Figli o non figli? Questo è il dilemma!

  • Ciao!

    Spero sia la sezione giusta e mi scuso in anticipo se questo tema è già stato trattato in altri thread - cosa che non mi stupirebbe affatto, dal momento che è una delle scelte più importanti, se non la più importante, della vita.


    Ho 38 anni e sono sposata da 3 con un mio coetaneo. Lavoriamo entrambi a tempo determinato con stipendi più che dignitosi. I nostri genitori vivono nella nostra stessa città. Da qualche mese ci siamo trasferiti a vivere nella nostra nuova casa, che abbiamo acquistato insieme, e che ha una seconda camera da letto, al momento allestita come studio/stanza degli ospiti. Insomma, abbiamo tutte le carte in regola per compiere il "grande passo". Eppure c'è qualcosa che mi blocca.


    Sarà l’età (soprattutto per me), sarà il periodo festivo che è stato costellato di parenti (genitori, nonni, zii…) che hanno iniziato a starci addosso con domande più o meno pressanti, sarà che sono circondata da amiche mie coetanee che, un po’ "last minute" a differenza di chi lo ha scelto intorno ai 30/32 anni, sono da poco diventate madri… fatto sta che da qualche tempo sono in preda a un pensiero costante, al limite dell’ossessivo, sul tema figli.


    A scanso di equivoci premetto che, a livello razionale, sono consapevole del fatto che:

    • Al giorno d’oggi 38 anni sono ancora un’età più o meno OK per compiere questa scelta, ma allo stesso tempo so benissimo che non mi resta tutto questo tempo;
    • Non è obbligatorio avere figli, ma allo stesso tempo scegliere consapevolmente di non averne è una scelta definitiva tanto quanto quella di averne;
    • Non è che quando si di diventa madri la vita finisce, ma allo stesso tempo è innegabile che cambi irreversibilmente.


    Tuttavia la testa non è fatta solo di pensieri lineari e ci penso in continuazione, senza trovare una risposta, oscillando tra momenti in cui mi dico (con poca convinzione) "ma sì, dai" e altri in cui l’idea mi sembra una follia o una forzatura.


    Non sono mai stata, neanche da ragazzina/più giovane, una con il sogno di diventare madre, non ho mai immaginato la mia vita adulta per forza di cose con bambini, ma non ho neanche mai dichiarato apertamente di non volerne. Diciamo che mi son sempre detta: "Poi vedremo, ci penserò più avanti". Ho sempre avuto tante altre cose per la testa che mi sembravano più "urgenti": stabilità lavorativa ed economica, oltre che sentimentale ça va sans dire; una casa adatta alle mie/nostre esigenze; oltre alle cose più "frivole", ma per me importanti, come fare qualche viaggio insieme al mio compagno e poi marito, coltivare le mie amicizie, le mie passioni e il mio tempo libero anche come individuo (sono una persona molto indipendente, con tanti interessi e tendente all’iperattività).


    Mio marito sul tema figli la pensa esattamente come me, e questo di per sé è positivo, perché siamo molto allineati, ma vuole anche dire che nessuno dei due "sblocca" l’altro né in un senso né nell’altro: siamo ancora sul "non lo so", in un momento in cui sento che ce lo possiamo permettere sempre meno.

    Credo infatti sia venuto fuori adesso il pensiero ossessivo perché ora non ho più "scuse", una volta abbandonato il bilocale per sistemarci in una casa con una stanza in più, e con l’età che avanza.


    A me della genitorialità incuriosisce l’esperienza umana, il sapere che la natura (in teoria) prevede questa possibilità nella vita di una persona, e quindi il pensiero che sarebbe un peccato non sfruttarla, non scoprire com’è. E poi c’è l’aspetto progettuale per la coppia: nella nostra storia si sono susseguite molte fasi, tutte accomunate dal fatto di costruire qualcosa insieme: la convivenza, il matrimonio, l’acquisto e la ristrutturazione della casa. Da brava iperattiva, mi chiedo: e adesso? Qual è il prossimo progetto? Se non è un figlio, esiste qualcosa che possa sostituirlo con pari intensità e che possa tenerci uniti?


