Derealizzazione e depersonalizzazione, come superarle?
-
-
-
Vi leggo da tanto ma non ho mai avuto il coraggio di scrivere fino ad ora.
In questo mese "scoperta" la paura e preoccupazione costanti mi fanno vivere sensazioni mai provate prima che fatico ad interpretare e, non avendo nessuno con cui parlare e cercando su internet, inizio a pensare di soffrire di un disturbo dissociativo. Non mi sento più io e non riesco a "ritrovarmi".
Il mio terapeuta mi ha sempre detto che è impossibile che io soffra di un disturbo dissociativo ma la paura rimane.
Ciao. Leggendo vari post, sia tuoi che di altri utenti, noto una carenza di informazioni certamente non dovuta a voi, ma dagli specialisti che sono deputati e pagati da noi pazienti e che dovrebbero dirimere tutti i dubbi possibili.
Come sempre per mia abitudine specifico che non sono un medico né una figura similare, ma solo un semplice paziente con 30 anni di esperienza di ansia/depressione sulla mia persona, e che nulla potrà sostituire uno specialista nella valutazione del tuo stato di salute, la mia è solamente esperienza abbinata a pareri personali.
Partiamo col cercare di capire di cosa parliamo:
- la derealizzazione porta la persona a percepire l'ambiente circostante come irreale, sconosciuto od insolito e manifesta una sensazione soggettiva di non-appartenenza a ciò che fa o dice. Essa può presentarsi in forma di episodi brevi e ricorrenti o in periodi continui e di lunga durata;
- la depersonalizzazione è un senso di estraneità rispetto al proprio corpo, in pratica è come assistere ad un film il cui attore principale sei tu.
Queste esperienze possono verificarsi anche in soggetti normali, in presenza di un particolare stato di affaticamento, alti livelli di ansia e grandi stress emotivi.
Quindi il punto fermo è: tale condizione ti è stata diagnosticata da uno specialista? A quanto pare la psicologa già la esclude, anche perchè tali manifestazioni appartengono ai disturbi dissociativi ed onestamente, sempre da profano, credo che il tuo disturbo si chiami "ansia patologica" che, quando arriva al culmine, sfocia in una sintomatologia tipica ma non primaria della dissociazione. Tipico esempio è l'attacco di panico, quando esso termina lascia la persona in un mondo estraneo, ma non è questa la depersonalizzazione/derealizzazione intendiamoci.
Quando la sintomatologia è così intensa tale da non far vivere la quotidianità di una persona, le uniche due armi sono la terapia farmacologica ed il supporto psicologico.
Da quello che ho letto prendi già un farmaco da qualche mese, ma se non vedi miglioramenti ricorda che hai tutto il diritto di chiamare lo specialista, esporre il problema e prendere le opportune decisioni, cha vanno da un aumento alla sostituzione della molecola. Ci sono decine di molecole a disposizione, il problema degli specialisti e qui mi riferisco a molti in Italia è che somministrano un dosaggio insufficiente per lunghi periodi portando il paziente a soffrire inutilmente.
Infine:
- se il problema ti è stato diagnosticato da uno specialista allora mettiti in contatto con lui ed illustra il tutto;
- se invece nasce da letture su siti medici ed altro, allora abbandona subito questo genere di informazioni deleterie e subdole, in quanto non sei del mestiere e tutto quello che leggi lo carichi sulle tue spalle.
Con le cure adeguate ed il supporto psicologico se ne esce, credimi.
Buongiorno a tutti. Come da titolo sono ahimè depersonalizzata a livelli altissimi e totalizzanti da qualche mese. Inutile dire che conosco bene questo mostro che mi ha accompagnata in diversi momenti della vita (ma ho avuto anche attacchi di panico).
Ho seguito la terapia cognitivo comportamentale in passato ed oggi ho intrapreso un nuovo territorio percorso con la terapia ifs. Qualcuno che ne è uscito e come me ne soffriva ad altissimi livelli (non sentirsi umani, totale distacco da tutto e da tutti) può aiutarmi? Sono graditi consigli funzionali e positivi Attendo fiduciosa.
Ciao. Le stesse osservazioni di qui sopra valgono per te. Personalmente ritengo che in una patologia conclamata, e ribadisco patologia, la sola psicoterapia non sia l'arma migliore, anche se valida. Ma come sempre questo è un mio pensiero.
In bocca al lupo e per qualsiasi domanda non esitate
-
Ciao. Leggendo vari post, sia tuoi che di altri utenti, noto una carenza di informazioni certamente non dovuta a voi, ma dagli specialisti che sono deputati e pagati da noi pazienti e che dovrebbero dirimere tutti i dubbi possibili.
