nessuno penserà che è a causa di un problema psicologico, bensì fisico e nessuno giudica un problema fisico. Mascherare il problema in questo modo ti metterebbe al riparo dal giudizio altrui, quindi non avresti altrettanto motivo di isolati dagli altri.

  • Essendo un problema che devi ancora finire di risolvere non posso che augurarti il meglio, nel frattempo quando ti trovi insieme a persone che ti mettono a tuo agio il problema si ridimensiona?

    Sarebbe fondamentale cercare di capire questo aspetto prima di lasciar perdere con queste frequentazioni, provando a fidarti di queste persone perché se sono davvero sensibili ed empatiche come istintivamente le percepisci non ti giudicheranno e ti ameranno così come sei.

    Volevo anche chiederti se, con l'aiuto di queste due figure professionali tu sia riuscito a fare qualche progresso con tua mamma in questi ultimi anni.

    A spiegarle quanto sia stato difficoltoso per te non essere stato capito né da lei, né dalla tua insegnante quando eri solo un bambino.

  • Ti ringrazio per il consiglio. Anche se l’ho già tentato con scarsi risultati. Il problema è di natura psicologica e tentare di raggirarlo mentendo sulla mia condizione mi agita anticipatamente facendomi credere non accettato verso il mio vero problema.

  • Ci sarà sempre chi ti accetta e chi no, succede a tutti. Tutti bene o male abbiamo qualche aspetto che da sui nervi a qualcuno, oppure possiamo incontrare persone che colpiranno dove il dente duole, deridendoti o criticandoti per sentirsi superiori...la verità è che non hanno mai provato a camminare nelle tue scarpe. Cerca di accettati tu per primo e di mettere il parere degli altri in secondo piano rispetto al tuo: tu sei il centro della tua vita, abbi cura di quel centro. Forza e coraggio, il tuo problema non fà del male a nessuno se non a te stesso, non meriti alcun giudizio, non devi accettare giudizi ingiusti, non hai nulla da rimproverati per come sei, devi solo trattarti meglio.

  • Ci sarà sempre chi ti accetta e chi no, succede a tutti. Tutti bene o male abbiamo qualche aspetto che da sui nervi a qualcuno, oppure possiamo incontrare persone che colpiranno dove il dente duole, deridendoti o criticandoti per sentirsi superiori...la verità è che non hanno mai provato a camminare nelle tue scarpe. Cerca di accettati tu per primo e di mettere il parere degli altri in secondo piano rispetto al tuo: tu sei il centro della tua vita, abbi cura di quel centro. Forza e coraggio, il tuo problema non fà del male a nessuno se non a te stesso, non meriti alcun giudizio, non devi accettare giudizi ingiusti, non hai nulla da rimproverati per come sei, devi solo trattarti meglio.

    Grazie di cuore, sono parole bellissime.:sparkles:


    Essendo un problema che devi ancora finire di risolvere non posso che augurarti il meglio, nel frattempo quando ti trovi insieme a persone che ti mettono a tuo agio il problema si ridimensiona?

    Sarebbe fondamentale cercare di capire questo aspetto prima di lasciar perdere con queste frequentazioni, provando a fidarti di queste persone perché se sono davvero sensibili ed empatiche come istintivamente le percepisci non ti giudicheranno e ti ameranno così come sei.

    Volevo anche chiederti se, con l'aiuto di queste due figure professionali tu sia riuscito a fare qualche progresso con tua mamma in questi ultimi anni.

    A spiegarle quanto sia stato difficoltoso per te non essere stato capito né da lei, né dalla tua insegnante quando eri solo un bambino.

    Sì è così. Ma sento una strana forma di solitudine. Vorrei conoscere altre persone che possono capirmi perché anche loro vivono l'ansia e il panico. Non necessariamente come me. Ma vorrei davvero avere una cerchia di amicizie così. Anche solo una persona. :red_heart:

  • Ciao Marco, potresti essere mio figlio vista l'età. Premesso che ho una compagna che è di recente "uscita" da un dca che l'ha portata quasi ad un ricovero (e quindi ti capisco benissimo), come dicono gli altri, devi entrare nell'ottica di idee che non tutti siamo uguali, che a pelle ci stanno sulle palle delle persone e a pelle ce ne stanno simpatiche altre. Immagino che anche a te non staranno simpatici o accetti la compagnia di tutti quelli che trovi per strada, vero?


    Comunque anche la mia compagna ha tuttora delle difficoltà a mangiare con altre persone, riesce a farlo solo con poche e c'è voluto del tempo. Però lei ha cominciato (a parte col sottoscritto) prima con una sua amica, poi con un'altra, prima un piccolo brunch, poi un pranzo leggero, poi uno normale... e così via.


    Certo i problemi ci sono ancora, lei ha i suoi, io ho i miei... ognuno ha i propri demoni, vedrai che andando a piccoli step e la psicoterapia le cose miglioreranno.

  • Benvenuto!

    Stai già facendo molto e sicuramente con questo impegno riuscirai a stare meglio, ne sono certa. Stai facendo o hai fatto anche emdr? È uno strumento che negli eventi traumatici ha dato buoni risultati.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • All'età di 6anni avevo una maestra delle elementari che nutriva un atteggiamento bullistico verso tutti noi bambini. Lei soffriva di anoressia e spesso il suo comportamento intimidatorio lo adottava in mensa costringendoci a finire i pasti. Mi sentivo così angosciato che vomitavo ogni mattino prima di andare a scuola dalla paura.

    Questo è un esempio tipico di come generare un trauma e una distorsione educativa.


    Sono sotto peso da sempre e non ho un rapporto sereno col cibo, soprattutto in pubblico. Ma il vero problema è che quando provo paura ho il sintomo del vomito,

    Ho una notizia buona e una cattiva.


    Quella buona è che questo tipo di problemi con la giusta terapia si può ridurre drasticamente a livello da poter vivere una vita del tutto normale.


    Quella brutta è che non passerà mai del tutto. Un certo disagio col cibo potresti averlo per sempre. Lo compenserai sovrascrivendo alcuni schemi di pensiero con esercizi cognitivi razionali, quindi: con metodo e razionalità.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Benvenuto!

    Stai già facendo molto e sicuramente con questo impegno riuscirai a stare meglio, ne sono certa. Stai facendo o hai fatto anche emdr? È uno strumento che negli eventi traumatici ha dato buoni risultati.

    Grazie mille per le belle parole, non è mai scontato:sparkles:. L'emdr è stata tra le prime terapie che ho provato. Purtroppo non ha avuto riscontri risolutori. Mi spiego, gli eventi del passato li avevo già razionalizzati a dovere (nel senso che ricordarli e rifletterci non mi turba); invece quello di cui non riesco a liberarmi sono l'insieme delle credenze e insegnamenti che ho ereditato da quel periodo: che mentre mangio ho gli occhi addosso, che se vomito è una catastrofe, che la cosa più importante è piacere agli altri per non essere abbandonato. Grazie per la domanda e l'ascolto. Ti do un abbraccio.

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