    Però, al di là di questi pensieri, non sento il desiderio impellente di cui parlano tutti quelli che sono diventati genitori. Io sto benissimo così, mi godo la casa nuova, il tempo per me, la possibilità di dormire al mattino in questi giorni di ferie, di andare in palestra, di vedere le amiche per un aperitivo, di programmare weekend e vacanze in moto con mio marito. Vorrei poter continuare a procrastinare come se avessi 10 anni meno e quella scelta fosse ancora lontana nel tempo, ma adesso farlo mi mette ansia perché so che non può essere così. La mia psicologa mi ha consigliato di congelare gli ovuli per liberarmi dall’idea di dover compiere una scelta impellente, e capisco la logica di questo pensiero, ma temo che potrebbe anche essere controproducente e spingermi a procrastinare ancora di più.


    Ho una lista di paure che sembra l’elenco del telefono… ne cito solo alcune: paura che la gravidanza sia problematica, che il feto possa avere problemi (data la mia età), paura del parto, che il bambino possa nascere con problemi, terrore di come potrei sentirmi senza sonno e senza tempo per me, con una persona che dipende al 100% da me, con il pensiero costante di questa persona anche man mano che cresce, sempre per ragioni diverse…

    E queste paure forse superano la curiosità nei confronti dell’esperienza umana di cui parlavo prima, o quantomeno mi impediscono di viverla con la dovuta serenità.


    Sono anche, in quanto Millennial d’annata, molto sfiduciata nei confronti del futuro, e quando mi viene chiesto cosa voglio fare continuo ad accampare scuse tipo: sarebbe troppo deprimente fare un figlio adesso, con il mondo in queste condizioni, il cambiamento climatico, la guerra, la pandemia, l’instabilità economica, le destre al potere, l’universo che si sta espandendo.

    Ovviamente, a queste mie obiezioni, di solito il mio interlocutore replica: ma i figli si sono sempre fatti, anche con la guerra, Chernobyl, pochi soldi e varie altre condizioni sfavorevoli.

    E io dentro di me penso: forse semplicemente lo avete fatto perché lo volevate, e io invece non lo faccio perché non lo voglio. Ma non riesco a dirlo.


    Insomma, ho il sospetto che forse in fondo in fondo io non voglia diventare madre, ma che non abbia il coraggio di ammetterlo prima di tutto a me stessa e che finché non lo farò starò in questa condizione di limbo sempre più soffocante.


    Consigli, punti di vista, rassicurazioni, idee geniali?


    Grazie per l’ascolto.

  • Lascio una considerazione così a primo impatto su quanto ho letto: i pochi pro sulla maternità che hai fornito sono tutti motivi razionalizzati ... l'esperienza umana, il tempo che stringe, l'aspetto progettuale ... ma non sento cuore.


    Sull'esperienza umana, l'ho inserito, perché una cosa come la maternità per me non puo' essere impersonale, quindi razionalizzabile con la curiosità verso un evento che per l'essere umano è naturale. Non ho figli ma le donne che ne hanno avuti, anche di recente, mi hanno descritto tale decisione come lo spontaneo risultato di un percorso, come se tutto cio' che si è fatto, anche in tempi in cui non si pensava di averne, avesse comunque condotto a tale consapevolezza... insomma un disegno che si compie ma che non è stato disegnato solo con la volontà, è la vita che ti cambia, le esperienze ... poi c'è anche una predisposizione a voler essere madri.


    Sicuramente i figli fanno parte di un progetto, ma come l'hai descritto mi pare un po' troppo pratico. Il poco tempo è certamente un aspetto importante nella scelta ma da solo e in mancanza di altri elementi forti non è sufficiente, credo che il consiglio della psicologa possa essere sensato.

    "vi teniamo per mano in questo sentiero di incertezza" Dali - :hibiscus:

  • Ti dico il mio pensiero in pochissime parole: fare un figlio deve essere una scelta sulla quale non si ha alcun tipo di dubbio o incertezza.

    Fino a quando ce ne sono, nonostante anche condizioni "gestionali" positive (casa, lavoro, ecc...) si parte male, a mio parere.

    Deve esserci una convinzione schietta, al 100%.

    Si tratta "dell'impegno" di mettere al mondo una vita e di prendersene cura finché sarà necessario.

    Tanti, troppi fanno figli tanto per fare, o per apparire...