Come sempre per mia abitudine specifico che non sono un medico né una figura similare, ma solo un semplice paziente con 30 anni di esperienza di ansia/depressione sulla mia persona, e che nulla potrà sostituire uno specialista nella valutazione del tuo stato di salute, la mia è solamente esperienza abbinata a pareri personali.
Partiamo col cercare di capire di cosa parliamo:
- la derealizzazione porta la persona a percepire l'ambiente circostante come irreale, sconosciuto od insolito e manifesta una sensazione soggettiva di non-appartenenza a ciò che fa o dice. Essa può presentarsi in forma di episodi brevi e ricorrenti o in periodi continui e di lunga durata;
- la depersonalizzazione è un senso di estraneità rispetto al proprio corpo, in pratica è come assistere ad un film il cui attore principale sei tu.
Queste esperienze possono verificarsi anche in soggetti normali, in presenza di un particolare stato di affaticamento, alti livelli di ansia e grandi stress emotivi.
Quindi il punto fermo è: tale condizione ti è stata diagnosticata da uno specialista? A quanto pare la psicologa già la esclude, anche perchè tali manifestazioni appartengono ai disturbi dissociativi ed onestamente, sempre da profano, credo che il tuo disturbo si chiami "ansia patologica" che, quando arriva al culmine, sfocia in una sintomatologia tipica ma non primaria della dissociazione. Tipico esempio è l'attacco di panico, quando esso termina lascia la persona in un mondo estraneo, ma non è questa la depersonalizzazione/derealizzazione intendiamoci.
Quando la sintomatologia è così intensa tale da non far vivere la quotidianità di una persona, le uniche due armi sono la terapia farmacologica ed il supporto psicologico.
Da quello che ho letto prendi già un farmaco da qualche mese, ma se non vedi miglioramenti ricorda che hai tutto il diritto di chiamare lo specialista, esporre il problema e prendere le opportune decisioni, cha vanno da un aumento alla sostituzione della molecola. Ci sono decine di molecole a disposizione, il problema degli specialisti e qui mi riferisco a molti in Italia è che somministrano un dosaggio insufficiente per lunghi periodi portando il paziente a soffrire inutilmente.
Infine:
- se il problema ti è stato diagnosticato da uno specialista allora mettiti in contatto con lui ed illustra il tutto;
- se invece nasce da letture su siti medici ed altro, allora abbandona subito questo genere di informazioni deleterie e subdole, in quanto non sei del mestiere e tutto quello che leggi lo carichi sulle tue spalle.
Con le cure adeguate ed il supporto psicologico se ne esce, credimi.
Ciao Repcar, grazie per le risposte sempre super dettagliate!
Io so di non soffrire di un disturbo dissociativo vero e proprio (tesi confermata sia dal mio psicologo che dal mio psichiatra che è anche primario quindi una persona estremamente competente). Distinguo benissimo la derealizzazione vera e propria causata dall'ansia forte e dall'attacco di panico ma, essendo terrorizzata dall'idea del disturbo dissociativo, è diventata ormai abitudine controllare come "percepisco" le cose/ situazioni e questo ovviamente mi suggestiona e non mi fa mai sentire totalmente immersa nella situazione che vivo. Ad esempio, se parlo con una persona mi viene il pensiero "come la vedo/sento questa persona?"... non riesco semplicemente a godermi la situazione.
La terapia farmacologica per ora mi ha dato beneficio per quanto riguarda l'umore e i momenti di derealizzazione vera e propria sono rarissimi però rimane questo pensiero che mi fa soffrire molto.
Come si può fare a non farsi suggestionare dai pensieri? Il mio psicologo purtroppo non mi da spiegazioni sufficienti.
Vorrei poi anche sapere se livelli alti di stress e ansia possono produrre uno stato che non è vera e propria derealizzazione ma più un essere persi nei propri pensieri con forte stanchezza?
Grazie come sempre
-
Diciamo che io, nonostante le rassicurazioni, ho il terrore di avere un disturbo dissociativo e per questo richiamo sempre il sintomo e non riesco a mettermi l'anima in pace. Ho sempre paura di restare così per sempre anche se non ci sono prove a supporto
-
Ciao. Leggendo vari post sia da parte tua che di altri utenti noto una carenza di informazioni, certamente non dovute da voi, ma dagli specialisti che sono deputati e pagati da noi pazienti e che dovrebbero dirimere tutti i dubbi possibili.
Come sempre mia abitudine rappresento che non sono un medico ne figura similare, ma solo un semplice paziente con 30 anni di esperienza di ansia/depressione sulla mia persona e che nulla potrà sostituire uno specialista nella valutazione del tuo stato di salute, la mia è solo esperienza personale con pareri personali.
