a causa di ansia e/o depressione e/o altri eventuali disturbi, vi sentite mai in colpa verso i vostri figli?
Sentite di far mancare loro qualcosa oppure di "inculcare" (seppur involontariamente) in loro un modo di pensare e di vivere improntato sulla paura?
Ciao.
Io sono ansiosa e ipocondriaca. Non posso proprio darne "la colpa" a nessuno, perchè non ho ricevuto educazione ed esempi che potessero installare questo software nella mia mente, eppure lo sono. In maniera temo inguaribile.
Mio figlio, che non è più un bambino, è ansioso e ipocondriaco quanto me.
Eppure...credimi...sono certissima di non aver mai trasmesso a lui NULLA di tutto ciò, soprattutto da piccolo. E questo per due ragioni : la prima è che il mio tasso di ansia e ipocondria era molto più governabile e vivibile in totale secretazione quando lui era piccolo (ma poi lo resta anche ora), e poi è sempre stata una mia precisa mission quella di ostentare serentità e padronanza delle situazioni, proprio perchè ne traesse esempio e serenità.
Resta che mio figlio sia ansioso e ipocondriaco quanto me, e che il massimo dell'ansia agita io l'abbia volontariamente agita solo a partire dalla sua tarda adolescenza, proprio per il fatto di vederlo un po' troppo sicumerico nelle solite puntate della vita...tipo lo scooter, le compagnie un po' dubbie, gli orari notturni intollerabili. Niente di più.
Tutti aspetti , questi ultimi, di cui - crescendo ancora - mi dava perfettamente atto che fossero ragionevoli.
Malgrado questo... ...ancora oggi, quando qualcosa lo agita, crede di "scaricarlo" dicendomi "sì ma tu mi trasmetti ansia"...
Dove l'ansia trasmessa consisterebbe nel fatto che se, antecovid, andava in comitiva al rave party di Berlino o di Amsterdam, oppure in settimana sabbatica a Bangkok o a Copenaghen , gli raccomandavo SOLTANTO di muoversi insieme alle persone fidate con cui faceva gruppo e/o di rendere loro noti i suoi eventuali movimenti da "scopritore solitario".
Non mi sembra di essere stata maniacale...
Per dirti la mia : da ansiosa "per nascita" ...certo non potrei mai negare che l'ambiente in cui si cresce abbia il suo ruolo.
Ma su di me non ne ebbe alcuno perchè di "ansiogeno" non aveva NULLA, eppure ansiosa e ipocondriaca resto.
Mio figlio, seriamente parlando, non può aver preso esempio dalla mia ansia, perchè in realtà ho sempre voluto renderlo del tutto immune da essa e penso anche di esserci riuscita benino.
Però, ripeto, è ansioso e ipocondriaco come me.
Sono propensa a credere che lo "stampo genetico" abbia la sua bella forza, nel bene e nel male.
Ma per tornare allo specifico dei sensi di colpa genitoriali, sperando anche di farti sorridere, desidero raccontarti un velocissimo aneddoto, da me appreso a posteriori.
I miei suoceri lo portano a vedere un cartone al cinema (avrà avuto sette-otto anni).
Viene il momento in cui il bimbo deve fare pipì e la nonna lo accompagna al bagno.
Ma...quando il bimbo fa per accostare la porta del bagno...mia suocera ingiunge "no no, prima devo controllare se in questo bagno non ci sia una seconda porta...perchè è così che fanno la tratta dei bambini PER IL COMMERCIO DI ORGANI!"..............
Tutto per dire, cara My Fair Lady, che se pensiamo - come penso anch'io che sia giusto pensare - alla componente comportamentale (che entra sempre e comunque in sistema con quella genetica) ...........sacrosanto passare al vaglio anzitutto noi stessi come genitori. Però...rendiamoci anche conto che rischiamo di autoflagellarci ingiustamente, quando gli elementi che possono teoricamente impressionare negativamente i nostri amatissimi figli sono...infiniti...e possono trovarsi in qualunque tipo di loro contatto/apprendimento, e spessissimo da fonti (anche teoricamente benevole come la nonna di mio figlio) che con noi e con le nostre ansie non c'entrano nulla...