  • Sarà l’età (soprattutto per me), sarà il periodo festivo che è stato costellato di parenti (genitori, nonni, zii…) che hanno iniziato a starci addosso con domande più o meno pressanti, sarà che sono circondata da amiche mie coetanee che, un po’ "last minute" a differenza di chi lo ha scelto intorno ai 30/32 anni, sono da poco diventate madri… fatto sta che da qualche tempo sono in preda a un pensiero costante, al limite dell’ossessivo, sul tema figli.

    La pressione che senti potrebbe essere il reale motivo per cui hai questo "inception" che ti spinge a valutare seriamente l'ipotesi di fare un figlio.


    Mio marito sul tema figli la pensa esattamente come me, e questo di per sé è positivo, perché siamo molto allineati, ma vuole anche dire che nessuno dei due "sblocca" l’altro né in un senso né nell’altro: siamo ancora sul "non lo so", in un momento in cui sento che ce lo possiamo permettere sempre meno.

    La differenza tra te e lui è che lui può farne anche tra 10 anni (anche se non con te). Anche se questa ipotesi oggi ti appare assurda: va tenuta bene in contro, perché nella mente di lui ha un effetto paracadute, ovvero: lui sa che atterra comunque sul morbido e non sente tutte queste "pressioni" che senti tu.


    La decisione dovrebbe essere di entrambi, tuttavia la tua opinione vale di più.


    Sono anche, in quanto Millennial d’annata, molto sfiduciata nei confronti del futuro, e quando mi viene chiesto cosa voglio fare continuo ad accampare scuse tipo: sarebbe troppo deprimente fare un figlio adesso, con il mondo in queste condizioni, il cambiamento climatico, la guerra, la pandemia, l’instabilità economica, le destre al potere, l’universo che si sta espandendo.

    L'enorme decrescita e decadimento a cui hanno assistito i millennial scoraggerebbe chiunque, però tu oggi sei in fase di "risalita". La maggiore consapevolezza data dall'aver visto sgretolarsi il castello di carta del passato è in realtà un vantaggio tattico.


    Insomma, ho il sospetto che forse in fondo in fondo io non voglia diventare madre, ma che non abbia il coraggio di ammetterlo prima di tutto a me stessa e che finché non lo farò starò in questa condizione di limbo sempre più soffocante.


    Consigli, punti di vista, rassicurazioni, idee geniali?

    L'importante è che tu tenga conto del fatto che indietro non si può tornare e che non ti faccia influenzare dai vari trend mainstream in stile "freeda" che inquinano la mente delle donne moderne facendole credere di essere Dio, eterne e vittime-invincibili.


    Hai ancora tempo per pensarci, tuttavia nell'estrema libertà che ti lascia il tuo uomo (non del tutto per merito) la decisione deve essere tua e deve essere consapevole.


    La voglia di fare figli potrebbe arrivare anche spontaneamente tra qualche tempo. Se capiterà non avrai dubbi. Nel frattempo metti qualche promemoria nel calendario mentale e cerca di vivere serena.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Consigli, punti di vista, rassicurazioni, idee geniali?

    Ti posso raccontare la mia esperienza. Ho letto il tuo messaggio e un po' mi ci sono ritrovata. Non ho mai avuto la certezza di voler diventare madre e oggi ti dico che pur correndo il serio rischio di non poterne fare di figli (per un grave problema di salute) ... nulla e cambiato! Non ho rimorsi e sono sempre più convinta, come ti hanno scritto sopra, che bisogna esserne convinti al 100%. Vedo le mie amiche massacrate, annullate e scontente...ovvio il figlio è pur sempre una grande gioia, ma non è facile essere genitori (scusa la banalità).

    L'osservazione importante è stata fatta da Bruce che, come al solito, ha una grande lucidità:

    La differenza tra te e lui è che lui può farne anche tra 10 anni (anche se non con te). Anche se questa ipotesi oggi ti appare assurda: va tenuta bene in contro, perché nella mente di lui ha un effetto paracadute, ovvero: lui sa che atterra comunque sul morbido e non sente tutte queste "pressioni" che senti tu.


    La decisione dovrebbe essere di entrambi, tuttavia la tua opinione vale di più.