Partiamo a capire di cosa parliamo:
- la derealizzazione porta la persona a percepire l'ambiente circostante come irreale, sconosciuto o insolito e manifesta una sensazione soggettiva di non-appartenenza a ciò che fa o dice. Essa può presentarsi in forma di episodi brevi e ricorrenti o in periodi continui e di lunga durata;
- la depersonalizzazione è un senso di estraneità rispetto al proprio corpo, in pratica è come assistere ad un film il cui attore principale sei tu.
Queste esperienze possono verificarsi anche in soggetti normali, in presenza di un particolare stato di affaticamento, alti livelli di ansia e grandi stress emotivi.
Quindi il punto fermo è: tale manifestazione ti è stata diagnosticata da uno specialista? A quanto pare già la psicologa lo esclude, anche perchè tali manifestazioni appartengono ai disturbi dissociativi ed onestamente, sempre da profano, credo che il tuo disturbo si chiama "ansia patologica" che quando arriva al culmine sfocia con una sintomatologia tipica ma non primaria della dissociazione. Tipico esempio è l'attacco di panico, quando esso termina lascia la persona in un mondo estraneo, ma non è questa la depersonalizzazione/derealizzazione intendiamoci.
Quando la sintomatologia è così alta tale da non far vivere la quotidianità di una persona, le uniche due armi sono la terapia farmacologica ed il supporto psicologico.
Da quello che ho letto prendi già un farmaco da qualche mese, ma se non vedi miglioramenti ricorda che hai tutto il diritto di chiamare lo specialista, esporre il problema e prendere le opportune decisioni, cha vanno da un aumento o cambio totale della molecola. Ci sono decine di molecole a disposizione, il problema degli specialisti e qui mi riferisco a molti in Italia è che somministrano insufficiente dosaggio per lunghi periodi portando il paziente a soffrire inutilmente.
Infine:
- se il problema ti è stato diagnosticato dallo specialista allora mettiti in contatto e rappresenta il tutto;
- se invece il tutto nasce da letture su siti medici ed altro, allora abbandona subito questo genere di informazione deleteria e subdola, in quanto non sei del mestiere e tutto quello che leggi lo appoggi sulle tue spalle.
Con le cure adeguate ed il supporto psicologico se ne esce credimi.
Ciao. Stesse osservazioni valgono per te. Personalmente ritengo che in una patologia conclamata, e ribadisco patologia, la sola psicoterapia non sia l'arma migliore, anche se valida, ma come sempre questo è un mio pensiero.
In bocca al lupo e per qualsiasi domanda non esitate
Ciao Repcar! Io ho consultato ben due anzi tre specialiste, perché tenevo di avere un serio disturbo mentale tipo schizofrenia od altro, visto che la mia dissociazione ha raggiunto livelli inimmaginabili e niente, tutte dicono che si tratta di ansia o comunque di uno stato ansioso elevato a mille. Io tuttora non ci credo e penso di essere spacciata Farmaci non ne voglio prendere, vorrei farcela da sola.
Ma tu hai avuto esperienze di depersonalizzazione?
-
Ciao Repcar! Io ho consultato ben due anzi tre specialiste, perché tenevo di avere un serio disturbo mentale tipo schizofrenia od altro, visto che la mia dissociazione ha raggiunto livelli inimmaginabili e niente, tutte dicono che si tratta di ansia o comunque di uno stato ansioso elevato a mille. Io tuttora non ci credo e penso di essere spacciata Farmaci non ne voglio prendere, vorrei farcela da sola.
Ma tu hai avuto esperienze di depersonalizzazione?
Ciao. certamente che ho avuto esperienze di depersonalizzazione, non come sintomatologia a sé stante ma quale fenomeno collaterale derivato da picchi di ansia che talvolta sfociavano in attacchi di panico.
Sui farmaci ti faccio una domanda: in caso di ipertensione, diabete etc. avresti la stessa determinazione? Secondo te potresti farcela da sola?
So già la risposta ma vorrei conoscere il motivo del tuo completo rifiuto. Quando tutta la fenomenologia ansiosa è gestibile, allora si può tentare di "farcela da soli", ma quando i livelli sono talmente alti da non poterti fare vivere serenamente il tuo ritmo quotidiano, allora questa tua determinazione al voler farcela da sola è solo "farsi male da sola".
Attendo una tua risposta
-
Io so di non soffrire di un disturbo dissociativo vero e proprio (tesi confermata sia dal mio psicologo che dal mio psichiatra che è anche primario quindi una persona estremamente competente).
Ciao. In pratica è un'autodiagnosi basata principalmente su sensazioni amplificate magari da letture distorte di articoli sulla materia.
