Ho deciso di aprire questo nuovo thread. Forse anche per segnalare un nuovo inizio, un nuovo capitolo della mia vita in cui mi dovrò occupare maggiormente di me e non più di lui.
E' finita.
Nonostante tutte le resistenze inconsce che ancora mi portano ad interrogarmi su come avremmo potuto evitare questa separazione, nonostante i sensi di colpa e le vane speranze di poter ancora recuperare qualcosa, sono sempre più consapevole che tra me e lui è stato messo un punto definitivo. Punto e a capo.
Adesso ci sono io con le mie dipendenze, con la mia ansia, con le mie fobie, con la mia vita ancora immobile al punto di partenza.
Mi sento persa e sto male. Che poi razionalmente riesco a comprendere tutto, a dirmi che in realtà lui non mi ha risolto alcun problema, che non era un sostegno, non è mai stato davvero un aiuto se non nel farmi giungere ad alcune consapevolezze...eppure mi sento come se mi avessero tagliato una gamba.
Oddio, un po' meno rispetto a prima perchè comunque, dal mio allontanamento in agosto, ho iniziato un po' ad abituarmi alla sua assenza e all'idea di stare senza di lui.
In questi giorni mi sento così apatica e triste e cerco di accettare questo stato di cose, cerco di dire a me stessa che è normale sentirsi così, sarebbe strano il contrario.
Mi dico che devo accettare questa sofferenza come una reazione fisiologica al distacco. Mi sento senza energie e non ho voglia di fare nulla (complice anche la sindrome premestruale che ogni mese mi abbatte terribilmente facendo oscillare il mio umore dall'irritabilità alla tristrezza più cupa).
Ora mi vedo costretta a guardare la mia vita per quello che è, uno schifo, senza più rifugiarmi nell'illusione di un amore che mi salverà, che mi aiuterà ad uscire dal pantano e fare tutte quelle cose che mi terrorizzano e mi bloccano in uno stato di apatia e demotivazione.
Osservo la mia vita fino ad oggi e ci vedo solo una lunga carrellata di fallimenti, di attività e progetti intrapresi ed abbandonati, di relazioni finite sempre per colpa della mia codipendenza, di rapporti di amicizia mai sviluppati per le mie incapacità relazionali, tanta frustrazione e un dolore sordo e continuo, un senso di vuoto che da anni cerco di anestetizzare rifugiandomi nelle relazioni sentimentali e crogiolandomi in quei primi tempi dell'innamoramento in cui l'altro appare perfetto, amorevole, premuroso e si sogna, si idealizza, si fanno progetti senza alcun fondamento in cui mi immagino in un futuro felice insieme a qualcuno che mi ama davvero e che mi dà quell'affetto che mi è sempre mancato, che mi aiuta a risolvere magicamente tutti i problemi, che dà un senso alla mia vita infelice.
Oggi so che questo è stato un gravissimo errore che ho commesso per troppi anni; oggi so che solo io sono la vera responsabile della mia felicità e l'artefice del mio destino.
Certo, però, che tra l'averlo compreso a livello razionale e l'attuarlo c'è un abisso.
Guardo la mia vita, i miei problemi, e ci vedo delle enormi montagne invalicabili. Mi sento così piccola ed inerme. Tutti che danno indicazioni, consigli, pareri; tutti che la fanno facile, che in 5 minuti offrono la soluzione definitiva a tutta quella catena montuosa di blocchi emotivi e problemi ormai radicati ed ingigantiti sempre più ed io mi sento un'idiota, un'inetta, una fallita.
Perchè non riesco a fare queste cose che mi dicono? Perchè ho queste resistenze? Sono stupida? Sono troppo pigra?
Ormai, a 37 anni, cosa ti illudi di poter fare? Non sei riuscita a muovere una foglia in tutti questi anni, e adesso cosa credi di poter risolvere tu, fallita e deficiente?!
Queste le voci che mi parlano continuamente, che mi denigrano nella mente e mi scoraggiano ad intraprendere qualsivoglia iniziativa. Figurati se ce la farai a portare avanti questa cosa! Quandomai hai portaro in fondo un progetto? Quandomai hai dimostrato di valere qualcosa? La verità, Maeva, è che tu non vali niente.
Sei una bambina, una c∙∙∙∙∙∙∙o e poi, sei arrivata così a 37 anni e mai sei riuscita a cambiare qualcosa...perchè dovresti riuscirci ora?
Rassegnati, la tua vita è questa.
La mia mente continua ad aggrapparsi alla storia con lui, continua ancora a pensare a lui, a cosa fa, a cosa pensa, se è arrabbiato, se ancora ci tiene a me, se mai torneremo insieme...forse solo perchè non ce la fa a guardare davvero la mia vita per quella che è e dover fare i conti con quella voce st∙∙∙za che continua a dirmi che faccio schifo e che non c'è speranza che io possa farcela. Forse, se qualcuno mi trovasse intelligente, meritevole,in gamba, amabile, all'altezza...forse allora quella voce tacerebbe. Se lui mi avesse amata incondizionatamente allora avrei avuto la PROVA che la voce si sbagliava.
Invece, in alcuni momenti, lui coalizzava con la voce e diceva e dimostrava esattamente le stesse cose ed io mi sentivo la peggior nullità sulla faccia della Terra, ma era un dolore troppo grande, quindi lottavo, reagivo con rabbia, mi difendevo, lo odiavo.
Ma, la verità, è che lui non poteva risolvere quel conflitto che ho con me stessa. Nemmeno volendo avrebbe potuto. Nessuno può all'infuori di me.
In questi giorni, tra il dolore della perdita e la fatica ad accettarla, tra i ricordi felici della nostra relazione, la rabbia per i momenti di tensione, la nostalgia di quelle cose belle di lui che ho amato e la repulsione per le sue asperità caratteriali ed immaturità, guardo la mia vita per quella che è e mi sento un po' sprofondare, domandandomi da dove si inizia a sistemare sto casino. Sì, è vero, ho una terapeuta a cui portare tutta questa sofferenza e forse è giunto davvero il momento di portarle la VERA sofferenza, non più le str...e dietro cui mi sono nascosta per 3 anni (lui, i suoi problemi, i nostri problemi, la relazione che non funziona...).
Tuttavia mi sento completamente smarrita.
Come faccio a risolvermi tutta sta roba? Le relazioni con gli altri, il lavoro, il rapporto con me stessa, la relazione tossica coi miei familiari, l'inerzia della mia esistenza in cui mi occupo di cose che non sento mie e che porto avanti a fatica, solo per senso del dovere, senza sapere nemmeno cosa vorrei davvero fare, CHI SONO IO? Cosa voglio dalla vita? Non lo so.
Lui mi accusava spesso di essere "quella del "non lo so"", tutti mi hanno sempre accusata di non sapere cosa voglio, di essere indecisa, molle, senza spina dorsale.
Ma io, davvero, non lo so cosa voglio davvero. L'unica cosa che ho sempre saputo di volere sin da bambina, era andarmene dalla mia famiglia perchè non mi sentivo amata. E, paradossalmente, non sono mai riuscita a staccarmene davvero. Ho un rapporto di dipendenza con loro. Scappo con la fantasia, mi rifugio nelle relazioni ma sono completamente passiva nel compiere azioni che VERAMENTE mi separino da loro e mi aprano al mondo esterno, alla possibilità di incontrare persone con cui poter instaurare rapporti più sani ed arricchenti.
Il problema è che, ormai, sono diventata anche io una persona tossica e mi sento senza alcuna speranza di poter davvero migliorare, diventare "normale", essere felice.