    Magari aspetta ancora un po', e congela gli ovuli!

  • È naturale pensarci perché, ad una certa età, anche una "non decisione" può diventare una scelta definitiva.

    Se pensi a te stessa tra 10 anni, ce lo vedi un bambino o ti immagini ancora in una dimensione di coppia? E se lo stesso esercizio lo fa tuo marito, cosa vede?

  • Personalmente posso dirti che i tuoi pensieri sono molto simili a quelli che avevo io; peraltro mi piaceva moltissimo la mia vita senza figli, essere autonoma, non dover rendere conto a nessuno, dedicarmi al lavoro ma anche allo sport e ai viaggi e spendere i soldi in scioltezza esaudendo ogni capriccio, e viaggiare per il mondo mentre sentivo gli altri appresso a spannolinamenti e bocca mani piedi mi faceva sentire....leggera, spensierata. Ho protratto questa spensieratezza per molti anni..sono stata sposata 7-8 anni senza mettere in programma un figlio, poi però a differenza tua io avevo un marito deciso ad averne, e ho accettato la sfida, con tante, tantissime, infinite paure. Peraltro per storia familiare avevo seri problemi ad affrontare la maternità...che non era proprio nelle mie corde. Non ho comunque mai pensato di non avere tempo...e infatti appena ho pensato che potevo avere figli è arrivata la mia prima bimba. Ne ho accennato sul forum, ho parlato delle difficoltà, ma anche della assoluta, totale, incommensurabile bellezza e magia che ho trovato nella maternità. Ci tengo a dirti che io ero il contrario della maternità, che amavo fare esperienze di altro tipo proprio, mi piaceva il diving nei fondali tropicali, esplorare la foresta amazzonica, sorvolare l'Oceano Indiano su un biplano. Non è che insomma mi mancassero le emozioni. Ma crescere la mia bimba mi ha donato una dolcezza, una tenerezza, una meraviglia assolutamente imparagonabili a null'altro. Ti dico solo che quando rientro dal lavoro e so che la troverò ad aspettarmi mi sento sempre e ancora oggi a distanza di anni come un bambino la sera della Vigilia di Natale: trepidante di felicitá. Adoro tutto di lei e del fare le cose con lei, le ho insegnato tutto, a camminare, a nuotare, ad andare in bicicletta, sui pattini, a leggere, e ogni cosa con lei per me è magica. Poi...ho avuto un altro bimbo, dopo anni, e quindi sto ripetendo il tutto con l'aggiunta di veder nascere anche tra loro un bellissimo sentimento e rapporto.

    Certo, non posso dirti che diventare genitori sia rose e fiori perché non è così; ma per come la vedo io è un'esperienza stupenda che se si ha voglia di fare dona moltissimo.

    Peraltro in onestà....io non ho rinunciato a nulla della vita di prima, continuo a viaggiare (almeno fino al Covid), continuo a fare sport (anzi, più di prima), solo che è necessario organizzarsi meglio, la libertà è di meno, per i primi 3-4 anni almeno. Ma a mio parere ne vale la pena.


    P.S. Per me sei in ritardo sul congelare gli ovuli, se si vogliono congelare meglio prima dei 30. Ma sei in tempo per fare figli: io l'ultimo l'ho avuto a 43 :winking_face:

  • Ciao! Grazie a tutti per le vostre risposte, mi avete dato molto da pensare. Punti di vista diversi tra loro e tutti validissimi.


    Non ho figli ma le donne che ne hanno avuti, anche di recente, mi hanno descritto tale decisione come lo spontaneo risultato di un percorso, come se tutto cio' che si è fatto, anche in tempi in cui non si pensava di averne, avesse comunque condotto a tale consapevolezza... insomma un disegno che si compie ma che non è stato disegnato solo con la volontà, è la vita che ti cambia, le esperienze ... poi c'è anche una predisposizione a voler essere madri.

    Ecco! A me questa spontaneità manca, quantomeno per il momento. Magari arriverà anche per me e adesso sono solo a un certo punto del percorso che mi porterà lì... o magari no. Sicuramente anche io penso che dovrebbe venire più "naturale" come scelta rispetto a come mi sento ora.


    fare un figlio deve essere una scelta sulla quale non si ha alcun tipo di dubbio o incertezza.