Ad esempio, se parlo con una persona mi viene il pensiero "come la vedo/sento questa persona?"... non riesco semplicemente a godermi la situazione
Ed è una cosa normale. Quando parli con una persona ed il tuo cervello inizia a pensare in maniera distorta, in primis quella persona neanche la consideri (parlo della parte discorsiva) perché sei completamente disconnesso dal discorso e vaghi in pensieri distorti. Questa non è dissociazione ma semplicemente un sintomo ansiogeno.
Ricorda che se cerchi di combattere questi tuoi pensieri mi spiace ma è una guerra persa, il cervello è più forte di tutti noi quindi lascia fluire questi pensieri.
Vorrei poi anche sapere se livelli alti di stress e ansia possono produrre uno stato che non è vera e propria derealizzazione ma più un essere persi nei propri pensieri con forte stanchezza?
Assolutamente sì. Il primo nemico è lo stress di qualsivoglia tipo. Lo stress, per quanto possibile, devi gestirlo, come si dice da noi "arriva dove puoi ed attacca il chiodo", insomma rimanda quello che non riesci a fare, magari scrivi le priorità, ma non fare un cumulo di tutto quello che devi fare o che vorresti fare.
Hai mai provato tecniche sulla meditazione, respirazione diaframmatica etc.? Puoi reperire il tutto su Youtube ed è completamente gratuito, all'inizio sembrerà difficile ma devi avere tenacia e noi ne abbiamo da vendere, credimi...
Per tutto il resto resto sempre a disposizione
-
Sto cercando di non combatterli "rispondendogli" cose del tipo "se sono derealizzata amen, non importa" ma diciamo che ancora l'hanno vinta loro
Per quanto riguarda la meditazione, ho iniziato da un mesetto un corso di yoga che mi piace tantissimo e ogni tanto pratico mindfulness, ma devo ammettere che ancora non riesco a praticarla in modo tale da trarne beneficio nel lungo termine... cioè, nel momento stesso in cui medito mi rilasso molto ma poi appena finisco tornano ansie, pensieri ecc.
Grazie mille comunque, mi hai rassicurata molto!
-
Per quanto riguarda la meditazione, ho iniziato da un mesetto un corso di yoga che mi piace tantissimo e ogni tanto pratico mindfulness, ma devo ammettere che ancora non riesco a praticarla in modo tale da trarne beneficio nel lungo termine... cioè, nel momento stesso in cui medito mi rilasso molto ma poi appena finisco tornando ansie, pensieri ecc.
Ci vuole perseveranza e vedrai che i successi verranno.
-
Ciao. certamente che ho avuto esperienze di depersonalizzazione, non come sintomatologia a sé stante ma quale fenomeno collaterale derivato da picchi di ansia che talvolta sfociavano in attacchi di panico.
Sui farmaci ti faccio una domanda: in caso di ipertensione, diabete etc. avresti la stessa determinazione? Secondo te potresti farcela da sola?
So già la risposta ma vorrei conoscere il motivo del tuo completo rifiuto. Quando tutta la fenomenologia ansiosa è gestibile, allora si può tentare di "farcela da soli", ma quando i livelli sono talmente alti da non poterti fare vivere serenamente il tuo ritmo quotidiano, allora questa tua determinazione al voler farcela da sola è solo "farsi male da sola".
Attendo una tua risposta
Ciao repcar! Certo che li prenderei se si trattasse di quelle malattie, ma appunto sono in terapia da una professionista dell'IFS e lei tuttora non li ha menzionati, come anche la mia ex terapista. Presumo che un motivo ci sarà, non credi?
Participate now!
Don’t have an account yet? Register yourself now and be a part of our community!
Hot Threads
-
- Topic
- Replies
- Last Reply
-
-
-
Settembre e la malinconia 22
- Pie30
-
- Replies
- 22
- Views
- 817
22
-
-
-
-
Tra angoscia e confusione: come gestire emozioni contraddittorie? 22
- MaristellaMaristella
-
- Replies
- 22
- Views
- 687
22
-
-
-
-
Spero di trovare l'amore, prima o poi... 31
- Jack
-
- Replies
- 31
- Views
- 807
31
-
-
-
-
Perenne procrastinazione e svogliatezza 68
- Manta13S
-
- Replies
- 68
- Views
- 1.6k
68
-
-
-
-
Social network, ansia e paura di essere tagliato fuori 9
- Meninblack
-
- Replies
- 9
- Views
- 437
9
-
-
-
-
Come sfogate la rabbia repressa? 9
- Greasy95
-
- Replies
- 9
- Views
- 240
9
-