Concordo molto con la risposta di La Huasera,
il terapeuta conosce grazie ai suoi studi il metodo scientifico per risolvere problemi, un po' come quando vai da un nutrizionista che, dopo essersi accertato di ciò che non va nella tua alimentazione, ti propone in maniera diretta e mirata un problema per il tuo caso.
Anche io son del parere che della comprensione degli altri poco dovrebbe fregartene, MA, e c'è un MA grande quanto una montagna, ognuno di noi è profondamente diverso dall'altro, ognuno ha una coscienza, un modo in cui fluiscono i pensieri, un ordine mentale, un approcciarsi alla realtà ed a se stessi , ESTREMAMENTE diversi da quelli del prossimo.
C'è chi, appunto, non ha a cuore la comprensione del prossimo e chi invece la reputa di grande importanza.
Personalmente io sono stato per molti anni uno di quelli che cercava comprensione, ma ad oggi sono invece l'opposto dopo un percorso "mentale" di riflessioni, lavoro e qualche colloquio con specialisti.
Quale dei due è migliore? Non c'è un migliore fra i due. A parer mio, entrambi dovrebbero capire quasi "scientificamente" se stessi, almeno a grandi linee, e reagire di conseguenza. Riconoscere di non riuscire ad affrontare da soli un problema, dovrebbe portare a contattare uno specialista di quel problema, appunto il medico/terapeuta/psicologo o altra figura professionale, e non a chiamare l'amico che nella maggioranza dei casi non ha una "preparazione" (che sia accademica o pura predisposizione mentale) per aiutarti. Anzi, ti dico secondo mia esperienza che provare il metodo "casalingo" del parlarne troppo apertamente con i tuoi contatti quotidiani può portare addirittura a minare i rapporti esistenti, peggiorando solo la propria situazione.
Detto ciò, personalmente credo che nessuno, ma proprio nessuno al mondo possa capire perfettamente il prossimo, che sia una madre con un figlio, un figlio con la madre, che sia una coppia di amici, a prescindere dall'intensità del legame fra due persone. Certo, c'è chi essendo molto empatico riesce ad immedesimarsi molto con i pensieri di chi ha di fronte, ma è una predisposizione estremamente rara.