    Riagganciandomi a quanto sopra, concordo molto anche su questo e infatti forse devo darmi ancora del tempo, come in molti avete suggerito, per vedere se cambia qualcosa e scompaiono i dubbi e le incertezze che ancora sento di avere.


    La differenza tra te e lui è che lui può farne anche tra 10 anni (anche se non con te). Anche se questa ipotesi oggi ti appare assurda: va tenuta bene in contro, perché nella mente di lui ha un effetto paracadute, ovvero: lui sa che atterra comunque sul morbido e non sente tutte queste "pressioni" che senti tu.

    È vero: questo aspetto è fondamentale da tenere presente, ed è vero che bisogna sforzarsi di tenerne conto perché nel qui e ora non è così immediato pensarci.


    L'enorme decrescita e decadimento a cui hanno assistito i millennial scoraggerebbe chiunque, però tu oggi sei in fase di "risalita". La maggiore consapevolezza data dall'aver visto sgretolarsi il castello di carta del passato è in realtà un vantaggio tattico.

    Posso chiederti che cosa intendi per "fase di risalita"? Te lo chiedo soltanto perché non mi è chiaro, concordo in realtà sulla consapevolezza (nel bene e nel male).


    L'importante è che tu tenga conto del fatto che indietro non si può tornare e che non ti faccia influenzare dai vari trend mainstream in stile "freeda" che inquinano la mente delle donne moderne facendole credere di essere Dio, eterne e vittime-invincibili.

    Mi fa molto sorridere questa tua visione su Freeda, non puoi immaginare quanto io la condivida. Lavoro in quel settore (non per loro!) e io personalmente chiamo la linea editoriale di Freeda "femminismo entry level" (e già sono di manica larga!).


    ovvio il figlio è pur sempre una grande gioia, ma non è facile essere genitori (scusa la banalità).

    Non è per niente banale: ogni volta che mi chiedono quando mi decido so che lo fanno con in mente la gioia che sicuramente porterebbe, ma perchè nessuno tiene invece conto delle difficoltà nel porre una domanda così delicata? La gente si comporta come se la scelta che devo compiere fosse tra un piatto di pasta e uno di riso e a volte sono io a sentirmi "sbagliata" perchè mi sembra di vedere solo i lati negativi. Ma forse lo faccio proprio perchè nessuno ne parla.


    Se pensi a te stessa tra 10 anni, ce lo vedi un bambino o ti immagini ancora in una dimensione di coppia? E se lo stesso esercizio lo fa tuo marito, cosa vede?

    Questo, nella sua apparente semplicità, è un ottimo spunto. è un esercizio che sicuramente dobbiamo fare, anche questo non scontato, perchè davanti a una scelta così non si pensa mai (quantomeno non io) così in là, ma più a come impatterebbe sul presente e sul futuro prossimo. Io infatti dico che ADESSO non ne ho particolarmente voglia e fatico ad allargare il campo. Lo faremo, ne parleremo, tenendo conto nel discorso anche di quanto osservato da Bruce sulla differenza tra me e lui in termini di tempistiche di possibile procreazione.


    Personalmente posso dirti che i tuoi pensieri sono molto simili a quelli che avevo io; peraltro mi piaceva moltissimo la mia vita senza figli, essere autonoma, non dover rendere conto a nessuno, dedicarmi al lavoro ma anche allo sport e ai viaggi e spendere i soldi in scioltezza esaudendo ogni capriccio, e viaggiare per il mondo mentre sentivo gli altri appresso a spannolinamenti e bocca mani piedi mi faceva sentire...leggera, spensierata.

    Grazie mille per il tuo messaggio nella sua interezza, mi ha trasmesso molta tenerezza e in qualche modo mi ci sono identificata, perchè mi ha mostrato quella che forse potrei essere io quando e se il mio percorso si evolverà e si concluderà con la scelta di diventare madre. Io adesso mi sento esattamente come descrivi qui...


    ho accettato la sfida, con tante, tantissime, infinite paure.

    Posso chiederti come hai fatto a superarle? Quanto hai contato su tuo marito e sulla sua decisione ad averne, e quanto è stato invece un percorso che hai fatto tu come individuo?


