Ciao a tutti.
Sono nel forum da un po', vengo dal reparto "ansiosi". Da qualche mese sto affrontando forti ipocondrie e ansia, attacchi di panico, correlati al lavoro. Mi trovo in una situazione davvero assurda. Ho un buon lavoro, stabile, da circa sei anni. Ho 32 anni e ho studiato tutta la vita per fare un altro lavoro. Non sono riuscita a trovare un impiego decente nel settore su cui avevo puntato e questo mi ha causa rabbia, frustrazione, apatia. Purtroppo il mio lavoro attuale lo scelsi per ripiego, non era il sogno della mia vita, e ogni anno che passa mi diventa sempre più difficile gestire questa situazione, mi sento sempre più stanca. È un lavoro che mi crea molto stress. Nel 2019 mi venne un attacco di ansia a lavoro e da lì l'incubo. Per un po' sono stata bene ma poi con il Covid è tornato il panico. Ho paura di ritornare in quella situazione ansiogena e mi agito tantissimo la mattina, specialmente durante le prime ore. Inoltre non mi sento a mio agio e sto sviluppando una certa apatia nei confronti delle mansioni lavorative. Mi sembra tutto così statico e mi crea molta ansia il pensiero di dover svolgere questo lavoro a vita. Divento facilmente irritabile se mi costringono a fare riunioni extra. Non vedo prospettive, mi sembra tutto così neutro, noioso. Non sono nelle condizioni economiche di potermi licenziare. Sto facendo terapia cognitivo comportamentale per Problemi di ansia che avevo già prima.
Ora, il mio quesito è il seguente: potrebbe trattarsi di Burnout, oppure è solo una delle mille sfaccettature dell'ansia?
Grazie a chi risponderà