    Non ho comunque mai pensato di non avere tempo...e infatti appena ho pensato che potevo avere figli è arrivata la mia prima bimba.

    Posso chiederti quanti anni avevi alla prima gravidanza?


    Peraltro in onestà....io non ho rinunciato a nulla della vita di prima, continuo a viaggiare (almeno fino al Covid), continuo a fare sport (anzi, più di prima), solo che è necessario organizzarsi meglio, la libertà è di meno, per i primi 3-4 anni almeno. Ma a mio parere ne vale la pena.

    Come ti sei sentita in quei primi 3-4 anni? Non hai mai avuto nostalgia della tua vita di prima? Da come ti descrivi, immagino che la maternità abbia avuto un forte impatto sulla tua quotidianità - come sempre fa, ma nel tuo caso mi viene da pensare che la differenza tra il prima e il dopo sia stata più palpabile rispetto a chi magari fa una vita più "tranquilla".

  • Non è per niente banale: ogni volta che mi chiedono quando mi decido so che lo fanno con in mente la gioia che sicuramente porterebbe, ma perchè nessuno tiene invece conto delle difficoltà nel porre una domanda così delicata? La gente si comporta come se la scelta che devo compiere fosse tra un piatto di pasta e uno di riso e a volte sono io a sentirmi "sbagliata" perchè mi sembra di vedere solo i lati negativi. Ma forse lo faccio proprio perchè nessuno ne parla.

    Dico una cosa da prendere con le pinze: m è capitato molte volte, dopo un bel viaggio, o avendo uno stile di vita comunque bello movimentato, dopo qualche evento carino in cui si tirava fino a tardi, che qualche colleg*/amic* con figli mi dicesse "eh ma quando fai i figli!" e mi suonava quasi come "str... tra poco finirà anche per te!" hahahha a volte sembra quasi una minaccia. Nessuno ne parla perchè non tutti, almeno nella cerchia che conosco, ha fatto i figli con una vita appagante e spesso si sono mostrati come un segno di riscatto della serie "non ho un lavoro ma ho un figlio, non ho autonomia ma ho un figlio..." nessuno ti dirà mai queste cose.

    Per questo ti dico, fai quello che senti davvero.

  • Posso chiederti come hai fatto a superarle? Quanto hai contato su tuo marito e sulla sua decisione ad averne, e quanto è stato invece un percorso che hai fatto tu come individuo?

    Diciamo che di base io non escludevo la maternità, anche se ne avevo paura, sapevo che prima o poi nel mio futuro un figlio lo volevo, ma era un futuro lontano a piacere. Certo il desiderio di mio marito ha avuto il suo peso...lui non mi ha fatto pressioni ma lo immaginavo padre e mi pareva bellissimo e mi dispiaceva non dargli la possibilità di diventarlo! Credo che a un certo punto ho buttato il cuore oltre l'ostacolo...ho rischiato il tutto e per tutto. Del resto ripeto, non pensavo di restare per sempre senza figli, perché anche l'idea di diventare due cinquantenni con la casa silenziosa e ordinata mi metteva tristezza...non mi ci vedevo insomma.

    Posso chiederti quanti anni avevi alla prima gravidanza?

    Avevo 37 alla prima, 43 alla seconda.

    Come ti sei sentita in quei primi 3-4 anni? Non hai mai avuto nostalgia della tua vita di prima? Da come ti descrivi, immagino che la maternità abbia avuto un forte impatto sulla tua quotidianità - come sempre fa, ma nel tuo caso mi viene da pensare che la differenza tra il prima e il dopo sia stata più palpabile rispetto a chi magari fa una vita più "tranquilla".

    Diciamo che i più complessi sono stati i primi due. Mi sono sentita come se mi avessero attaccata a una pesante ancora...pesante, rallentata. Non avevamo aiuti, la bimba era buonissima e col senno di poi dico "gestibile", tuttavia l'impegno c'era. Un tempo potevo trattenermi in ufficio finché necessario e tenevo alla carriera e non dicevo mai di no; con la bimba alle 7 avevo necessità di stare a casa e farla cenare, delegare non era semplice. La sera eravamo abituati a concederci un aperitivo, fosse anche a casa, i nostri ritmi erano lenti e piacevoli, invece tutto è diventato frenetico e incentrato sulla bambina e le sue esigenze. Il nido mi ha aiutato moltissimo, per il lavoro, ma nel tempo libero eravamo dedicati a lei. Abbiamo cercato di continuare a mantenere le nostre abitudini, qualche pranzo fuori la domenica, qualche viaggio non troppo lontano, ma tutto all'inizio era più impegnativo del previsto; nel frattempo però l'amore cresceva, ed era stupendo vedere i progressi della bambina, quindi quello che avevamo perso in termini di libertà lo riguadagnavamo nella gioia di crescerla. Intorno ai due anni camminava e parlava e abbiamo deciso di riprendere a fare viaggi più lunghi e viaggiare con lei è stato stupendo..l'abbiamo portata ai Caraibi in posti già frequentati prima di lei, ma rivivere con lei certe esperienze è stato magico. Lei era ed è una bimba molto smart, intendo che sopporta bene i voli e mangia qualunque cosa, il che ha reso poi tutto semplice. Per lo sport mi ha aiutato mio marito a riprendere, tenendo lui la piccola sin dai primi mesi, e poi quando ha iniziato a farlo anche lei mi ritaglio lo stesso tempo. Alla fine abbiamo ritrovato un nostro equilibrio, certo meno rilassato di quello senza figli, ma non torneremmo mai indietro. Non c'è nulla di più bello per me che condividere i miei hobby con la mia bambina....quello che io dò a lei è nulla rispetto a quello che lei dá a me. Ora abbiamo un altro cucciolo....arrivato per caso, in un momento in cui non ci pensavamo più, ha un anno e mezzo...tutto è stato più semplice per certi versi, ma lui è un bimbo molto, molto, molto più impegnativo della prima. Ma ancora una volta dico che i bimbi sono doni inestimabili, sono la vera magia della vita, e tutto fatto con loro diventa più bello. Quando rientro a casa, corrono insieme sul pianerottolo, li sento da sotto, mentre salgo le scale...sento quel vociare festoso, quel "mamma...mamma, è la mamma!" E mi sale un sorriso...così come quando vado al nido e mio figlio mi vede e corre fuori sparato come un proiettile a tutta velocità facendosi spazio tra gli altri bimbi, abbracciandomi poi con quelle manine minuscole, ci muori di tenerezza...

    Peraltro è qualcosa che si può solo sperimentare, non è possibile a mio parere descriverlo...non si può trasmettere la bellezza di certi sentimenti, sono troppo personali. Magari per altri è diverso...ma come rinunciare a questo? Qual è alternativa? Cosa può sostituire questo? Un tempo pensavo ai bimbi come piccoli rumorosi e fastidiosi marmocchi...non capivo proprio la bellezza insita in loro...non ne capivo la portata...perfino, sceglievo apposta vacanze e locali child free, e per carità ancora adesso sono favorevole a questi posti per chi vuole stare in santa pace, ma non mi interessa più andarci perché senza i miei cuccioli mi diverto la metà, magari da grandi riprenderò ;) Comunque pensaci bene perché...anche la rinuncia è per sempre...

Participate now!

Don’t have an account yet? Register yourself now and be a part of our community!

Hot Threads

    1. Topic
    2. Replies
    3. Last Reply
    1. Sono confuso, sto immaginando cose che non esistono? 7

      • samaras
    2. Replies
      7
      Views
      210
      7
    3. uchiha93

    1. Prima uscita con un uomo 873

      • Evelyn91
    2. Replies
      873
      Views
      31k
      873
    3. sara84

    1. Essere la nuova compagna: come gestire la madre di suo figlio? 67

      • Conny05_07
    2. Replies
      67
      Views
      1.9k
      67
    3. Twister16

    1. La mia vita dopo un anno dalla rottura: lei mi manca da morire! 107

      • Gio1988
    2. Replies
      107
      Views
      3.8k
      107
    3. Gio1988

    1. Dove ho sbagliato. Sono solo un'ingenua? 60

      • mydarkside
    2. Replies
      60
      Views
      2.5k
      60
    3. CourtneySunshine

    1. Come uscire dalla condizione di single 2.5k

      • Postosuchus
    2. Replies
      2.5k
      Views
      122k
      2.5k
    3. sara84